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Autore: yukino_lang08    19/09/2008    2 recensioni
[King of Fighters] stavolta Iori Yagami non avrà come avversario Kyo Kusanagi, ma...
Genere: Romantico, Malinconico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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ice loves fire

Ciaoooo a tutti! Sono sempre io, la vostra cara Yukino_lang08 e mi accingo a presentarvi il mio nuovo lavoro.

ecco una bella ficci su King of fighters! Sì lo so, l’altra fiction che ho postato non è conclusa ma, dovendo pensare a come svolgere la trama dei miei tortuosi pensieri ho deciso nel frattempo di ricopiare un’altra storia che avevo scritto, dividerla in capitoli e inviarli poco per volta. Chissà perché ogni volta che scrivo qualcosa mi viene immancabilmente un’idea per un’altra ficci e sono costretta a scriverla o non mi lascia in pace il cervello!

Cmq bando ai convenevoli e cominciamo con la narrazione: comincia qui una nuova saga che spero vi piaccia! ^O^

ICE loves FIRE

Di: Yukino_lang08

CAP1: L’INVITO

Università di Tokyo.

Ore 10:30 del mattino.

Aula di storia dell'arte occidentale.

"Ehi Jun! Jun!" chiamò una ragazza dai capelli biondi a caschetto.

Indossava jeans a vita bassa azzurri, una maglietta viola aderente che le arrivava fino all'ombelico, col collo a "V" con le maniche a 12, e delle scarpe da ginnastica della Nike.

Nell'aula c'era solo una persona: una ragazza era seduta in una della prime file dell'aula, portava degli occhiali da lettura ed era intenta a leggere un libro sull'arte cubista.

Aveva la pelle leggermente abbronzata, gli occhi erano nocciola e capelli castano scuro portati corti ai lati del viso, fino alle guance, mentre dietro erano raccolti in una coda che le arrivava fino a metà schiena; portava un paio di jeans blu a vita bassa e una maglietta a mezze maniche nera con la scritta in corsivo "Strong" color argento e delle scarpe da ginnastica della Reebok.

La ragazza bionda scivolò alle spalle dell'altra e le coprì gli occhi dicendo "Indovina chi sono!".

Jun sobbalzò e, togliendosi le mani dell'amica dagli occhi, disse: "Miyuki! Si può sapere che ti è preso? Mi hai fatto paura!"

Miyuki si girò verso l'amica e le fece un sorriso da monello "I'm sorry Jun, ma eri così assorta che non mi hai sentito, così non ho resistito dal farti questo scherzo".

Jun si tolse gli occhiali e guardò storto l'amica

"Che cosa c'è? Di solito non mi disturbi mentre sto studiando, che devi dirmi?"

Miyuki sorrise radiosa

"Un amico di mio cugino, che lavora in un locale notturno, mi ha procurato due biglietti per un concerto. Stasera. E non accetterò un no come risposta"

Jun sospirò, consapevole del fatto che, se non avesse accettato, Miyuki glielo avrebbe rinfacciato per tutta la vita.

"E va bene. Verrò con te, ma la prossima volta avvertimi un po' prima" rispose in maniera un po' seccata.

"I promise it" disse la bionda.

Jun sorrise. Miyuki delle volte era molto infantile, ma sapeva tirar fuori le unghie al momento giusto. Doveva essere per questo che andavano d'accordo.

"Be' ora devo andare. Mi aspetta la lezione di tecniche pittoriche. Allora a stasera! Alle nove da me. Vestiti carina!"

Jun stava per controbattere, ma ormai Miyuki era già partita a velocità supersonica verso l'aula.

Jun si mise a ridere.

Certo che Miyuki era proprio fuori di testa!

"Sono come Selphie di FFVIII" le aveva detto un giorno, mentre stavano giocando con quel gioco "E tu?" le domandò "A chi ti senti più vicina caratterialmente?"

"Uhm..."

"Avanti, Jun, non tenermi sulle spine!"

"Nessuno" rispose

Miyuki guardò perplessa l'amica, ma continuò "Uno che ti piace? Deve essercene uno che ti piace!"

Jun non rispose, così la bionda passò ad un altro metodo per sapere ciò che voleva: mise in pausa il gioco, mollò il joystick e cominciò a farle il solletico sui fianchi.

"Avanti! Dimmi chi è!" ordinò la bionda

"AHAHAHAHAH! Non... te... ah... lo dico!" rispose l'altra.

"Allora preparati a subirne le conseguenze! Hai firmato la tua condanna!" sentenziò la ragazza.

L'intensità del solletico aumentò.

"AHAHAHAHAHAHAHAHAH!"

"Allora ti decidi a parlare?"

"Seifer... mi piace Seifer" confessò Jun.

Il solletico cessò di botto.

"Non ci credo!" disse la bionda

"Be' che c'è di male? E' carino e poi non teme di confrontarsi con gli altri" spiegò Jun.

"Ma è il cavaliere della strega: è cattivo!"

"Gli hanno fatto il lavaggio del cervello lui voleva solo affrontare Squall!"

Silenzio.

"E poi" esordì la mora "parli te che ti piace quel dongiovanni Irvine. Sempre pronto a corteggiare qualcuna"

"Non è vero! Da quando ha incontrato Selphie ha messo la testa a posto!" ribatté Miyuki

Il suono della campanella riportò la ragazza alla realtà.

"Bene" pensò "è ora di andare dal prof Pachi della lezione di schizzi, se non arrivo in orario mi uccide e mi porta negli Inferi"

Stranamente, questo professore, conosciuto per la sua severità, se n'era andato via prima.

"Molto positivo" pensò "Così posso andare in biblioteca a prendere dei libri e tornare a casa"

La biblioteca era un edificio adiacente all'ateneo, avvolto nel verde della primavera.

Era una costruzione del 1956, appena ristrutturato, a pianta rettangolare con due enormi finestre per ogni piano posizionate in modo che l'una fosse sul muro opposto dell'altra.

Jun entrò nell'edificio: era ampio e luminoso, con bacheche stracolme di libri, scale appoggiate ai lati degli scaffali.

"Buongiorno Jun" disse la bibliotecaria gentilmente.

"Buongiorno, signora Hoshi" rispose la ragazza con altrettanta gentilezza.

"Cosa devi prendere?" chiese la donna dolcemente.

"Libri su impressionismo, futurismo e liberty"

"Secondo piano, scala B, sala ovest" rispose la bibliotecaria.

"Grazie"

"A proposito, ho incontrato tuo fratello: è un ottimo meccanico!" esclamò la signora entusiasta.

"Come sta Satoshi-san?"

“Bene, mi ha chiesto di dirti che dovresti divertirti un po’ di più, insomma sei una ragazza di ventitre anni non una nonna!” scherzò la donna.

La giovane arrossì “Dica a niisan che so badare a me stessa...”. sbiascicò

“Oh ma lui lo sa altrimenti non saresti così brava a mandare avanti la casa, me l’ha detto lui stesso”

La ragazza arrossì ancora di più salutò cortesemente la donna e si diresse verso la sua meta, ubicata chissà dove nella biblioteca.

La sala era ampia e luminosa e le finestre davano sui prati ben curati dell’università.

Prese i libri che le occorrevano e scese di nuovo.

“Serve una mano?” propose la bibliotecaria vedendo la castana con le braccia occupate da parecchi volumi.

“No no ce la faccio è che ho lasciato il borsone qui” declinò Jun con fermezza.

“Va bene, se non ti serve aiuto...”

“Ne sono sicura e poi devo preparare il pranzo a mio fratello!”

“Ok. Ciao ciao...” Salutò la donna con tanto d’inchino.

“Arrivederci” disse la ragazza ricambiando il gesto dell’altra.

Mise i libri in borsa e partì.

“Juuun! Sono qui!” la chiamò una voce

L’interessata si voltò

“Ciao, Mayuko-chan, che c’è?” domandò la giovane dai capelli lunghi.

“Posso venire con te? Non ho proprio voglia di ascoltare il prof di letteratura antica: è così noioso!”

L’altra sorrise

“Dillo che in realtà non puoi stare lontana da mio fratello!” canzonò la ragazza.

“Ma taci! E poi non è colpa mia se il tuo nii-san ha degli orari impossibili!” sbottò l’amica.

“Tsk non è nemmeno mia. Vabbè vieni” acconsentì Jun

“Grazie”

Dopo metropolitana, attraversamenti, ripetuti un po’ di volte, finalmente le due ragazze arrivarono a destinazione.

La casa dei due fratelli era un appartamento in stile moderno e molto bello.

“La tua moto com’è conciata?” esordì Mayuko, una volta entrate.

“Male! È ancora in riparazione. A ‘sto punto me la potevano distruggere del tutto!” informò la ragazza dai capelli castani con rabbia.

“Non fare così, Jun. Tra poco tempo la riavrai, no?” cercò di calmarla Mayuko.

“Tutta colpa di quei bastardi! Non sopportavano vedere una donna alla guida di una moto!” esplose alla fine la castana.

“CHE MASCHILISTI!” convenne l’altra

“Già....” Concordò Jun

Il silenzio s’impadronì della stanza

“Beh vado a studiare, quindi, se non ti dispiace, vorrei affidarti la preparazione del pranzo di Satoshi”

“Certo. Non preoccuparti ci penso io, tu studia pure”

“Non capisco perché mio fratello non si decida ancora a sposarti” commentò la più giovane delle due salendo le scale che portavano alla sua camera da letto.

“Penso lo farà presto!” commentò la sua amica

“Lo costringerai tu?” chiese Jun scherzando.

“Ovvio!” rispose l’altra.

E risero.

Poi Jun decise che era tempo di studiare.

Dopo un lungo lasso di tempo sui libri la ragazza si addormentò per la noia.

Si svegliò verso l’ora di pranzo e scese a mangiare.

“Dov’è nii-san?” chiese con voce ancora un po’ impastata di sonno.

“È andato via da poco. Ha detto che non voleva svegliarti e così ha mangiato ed è uscito”.

Jun provò un senso di vuoto che le fece male al cuore: come al solito suo fratello era sempre troppo pieno di attenzioni per lei, così tante, che per paura di disturbarla, non le concedeva il piacere della sua compagnia, già per suo conto una rarità.

“Capito” si limitò a dire con tono che non lasciava trapelare in alcun modo la sua delusione.

Tornò nella sua tana e si rimise sui libri per poi crollare inesorabilmente dopo tre ore di studio.

Al suo risveglio si sentì un po’ più intontita del solito.

Guardò fuori della finestra e vide che il sole stava calando lasciando il posto ad un cielo color zaffiro intenso.

“Mayuko, che ore sono?” gridò lei

“Le 19:30, perché?” si senti rispondere dabbasso.

Ci mise un po’ di tempo a realizzare ma, quando accadde, il suo viso si tramutò in una maschera di terrore e sorpresa.

“AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH! Sono in ritardassimo!” urlò a pieni polmoni

“Jun, che ti è preso per urlare?” chiese Mayuko salendo le scale per vedere che succedeva all’amica.

“Devo andare da un’amica e senza moto devo partire con largo anticipo” spiegò, mentre si cambiava in fretta e furia; scese le scale con una velocità da rasentare quella del suono.

“Dì a nii-san di non aspettarmi alzato! Ciao!” disse uscendo.

La notte calava e lui si stava dirigendo alla live-house.

Era nervoso, eccitato, come ogni volta che si apprestava a suonare, l’adrenalina gli scorreva veloce nelle vene con la stessa intensità di quando combatteva contro di ‘lui’, stavolta però sentiva nell’aria qualcosa che preannunciava un incontro interessante.

Sorrise divertito e continuò il suo viaggio.

Ndell’autrice: “Allora che ve n’è parso. Probabilmente è troppo corto come mio solito ma non disperate cercherò di allungare un po’ nel prossimo cappy! Ciao ciao! ^O^”

  
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