Fanfic su artisti musicali > The Script
Segui la storia  |       
Autore: IrishPower    26/08/2014    0 recensioni
|| Lei, Jessie J, una delle cantanti londinesi più conosciute.
Lui, Daniel O'Donoghue, frontman della band irlandese "The Script".
Giudici dello stesso talent show, "The Voice UK", sono legati da una bella amicizia.
Ma che succedebbe se il rispetto e la fiducia reciproca non bastassero più a nessuno dei due?
Non vi resta che scoprirlo leggendo questa nuova fanfiction. ||
"Tre, due, uno.. Siamo in onda!" Mugugnò alle mie spalle un produttore e, fu in quel momento che partì la base ed i presentatori avanzarono sul palco.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




" Credere che il pensiero,
non imputabile civilmente,
sia non imputabile moralmente,
è grand'inganno; quasichè
le stesse passioni che, secondate,
tengono l'azione, non torgano
l'opinione."
- Angusto Conte






Chapter V
Looking for our half

Ci furono avvenimenti che la fecero riflettere, coincidenze che non riusciva a spiegarsi; aveva amato lo stesso uomo da più di due anni e con lui ebbe il desiderio di formare una famiglia, sposarlo, ma in quel preciso istante tutte le sue certezze si frantumarono.
Si ritrovò immobile, come paralizzata, coinvolta in un bacio che probabilmente avrebbe potuto evitare, ma non lo fece. Era come se qualcosa, o qualcuno, l'avesse legata in una morsa tanto stretta da non potersi liberare.
Non respinse né il bacio né Danny, anzi, lo attirò di più a sé, stringendogli convulsamente la giacca; entrambi i corpi si toccarono, si sfiorarono, si bramarono; le mani di lei sull'addome del ragazzo , accarezzavano e stringevano la sua maglietta bianca.
Il viso di entrambi era contratto da una smorfia felice e risero quando, aperti gli occhi, si accorsero di guardarsi. Bastavano solamente i loro occhi per potersi dire tutto, e bastò guardarsi per capire l' intesa che c'era tra loro da molti anni. Un momento intenso, che durò pochi minuti, ma che fu sufficiente.
«Danny...», il silenzio fu rotto da un sussurro proveniente dalle labbra di Jessie, costringendo il ragazzo a guardarla negli occhi.
Le loro bocche erano schiuse, pronte per darsi un altro bacio più appassionato; ne voleva altri. Voleva continuare a catturare le sue labbra ma per un breve attimo si scostò, fissando gli occhi in quelli di Danny.
Un'altra serie di emozioni e sensazioni scombussolarono il loro stomaco ed il cuore di entrambi accelerò i battiti.
Insieme a quei piacevoli pensieri e agli stimoli che non davano modo di placarsi, c'era anche il pentimento: si riteneva una traditrice per il semplice fatto di aver ricambiato quel bacio, perchè sapeva di essere innamorata di Danny. E quell'amore era durato per anni, troppo a lungo e inconsapevolmente.
Un bisogno incolmabile colpì nuovamente i due, ancora con le labbra schiuse e con gli occhi puntati su di esse. Ansimarono; il respiro affannoso, le mani strette sulle magliette, i corpi che pregavano di continuare, di approfondire ogni singolo tocco.
«Continuiamo... Andiamo fino in fondo...». Furono momenti interminabili di silenzio, interrotti dalle parole strozzate della ragazza.
La pioggia cadde incessante sulle loro teste, bagnandoli; ma non fu questo a fermarli. Jessie voleva trovare una spiegazione per quei sentimenti e quelle emozioni tanto forti da farle impazzire il cuore. Quel momento lo stava vivendo appieno e nella sua mente era tutto più chiaro e fluido: non era Adam che amava.
Dentro di sé era cosciente del fatto che quella sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbe avvicinata così tanto a Danny: si sarebbe pentito e l'avrebbe allontanata, colpito dai rimorsi e dalla delusione. Ma non era quello che voleva, non era ciò che serviva a Jessie. Le mancava qualsiasi premura derivante da un uomo. Adam non le dava più nessuna soddisfazione, se non a letto, e questo la spaventava. 
Aveva bisogno di Danny, colui che per tanto tempo era stato solo un amico, colui che stava stringendo al proprio corpo per permettergli di non andarsene.
«E se te ne pentissi...?», domandò il ragazzo, guardandola con innocenza e deglutendo a fatica per quelle stesse parole.
Le parole di Danny le fecero perdere per un breve attimo il respiro. Non si sarebbe dovuta stupire, infondo lo sapeva che tra loro non ci sarebbe stato nient'altro se non amicizia e ora, dopo ciò che era successo, sarebbe stato anche qualcos'altro. Forse odio o peggio, indifferenza. 
Si sarebbe pentita, ne era sicura. Ma c'era qualcosa in lui che le faceva desiderare di non tornare indietro. 
Sotto quella pioggia incessante rimembrò il momento in cui, per la prima volta, si erano incontrati in un bar e si erano guardati negli occhi; quegli occhi che l'avevano catturata fin dal primo istante; era entrata in contatto col suo corpo, ed avevano bevuto insieme quel bicchiere di birra, ballando al ritmo di una canzone d'amore: la loro canzone d'amore.
Il cuore le batteva disperatamente, in cerca di una risposta. La sua mente era colma di pensieri preoccupanti.
Stava cercando la sua libertà; voleva volare via da quella gabbia in cui era stata imprigionata e spiccare il volto insieme ad una persona che l'avrebbe resa felice. E Danny, pensò, l'avrebbe fatto.

Quando si ritrovò con le labbra sospese su quelle di Jessie, Danny non poteva immaginare che ne avrebbe desiderato ancora. 
Insaziabile, fece quel che aveva desiderato da tempo, baciandola. 
Voleva lei, ne era sicuro; eppure, non seppe come comportarsi quando, finito di cibarsene, guardò le sue labbra e pensò che fosse un errore. 
Amarla, era un errore. 
Si chiese cosa sarebbe successo con Adam, il ragazzo di Jessie, e la risposta non sarebbe tardata ad arrivare. L'avrebbe trovato e preso a pugni per aver anche solo sfiorato quella donna di sua proprietà. 
Sorrise di sbieco, pensando che se fosse stato lui, il suo uomo, non l'avrebbe certo trattata in quel modo. Le avrebbe dato amore ed avrebbe costruito qualcosa di reale e concreto: una famiglia. 
Guardarla, anche solo da lontano, gli faceva battere il cuore ogni volta, costringendolo a rifiutarsi di pensare per non scendere in pensieri tutt'altro che casti. 
Voleva il corpo di Jessie. Voleva le sue labbra, il suo seno ed il suo ventre, per farla godere e goderne egli stesso. 
Conosceva il suo corpo quasi fosse un libro. Sapeva persino del neo sul fianco destro della ragazza. 
Lo scoprì quella mattina, di qualche tempo addietro, quando si recò a Los Angeles per la promozione dello show. E la vide lì, distesa al sole, più sexy che mai.
Anche allora, si costrinse a pensarla in maniera diversa.  Fu in quel preciso istante che capì di esserne ciecamente innamorato. Adam era con lei e bastò un bacio del ragazzo a far scattare in lui la molla della gelosia. 
Ma seppe che non sarebbe mai stata sua. 
«Devo andare.» Sussurrò. «Domani abbiamo lo show e... Ci vediamo per la finale.»
Abbozzò un sorriso, facendo un passo indietro. Temporeggiò, incontrando nuovamente i suoi occhi. 
Ansimò, ancora preso dal bacio e le lasciò piano la mano, mordendosi l'interno della guancia come per trattenersi dal dirle altro. 
«Scusa non... Non so cosa mi sia preso.» Aggiunse, deglutendo e tirando appena su col naso. 
Boccheggiò, incapace di instaurare una conversazione e scappò via, come fosse un ragazzino in preda ad una crisi adolescenziale. 
Arrivò sul vialetto di casa e si voltò a guardarla, impassibile a qualsiasi movimento o espressione. 
Si nascose dietro un cespuglio non appena Adam parcheggiò dinanzi al garage. Scese, il ragazzo, e si diresse verso casa, chiudendo dietro di sé la porta e l'ultimo spiraglio di luce, creando il buio fuori e dentro l'anima di Daniel. 
Solo, tornò a casa, sotto la pioggia. 

Il corpo richiedeva ancora quello di Daniel, supplicava che la potesse baciare ancora, che le sue labbra potessero prendere le proprie e farla sentire amata, posseduta, desiderata... Ma così non fu. Lo vide allontanarsi ed il suo sguardo rimase perso sulla schiena del ragazzo che intanto si incamminava a passo svelto verso casa.
Bastò quella scusa per scaricarla e si sentì nuovamente il mondo crollarle addosso, il peso della propria coscienza e la mente che le diceva che aveva sbagliato tutto; illusa, si era solamente illusa che lui potesse rimanere insieme a lei, che potesse portarla via di lì, a casa sua, sotto le coperte, a fare l'amore...
Ma tutto quello, fu solamente frutto della sua speranzosa mente; ma ora, i suoi occhi supplicavano di rivederlo, pregavano di poter vedere apparire la figura atletica del ragazzo tornare da lei, ma ciò non accadde.
Jessie, rimase ferma, sul pianerottolo di casa e lo sguardo perso in un punto indefinito della strada, mentre la pioggia cadeva incessante come una cascata. In quel momento, si chiedeva se Danny avesse fatto la scelta giusta, se quell'azione non fosse stata solamente frutto di un'impulsività dovuta al nervosismo o alla gelosia nei riguardi di Adam.
Ma quelle risposte non arrivarono mai, doveva, probabilmente, rimanere nel dubbio e in balia dei propri interrogativi. 
Si distolse da quei pensieri, quando due fari blu illuminarono il suo volto e tutta la casa dietro di sé; Adam era tornato e non doveva vederla con gli occhi rossi e lucidi. Avrebbe fatto mille domande a cui lei non sarebbe mai stata abbastanza pronta per rispondere.
«Piccola, non sai quanto mi sei mancata...» Un forte odore le invase le narici e per un attimo si scostò per quanto fetore emanasse; puzzava di alcol e di... sesso.
Ormai da mesi, Adam, usava la scusa del lavoro e dello studio per liquidarla a casa, da sola, mentre lui se ne andava in un qualche pub a scolarsi infiniti boccali di birra e a sbattersi donne nel bagno. Troppe volte litigavano per via di quel motivo e troppe volte si ritrovavano a far l'amore nel loro letto, nella stanza che si sono costruiti insieme quella volta che decisero di andare a vivere come una coppia.
E tutta la rabbia si frantumava, tutta l'irritazione passava, e il motivo del litigio nessuno dei due se lo ricordava; ma lei sì, lei non avrebbe mai dimenticato le notti passate tra il freddo e le lacrime, da sola, sul divano a guardare qualche film drammatico con una sola coperta. 
Se lui le fosse entrato dentro, nel proprio cuore, sarebbe stato sorpreso di quanto rancore e delusione provasse, probabilmente avrebbe cambiato il suo atteggiamento strafottente e troppo indipendente, ma fin'ora, tutto quello che Jessie riceveva, non era amore, ma sesso.
«Anche tu...» Riuscì a trattenere tutto quel dolore, ritirò le lacrime indietro e un nodo strinse talmente forte la gola da farle male. 
Un dolore che non aveva niente a che vedere con quello che provava internamente, con le continue lacerazioni che il cuore doveva continuare a subire e non avrebbe mai spesso, con il continuo pensiero che nessuno l'avrebbe accettata per quella che era, ma solamente per quello che faceva.
Rientrarono e si sedette sul divano mentre lui si spogliò della giacca e della maglietta, sedendosi pesantemente di fianco alla ragazza; le cinse la vita e la strinse a sé, regalandole un bacio sul capo.
Sentì un sospiro stanco arrivare dalle labbra di lui, ma non ci fece troppo caso; i suoi occhi erano persi nel vuoto, sembrava completamente incosciente. Prese un respiro e tornò alla realtà, spostando gli occhi verso l'uomo al suo fianco che la stringeva donandole quel calore che le mancava da fin troppo tempo.
«Devi aver lavorato tanto...» Adam notò il tono sarcastico, ma era troppo spossato per poter rispondere vivamente a quella battuta. 
Si limitò ad annuire con un semplice cenno del capo e un sorriso - seppur debole - animò il suo volto accennato appena dalla barba che stava ricrescendo; ma Jessie non ebbe reazioni, tornò a guardare lo schermo nero della televisione: c'erano loro due, abbracciati. Ci si poteva specchiare. E ancora una volta, capì che non era Adam colui che voleva al proprio fianco.

Lasciarla lì, sulla soglia del pianerottolo di casa, fu per Daniel uno sforzo immane.
E, proprio quando capì che nella sua vita ciò che si lascia è destinato a perdersi, fu spinto impetuosamente a cambiare rotta e a correre verso di lei, la sua unica certezza. passo dopo passo, perdeva un battito e si costringeva ad ansimare per non perdere il ritmo.
Arrivò in meno di dieci minuti, bloccandosi con il fiato corto sul ciglio della strada, spaesato e spossato.
Adam era rientrato e quella sua unica certezza si era chiusa la porta alle spalle, lasciandolo solo, preda del freddo e della pioggia che gli rianimava il volto e disinfettava le ferite. Deglutì nervosamente ed annuì tra sé, lasciando che l'acqua spazzasse via qualsiasi ricordo o contatto legato a Jessie.
Era una follia credere di poter ottenere così facilmente la donna che amava da anni, eppure non riusciva a far altro che a ripetersi, forse erratamente, che era la scelta giusta per lei, per lui, per loro.
Fece dietrofront e, con le mani chiuse in pugni dentro le sacche del jeans fradicio, si incamminò senza alcuna meta verso il centro di Londra. Qualcuno lo riconobbe, qualcuno lo evitò, ma Daniel non vi vece neppure caso, vittima di quello stato passivo in cui amava crogiolarsi.
Non era un tipo impetuoso e non amava le grandi dimostrazioni in pubblico, ma per Jessie, pensò, avrebbe fatto un eccezione.
Capitò in un bar all'angolo di Oxford Street e barcollò, seppur sobrio, verso il bancone. La barista lo riconobbe, ma non disse nient'altro se non «Qualcosa di forte, vero?», e lui si limitò ad annuire.
Un cicchetto di whisky seguito da due birre lo sconvolsero a tal punto da fargli rimettere ciò che precedentemente aveva ingerito, fuori dal locale.
Una mano l'adagiò sulla pancia, pulendosi le labbra con la manica della giacca, che quasi impercettibilmente odorava ancora di lei, come fosse impregnata del suo profumo. Quest'ultimo particolare non fece che spaventarlo, tanto da iniziare a correre verso Hyde Park, scavalcare l'inferriata e stendersi a pancia in su, con il capo chino di lato.
Contò le stelle, sbattendo le palpebre per la stanchezza a cui era andato inevitalmente in contro nell'ultima ora. Bastò qualche battito di ciglia a fargli perdere i sensi a lasciare che, piano piano, si abbandonasse al sonno, troppo stanco anche solo per sognare.




Angolo autrici: finalmente siamo riuscite ad aggiornare e la cosa è stata molto più lunga del previso e dovremmo farlo al più preso anche con People on a wire.
Questo capitolo è stato più lungo del previso e sinceramente ne siamo più che soddisfatte. Bene... Se siete arrivati fino qui, meritate un biscottino.
Con questo, fateci sapere con una recensione e se abbiamo sbagliato qualcosa, magari la distrazione, oppure errori vistosi!

-irishpower


   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The Script / Vai alla pagina dell'autore: IrishPower