Io ero seduta a tre tavoli di distanza da loro avevo ordinato la prima cosa che mi aveva proposto la cameriera, non ero venuta per mangiare in realtà, ero venuta per stare un po’ da sola e riflettere.
Da quando riuscì a vedere il mondo nascosto ai mondani la mia vita non fu più la stessa, ho combattuto contro creature di altre dimensioni e ho visto cose che tempo fa avrei creduto impossibili storie fantasy da manga, a volte capisco mia mamma per avermi nascosto tutto questo perché per quanto possa essere bello e pieno di cose straordinarie è molto pericoloso, l’unica cosa che non capisco è perché mi abbia nascosto che io avessi un fratello. Jace, il ragazzo biondo dagli occhi color oro che qualche settimana fa mi aveva pedinato per portarmi all’istituto, scoprire che era mio fratello fu come un pugno in faccia, sapevo benissimo che era impossibile ma cercai di vederlo solo come un fratello, anche per Jace era difficile, stava male e la sua corazza si stava piano piano crepando lasciando trapelare qualche emozione.
mi resi conto che ,persa tra i miei pensieri, stavo fissando il vampiro dai capelli color calendola che avevo difronte solo dopo che anche l’altro si girò verso di me, io abbassai subito lo sguardo per l’imbarazzo pregando che si fossero messi di nuovo a chiacchierare tra loro, quando alzai lo sguardo vidi che i due si stavano alzando e venivano verso di me e io continuavo a sperare che si dirigessero verso l’uscita.
Il ragazzo dai capelli neri sorrise scoprendo i lunghi canini e si avvicinò – ciao, io mi chiamo Adam e lui è Jake- disse indicando se stesso e l’altro poi rimase in silenzio aspettando che io dicessi il mio nome ma io non riuscì a proferire parola così lui si avvicinò ancora di più al tavolo e chiese –possiamo sederci qui? Questa sera il locale sembra morto a noi piace fare amicizia- mi guardò un momento con malizia e continuò la frase –specialmente se si tratta di ragazze carine- disse ammiccando. Sentivo le mie guance in fiamme e non riuscivo ancora a dire nulla così feci un cenno con la testa e loro si sedettero intorno al tavolo.
-Come mai sei qui da sola? – mi chiese il ragazzo dai capelli neri che a quanto sembrava era il più spigliato tra i due, io finalmente riacquistai la voce e dissi la prima cosa che mi veniva in mente –aspetto degli amici-
Adam rise –allora ce l’hai la lingua- il rossore tornò imperterrito, sembrava che qualcuno stesse dipingendo sulle mie guance e che per lui il colore non fosse mai abbastanza intenso, mi accorsi che Adam e Jake mi guardavano ridendo io battei un paio di volte le palpebre per risvegliarmi dalle mie fantasticherie e chiesi di ripetere ciò che stavano dicendo e Jake disse –noi volevamo uscire un po’ ci chiedevamo se ti andava di venire con noi- ci pensai troppo poco tempo prima di dire sì ma ormai era tardi per i ripensamenti, loro stavano già in piedi ad aspettarmi, per Dio se Jace lo sapesse!
Dopo aver pagato la cena che era uno strano ammasso di carne cruda su un piatto, che tra l’altro non avevo neanche toccato, mi ritrovai ad uscire dal locale con i due ragazzi, incominciavo ad avere un po’ di paura anche se sapevo che l’avrebbero sentita prima o poi cercai di non darlo a vedere troppo.
Il riccio si avvicinò, non credo si che fosse accorto che io ero una nephilim, in quel momento ero nel panico i due stavano camminando e le strade di Brooklyn mi sembravano sconosciute non sarei riuscita a tornare all’istituto, all’improvviso i due si fermarono e si girarono –cosa succede?- chiesi io nel panico loro mi guardarono un po’ poi Jake sorrise sguainando i lunghi canini che toccavano con le punte acuminate il labbro inferiore, io mi guardai intorno e mi accorsi di essere in un vicolo buio nei pressi del “Dumort” l’unica pallida luce proveniva dai lampioni in lontananza, mi scappò un singulto e cercai la prima cosa nelle mie tasche che potesse essere usata come arma, trovai solo delle matite così usai la mia HB dalla punta sottile per non sbavare con la grafite sul foglio per pugnalare il vampiro dai capelli rossi al petto e presi a correre quanto più veloce potessi.