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Autore: ciccina_chan    26/08/2014    2 recensioni
e non vuole assolutamente avere a che fare con il bellissimo ragazzo della porta di accanto!
Ecco questa è la mia prima fiction...spero vi piaccia!! Sennò dovrò fare fagotto e partire per mete sconosciute haha... quindi siate buoni!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~L'invito era arrivato il pomeriggio seguente: mentre uscivamo dalla stanza dove avevamo provato per due ore, lui si era voltato verso di me, appoggiandosi al muro scostandosi la frangetta dal viso < Stasera fanno una festa in spiaggia, mi fai da accompagnatrice? > avevo sorriso, contenta che l'avesse chiesto a me e non a qualcun'altra < Chi la organizza? >
< Non lo so, è in un locale, ma l'importante è andare > aveva esclamato sorridendo e io ero rimasta un po' interdetta < Ma io... non sono stata invitata > avevo detto imbarazzata
< Qui nessuno è invitato, è tutto un passaparola. Allora, verrai? > stavo per rifiutare, ma poi l'avevo guardato negli occhi e l'imbarazzo che sempre provavo quando dovevo stare in un posto con tanta gente che non conoscevo era sparito
< Ahh, okkey >
< Perfetto, alle 9 ti vengo a prendere > aveva detto sorridendo e poi si era voltato, dirigendosi verso la sua stanza
< Aspetta! Come mi devo vestire? > gli avevo urlato dietro, già percorrendo mentalmente tutti i vestiti nell'armadio
< Qualcosa di sexy... anzi no, qualcosa di normale non voglio dover picchiare nessuno > aveva detto per poi sparire dietro all'angolo.
Io ero rimasta lì ferma, pensando al vestito più sexy che avevo portato. Volevo lasciarlo a bocca aperta, volevo che lui si sentise a suo agio nonostante fosse accompagnato da una ragazza “normale”.
“ Amu, di normale a quella festa ci sarai solo tu... tutti gli altri saranno fighetti e fighette che non faranno altro che ricordarti quanto sei sciatta rispetto a loro ” e la solita voce non poteva che avere ragione... in che situazione mi ero cacciata? Merda.
< Rimaaa > mi ero fiondata in camera, spalancando l'armadio e mettendomi a gettare i vestiti più interessanti sul letto
< Cosa c'è Amu? > era uscita dal bagno avvolta in un asciugamano candido e con i capelli raccolti in due enormi chignon; aveva le guance leggermente arrossate e la pelle pallida leggermente ambrata... Naghijko era un ragazzo davvero fortunato.
< Ho bisogno di un aiuto vestito! Ikuto mi ha invitato a una di quelle dannate feste per fighetti e io come una scema ho accettato! E ora non so cosa mettermi e cosa fare per sembrare il meno squallida possibile! > avevo detto tutto d'un fiato per poi buttarmi sul letto, sconfitta
< Tesoro, qualsiasi cosa ti metterai sarai bella comunque, molto di più di tutte le altre ragazze, ma se vuoi essere sexy per fare colpo, hai trovato la ragazza giusta > mi aveva detto, per poi immergersi nell'armadio e tornare con un vestito color crema e un paio di sandali dai tacchi alti
< Me l'ha regalato mia mamma un po' di tempo fa, ma non ho mai trovato l'occasione per indossarlo... a me arriva un pochino sotto al ginocchio, quindi per te sarà perfetto > l'aveva spiegato sul letto e io avevo sgranato gli occhi            
< È... bellissimo.. io n-non posso.. > avevo mormorato sfiorandolo
< Insisto, sarai una bomba stasera, e nessun ragazzo, tantomeno Ikuto non riuscirà a toglierti gli occhi di dosso, garantito > conluse, chiudendo la conversazione.
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Ero nervoso. Era ormai la terza volta che guardavo il cellulare, per controllare l'ora. Per la prima volta nella mia vita, avevo paura che una ragazza non venisse ad un appuntamento. Alzai gli occhi verso l'ingresso, agitando nervoso la gamba. Mi scostai capelli dal viso, continuando a guardare verso l'ingresso, e poi la vidi e rimasi senza fiato.
Aveva un vestito chiaro, che si abbinava ai suoi occhi miele, corto, molto corto... le fasciava il corpo, più o meno fino a metà coscia, le metteva in risalto i fianchi eleganti, la pancia piatta il piccolo seno e le gambe affusolate; dalla scollatura partiva una striscia di pizzo, che le avvolgeva tutto il braccio sinistro, facendo contrasto con la carnagione ambrata.
Si era avvicinata, e le avevo fatto fare una piroetta, guardandola a 360° e rimanendo ancora più affascinato quando il suo viso si avvicinò al mio: aveva un trucco leggero, che le evidenziava gli occhi color miele, e i capelli confetto erano acconciati in una treccia che le ricadeva fino al seno, mettendolo ancora più in risalto.
Non le occorrevano trucco pesante o frasi sconce, lei era così bella che ti lasciava senza fiato, non aveva bisogno di essere un volgare, lei era una rosa: rara, delicata, bella, ma anche forte.
< Allora? > lo sguardo incerto e le guance arrossate la rendevano ancora più bella
< Sei bellissima...anche se dovrai cambiarti > era rimasta di stucco, e aveva aperto le labbra sottili < Che? >
< Non posso portarti in giro, e soprattutto ad una festa vestita così... non potrò lasciarti neanche un secondo > un sorriso le era apparso sul viso, illuminato dalla luce della luna  < Meglio allora... > e si era incamminata, prendendomi la mano.
Quando arrivammo nel locale sulla spiaggia, gli sguardi di più di metà dei ragazzi si girarono verso di noi, o meglio, verso di lei, che guardava assorta le luci della pista da ballo < Principessa, stammi vicino > avevo detto, stringendola ancora di più.
Lei barcollò un pochino sui tacchi abbinati al vestito, aggrappandosi a me per arrivare al bar. Bevvi una birra, mentre lei faceva vagare lo sguardo da me alla pista 
< Ti va di ballare? >  le avevo chiesto, e prima di sentire la sua risposta l'avevo portata sulla pista, dove l'avevo afferrata per i fianchi in modo protettivo, nessuno avrebbe dovuto avvicinarsi a lei. Iniziò a muoversi tra le mie braccia, sollevando sguardi maliziosi di molti ragazzi; non potevo dar torto a nessuno di loro: era bellissima, ma non volgare come la maggior parte delle ragazze in quel locale... lei sembrava una fata, o una qualche specie di creatura celeste, bella e innocente, ma comunque con quella luce furba e dolce negli occhi, che la rendeva ancora più bella e sexy...
< Hey Ikuto > la voce seducente di una ragazza mi raggiunse alle spalle
< Hey Lacey > avevo detto, voltandomi appena
< Lei chi è? > aveva continuato sorridente, indicando Amu
< Lei è Amu, la mia ballerina privata > avevo detto sorridendo, per poi voltarmi e continuare a ballare con il mio angelo, che mi guardava riconoscente.
< Allora principessa, ti diverti? > le avevo sussurrato all'orecchio, appoggiando il petto alla sua schiena e lei si era voltata, allacciandomi le braccia dietro al collo e alzandosi sulle punte per avvicinarsi al mio viso
< Molto, anche se berrei volentieri qualcosa, preferibilmente senza ubriacarmi > aveva detto ansimante, mentre un sorriso le illuminava il volto.
Mi ero fatto largo tra la folla, facendo cenni di qua e di là, fino ad arrivare al bar.
< Un pink mojito e una birra > avevo ordinato, per poi girarmi e guardarla mentre assaggiava il suo drink < mmm > aveva detto, leccandosi il labbro superiore con un gesto estremamente sexy < Mi piace ma... è alcolico? > aveva chiesto guardandolo dubbiosa
< Tranquilla, non sono il tipo che fa ubriacare i miti agnellini, è tra i drink meno alcolici >
allora aveva preso in mano il bicchiere con un sorriso divertito, girando il liquido all'interno con la cannuccia nera, avvicinandola ogni tanto alla bocca e guardando rapita la pista
< Sai, non avrei mai pensato di poterlo fare... > aveva detto assorta
< Cosa? >
< Questo > aveva detto, allargando le braccia per indicare tutto il locale < Io con un paio di tacchi alti in mezzo a una pista da ballo con gente che non conosco.
Io in mezzo a tutte queste ragazze bellissime che riesco comunque a sentirmi a mio agio... >
< Al massimo sono loro che dovrebbero non sentirsi a proprio agio con te vicino, non ti accorgi dell'effetto che fai > avevo detto, spostando lo sguardo su un paio di ragazzi seduti al bancone che la fissavano famelici
< come ? > chiese, avvicinandosi; io sapevo che aveva sentito, aveva sentito benissimo, si capiva dal sorriso che le tendeva le labbra
< Hai capito benissimo.. > avevo detto avvicinandomi e appoggiandole le labbra appena sotto l'orecchio < Sei bellissima sta sera, e non lo penso solo io... però sono l'unico che può godere della tua compagnia > avevo continuato, spostando le labbra sul suo collo, godendo di ogni centimetro della sua pelle.
Stava trattenendo il respiro, e sentivo i brividi che le percorrevano la schiena. Mi faceva impazzire, e il mio autocontrollo stava deicsamente andando al diavolo.
Il suo profumo mi mandava in confusione: sapeva di...di tante cose. Come quando entri in profumeria e tanti profumi ti saltano addosso, in un miscuglio delizioso. Ecco, lei era così. Dolce, frizzante, salata, sensuale.... Mi dava alla testa.
Spostai la mano sulla sua schiena, facendo scorrere piano le dita.
< IKUTO! > una voce acuta aveva interrotto il momento. Utau. Dannazione, perchè doveva essere sempre in zona? Io le volevo bene, era mia sorella, ma a volte non la sopportavo davvero.
< Utau > la voce di Amu, anche se fredda, tradiva tutta la sua tensione. Oramai la conoscevo, e coglievo le sfumature nei suoi movimenti, nel suo sguardo, nella sua voce.
< Cosa ci fai ancora con Ikuto?! > aveva starnazzato Utau, spingendo Amu. Ora, lo so che con le ragazze bisogna essere gentili, soprattutto in quel periodo del mese, ma Utau era in quel periodo praticamente da quattro anni, era ora di darle una raddrizzata.
Avevo spostato il dito che Utau puntava contro Amu, e avevo preso per mano la mia rosa, che fissava la scena stupita < Devi finirla chiaro? Fino ad ora non ho detto nulla, semplicemente perchè quelle ragazze erano un passatempo per me, tanto quanto io lo ero per loro, ma Amu è diversa, e io non ti permetto di parlarle così chiaro? Quindi ora gira i tacchi e torna a casa > avevo detto duro, portando poi Amu in pista.
< Grazie > un sorriso le increspava le labbra, e io sentii il cuore scaldarsi.
Ballammo per una ventina di minuti, e io la tenni ancora più stretta a me, le mani perennemente sui suoi fianchi.
Sentivo gli sguardi di metà sala su di noi, chi per la scenata di Utau, chi per lei, chi per me.
< Senti, usciamo? Conosco un posto mmm magico > le avevo sussurrato all'orecchio
< Okkey > aveva esclamato, afferrando la mia mano e camminando con me verso la porta.
Era la prima volta che non sopportavo gli sguardi degli altri.
Cosa mi stava facendo quella ragazza?

 

  
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