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Autore: aSudDelConfine    26/08/2014    1 recensioni
La cornice, che non era piccola come le era sembrata,racchiudeva l'immagine di un ragazzo e una ragazza entrambi biondi e riccioli. La ragazza, probabilmente sua nonna, era paffutella ma la luce emanata dal suo sorriso le donava una grazia e una bellezza unica. Sembrava stesse ridendo, aveva il volto di tre quarti, girato verso il ragazzo. Anch'esso biondo, aveva gli occhi celesti e l'aria felice tanto quella di sua nonna che, giovane nella foto, stava abbracciando. Senza sapere perché Claire avvertì che non erano fidanzati, c'era qualcosa tra loro, un legame che si intuiva dai loro sguardi e dalla loro posizione, eppure era sicura che non stessero insieme, non quando la foto era stata scattata.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Iris.
 
'And I'd give up forever to touch you
'Cause I know that you feel me somehow
You're the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want to go home right now'




Come ogni domenica Claire camminava per la casa della nonna ed osservava le foto. Vedere quelle immagini sbiadite, quei volti ormai scomparsi, le faceva provare un senso di instabilità, tuttavia non poteva farne a meno. Stava lì a fissare le foto e ad immaginarsi la nonna alla sua età, i suoi amori, le sue amicizie.
Fin da piccola restava ore a guardare le foto, persa in un mondo che non esisteva, ignorando i fratelli e i cugini che la chiamavano mentre giocavano a palla sul prato. Non voleva vantarsene, ma conosceva quasi tutte le foto a memoria eppure quel giorno fu colpita da una piccola cornice arancione nascosta dalle altre, in fondo allo scaffale. Come poteva non essersi mai accorta della sua esistenza? Incuriosita, Claire si spinse sulle punte dei piedi e l'afferrò. La cornice, che non era piccola come le era sembrata,racchiudeva l'immagine di un ragazzo e una ragazza entrambi biondi e  riccioli. La ragazza, probabilmente sua nonna, era paffutella ma la luce emanata dal suo sorriso le donava una grazia e una bellezza unica. Sembrava stesse ridendo, aveva il volto di tre quarti, girato verso il ragazzo. Anch'esso biondo, aveva gli occhi celesti e l'aria felice tanto quella di sua nonna che, giovane nella foto, stava abbracciando. Senza sapere perché Claire avvertì che non erano fidanzati, c'era qualcosa tra loro, un legame che si intuiva dai loro sguardi e dalla loro posizione, eppure era sicura che non stessero insieme, non quando la foto era stata scattata.

Non aveva quasi mai chiesto a sua nonna chi fossero le persone nelle foto, preferiva crearsi il suo mondo, ma qualcosa in quell'immagine l'aveva colpita nel profondo ed aveva acceso in lei il desiderio di saperne di più. Facendo attenzione a non far cadere la cornice, raggiunse la nonna in cucina e le si sedette accanto.
“Nonna, ho trovato questa di là- mentre parlava allungò le mani per dare alla nonna la possibilità di afferrare la cornice- Non l'avevo mai vista, chi è quel ragazzo?”
Mentre si portava la foto vicino alla faccia, Claire vide comparire un sorriso sul viso della nonna. Erano mesi ormai che non la vedeva sorridere, da quando suo nonno era morto, ma la vista di quella foto l'aveva illuminata portandola indietro negli anni.
“Da quanto tempo non riguardavo questa foto. Come avrai capito la ragazza sono io, quello accanto a me è il mio migliore amico.”
Claire osservò sua nonna, qualcosa era cambiato nei suoi occhi, adesso era illuminati da una luce diversa, più viva e giovane. In silenzio aspettò che continuasse la storia.
“Andavamo al liceo insieme, ma siamo diventati amici solo l'ultimo anno. Stavamo sempre insieme, lui mi raccontava tutto di sé ed io ero felice di ascoltarlo. Gli davo consigli e lui ne dava a me. Non sono mai stata molto aperta con le persone, preferisco che siano loro a parlami di sé piuttosto che parlare di me stessa, eppure lui mi capiva. Lo vedevo dal modo in cui mi parlava, dai consigli che mi dava. Senza che io gli avessi detto niente, lui aveva capito la mia vera natura, aveva scavato sotto la mia facciata sorridente ed aveva visto la mia parte più insicura. Eppure gli andavo bene così. Andammo a fare l'università nella stessa città e ci chiamavamo e vedevamo ogni giorno. Tutti ci prendevano in giro, insinuavano che ci fosse di più tra noi di una semplice amicizia, ma noi negavamo. Continuai a negare anche quando sapevo ormai che avevano ragione gli altri. Sapevo che per lui ero solo una sorella, ed io non volevo perderlo. All'inizio non era un problema per me, stavo con lui ed insieme eravamo felici, non avevo bisogno di altro. Poi un giorno mi chiamò, dicendomi che aveva conosciuto una ragazza, che era diversa dalle altre, e per me iniziò il declino. Quando la conobbi capii subito che aveva ragione, era bella ed intelligente, perfetta per lui. Continuai a stargli accanto, non potevo perderlo. Ma pian piano fu lui ad allontanarsi da me. In maniera quasi naturale iniziammo a sentirci meno, a vederci meno.
Stavo male, mi mancava, ma non mi opponevo agli eventi. Come l'inverno spazza via l'autunno, lasciai che si allontanasse da me. Ormai non potevo negare a me stessa che ne ero innamorata, ma non lo confidai a nessuno. Continuai a vivere la mia vita, fu in quel periodo che conobbi tuo nonno. Per la prima volta dopo tanto tempo, quando stavo con lui non pensavo ad altro. Mi faceva ridere, e gliele ero grata. Vedevo che il suo interesse nei miei confronti cresceva, mi faceva piacere, ma non riuscivo a scacciare del tutto quel pallino dalla mia testa.
Poi un giorno, così come era scomparso, Matteo riapparve. Mi aveva riconosciuta da lontano e stava correndo verso di me. Credimi, ero arrabbiata con lui, mi aveva ferita davvero, ma non riuscii a trattenermi dal corrergli incontro a mia volta. Sono passati così tanti anni, ma ancora ricordo la sensazione che provai tra le sue braccia, mi sentivo completa, a casa, al sicuro...
Si rinsinuò nella mia vita con la stessa naturalezza con cui era scomparso, e a me andava bene.
Gli ero grata per essere di nuovo con me, ma quell'esperienza mi aveva fatto capire quanto io fossi vulnerabile in balia del suo essere, e così iniziai ad uscire con dei ragazzi. Volevo provare a me e a lui che potevo farcela. Matteo era geloso, lo diceva scherzando, ma io sapevo che era vero e vederlo ingelosire mi faceva venire sempre più voglia di stare con altri ragazzi. Anche lui ebbe molte fidanzate in quel periodo.”
L'anziana signora guardò Claire e le sorrise. “Non sono stata con tuo nonno in quel periodo, sapevo che era una brava persona e gli volevo bene, lui non si meritava quella parte di me.”
Claire annuì e lei proseguì. “Fu due anni dopo, nel 2005 che finalmente Matteo si dichiarò. Era Capodanno ed eravamo ad una festa in una grande villa. Io ero con le mie amiche, lui con i suoi. Ero single in quel periodo, ballavo e ridevo e bevevo. Avevo ventiquattro anni, ero laureata e felice. Mentre facevo la fila al bar mi si avvicinò un ragazzo, ricordo tutto di quella sera, e mi chiese se poteva offrirmi da bere. Il suo sorriso era accattivante, aveva un buon profumo, ed io accettai. Poco dopo, mentre ballavamo sulla pista, ci baciammo. Fu un bel bacio, le sue labbra erano calde e morbide e così quando mi chiese se volevo seguirlo in camera accettai. Io non lo sapevo allora, ma Matteo ci stava guardando dall'altro lato della sala e, quando vide che ci allontanavamo, ci seguì. Entrò in camera mentre ci stavamo baciando, afferrò quel ragazzo da dietro e lo allontanò da me. Balzai in piedi e gli chiesi urlando cosa stesse facendo, 'quello che avrei dovuto fare molto tempo fa' fu la sua risposta. Senza darmi l'opportunità di reagire mi prese la testa e mi baciò.
Quella sera facemmo l'amore. Fu un esperienza bellissima, mai avevo provato niente di simile con un uomo e mai lo riprovai dopo lui.”
A quel punto la donna si fermò e Claire vide una punta di tristezza affiorare dalle profondità dei suoi occhi. Il silenzio aleggiava tra loro, ma Claire avvertiva che era carico di ricordi.
“Se lo amavi così tanto, perché hai sposato il nonno?”
A quella domanda la nonna posò gli occhi sulla nipote, soppesò le sue parole e distolse lo sguardo. Poi rispose.
“Matteo è morto. Morì per un incidente d'auto un anno e mezzo dopo quella notte. Il 18 luglio 2006.  Eravamo tutti e due in macchina e cantavamo felici una sciocca canzone prendendoci in giro a vicenda. Faceva caldo, stavamo andando al mare, e tenevamo i finestrini abbassati. Ricordo ancora i suoi capelli mossi dal vento e ricordo come era vestito. Aveva una camicia bianca leggera, leggermente sbottonata sul petto e dei calzoni corti beige. Ai piedi delle scarpe da ginnastica. Lo guardavo,percorrevo con gli occhi ogni centimetro del suo corpo, quando all'improvviso un camion fuori controllo ci venne addosso. L'autista era stato colto da un colpo di sonno e non era stato in grado di fermare il camion.
Accadde tutto così velocemente che Matteo non poté fare niente.
Un attimo stavamo cantando felici e l'attimo dopo rotolavamo intrappolati dentro la macchina. - un singhiozzo scosse la nonna e Claire d'istinto le strinse una mano.- Quando ripresi conoscenza, un rumore assordante invadeva tutto lo spazio circostante. Ricordo di essermi guardata intorno, impaurita e stordita, senza capire dove fossi o cosa fosse successo. Stavamo andando al mare... Toccai Matteo, ma lui non si mosse, così iniziai a scuoterlo più forte, urlando il suo nome. Non succedeva niente, lui non voleva svegliarsi.
Concentrandomi riuscii a togliermi la cintura e ad uscire dalla macchina, feci il giro e raggiunsi il suo lato. Stavo tirando la sua cintura provando a liberarlo quando arrivò l'ambulanza. Un medico mi fece allontanare mentre altri tre correvano a prendere il mio posto accanto a Matteo. Alla vista dei dottori un dolore lancinante mi prese la testa e svenni.”
L'anziana signora si portò alle labbra il bicchiere che aveva davanti e Claire notò che la sua mano tremava.
“Quando ripresi conoscenza, sdraiata in un letto d'ospedale, lo sapevo. Non ci fu bisogno che nessuno mi dicesse niente, né i miei amici, né i miei genitori. Il vuoto che avevo dentro di me, dove prima c'era il cuore, era già abbastanza. L'avevo perso per sempre.
Non ebbi bisogno di cure o trattamenti, io stavo bene, ero uscita illesa dall'incidente. Da un punto di vista prettamente fisico era così, ma la vera malattia inziò in quel momento per me.
Se perderlo anni prima era stato terribile, in quel momento fu devastante. Non riuscivo a capacitarmi della sua assenza, provavo spesso l'istinto di chiamarlo, di notte allungavo la mano per toccarlo. Ma lui non c'era. Smisi di mangiare, persi quindici chili, e di uscire. I miei genitori erano impotenti di fronte a me, se non fosse stato per gli sforzi costanti dei miei amici non ne sarei uscita.
Rividi tuo nonno un pomeriggio, tre anni dopo, quando avevo ripreso almeno in parte una vita normale. Mi si avvicinò sorridendo e mi abbracciò. Passammo tutto il pomeriggio e la sera insieme, semplicemente parlando e ridendo. Era da quel 18 luglio che non ridevo più. Dopo qualche mese gli raccontai cosa mi era successo, lui aveva già sentito la storia, ma non poteva immaginare il mio dolore. Mentre le lacrime mi scendevano sul viso, tuo nonno mi guardò e mi disse che lui non mi avrebbe mai lasciato, che io ero al sicuro con lui. Lo baciai, non avevo altro da dirgli, e da quel giorno non ci lasciammo più.”
“Nonna mi dispiace, io non ne avevo idea... la mamma non mi ha mai detto niente.” Claire si sentiva un groppo in gola e gli occhi lucidi.
“Non gliel'ho mai detto. Avrei voluto farlo molte volte ma non ci sono mai riuscita. Vedi io ho amato tuo nonno con tutta me stessa, ma Matteo mi ha rubato qualcosa di prezioso. Anche adesso non c'è giorno che passi senza che io pensi a lui. Ci sono piccoli dettagli che me lo riportano alla mente e capisco che lui non mi ha mai lasciata.
Quel giorno, andandosene, si è portato via una parte di me, una parte che nessuno è stato in grado di restituirmi. Tuo nonno mi ha salvata, gli sono stata grata ogni giorno della mia vita per questo e gliene sono ancora. Lo amavo, ma non ho mai smesso di amare anche Matteo.
Per questo cara voglio dirti una cosa, se ami un ragazzo non lasciare che l'orgoglio o la paura si mettano in mezzo. Combatti per quello che vuoi, la vita è troppo breve e merita di essere vissuta. Goditi ogni attimo, vivi a testa alta lottando per quello che vuoi. L'amore è il motore di tutto. Sei ancora giovane per capirlo, ma arriverai alla mia età e ti renderai conto che sono le persone che hai amato a renderti quello che sei. Matteo mi ha resa la donna che conosci e gliene sono grata.”

Nipote e nonna si tenevano le mani e si osservavano. Entrambe avvertivano nell'aria la scia di quella storia mai raccontata prima d'allora.
L'anziana donna, con la faccia rugosa ed i capelli bianchi raccolti in uno chignon, si specchiava nella nipote. Sedute al tavolo, l'una di fronte all'altra, erano lo specchio della vita. Di ciò che ha da offrire e del prezzo da pagare per ottenerlo.
Rimasero in silenzio a lungo, semplicemente guardandosi.

 
   
 
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