Sono sempre stata di vetro. Avete presente quelle bottiglie di un verde denso, ma allegro che contengono mille promesse? Questa ero io. Mi piaceva ridere, mi piaceva correre, mi piaceva essere folle. Ora tuttavia quella mirabolante bottiglia ha cambiato smalto e sfumatura: un cieco nero ne intacca i bordi e dal tappo di sughero escono rivoli di un liquido grigio. È fatta di vetro anche questa bottiglia, ma ci sono schegge; grossi frammenti acuminati che la compongono, tutti rivolti verso l'interno. Una folata di vento e cadrebbe in frantumi. Io sono quel vetro, io sono quei tagli, io non sto respirando.
Riuscirò mai ad abituarmi alla situazione, alla solitudine, al perenne nodo alla gola? Non credo, perchè non voglio. Perchè nonostante io mi senta senza un senso, nè uno scopo io voglio vivere, voglio stare bene, avere amici, qualcuno da amare, ma soprattutto stare bene; che sogno sarebbe alzarmi e sentirmi tranquilla, in pace. Sulle tombe dei morti, ai funerali dicono "Resta in pace" e chi non ce l'ha mai avuta? Cosa scriverebbero sulla mia di lapide? Resta nel dolore? Spero non ci sia una vita dopo la morte perchè se questo tormento deve continuare all'infinito ... So che passerà, accade sempre; il problema è fra quando? E quando ritornerà?
Non so chi sono, non so come mi sento, non so dove vado.