Dunque, intanto, come ho scritto nell’introduzione, non fatevi ingannare dal titolo! Finn è il narratore, ma i protagonisti sono Blaine e Sam; pian piano anche Kurt avrà una certa importanza.
Spero vi piaccia!!!
Enjoy!
Primo giorno
di lavoro
Finn Hudson,
insegnante.
Deve ammettere
che suona davvero bene, anche se gli fa strano
pensare di lavorare nella stessa scuola dove nemmeno due anni prima era
un
alunno. Okay, forse tecnicamente insegnante
non è il termine giusto, dal momento che si tratta di un
semplice progetto semestrale
e che non è ancora laureato, ma può concedersi il
lusso di gioire di questa
piccola conquista. Lui a meno di due anni dal diploma, studia, ha un
buon
lavoro part-time e può fare tirocinio nella sua vecchia
scuola, altri devono
accontentarsi. Certo, gli dispiace per Puck e per chi come lui non ha
ancora
scelto che strada seguire, ma per il momento preferisce concentrarsi su
questa sua
piccola vittoria.
Entra in sala
insegnanti con un sorriso stampato sul viso ed
ignora i commenti acidi di Sue Sylvester, pensando soltanto al fatto
che da
questo momento in poi non ha l’obbligo di darle del lei e per la prima volta non sente la
necessità di sfuggirla. Sono
colleghi in un certo senso ed è una sensazione fantastica.
Pensa che
potrebbe restare in quella stanza per tutta la
mattina soltanto per gongolare, ma poi scorge la testa rossa della
signorina
Pillsbury e si ricorda del perché è
lì. Sei mesi come assistente di un docente.
Peccato non poter lavorare con Schuester, con lui si che avrebbe potuto
spassarsela! Invece gli tocca lei, seria, ligia al dovere. Lo
farà sudare,
questo è certo.
“Buongiorno,
Finn Hudson!” Emma non gli lascia il tempo di
rispondere al saluto, riempiendo le sue mani di brochure e scartoffie
varie e
Finn sa che non si prenderà mai la briga di leggerle ed
è un peccato sprecare
così tanta carta. La guarda
con un
sorriso poco convinto ed annuisce di tanto in tanto mentre lei gli
spiega come
ha intenzione di gestire la sua presenza.
“È
la prima volta che mi capita di fare da tutor! Oh, ma non
preoccuparti, so benissimo cosa fare! Ce la caveremo alla grande, sai,
come una
squadra!”
Si,
sicuramente, riflette Finn
tra sé e sé ed intanto gli salta
all’occhio la
prima informazione
utile della giornata,
l’orario delle lezioni. Per sua fortuna ci sono soltanto tre
ore ed è certo che
i suoi occhi stiano brillando quando legge che alla terza ora
dovrà assistere
alla lezione in classe di Sam e Blaine.
È
contento di poter stare con i suoi amici e sa che dovrà
impegnarsi per ricordare che non sono più insieme al Glee
Club e non sono
neppure ad un allenamento di Football. Qui a Finn tocca comportarsi da
adulto.
E questo lo riporta
all’interessante conversazione che ha avuto con Kurt la sera
prima.
“È
un
periodo difficile per Blaine, Finn. Mi fa piacere che torni al McKinley
e conto
su di te. Dagli un’occhiata magari, fammi sapere cosa gli
succede.”
Paranoia. E
probabilmente una buona dose di sensi di colpa.
Ecco come Finn ha etichettato quel comportamento.
Se ci fosse
stato davvero qualcosa da tenere d’occhio Sam
gliene avrebbe parlato e poi Blaine sa cavarsela da solo. Finn lo sa,
perché
è stato il primo a provare a mettere in
difficoltà l’allora fidanzato di Kurt
quando si è trasferito al McKinley ed ha miseramente
fallito. Per non parlare
del fatto che tutti adorano Blaine che, per inciso, è
l’unico componente del
Glee Club, per giunta gay, a non essere stato preso di mira
né dalla squadra di
Hockey né da quella di Football. Blaine piace a tutti a
scuola e per quel che Tina
racconta a Rachel la sua è ancora tra le medie
più alte dell’intero istituto, a
prescindere dal fatto che non ci sia più Kurt al suo fianco.
Forse il suo
unico problema è non essere umano? Questo
spiegherebbe tante cose in effetti!
La prima lezione
è statica. Okay, almeno nella sua testa Finn
può essere onesto: è una noia mortale! Si
è sempre chiesto se i professori si
divertissero ad insegnare certe cose ed ora ha la risposta. No, neanche
loro si
divertono! Perché devono trovare le parole giuste per
spiegare concetti
elementari a persone che non sembrano interessate e tocca loro ripetere
in
continuazione le stesse cose, sperando di riuscire a ficcarle nella
testa degli
alunni.
Finn non
diventerà insegnante ma consulente scolastico, è
per
questo che deve capire le dinamiche di funzionamento di una scuola.
Come se
averci studiato per anni ed anni non fosse abbastanza! È
questo che spiega a
Rachel quando le telefona durante lo spacco tra due lezioni,
gesticolando come
un forsennato per scaricare via un po’ di tensione, anche se
sa bene che lei
non può vederlo.
Rachel, che
dolce che è! Se non fosse stato per lei Finn non
si sarebbe mai iscritto all’università
perché, bisogna ammetterlo, alcune
persone sono come Finn ed hanno bisogno di essere indirizzate, altre
invece
sanno esattamente cosa vogliono dalla vita. È il caso di
Rachel, lei sapeva
dalla nascita di essere destinata a diventare una stella e la NYADA
è solo il
primo passo.
Gli manca e
spesso si chiede come sarebbe la loro vita se
anche lui fosse a New York, oppure se lei fosse a Lima al suo fianco.
Ma poi
gli tornano in mente le parole di sua madre, quando cercava di
spiegargli che
impedire a Rachel di realizzare i suoi sogni, o decidere di rinunciare
ai
propri non avrebbe fatto altro che portare a rancori e risentimenti che
avrebbero rovinato il loro rapporto.
Da questo punto
di vista ha tanto da imparare da Blaine! Lui
ha convinto Kurt a trasferirsi a New York, ha scelto di rinunciare alla
possibilità di vedere il suo viso tutti i giorni, per avere
la certezza che,
anche se lo avrebbe visto più raramente, lo avrebbe sempre
trovato col sorriso
sulle labbra. Parole sue.
Certo, guardando
come è andata a finire…
“Finn
Hudson! Tra dieci minuti inizia la nostra lezione e a
me piace arrivare prima dei miei alunni!”
Finn infila il
cellulare nella tasca destra dei jeans e segue
la propria tutor lungo i corridoi familiari del liceo. Una volta
arrivati a
destinazione, si accaparra una sedia e prende posto a destra della
cattedra, un
block notes in una mano ed una penna nell’altra.
“Di
cosa tratta questa lezione?” chiede, soltanto per fare
conversazione. La verità è che non gli importa,
il suo compito è analizzare il
comportamento dei ragazzi ed un po’ gli spiace
perché Emma dovrà leggere la sua
relazione e Finn sa che caccerà qualcuno nei guai. Per sua
sfortuna la
Pillsbury prende il suo lavoro seriamente e
lo ha avvertito: se lei nota un comportamento e Finn non
lo annota, la
sua relazione ne risulterà danneggiata.
Quando la porta
si apre e i ragazzi si catapultano in aula
Finn si rende conto che la campanella sta per suonare; strofina le mani
sulla
camicia e sistema il colletto. È
tutto
okay, si ripete.
Sam lo guarda
incerto e Finn si chiede se deve salutarlo,
magari con una pacca sulla spalla o anche solo con un cenno della mano,
oppure
ignorarlo completamente e di certo anche l’amico si sta
facendo le stesse
domande. Alla fine basta una scrollata di spalle ed un sorriso
incoraggiante e
Sam prende posto accanto a Blaine, parlando con lui a voce bassa.
Blaine ride e
Finn vorrebbe davvero sapere il perché, magari unirsi a
loro. Aspetta, magari
ridono di lui! Lui prendeva sempre in giro i suoi insegnanti, non si
stupirebbe
se stessero commentando il modo ridicolo in cui Kurt lo ha costretto a
vestirsi, o quello stupido block notes che ha ancora in mano e non si
decide a
poggiare sulla cattedra.
La signorina
Pillsbury si schiarisce la gola ed attorciglia
le mani in grembo. Fa questo lavoro da vent’anni, ma Finn
vorrebbe proprio
scriverlo che sembra ansiosa come al primo giorno.
Lei inizia a
spiegare Shakespeare e Lydia Martin al primo
banco stappa rumorosamente il tappo della penna ed inizia a prendere
appunti come
se la sua vita dipendesse dalle parole dell’insegnante. Al
suo fianco Scott
McCall continua ad accarezzarsi il collo e Finn rabbrividisce
all’idea che
sotto il colletto consumato della sua maglietta si nasconda un
succhiotto.
Cerca di
concentrarsi su ognuno dei ragazzi, ma
inevitabilmente il suo sguardo di sofferma sui due ex compagni di Glee
Club.
Sam tamburella
ritmicamente le dita sul banco, proprio come
faceva Finn quando non aveva interesse nell’ascoltare una
lezione. Ops. Forza la propria mano
a fermarsi,
rendendosi conto di non aver perso quel vizio e si morde un labbro.
Deve
proprio annotare che Sam non sta ascoltando neppure una parola? Segue
la
traiettoria del suo sguardo e lo trova fisso sul retro della sedia di
Karen
Jackson. Okay, questo Finn farà finta di non averlo visto!
Eviterà ore ed ore
di conversazioni con Kurt e Rachel sul fatto che guardare il
fondoschiena di
una ragazza – o nel caso di Kurt di un ragazzo –
non è tradimento. Se l’occhio
scappa che ci si può fare?
Sbatte le
palpebre e passa ad osservare Blaine. Per un attimo
pensa che sia soltanto concentrato sulla lezione, come al solito e sta
già per
passare ad analizzare il prossimo malcapitato, ma poi si accorge che il
ragazzo
ha lo sguardo fisso, non segue i movimenti delle mani di Emma e non
annuisce
alle parole della docente. È perso nei propri pensieri. Suo
malgrado Finn è
costretto a scrivere anche questo.
Aspetta che la
campanella suoni per fermare i due amici fuori
dall’aula. “Sam, che cavolo! Potevi staccare per
cinque minuti lo sguardo da Karen!”
lo rimprovera, mollandogli uno schiaffo dietro la testa.
Sam replica con
una smorfia di finto dolore e colpisce con un
pugno leggero il bicipite destro di Finn, “Ehi, tanto poi
prendo gli appunti di
Blaine!”
“Eh!”
Finn sbuffa, “Peccato che Blaine non abbia neppure
aperto il quaderno. Insomma, ragazzi! Ve lo ho chiesto per piacere di
fare
attenzione e non cacciarvi nei guai… Io ho le mani legate e
voi lo sapete bene!”
Sam sta per
implorare Finn di non scrivere niente, lo si
legge nei suoi occhi, ma Blaine lo precede, “Hai ragione,
Finn. Scusa, faremo
più attenzione,” mormora, passandosi una mano
davanti agli occhi. Sam sbuffa,
appoggiandosi con la schiena contro il muro e Finn si piega un
po’ in avanti,
arrivando all’altezza degli occhi di Blaine e chiedendogli
cosa ci sia che non
va.
Non lo stupisce
affatto la sua risposta evasiva. “Sono solo
un po’ stanco.”
Non se ne
stupisce perché in questo momento Finn sa che Kurt
aveva ragione. C’è qualcosa nel comportamento di
Blaine che non va.
Finn studia
proprio questo.
Ricorda
benissimo la sua prima lezione, quando il professore
di Psicologia ha tenuto un discorso interessante sui compiti dei futuri
laureati.
Ricorda bene che, Per chi di voi si
troverà
a contatto con bambini, adolescenti,
è
importante fare attenzione ai dettagli. Sa che difficilmente
chi ha un
problema serio ne parla, sa che è, o meglio sarà
suo dovere cogliere nei
piccoli gesti le richieste di un aiuto che spesso le persone non sanno
neppure
di volere.
Per un momento
si sente orgoglioso di aver notato qualcosa di
sui Sam che in pratica vive in simbiosi con Blaine sembra non aver
notato. Con
un pizzico di altezzosità si consente il lusso di pensare di
essere bravo nel
suo lavoro.
Preferirebbe
soltanto non dover iniziare dall’ex fidanzato di
suo fratello.
Ed eccoci
qui! So che è presto per chiedere, ma se qualcuno ha qualche
idea su cosa possa
star succedendo a Blaine, mi piacerebbe saperlo! (Mi piace sapere se vi
tengo
completamente sospesi nell’incertezza o se sono troppo
scontata!)
A presto,
ChibyL