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Autore: ChibyLilla    27/08/2014    2 recensioni
Non fatevi ingannare dal titolo! Finn è narratore della storia (ed un personaggio abbastanza importante) ma i protagonisti sono Blaine e Sam, soprattutto nella prima parte. Con una importante presenza di Kurt, naturalmente.
Dal primo capitolo: Non lo stupisce affatto la sua risposta evasiva. “Sono solo un po’ stanco.”
Non se ne stupisce perché in questo momento Finn sa che Kurt aveva ragione. C’è qualcosa nel comportamento di Blaine che non va.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Sam Evans, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dunque, intanto, come ho scritto nell’introduzione, non fatevi ingannare dal titolo! Finn è il narratore, ma i  protagonisti sono Blaine e Sam; pian piano anche Kurt avrà una certa importanza.

Spero vi piaccia!!!

Enjoy!

 

Primo giorno di lavoro

 

Finn Hudson, insegnante.

Deve ammettere che suona davvero bene, anche se gli fa strano pensare di lavorare nella stessa scuola dove nemmeno due anni prima era un alunno. Okay, forse tecnicamente insegnante non è il termine giusto, dal momento che si tratta di un semplice progetto semestrale e che non è ancora laureato, ma può concedersi il lusso di gioire di questa piccola conquista. Lui a meno di due anni dal diploma, studia, ha un buon lavoro part-time e può fare tirocinio nella sua vecchia scuola, altri devono accontentarsi. Certo, gli dispiace per Puck e per chi come lui non ha ancora scelto che strada seguire, ma per il momento preferisce concentrarsi su questa sua piccola vittoria.

Entra in sala insegnanti con un sorriso stampato sul viso ed ignora i commenti acidi di Sue Sylvester, pensando soltanto al fatto che da questo momento in poi non ha l’obbligo di darle del lei e per la prima volta non sente la necessità di sfuggirla. Sono colleghi in un certo senso ed è una sensazione fantastica.

Pensa che potrebbe restare in quella stanza per tutta la mattina soltanto per gongolare, ma poi scorge la testa rossa della signorina Pillsbury e si ricorda del perché è lì. Sei mesi come assistente di un docente. Peccato non poter lavorare con Schuester, con lui si che avrebbe potuto spassarsela! Invece gli tocca lei, seria, ligia al dovere. Lo farà sudare, questo è certo.

“Buongiorno, Finn Hudson!” Emma non gli lascia il tempo di rispondere al saluto, riempiendo le sue mani di brochure e scartoffie varie e Finn sa che non si prenderà mai la briga di leggerle ed è un peccato sprecare così tanta carta. La guarda  con un sorriso poco convinto ed annuisce di tanto in tanto mentre lei gli spiega come ha intenzione di gestire la sua presenza.

“È la prima volta che mi capita di fare da tutor! Oh, ma non preoccuparti, so benissimo cosa fare! Ce la caveremo alla grande, sai, come una squadra!”

Si, sicuramente, riflette Finn tra sé e sé ed intanto gli salta all’occhio la prima  informazione utile della giornata, l’orario delle lezioni. Per sua fortuna ci sono soltanto tre ore ed è certo che i suoi occhi stiano brillando quando legge che alla terza ora dovrà assistere alla lezione in classe di Sam e Blaine.  

È contento di poter stare con i suoi amici e sa che dovrà impegnarsi per ricordare che non sono più insieme al Glee Club e non sono neppure ad un allenamento di Football. Qui a Finn tocca comportarsi da adulto.

E questo  lo riporta all’interessante conversazione che ha avuto con Kurt la sera prima.

“È un periodo difficile per Blaine, Finn. Mi fa piacere che torni al McKinley e conto su di te. Dagli un’occhiata magari, fammi sapere cosa gli succede.”

Paranoia. E probabilmente una buona dose di sensi di colpa. Ecco come Finn ha etichettato quel comportamento.

Se ci fosse stato davvero qualcosa da tenere d’occhio Sam gliene avrebbe parlato e poi Blaine sa cavarsela da solo. Finn lo sa, perché è stato il primo a provare a mettere in difficoltà l’allora fidanzato di Kurt quando si è trasferito al McKinley ed ha miseramente fallito. Per non parlare del fatto che tutti adorano Blaine che, per inciso, è l’unico componente del Glee Club, per giunta gay, a non essere stato preso di mira né dalla squadra di Hockey né da quella di Football. Blaine piace a tutti a scuola e per quel che Tina racconta a Rachel la sua è ancora tra le medie più alte dell’intero istituto, a prescindere dal fatto che non ci sia più Kurt al suo fianco.

Forse il suo unico problema è non essere umano? Questo spiegherebbe tante cose in effetti!

 

La prima lezione è statica. Okay, almeno nella sua testa Finn può essere onesto: è una noia mortale! Si è sempre chiesto se i professori si divertissero ad insegnare certe cose ed ora ha la risposta. No, neanche loro si divertono! Perché devono trovare le parole giuste per spiegare concetti elementari a persone che non sembrano interessate e tocca loro ripetere in continuazione le stesse cose, sperando di riuscire a ficcarle nella testa degli alunni.

Finn non diventerà insegnante ma consulente scolastico, è per questo che deve capire le dinamiche di funzionamento di una scuola. Come se averci studiato per anni ed anni non fosse abbastanza! È questo che spiega a Rachel quando le telefona durante lo spacco tra due lezioni, gesticolando come un forsennato per scaricare via un po’ di tensione, anche se sa bene che lei non può vederlo.

Rachel, che dolce che è! Se non fosse stato per lei Finn non si sarebbe mai iscritto all’università perché, bisogna ammetterlo, alcune persone sono come Finn ed hanno bisogno di essere indirizzate, altre invece sanno esattamente cosa vogliono dalla vita. È il caso di Rachel, lei sapeva dalla nascita di essere destinata a diventare una stella e la NYADA è solo il primo passo.

Gli manca e spesso si chiede come sarebbe la loro vita se anche lui fosse a New York, oppure se lei fosse a Lima al suo fianco. Ma poi gli tornano in mente le parole di sua madre, quando cercava di spiegargli che impedire a Rachel di realizzare i suoi sogni, o decidere di rinunciare ai propri non avrebbe fatto altro che portare a rancori e risentimenti che avrebbero rovinato il loro rapporto.

Da questo punto di vista ha tanto da imparare da Blaine! Lui ha convinto Kurt a trasferirsi a New York, ha scelto di rinunciare alla possibilità di vedere il suo viso tutti i giorni, per avere la certezza che, anche se lo avrebbe visto più raramente, lo avrebbe sempre trovato col sorriso sulle labbra. Parole sue.

Certo, guardando come è andata a finire…

“Finn Hudson! Tra dieci minuti inizia la nostra lezione e a me piace arrivare prima dei miei alunni!”

Finn infila il cellulare nella tasca destra dei jeans e segue la propria tutor lungo i corridoi familiari del liceo. Una volta arrivati a destinazione, si accaparra una sedia e prende posto a destra della cattedra, un block notes in una mano ed una penna nell’altra.

“Di cosa tratta questa lezione?” chiede, soltanto per fare conversazione. La verità è che non gli importa, il suo compito è analizzare il comportamento dei ragazzi ed un po’ gli spiace perché Emma dovrà leggere la sua relazione e Finn sa che caccerà qualcuno nei guai. Per sua sfortuna la Pillsbury prende il suo lavoro seriamente e  lo ha avvertito: se lei nota un comportamento e Finn non lo annota, la sua relazione ne risulterà danneggiata.

Quando la porta si apre e i ragazzi si catapultano in aula Finn si rende conto che la campanella sta per suonare; strofina le mani sulla camicia e sistema il colletto. È tutto okay, si ripete.

Sam lo guarda incerto e Finn si chiede se deve salutarlo, magari con una pacca sulla spalla o anche solo con un cenno della mano, oppure ignorarlo completamente e di certo anche l’amico si sta facendo le stesse domande. Alla fine basta una scrollata di spalle ed un sorriso incoraggiante e Sam prende posto accanto a Blaine, parlando con lui a voce bassa. Blaine ride e Finn vorrebbe davvero sapere il perché, magari unirsi a loro. Aspetta, magari ridono di lui! Lui prendeva sempre in giro i suoi insegnanti, non si stupirebbe se stessero commentando il modo ridicolo in cui Kurt lo ha costretto a vestirsi, o quello stupido block notes che ha ancora in mano e non si decide a poggiare sulla cattedra.

La signorina Pillsbury si schiarisce la gola ed attorciglia le mani in grembo. Fa questo lavoro da vent’anni, ma Finn vorrebbe proprio scriverlo che sembra ansiosa come al primo giorno.

Lei inizia a spiegare Shakespeare e Lydia Martin al primo banco stappa rumorosamente il tappo della penna ed inizia a prendere appunti come se la sua vita dipendesse dalle parole dell’insegnante. Al suo fianco Scott McCall continua ad accarezzarsi il collo e Finn rabbrividisce all’idea che sotto il colletto consumato della sua maglietta si nasconda un succhiotto.

Cerca di concentrarsi su ognuno dei ragazzi, ma inevitabilmente il suo sguardo di sofferma sui due ex compagni di Glee Club.

Sam tamburella ritmicamente le dita sul banco, proprio come faceva Finn quando non aveva interesse nell’ascoltare una lezione. Ops. Forza la propria mano a fermarsi, rendendosi conto di non aver perso quel vizio e si morde un labbro. Deve proprio annotare che Sam non sta ascoltando neppure una parola? Segue la traiettoria del suo sguardo e lo trova fisso sul retro della sedia di Karen Jackson. Okay, questo Finn farà finta di non averlo visto! Eviterà ore ed ore di conversazioni con Kurt e Rachel sul fatto che guardare il fondoschiena di una ragazza – o nel caso di Kurt di un ragazzo – non è tradimento. Se l’occhio scappa che ci si può fare?

Sbatte le palpebre e passa ad osservare Blaine. Per un attimo pensa che sia soltanto concentrato sulla lezione, come al solito e sta già per passare ad analizzare il prossimo malcapitato, ma poi si accorge che il ragazzo ha lo sguardo fisso, non segue i movimenti delle mani di Emma e non annuisce alle parole della docente. È perso nei propri pensieri. Suo malgrado Finn è costretto a scrivere anche questo.

Aspetta che la campanella suoni per fermare i due amici fuori dall’aula. “Sam, che cavolo! Potevi staccare per cinque minuti lo sguardo da Karen!” lo rimprovera, mollandogli uno schiaffo dietro la testa.

Sam replica con una smorfia di finto dolore e colpisce con un pugno leggero il bicipite destro di Finn, “Ehi, tanto poi prendo gli appunti di Blaine!”

“Eh!” Finn sbuffa, “Peccato che Blaine non abbia neppure aperto il quaderno. Insomma, ragazzi! Ve lo ho chiesto per piacere di fare attenzione e non cacciarvi nei guai… Io ho le mani legate e voi lo sapete bene!”

Sam sta per implorare Finn di non scrivere niente, lo si legge nei suoi occhi, ma Blaine lo precede, “Hai ragione, Finn. Scusa, faremo più attenzione,” mormora, passandosi una mano davanti agli occhi. Sam sbuffa, appoggiandosi con la schiena contro il muro e Finn si piega un po’ in avanti, arrivando all’altezza degli occhi di Blaine e chiedendogli cosa ci sia che non va.

Non lo stupisce affatto la sua risposta evasiva. “Sono solo un po’ stanco.”

Non se ne stupisce perché in questo momento Finn sa che Kurt aveva ragione. C’è qualcosa nel comportamento di Blaine che non va.

Finn studia proprio questo.

Ricorda benissimo la sua prima lezione, quando il professore di Psicologia ha tenuto un discorso interessante sui compiti dei futuri laureati. Ricorda bene che, Per chi di voi si troverà a contatto con bambini,  adolescenti, è importante fare attenzione ai dettagli. Sa che difficilmente chi ha un problema serio ne parla, sa che è, o meglio sarà suo dovere cogliere nei piccoli gesti le richieste di un aiuto che spesso le persone non sanno neppure di volere.

Per un momento si sente orgoglioso di aver notato qualcosa di sui Sam che in pratica vive in simbiosi con Blaine sembra non aver notato. Con un pizzico di altezzosità si consente il lusso di pensare di essere bravo nel suo lavoro.

Preferirebbe soltanto non dover iniziare dall’ex fidanzato di suo fratello.

 

Ed eccoci qui! So che è presto per chiedere, ma se qualcuno ha qualche idea su cosa possa star succedendo a Blaine, mi piacerebbe saperlo! (Mi piace sapere se vi tengo completamente sospesi nell’incertezza o se sono troppo scontata!)

A presto,

ChibyL

  
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