Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: fra_atlas    27/08/2014    12 recensioni
[everlark♥] [post-mockingjay]
Era da molto tempo, moltissimo tempo che non ti sentivo ridere. E di te, Peeta, mi è mancato anche il sorriso. Quel sorriso che m’inonda e mi culla, che rimane impresso nella mia testa e mi scalda le membra.
Ora è la sua voce roca e decisa a riportarmi indietro e... ho paura.
-Tu mi ami. Vero o falso?-
-Vero.- dico senza riflettere neppure un secondo, senza un attimo pensarci.
Butto fuori quella parola, una sola parola che racchiude tutto. Racchiude tutte le lacrime che ho versato quando lui non era accanto a me, racchiude i baci che ogni notte mettevano a tacere i miei incubi, le nostre parole sussurrate tra le lenzuola sfatte, tutto quello che abbiamo condiviso e che credo sia amore.
Perché se amare significa soffrire tanto per la lontananza di qualcuno, non poterne fare a meno; se significa sentirsi parte di quella persona, sentire che il suo sorriso è anche il tuo e i suoi occhi vedono come i tuoi... allora credo di averlo provato. E ora ne sono sicura, Peeta è amore.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Truth
 
 POV Katniss
 
Mi sono addormentata. Quell’ultima sensazione che ho provato mi ha invaso e cullato piacevolmente verso il mondo dei sogni.
Sono sempre qui, davanti alla sua porta e noto un torpore sconosciuto su tutto il corpo, una coperta mi riscalda.
Peeta dev’essere uscito di casa e deve avermi coperta. Ha pensato a me, ha voluto proteggermi dal freddo. Ha voluto proteggermi da lui... lo sento ancora maledettamente lontano.
Ha mai creduto che potessi andarmene? Che non riuscissi a mantenere la promessa? Si sbaglia, lo amo e resterò ad aspettarlo qui anche a costo di morire di freddo.
So quanto lui sia confuso e sono consapevole anche del fatto che le sue mani potrebbero tornare sul mio corpo violente, e non dolci, calde come entrambi vorremmo; ma io... io non resisto più. Ho bisogno di lui, della sua anima, ma anche del suo corpo. E ho bisogno delle sue mani, in qualsiasi modo esse si presentino su di me; ormai è diventato un bisogno tanto forte da spaventarmi, è l’aria che respiro e l’essenza di cui mi nutro. 
Ho bisogno della sua pelle calda, delle sue braccia salde, del suo corpo che entra dentro me e che vorrei non si allontanasse mai. 
 
-Katniss...- sento la sua voce stanca dietro la porta.
Sono qui da giorni ormai. Peeta mi lascia da mangiare e da bere appena mi addormento ma io non sento alcun bisogno di cose simili. Ho soltanto un bisogno disperato di entrare in casa sua.
Parliamo tanto. Mi domanda moltissime cose, anche le più ovvie. Sembra di essere tornato il ragazzo depistato del 13 tanto sono banali le domande che mi pone. Ma rispondo comunque; riprendiamo quel gioco che tanto lo aiutò e mi ritrovo a dover parlare davvero poco. E’ da giorni che pronuncio soltanto più la parola “vero” o la parola “falso”.
-Peeta, tutto bene? Sembri... stravolto.- la mia voce esce flebile.
-Va tutto bene.- mente.
Mi passa moltissimi fogli da sotto la porta e mi viene spontaneo accennare un sorriso; inizia ad essere necessario comunicare così. La carta scorre sull’asfalto e io subito l’afferro. Non li giro, guardo la loro superficie bianca e liscia. Aspetto che lui parli, che mi dica qualcosa.
-Ho pensato tanto questa notte. E non ho chiuso occhio neanche per un attimo; ho ripercorso ogni attimo della vita che ho potuto cogliere, sono riaffiorati ricordi del mio passato di cui non ne sapevo neppure l’esistenza, ti ho cercata di ricordare in ogni modo possibile e tanti aspetti di te mi hanno scaldato il cuore, ma altri mi hanno spaventato e... ho bisogno di te, Katniss. Ho bisogno di sapere cosa di tutto questo è la realtà. Non ho la minima intenzione di distruggere tutto quello che tra noi si è creato in questi ultimi mesi, ora... lo so.-
Guardo i fogli che ho tra le mani e voltandoli rivivo molteplici attimi della mia vita.
La prima arena. La grotta fredda ed umida in cui Peeta ci ha ritratti; abbracciati in una pozza di sangue, l’azzurro caldo dei suoi occhi a vegliare su di me.
Ci sono poi immagini che non riconosco nella mia memoria. Sono immagini del passato di Peeta; sua madre che lo rimprovera, i suoi occhi di bambino velati di lacrime, suo padre che lo stringe in un forte abbraccio prima di lasciarlo andare al suo destino, un destino a cui non pensava sarebbe mai scampato.
Sono i miei occhi ora ad essere velati di lacrime.
Sfoglio le altre immagini. Immagini che ci raffigurano nei vagoni del treno che ci avrebbe portati a Capitol; nello stesso letto, scacciamo l’uno gli incubi dell’altro.
La spiaggia e il cielo arancione che incombeva su di noi; le nostre labbra appassionate e affamate che si incontrarono in quel bacio che mi permise di capire quanto Peeta fosse indispensabile per me.
E poi quell’ultimo contatto e quella promessa; i nostri sguardi incatenati e noi due che siamo inconsapevoli di tutto quello che ci accadrà, di tutto quello che ci porteranno via.
E poi guardo gli altri disegni, senza colore e senza alcuna emozione. Mi sembra di scorgere dentro essi puro dolore. Stanze vuote, oggetti misteriosi e schermi spenti. Così è stato depistato il mio ragazzo del pane. Una fitta di dolore mi scuote e le lacrime cadono a bagnare i fogli. Rannicchiata a terra continuo a sfogliare le pagine. Il suo corpo sporco di sangue, abbandonato a se stesso continua a rimbombarmi nella testa e diviene insopportabile.
Poi mi rivedo, un’immagine mi ritrae con le mani sporche di sangue ed una carcassa di corpi accanto. Questa è l’immagine che Peeta ha ancora di me, nonostante tutto.
Un singhiozzo esasperato mi squarcia il petto ma mi costringo a continuare, a non mostrargli che sto cedendo.
E poi rivedo altre decine di disegni di come siamo cambiati e cresciuti nel 13; immagini delle sue mani intorno al mio collo, immagini di labbra che si toccano e che chiedono risposte.
Infine rimango stupita; da un’ultima, spettacolare immagine che mi rappresenta.
Io e il bosco. I capelli al vento, un bellissimo dente di leone tra i capelli, gli occhi grigi puntati verso il tramonto.
Ora come ora posso soltanto aggrapparmi all’idea che lui pensi a me in questo modo...
-Sono incredibili, Peeta. Ma...- la mia voce è singhiozzante; non ho parole dopo tutto questo, dopo tutte le emozioni che mi hanno attraversata.
-Non dire niente, Katniss. Lascia che ti faccia soltanto qualche semplice domanda, se ti va...ok?- mi chiede con voce dolce e per un attimo mi sembra di risentire il timbro del mio ragazzo del pane.
-Ok.-
Resto in attesa della domanda che arriverà. Le orecchie in guardia, lo sguardo fisso sulla porta chiusa.
-Ricordo tutto ciò che è necessario per non smettere di amarti. Sono stato spezzato da Capitol City e dal depistaggio ma mai potrò cancellare da me ciò che più fa parte di me... è quello è il mio amore per te. Ma delle volte ti rivedo come lì ti ho raffigurata. Nonostante sia consapevole che tu non sia così, la mia mente ti distorce e mi appari assettata di sangue, malvagia. Nonostante il ricordo luccichi delle volte non me ne rendo conto e rischio inevitabilmente di farti male come l’ultima volta. Quindi ho bisogno di risposte, di tornare indietro perché sento di aver corso troppo lasciando troppe cose irrisolte. Ho bisogno di te, ho bisogno che tu me lo ripeta. Hai ucciso la mia famiglia, vero o falso?-
-Falso.- dico con un filo di voce e so che questa sola parola basta a convincerlo.
-Lo sapevo...- mi dice con voce sicura e mi sembra un altro Peeta, il mio Peeta in confronto a quello che si era presentato ieri ai miei occhi.
 -Ricordo ogni cosa. Ogni giorno, ogni attimo che abbiamo condiviso. Da quando viviamo sotto lo stesso tetto ho ricostruito anche il più piccolo dei particolari. Il semplice svegliarmi sentendo l’odore dei tuoi capelli mi ha riportato in quel treno, in quel letto in cui ogni notte scacciavamo le nostre paure. Ogni tramonto che vedo con te al mio fianco mi ricorda la spiaggia e quel bacio che tanto mi aveva scaldato. Ogni dente di leone mi ricorda la mia infanzia, i nostri occhi che si incontrarono in quel cortile, l’amore che da sempre provo per te. Ho ricordato ogni cosa senza che tu me la dicessi, perché è la tua stessa essenza a far parte di me. Sei tutto. Il mio passato, il mio presente e vorrei fossi anche il mio futuro. Questa notte mi ha fatto capire che non c’è medico né farmaco che possa guarirmi; ciò di cui ho bisogno sei solo e soltanto tu, Katniss. E mi dispiace, mi dispiace non averti dato quella fiducia che mi chiedevi, mi dispiace...-
-Sta zitto...- dico ridendo e sento ridere anche lui, le lacrime ormai scomparse dai miei occhi-... ora non credo ti dispiaccia aprire questa stramaledettissima porta, vero?-
 
Sono vivaaaa (:
dopo aver preso due kg tra paella e crepes, passeggiato in una spiaggia di nudisti con il costume addosso :'3 e parlato nel peggior francese mai visto sulla faccia della terra...
sono ancora qui, sperando non mi abbiate abbandonata dopo tanto tempo...
Risponderò presto alle vostre recensioni e spero vi facciate sentire anche per questo nuovo capitolo
A presto, Fra

 
  
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: fra_atlas