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Autore: atwood88    27/08/2014    0 recensioni
Appoggiai la mia mano sulla sua, come per rassicurarlo. James mi guardò e mi sorrise. In quel momento sentii una sensazione di sollievo dentro di me, come se mi fossi liberata di tutte le cose brutte che si insediavano nel profondo della mia anima. Sapevo di essere stata io la causa della sua tristezza nel ricordare una persona a lui cara che ormai non c’è più, ma sapevo anche di essere io la causa del sorriso che in quel momento padroneggiava il suo viso, un sorriso che poche persone al mondo sono capaci di eguagliare, e questo non poteva che farmi sentire completa
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Universitario
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Non conoscevo quella ragazza, ma non la sopportavo. Non solo intimava quello che presumevo fosse il suo ragazzo ad uscire dal bar con sfacciataggine e acidità, ma si è rivolta alla mia persona con superficialità e maleducazione. Insomma, chi crede di essere? Manco fosse la Regina Elisabetta.
“Mi dispiace davvero, Scarlett. Donna può essere un po’ arrogante”.
“Solo un po’?”.
James rise.
“È la tua fidanzata?” dissi picchiettando le dita sul bicchiere ormai vuoto.
“Si” affermò con un accenno di tristezza.
In quel momento un dubbio mi assalì: come fa un ragazzo così dolce e simpatico a stare con una ragazza superficiale, acida e maleducata? Io sono stata in compagnia di Donna solo per un minuto e avrei voluto tirarle un pugno in mezzo a quel muso rifatto che si ritrova, non riesco ad immaginare come una persona possa passarci una vita intera.
 
Uscii dal bar dopo aver dato il mio numero di cellulare a James. Tornai a casa filando subito in camera mia cercando di non incrociare i miei genitori e mia sorella, dato che mi avrebbero sicuramente fatto una lunga ramanzina sul mio futuro.
Buttai la borsa sul pavimento, accesi lo stereo e mi sdraiai sul letto.
 
Your heart’s against my chest,
Your lips pressed to my neck,
I’ve fallen for your eyes,
But they don’t know me yet.
 
Le dolci parole di Kiss Me di Ed Sheeran facevano da sottofondo ai miei pensieri.
Pensavo alla mia laurea, alla mia storia da poco terminata con Brad, a James e a quella arpia della sua fidanzata.
Io e James parlammo per molto tempo, ma durante la nostra conversazione non nominò Donna nemmeno una volta. Quando poi gli chiesi se fosse la sua fidanzata mi diede una risposta affermativa con una faccia e un tono tutt’altro che felici. James mi sembrava un ragazzo alquanto intelligente, ed è per questo che mi chiesi per quale motivo stesse con una ragazza che non era per niente il suo tipo.
 
Dopo le varie lamentele di mia madre, scesi al piano di sotto per cenare. Come previsto, mi dovetti sorbire una stupida raccomandazione sul mio futuro. “Non puoi dipendere da noi” “Devi trovarti un buon lavoro per poterti mantenere da sola” e bla bla bla.
Mia madre mi ordinò di lavare i piatti e dopo che, per sbaglio, ne ruppi uno, dovetti ascoltare l’ennesima ramanzina.
Al fine di questa giornata straziante, mi misi sotto le coperte.
“Devo tornare in quel bar”, fu l’ultima cosa che pensai prima di cadere in un sonno profondo.
 
“Scarlett, alzati da quel fottutissimo letto!” imprecò mia sorella.
La mia risposta fu un gemito. Ficcai la testa sotto il cuscino e ricominciai a dormire.
“Se non ti alzi da quel letto giuro che ti lancio dell’acqua gelida addosso”.
“Cristo Jenna, vattene e lasciami dormire in santa pace”.
“Okay, l’hai voluto tu” detto questo tolse i fiori dal vaso accanto al comodino e mi bagnò la schiena con il suo contenuto.
“Jenna ma sei scema?”.
“Io te lo avevo detto”, questa fu la sua giustificazione, prima di uscire dalla mia stanza e chiudere la porta.
Nei film le figlie vengono svegliate dai genitori con la colazione a letto e un “Buongiorno, tesoro mio”. Io invece vengo svegliata con dell’acqua gelida buttatami addosso da quella stronza di mia sorella.
Mi alzai dal letto bagnato e scelsi i vestiti da mettermi per andare a fare la mia solita passeggiata mattutina. Anche se è mattino inoltrato, ormai.
 
“Finalmente Scarlett ci degna della sua presenza!” disse mia sorella gesticolando.
“Se non stai zitta ti ficco il bacon nel culo” urlai.
   
 
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