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Autore: ShadowInk    27/08/2014    1 recensioni
{Questa storia l'ho scritta per un contest, è piuttosto lunga ma non ho potuto dividerla in capitoli, quindi la posto interamente anche qui.}
//“L'antico potere si è risvegliato, dopo millenni, ed ora è pronto a scatenare la sua furia!”
Seguiremo la storia di un nuovo personaggio, che dovrà salvare la regione di Hoenn dalla furia dei Pokémon Archeorisvegliati.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eevee, Nuovo personaggio, Rocco Petri, Ruby, Sapphire
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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“L'antico potere si è risvegliato, dopo millenni, ed ora è pronto a scatenare la sua furia!”
*…*
*…*
*…*
Mi fa male la testa, pulsa terribilmente. Vorrei aprire gli occhi ma non ci riesco, sono confusa e non percepisco bene cosa c’è intorno a me. Sento delle voci in lontananza, il mio corpo si fa più leggero come se stesse levitando, o forse qualcuno mi sta sollevando da terra.
Non so quanto tempo passa, mi rilasso solo quando la mia schiena entra a contatto con una superficie morbida.  Solo ora riesco a sentire di nuovo il mio corpo, inizio a muovere le dita delle mani e ad allungare le gambe, finché finalmente apro gli occhi. Prima lentamente, li schiudo appena, poi li spalanco del tutto e sul mio viso si forma un’espressione spaurita.
“Ti senti bene?”
 È un uomo dai capelli argentati a parlarmi, ma io invece di rispondere indietreggio sul letto dove mi hanno portata, spaventata da questo sconosciuto.
“Non avere paura, ti ho trovata svenuta fuori dal mio laboratorio e ti ho portata dentro”
Questa volta è un uomo più robusto dell’altro a parlarmi, l’espressione bonaria sul suo viso riesce a tranquillizzarmi abbastanza.
“Io sono il Professore Birch e lui è il mio amico Rocco Petri. Tu come ti chiami?”
Decisamente è molto più d’aiuto il suo sorriso e il modo gentile che ha di parlare, invece dell’espressione più dura e la posizione a braccia conserte di Rocco. Mi alzo con la schiena e mi giro, per rimanere seduta sul bordo del letto. Questi piccoli movimenti bastano per farmi girare un po’ la testa, un punto in particolare mi fa più male del resto.
Cerco nella mia mente una risposta alla domanda del Professore, ma mi rendo conto di non trovare nulla. C’è il vuoto assoluto qui dentro. Abbasso lo sguardo al pavimento, boccheggio alla ricerca di qualche ricordo che possa aiutarmi.
“Io non lo so”
Ammetto con tono colpevole. Non guardo i loro volti ma posso immaginare delle espressioni stupite o forse deluse, io lo sono anche di più.
“Non ricordo nulla”
Emetto un sospiro desolato, vorrei muovermi ma non conosco questo posto, o anche se fosse probabilmente non me lo ricorderei.
“Perdere la memoria può capitare se si subiscono dei traumi. Perché non riposi ancora un po’ qui mentre noi andiamo a prenderti qualcosa da mangiare?”
Sollevo lo sguardo incontrando gli occhi scuri del Professore, che continua a sorridermi con gentilezza. Io annuisco, dopo di che torno stesa su un fianco in posizione fetale. In effetti ora sento la fame, forse rimettendomi in sesto mi tornerà la memoria. Avrò subito davvero un trauma?
Poggio meglio la testa sul cuscino e sento qualcosa di duro premere, porto subito una mano tra i miei capelli lisci e sfilo da essi un oggetto molto resistente al contatto di un color verde smeraldo. Lo guardo con ammirazione, poiché è davvero bello, dal colore alla forma a mezza luna. Sembra quasi brillare di luce propria, mi piacerebbe solo sapere cosa sia.
Sospiro nuovamente, già stanca di quella situazione, ed appena chiudo gli occhi la testa si riempie di mille pensieri, soprattutto domande su me stessa. Mi sforzo per darmi almeno qualche risposta, ma per fortuna la stanchezza ha la meglio e cado in un sonno profondo.

 
**
“Una parte della visione di Tell e Pat ora si è realizzata dunque”
Il Professore Birch ragiona tra se e se, ma parla ad alta voce per far sapere i propri pensieri anche all’amico che gli cammina a fianco.
Rocco annuisce, servendosi un bicchiere d’acqua nella cucina del laboratorio. Sul suo volto ci sono chiari segni di preoccupazione, perché Tell e Pat hanno avuto ragione senza sbagliare di una virgola; e manca ancora una parte della loro predizione.
“L’hai vista? Tra i suoi capelli”
È ancora il professore a parlare, ma questa volta lo sta guardando negli occhi quindi si aspetta una risposta.
“La squama del drago più potente che risiede a Hoenn, come avrei potuto non notarla”
Un cucciolo di Beldum si avvicina ai due uomini levitando in aria, cerca di richiamare l’attenzione di Rocco, ma è il Professore ad accorgersi prima della sua presenza.
“Un Beldum shiny? Rocco, non sapevo nascondessi una tale rarità”
Il Professore prende tra le mani il Beldum, che si lascia studiare docilmente. Questo Beldum è stato l’ultimo Pokémon che Rocco ha catturato fin ora, mentre era alla ricerca di altre pietre rare e preziose. Ne va particolarmente fiero, si è anche affezionato facilmente a lui e al suo fidato Metagross.
“L’avevo lasciato a fare la guardia al Pokémon della ragazza. Vado a vedere come sta”
Si dirige a passo svelto in un’altra area del laboratorio, mentre il Professore si mette a cucinare, visto che la sua assistenze ha preso dei giorni di ferie.
Rocco conosce alla perfezione questo posto, lui e il professore sono amici d’infanzia e qui ha ricevuto il suo primo Pokémon, dal padre di Birch. Un fatto di cui ben pochi sono a conoscenza, non parla di quel Pokémon da molti anni.
Prende in mano la Pokéball che hanno trovato vicino alla ragazza, osserva dalla parte alta e trasparente il Pokémon presente all’interno.
Un Eevee dallo sguardo turbato sta appoggiato con le zampe anteriori sul bordo della ball, come a chiedere di essere liberato al più presto. L’avevano messo nell’apposito congegno per curare i Pokémon esausti, ed ora sembra essersi ripreso del tutto.
“Mi spiace, resterai qui dentro fin quando la tua allenatrice si sveglierà”
Dice al piccolo Eevee, che, recepito il messaggio, si offende e si gira dall'alra parte. Quest’ultimo non fa una piega, difficilmente qualcuno riesce a intenerirlo.
Torna dal Professore con la ball, che gli chiede di portare il pranzo alla ragazza così che lui possa studiare il suo Beldum shiny. L'ex campione della lega Pokémon sbuffa svogliatamente ma accetta, sa che non avrebbe potuto rifiutare in ogni caso, dopo aver messo davanti all'altro un Pokémon raro.
Prende il vassoio che il Professore aveva precedentemente preparato, vi poggia sopra anche la Pokéball di Eevee e si dirige verso la stanza dove riposa la ragazza.
**

Mi sveglio per via di alcuni scossoni, sul momento subito mi allarmo e spalanco gli occhi, ma è solo Rocco che per svegliarmi mi scuote dalla spalla. Gli rivolgo una piccola smorfia, per via di quel suo modo di fare poco gentile, ma il profumo del cibo mi distrae subito.
Mi sistemo meglio sul letto, appoggiando la schiena al muro che coincide con la testata, così da poter tenere il vassoio sulle gambe.
"Grazie"
Non so cosa dire, in questa stanza aleggia un silenzio abbastanza pesante. Lui di certo non aiuta, resta in disparte a guardarmi con aria concentrata. Mi sento sotto osservazione, preferisco abbassare lo sguardo sul cibo e mi accorgo che altri due occhi mi fissano.
"Lui... Lui è.."
Un piccolo ricordo balena nella mia mente, questo Pokémon mi è familiare. So chi sono i Pokémon, vivono con noi esseri umani. Lui è Eevee, l'ho catturato io con la Pokéball. Quando? Come?
A questo non riesco a rispondere.
"Ti sei ricordata qualcosa?"
Scuoto la testa, guardo per un breve istante Rocco che probabilmente si sarebbe aspettato di più. Faccio uscire Eevee dalla Pokéball, che ne approfitta subito per fare due saltelli sul letto, ora che è libero. Poi viene a strusciare il muso contro il mio braccio, è davvero amichevole.
"Lui ti ha certamente riconosciuta"
Inizio a mangiare con voglia, mentre Eevee scende con un balzo dal letto, per esplorare questo stanza. Io lo seguo con gli occhi, mi sento davvero attratta da questo Pokémon.
"Penso che loro mi piacciano molto"
Nella mia testa iniziano a girare molte immagini, tutte di Pokémon diversi e davvero bellissimi.
Mentre divoro il cibo, come se non mangiassi da giorni, sfilo da sotto al cuscino l'oggetto che avevo tolto dai miei capelli. Lo osservo un attimo, sempre ammaliata, poi lo porgo verso Rocco.
"Sai di cosa si tratta?"
Rocco si avvicina, prende in mano l'oggetto e tira fuori dalla tasca della sua giacca una specie di piccolo cannocchiale, per osservarlo meglio. Approfitto di ciò per guardare lui, i capelli argentati, gli occhi di un colore molto simile e l'espressione dura.
Nonostante il colore dei capelli non sembra essere un uomo troppo maturo, anche se veste in maniera un po' eccentrica. Non ricordo quanti anni ho io, ma probabilmente non sono molto più giovane di lui.
"Avrai bisogno di un nome"
Lo guardo stranita, poiché mi sarei aspettata un commento su quell'oggetto, invece ha cambiato completamente discorso. Forse non è sicuro su qualcosa che lo riguarda.
Comunque non ha tutti i torti, non ricordo il mio nome ma ne avrò bisogno, almeno finché non ricordo il mio.
“Hai qualche suggerimento?”
Cerco di fare ordine sul vassoio, mi alzo per poggiarlo su un ripiano e per sgranchirmi le gambe. Provo una fitta di dolore leggera al ginocchio sinistro, lo osservo bene e noto dei piccoli graffi e un po’ di rossore. Sono caduta?
“Drake”
“Drake è un nome da ragazzo Rocco”

Non faccio in tempo a dire nulla, poiché il Professore entra nella stanza e riprende l’altro uomo.
“Anche se in effetti, è piuttosto azzeccato”
Il professore ragiona ad alta voce, lo riesco a capire da come alza gli occhi al cielo mentre parla. Devo essere una buona osservatrice per notare questi dettagli, un punto a mio favore.
“Azzeccato per cosa?”
Chiedo io infine, cercando di farmi coinvolgere nei loro discorsi. Il Professore mi sorride, mentre prende Eevee in braccio e lo accarezza in un punto preciso che sembra piacergli molto, dietro al collo. Si vede dai suoi modi che ci sa fare, non solo con le persone.
“Andiamo a parlare in un altro posto, seguitemi”
Mi accodo dietro a Rocco mentre ci spostiamo, non prima di aver ricevuto Eevee dal Professore.
Lo accarezzo e gli sorrido, lui si accoccola tra le mie braccia e passa la coda morbida e folta sotto al mio mento. Devo piacergli anche io.
Se potessimo comunicare, chissà se lui potrebbe dirmi qualcosa su di me. Da quanto tempo ci conosciamo, come siamo finiti qui, chi siamo.
Scendiamo di un piano, io cammino a passo lento perché non conosco il luogo e mi piace osservare. Mi fermo per un attimo quando vedo la mia figura riflessa in una fnestra, non mi rendo conto che loro continuano a camminare.
Sono abbastanza alta, diciamo slanciata. I capelli sono di un bel verde chiaro brillante, folti e lunghi fino al fondo schiena. Il colore degli occhi non riesco a distinguerlo bene, ma sono chiari anch’essi, forse azzurri.
“Vee”
Il verso di Eevee mi fa tornare con i piedi per terra, allora mi sbrigo a raggiungere Rocco e il Professore.
Arrivo in una stanza davvero incantevole, tutta una parete è costituita da grandi finestre e una porta a vetro, da esse si può vedere un giardino molto grande e pieno di Pokémon!
Rimango letteralmente a bocca aperta, lascio scendere Eevee e mi avvicino a quella parete. Davanti a me si piazza però un altro Pokémon, che levita a mezz’aria, di un color grigio chiaro.
Lo guardo sorridendo, è carino, ma lui si gira subito e va in direzione del Professore e Rocco. Ciò mi aiuta a ricordare cosa stavamo facendo, quindi sotto lo sguardo felice di uno e severo dell’altro, prendo posto su una poltrona mentre loro stanno seduti su un divano.
“Sono tutti tuoi quei Pokémon?”
Chiedo al professore, non riesco a trattenere la curiosità.
Lui scuote la testa con un sorriso divertito, lancia uno sguardo a Rocco forse aspettandosi la stessa reazione, ma lui continua ad essere impassibile.
“No, quasi tutti i Pokémon che vivono qui appartengono ad altri allenatori. Loro me li inviano se non hanno più spazio in squadra o vogliono sostituirli con altri”
Gli allenatori di Pokémon, sì li ricordo. Li catturano, come ho fatto io con Eevee, viaggiano per le città, cercano di diventare i più forti.
“Ma non divaghiamo. Forse ti sembrerà strano, ma noi aspettavamo il tuo arrivo qui”
Lo guardo incredula. Non ho parole, non mi muovo proprio. Mi aspettavano, ma non sanno chi sono?
Per fortuna il Professore riprende subito la parola, o di lì a poco avrei iniziato a sommergerlo di domande.
“I Capopalestra della città di Verdeazzurropoli, tramite i loro Pokémon di tipo Psico hanno avuto una visione. Le loro parole sono state: L'antico potere si è risvegliato, dopo millenni, ed ora è pronto a scatenare la sua furia.
La Salvezza giungerà insieme ad un Pokémon mutevole, ed una squama del grande Drago verde tra i capelli. Ella avrà un anno di tempo per dimostrarsi degna di fronte al Drago, per dominare il suo antico potere

Il Professore fa una pausa, forse per darmi il tempo di ragionare e capire quelle parole.
Avevo una scaglia di un Pokémon drago tra i capelli? Ecco cos’è quell’oggetto allora. Il Pokémon mutevole invece… Eevee.
Sposto lo sguardo su di lui, che gioca con il Pokémon di prima, salta per cercare di acchiapparlo.
Eevee si può evolvere in più Pokémon, c’è un modo diverso per ognuno.
“Questa è senza dubbio la squama”
Interviene Rocco, girando l’oggetto tra le dita.
Porto le mani sul grembo, le stringo tra loro nervosamente. Sono spaventata da tutto questo, dalle parole del Professore, anzi dalla verità che risiede in loro. Ma sono anche spaventata dal non sapere chi sono, ciò nonostante ho un anno di tempo per fare qualcosa spiegato in modo molto vago.
“Non so cosa pensare…”
Dico con sincerità, mentre guardo i due uomini negli occhi. Mi alzo dalla poltrona e mi dirigo verso Eevee e l’altro Pokémon, li accarezzo entrambi.
La parte della visione su di me si è certamente realizzata, quindi ci sono tutte le probabilità che anche il resto accada. Forse devo seguire questa strada, sarebbe almeno un punto di partenza dove iniziare a ritrovare me stessa.
“Cosa dovrei fare?”
Cerco di trasmettere un po’ di sicurezza nella mia voce. Non so cosa aspettarmi, ma voglio provarci.
“Io, Rocco e un’altra persona che conoscerai in futuro abbiamo ragionato con molta attenzione sul da farsi. Noi pensiamo che tu debba diventare un’allenatrice di Pokémon, solo in questo modo sarai in grado di fronteggiare Rayquaza”
Ascolto il Professore con molta attenzione, ma l’ultima parola mi fa sussultare. Per un breve istante nella mia mente appare l’immagine di un enorme e lungo Pokémon che sale verso il cielo, non vedo i colori e non sento alcun suono ma un brivido di terrore mi percorre per la spina dorsale.
Mi risveglio da questo breve stato di trance, è durato davvero poco, loro non si sono accorti di nulla. Preferisco non parlare di quello che mi è appena successo, d’altronde non è stato chissà cosa.
Il pensiero di poter stare a contatto con altri Pokémon però mi fa sorridere, credo di potercela fare.
Stringo la Pokéball di Eevee in una mano e guardo con determinazione il Professore. Non mi è ancora chiaro di cosa si occupa esattamente, ma lo vedo come un’ancora di salvezza in questo momento.
“La determinazione che vedo nei tuoi occhi mi ricorda molto quella di mia figlia, un’allenatrice davvero in gamba. Se lei fosse qui, sarebbe diventata il tuo mentore, ma Rocco sarà un degno sostituto”
Ridacchia un po’ dopo aver parlato, forse ha fatto una battuta. Sento Rocco sbuffare, gira il volto da un’altra parte come se le parole del Professore l’avessero indispettito.
Mi piace come il Professor Birch riesca a capirmi senza che io debba parlare, per questo esprimo il mio muto ringraziamento in un sorriso.


Ormai è notte inoltrata, il cielo stellato visto da questo prato è uno spettacolo magnifico. La discussione con il Professore e Rocco, anche se lui non è quasi intervenuto, è durata ancora un po’ per prendere altre decisioni.
Il mio allenamento insieme ai Pokémon inizierà domani, il Professore mi consegnerà un Pokédex e potrò scegliere tra tre Pokémon starter, anche se non li ho ancora visti. Ha detto che ne consegna sempre uno a chi inizia il proprio viaggio da Albanova, dove mi trovo ora.
Con Rocco imparerò a combattere fianco a fianco con i miei Pokémon, ma lui come persona rimane ancora un mistero.
Eevee sta dormendo già da un po’ sulle mie gambe, ma io non riesco a prendere sonno in alcun modo.
Da una parte mi sento nervosa, ma dall’altra molto eccitata. Devo avere un forte spirito, se riesco ad affrontare tutto questo.
La visione di Tell e Pat, così si chiamano i Capopalestra che l’hanno avuta, mi gira in testa come una cantilena. Mi sembra fin troppo incredibile che il mio arrivo qui fosse stato già deciso, da chi non lo so.
“Se non riposi non avrai abbastanza energie domani”
La voce di Rocco è severa, è un rimprovero il suo. Alzo lo sguardo, visto che sono seduta su uno spiazzo d'erba, gli sorrido con fare furbo.
“Potrei dire lo stesso per te”
Sembra che non mi piaccia essere trattata da bambina, per questo rispondo a tono. È stata una giornata davvero intensa quella di oggi, ho scoperto molti lati di me stessa tutti insieme.
Rocco alza un sopracciglio, la sua espressione si fa più scocciata. Deve avergli dato fastidio la mia risposta.
Si ferma di fianco a me, mi guarda dall'alto in basso forse per incutermi un po' di timore. Ha ancora indosso un completo elegante, chissà se lo usa anche per dormire.
L'atmosfera si fa pesante in poco tempo, soprattutto a causa del suo sguardo fisso. Mi ricorda un Hoothott, non sbatte nemmeno le ciglia.
Cerco di reggerlo per non farmi battere in quella silenziosa battaglia, ma alla fine riesce a farmi sentire a disagio. Mi mordo il labbro inferiore per trattenere uno sbuffo, faccio entrare Eevee nella sua Pokéball e infine mi alzo con un broncio infantile.
“Buona notte”
Mostra un sorriso sarcastico mentre parla, le mie guance s'imporporano leggermente, per fortuna la luce è scarsa dunque non penso si possano vedere.
Dopo tutte queste ore passate insieme, è la prima vera espressione che gli vedo fare, mi provoca uno strano effetto.
Rispondo con le stesse parole con un tono infastidito, dopo di che lo supero e mi dirigo verso l'interno del laboratorio.
Mi dirigo nella stanza dove mi sono svegliata oggi, prima l'ho guardata meglio e ho capito che è la stanza della figlia del Professore. Su un mobile sono esposte delle foto incorniciate, ho ipotizzato che lei sia la ragazza con i capelli castani e gli occhi azzurri, si somigliano abbastanza.
Ce n'è una davvero carina, lei insieme ad un ragazzo circondati dai Pokémon, in quella foto sembrano avere circa la mia età, ma non so quanto tempo fa sia stata scattata.
Prendo in prestito un suo pigiama, domani chiederò al Professore se posso anche avere un suo abito, il mio si è sporcato.
Lascio la Pokéball di Eevee sul letto vicino a me e cerco di liberare la testa, non riesco a dormire proprio perché ho troppi pensieri. Rocco però non ha tutti i torti, voglio essere pronta e in forze per domani.


È pomeriggio inoltrato ormai, mancano poche ore al tramonto del sole. Mi sono svegliata presto, insieme al Professore abbiamo fatto colazione all'aperto, circondati dai Pokémon, è stato davvero fantastico. Rocco invece ci ha raggiunti dopo, a detta del Professore fa sempre una passeggiata ad Albanova di prima mattina, ogni volta che viene a trovarlo.
Grazie a ciò ho capito che lui non abita qui, ma nient'altro. Avrei voluto fare domande al Professore, mi sono trattenuta solo perché non voglio mostrare tanto interesse per quell'individuo. Devo ancora decidere se mi piace o meno, il suo atteggiamento certo non aiuta.
Dopo la colazione, il Professore mi lascia nelle mani di Rocco e dice che alla fine di questo primo allenamento avrei ricevuto il mio Pokémon starter. Non vuole darmelo subito, poiché prima devo prendere o forse riprendere confidenza con Eevee.
Nello scontro, Rocco usa il Pokémon che ieri giocava con il mio, scopro che si tratta di un Beldum particolare, poiché di colore diverso.
Eevee possiede 4 attacchi: turbosabbia, colpocoda, comete e morso. Quest'ultimo non lo utilizziamo molto durante la lotta, poiché il Beldum di Rocco è davvero resistente. Però il mio Eevee lo batte in velocità e grazie a questo riusciamo ad attaccare per primi, specialmente con colpocoda per far calare le sue difese.
Mano a mano che la lotta va avanti, sento crescere un feeling speciale con Eevee e grazie a ciò riesco a dargli ordini sempre più precisi. Non è facile, anche se sono inesperta riesco a percepire qualcosa in Rocco, una certa abilità. Nonostante Beldum conosca solo l'attacco riduttore, mi dà molto filo da torcere.
Andiamo avanti per ore, Rocco lascia il tempo a me ed a Eevee di acquistare fiducia in noi stessi, di imparare a governare i suoi attacchi. Mi insegna a muovermi senza rischiare di intralciare il mio Pokémon, a dare ordini nel modo più chiaro possibile così che lui non si confonda.
È un insegnante duro, non ci risparmia nulla, soprattutto le critiche. Non mi piace questo comportamento ma faccio il possibile per non rispondergli male alle volte, ho un carattere davvero impetuoso. Eevee è più calmo di me, ma lo stesso combattivo.
Ci fermiamo solo per pranzo, o meglio è il Professore a interromperci e ci mette anche un po' di tempo, siamo concentrati e non lo sentiamo subito.
Durante questo frangente faccio la conoscenza della signora Caroline, la madre di Ruby. Chiedo subito spiegazioni, così passo il pranzo ad ascoltare il Professore e Caroline che raccontano dei loro figli, rispettivamente Sapphire e Ruby.
Sono partiti tre settimane fa per la luna di miele in un'altra regione, nonostante abbiano probabilmente solo qualche anno più di me, si sono già sposati.
Loro della visione di Tell e Pat non sono stati informati, per volere dei genitori, poiché hanno preferito lasciare in pace i due giovani almeno per questo evento.
La frase del professore mi lascia a pensare, l' "almeno" che ha pronunciato, per questo chiedo se per caso è successo qualcosa di strano che ha coinvolto i due ragazzi.
Mi promette di raccontarmi tutto questa sera stessa a cena, ora devo riprendere il mio allenamento con Rocco.
“Ma prima, non credete che lei abbia bisogno di un nome?”
È Caroline a parlare, mi ha detto di darle del tu per non farla sentire troppo vecchia. Appare come una persona un po' frivola, ma ha un atteggiamento molto cordiale e gentile.
“Veramente... Il mio nome l'ho già scelto”
Rispondo con un leggero sorriso divertito in volto. Tutti e tre mi guardano incuriositi, chi lo mostra di più, chi di meno. Io sposto il mio sguardo da Caroline a Rocco, prima di parlare.
“Credo che Drake sia il più appropriato, anche se da ragazzo”
Spiego e nessuno ha da ridire. Pronunciare questo nome me lo fa sentire un po' più mio, lo trovo davvero adatto alla situazione.
“Benissimo, allora ti chiameremo così da adesso. Ora vieni con me Drake, è tempo che ti consegni il Pokédex. Rocco, tu andresti a recuperare i tre bricconcelli per piacere?”
Salutiamo Caroline e insieme con il Professore andiamo in un'altra ala del laboratorio, dove a giudicare dai macchinari compie i suoi studi.
Mi sento emozionata e sono sicura che con bricconcelli si riferisce ai Pokémon tra i quali potrò scegliere.
Intanto Eevee mi trotterella dietro, anche lui si trova un po' più a suo agio in questo luogo.
“Questo, Drake, è il tuo Pokédex. Puoi considerarlo come un'enciclopedia elettronica, grazie alla quale potrai scoprire molte cose su tutti i Pokémon che fin ora conosciamo. Prova, ad esempio, a puntarlo verso Eevee e a premere questo tasto”
Eseguo le indicazioni del professore, Eevee rimane seduto di fronte a me e io uso per la prima volta questo Pokédex rosa. Sullo schermo appare l'immagine del mio Pokémon con molte informazioni, l'altezza, il peso e le mosse che conosce.
“Eevee è dotato di un instabile corredo genetico che muta in base all'habitat naturale in cui è integrato. Le radiazioni di diverse pietre scatenano l'evoluzione di questo Pokémon”
All'improvviso il Pokédex parla, non me lo aspetto e sul momento mi spavento. Il Professore ride divertito da questa mia reazione e io sorrido un po' imbarazzata, ma comunque contenta.
Questo strumento è davvero utile e lo sarà anche in futuro, c'è segnato davvero tutto ciò che bisogna sapere sui Pokémon.
“Mano a mano che incontrerai Pokémon, il Pokédex si riempirà di informazioni”
“Quindi il suo lavoro è distribuire questi agli allenatori per aiutarli?”

Chiedo ingenuamente, sono davvero curiosa sulla sua professione. Lui annuisce convinto e riprende la parola.
“Esatto, io insieme ad altri Professori di altre regioni, studiamo i Pokémon grazie alle informazioni che gli allenatori registrano sui Pokédex. Noi li chiamiamo Dexholder, ed ora anche tu sei una di loro”
Pronuncio la parola Dexholder a fior di labbra, quando il professore smette di parlare. Mi piace avere un titolo, posso costruirmi almeno un presente ed un futuro, visto che non ricordo il passato.
“Fermi, restate fermi!”
La voce di Rocco ci fa girare entrambi verso la porta, da dove entra. Sulle spalle ci sono un Pokémon rosso e uno azzurro, il piccolo rosso cerca continuamente di beccare l'altro, ma finisce solo per colpire il collo di Rocco. Un terzo Pokémon di colore verde gli si è appiccicato al petto e sembra stia tentando di scalare l'uomo.
Io e il Professore scoppiamo in una fragorosa risata, grazie alla quale sento il peso sulle mie spalle farsi molto più leggero.
Rocco invece esprime il suo disappunto in un'occhiata tagliente rivolta ad entrambi, poi si libera dei Pokémon che scorrazzano uno dietro l'altro per arrivare vicino a me e al Professore.
Sono davvero belli e in forma, uno in particolare mi colpisce subito per il colore luminoso.
“Bene Drake, questi sono i tre Pokémon starter. Abbiamo Torchic, Mudkip e Treecko. Sono ancora piccoli e ad un basso livello, ottimi per i principianti”
Li osservo tutti e tre meravigliata, ne approfitto per usare un'altra volta il mio Pokédex. Lo punto per primo verso il Pokémon verde con la coda a forma di foglia, che mi fissa con tranquillità ma anche un tocco di fierezza.
“Treecko è dotato di piccoli uncini sulla pianta delle zampe inferiori, che gli consentono di camminare su pareti verticali. Attacca frustando i suoi nemici con la coda grossa e forte”
La descrizione mi piace molto e da quel che appare sul Pokédex, sembra che sia una Treecko femmina.
Dopo di che, dirigo lo strumento verso l'altro Pokémon bipede, un po' più basso rispetto a Treecko.
“Torchic segue il proprio allenatore ovunque, saltellandogli dietro con passo incerto. Questo Pokémon sputa fiammate roventi a 1000 gradi C, con sfere infuocate capaci di carbonizzare il nemico”
Un Pokémon di tipo fuoco dunque. Sembra simpatico, ma si vede chiaramente che è un tipetto un po' scapestrato e ribelle, continua a cercare di beccare il suo vicino.
L'ultimo verso cui punto il Pokédex è proprio quest'ultimo, dal musetto davvero simpatico.
“La pinna sulla testa di Mudkip agisce come un radar sensibilissimo. Usando questa pinna come sensore in acqua e in aria, riesce a determinare cosa succede attorno a lui senza bisogno di guardare”
Questo tipo d'acqua sembra particolarmente forse, è una scelta ardua.
“Ora non ti resta che scegliere il tuo compagno Drake”
Dice il Professore, mentre io mi piego sulle gambe per poter studiare tutti e tre più da vicino.
“Mia figlia Sapphire ha scelto un Torchic, mentre Ruby un Mudkip”
La sua voce sembra perdersi nei ricordi e quando alzo lo sguardo, capisco dalla sua espressione che anche la mente si deve essere lasciata andare.
Rocco invece è in disparte, si è seduto e tiene una posizione elegante, con una gamba accavallata.
“Bene, ho deciso. Ti va di diventare il mio nuovo Pokémon, Treecko?”
Mi rivolgo proprio a lei, con un largo sorriso e gli occhi appena socchiusi. Dalla descrizione del Pokédex, è sicuramente la più appropriata a me.
Treecko ci mette un attimo a rispondere, mi fissa ancora attentamente ma poi con un verso mi fa capire che ha accettato.
Il Professore lancia un'esclamazione d'euforia mentre io avvicino Eevee a Treecko così che possano fare conoscenza.
Quando riprendo una posizione eretta, vedo che anche Rocco si è alzato e senza rivolgerci uno sguardo si dirige alla porta.
“Vi aspetto fuori per riprendere l'allenamento”
Secco e sbrigativo, esce dalla stanza, io rimango allibita. Per via del suo tono, mi sento quasi in colpa, anche se non so di cosa.
“Qualcosa non va?”
Chiedo, intanto il Professore ha preso la ball di Treecko e me la porge. Mi rivolge anche un sorriso di scuse, grattandosi la nuca con una mano.
“No, vedi Drake... Anche Rocco aveva scelto un Treecko come starter, da giovane”
Rimango sorpresa di ciò, anche se non capisco ancora cosa possa essere accaduto.
“Ma tempo fa, purtroppo il suo Sceptile, lo stadio finale della catena evolutiva di Treecko, è deceduto”
C'è un attimo di silenzio, in cui provo un sincero tuffo al cuore per questa notizia. Abbasso lo sguardo, immagino cosa si possa provare a perdere qualcuno di caro.
“Da allora è diventato il Rocco di adesso, riservato e un po' scontroso. In pochi conoscono questa storia”
Annuisco con fare flebile, richiamo entrambi i miei Pokémon nelle loro sfere. Avrò sempre cura di loro, qualsiasi cosa accadrà.


È già passata una settimana, da quando il Professore e Rocco mi hanno trovata svenuta davanti al laboratorio.
Ora posseggo due Pokémon, la nostra amicizia sta crescendo giorno dopo giorno e li sento sempre più vicini.
Eevee, al quale ho dato il soprannome di Vee, si è rafforzato abbastanza durante gli allenamenti con Rocco, ma la piccola Treecko, che ora si chiamato Scale, non è da meno. Per ora conosce le mosse: attacco rapido, assorbimento, botta e meloderba. Quest’ultimo attacco lo usa anche fuori dalle lotte in realtà, ai Pokémon piace molto, alcuni si rilassano mentre altri si addormentano del tutto.
In questi giorni non mi sono solo allenata però. Con il Professore, abbiamo deciso che devo partire per un viaggio nella regione di Hoenn, così da poter battere i Capipalestra delle varie città e potenziare i miei Pokémon grazie ai poteri delle loro medaglie.
Mi ha anche raccontato ciò che è avvenuto a Hoenn non troppi anni fa, una catastrofe da cui la regione ancora non si è ripresa del tutto. E pensare che tra un anno, stando alla visione di Tell e Pat, potrebbe capitare di peggio.
Per quanto riguarda Rocco, ho scoperto un po’ di cose su di lui. È stato il campione della lega Pokémon per molto tempo, ma ha lasciato il posto ad un uomo di nome Adriano quando è stato battuto dallo stesso.
Possiede sia un Beldum che la sua forma evolutiva finale, anche se Metagross ha il normale colore dei Pokémon della sua specie.
Questi sono gli unici due che mi ha mostrato, poiché mi ha promesso che in futuro combatteremo in una vera lotta ed allora potrò conoscere anche gli altri.
Abbiamo preso un po’ più di confidenza, per quanto i suoi modi continuano ad essere abbastanza duri.
Mi dà l’impressione di essere un uomo sia solo, sia solitario, farlo aprire è decisamente difficile. In questi giorni ho fatto la conoscenza di Petra, la Capopalestra di Ferrugipoli, una città non molto lontana da Albanova.
È una donna abbastanza giovane, anche lei credo abbia solo qualche anno più di me. Intelligente, ma davvero chiassosa e a mio avviso abbastanza noiosa. Parla continuamente di cose che interessano solo a lei, oppure della sua palestra, di quanti allenatori sconfigge ogni giorno. In questi momenti sembra che mi lanci delle frecciatine, ho colto sue occhiate non molto amichevoli.
Ha passato quasi tutto il tempo appiccicata a Rocco, tenendosi al suo braccio e anche se lui non l’ha mai scacciata, le sue espressioni hanno mostrato più volte fastidio e irritazione per quella situazione.
Sembra che Petra abbia qualche interesse per Rocco, anche se non mi sento una grande esperta in materia.
Sono sicura però, sul fatto che Rocco non la ricambi in alcun modo. Il giorno dopo la sua visita, durante una pausa tra le lotte, ho provato a scoprire qualcosa su questo discorso, facendogli notare quanto fosse esuberante la sua ragazza. Lui ha risposto che sono solo amici di vecchia data, essendo nati nella stessa città. Per una volta non mi ha guardato negli occhi mentre ha parlato, come se si trattasse di un discorso imbarazzante.
Ora è quasi notte fonda, l’ultima che passerò qui al laboratorio. L’ultimo allenamento con Rocco, oggi, è stato più duro degli altri. Come ho sospettato dall’inizio, le sue abilità sono incredibili.
Mi trovo nuovamente nel giardino del Professore, come la prima notte passata qui. Il tempo è trascorso davvero velocemente, anzi mi sembra che ne sia passato molto più che una sola settimana.
Faccio uscire Vee e Scale dalle loro Pokéball, il tempo è bello e l’aria fresca, anche se è notte voglio che se la godano.
Il soprannome di Treecko è venuto abbastanza da sé, Scale significa squama e il suo colore mi ricorda quella di Rayquaza. Rocco me l’ha restituita proprio oggi ed io l’ho di nuovo posizionata tra i mie capelli.
Vee emette il suo verso in direzione della porta da dove siamo usciti, mi giro anche io e incrocio lo sguardo stranamente rilassato di Rocco. Penso che voglia rimproverarmi anche questa volta, ma si avvicina pacificamente.
Si ferma nuovamente al mio fianco, ma questa volta sono anche io in piedi. Mi rivolge uno sguardo altezzoso, credo voglia sfidarmi di nuovo ed invece mi porge un sacchetto pieno di qualcosa che tintinna. Piego leggermente il capo verso sinistra e lo guardo confusa, ma prendo comunque il sacchetto per vedere cosa c'è dentro.
"Cosa sono?”
Ci sono 4 o 5 pietre tutte diverse, mi piacciono perché scintillano, sembrano avere un cuore pulsante.
"Sono pietre evolutive, le ho trovate in questi giorni. Tre di queste potrai usarle per il tuo Eevee”
Il Professore mi ha parlato di questo lato di Rocco, è un cercatore di tesori preziosi. Ha cercato queste pietre per noi?
Gli sorrido davvero grata ma lui gira il viso e mi guarda solo con la coda dell'occhio. Ho capito che dietro questo carattere un po' antipatico si nasconde un brav'uomo e non c'è da stupirsi se ha anche successo con le ragazze. Non che m'importi questo.
Scende il silenzio tra di noi, come succede la maggior parte delle volte in cui siamo soli e non stiamo combattendo. Però non è uno di quei silenzi pesanti che ti mettono a disagio, mi sento piuttosto tranquilla e se non dico nulla è perché voglio godermi questo momento.
Alzo lo sguardo per ammirare la moltitudine di stelle presenti, stringo tra le braccia quel sacchetto prezioso. Non saprò mai ringraziare abbastanza Rocco e il Professore, ma anche Caroline, che mi sono stati molto vicino questa settimana. D'altronde, anche se una visione ha parlato di me, loro hanno accolto a braccia aperte una sconosciuta senza memoria.
Il ricordo della visione di Tell e Pat mi fa ricordare il peso che sento gravare sulle mie spalle. Non capisco cosa possa avere io, per essere stata descritta come la "salvezza" per le future catastrofi.
Mi accarezzo un bracco con la mano, all'improvviso sembra essere arrivato il freddo della notte. Vee mi poggia una zampa sulla gamba e io le sorrido nel modo più rilassato possibile, anche se sono sicura di non riuscire a nascondere le mie emozioni.
Un calore inaspettato mi avvolge la schiena, sussulto lievemente e mi giro verso Rocco, che mi sta offrendo la sua giacca in assoluto silenzio. Appare molto concentrato dal suo sguardo, come se fosse assorto.
“Abbiamo fiducia in te”
Dice, all'improvviso come il suo precedente gesto. Non è un gran oratore, quando parla va dritto al punto anche con fare secco.
Non credo abbia la capacità di leggermi nel pensiero, anche se a questo punto, qualche dubbio mi sorge.
Annuisco flebilmente e senza quasi accorgermene mi appoggio un po' a lui. Ho bisogno di staccare un attimo la testa e di avere vicino qualcuno di abbastanza forte da sorreggere me e tutto il peso, in senso metaforico.
Rocco non si scansa, probabilmente per educazione, mi fa comunque piacere.
In fondo, ci sono anche lati positivi in questa storia: ho conosciuto lui, il Professor Birch, la mia Scale e altre persone più o meno simpatiche. I Pokémon che vivono qui mi piacciono molto, nei momenti di pausa sono sempre venuta a trovarli, ho fatto anche amicizia con alcuni.
“Cosa accade ad un campione della lega, dopo che ha ceduto il suo titolo?”
Spunto fuori con questa domanda, praticamente dal nulla. Voglio pensare ad altro per il momento e questa è anche l'occasione adatta per curiosare un altro po' nella vita del riservato Rocco. Non è poi una domanda da veri impiccioni, d'altronde non so davvero cosa possa accadere ad un ex-campione. Prova di nuovo a ottenere il suo titolo, è costretto ad abbandonare per sempre la lega, o cos'altro?
Per la scarsa luce, non riesco a vedere l'espressione che fa alla mia domanda, ma immagino che alzi gli occhi al cielo in segno di fastidio.
“Non so per gli altri, ma io sto prendendo in mano le redini dell'azienda di famiglia”
Beccata. Ha subito capito che la mia domanda è stata un tentativo di sapere di cosa si occupa ora. Sorrido con fare divertito, anche se torno a mostrare il broncio, arricciando un po' le labbra. Mi capisce al volo, da una parte mi stupisce e dall'altra mi fa sentire sempre come una bambina scoperta con la bocca sporca di cioccolata.
A questo punto, tanto vale chiedergliele direttamente le cose, al massimo non mi risponderà.
“Che tipo d'azienda?”
Mi chiedo come abbia fatto questa settimana, visto che ha passato con me la maggior parte del suo tempo. E il resto deve averlo speso a cercare le pietre preziose.
“La Devon SpA. Si trova a Ferrugipoli, la città da dove proveniamo io e Petra, da come avrai capito. Passaci quando ci arrivi, dirò a mio padre di darti una cosa”
Corrugo le sopracciglia alle sue ultime parole. È lui a lavorare alla Devon, o il padre? Cosa mi darà?
“Ma ora è meglio rientrare”
Non mi lascia nemmeno il tempo di fargli qualche domanda, che già è sul punto di avviarsi verso il laboratorio.
Sospiro per l’occasione persa, anche se qualcosa in più ora l’ho scoperto. Sistemo meglio la sua giacca sulle mie spalle in modo da non farla cadere durante il tragitto e lo seguo, intanto Vee e Scale rientrano nelle loro sfere.
“Grazie.. Per tutto”
Dico con un tono di voce più basso del solito, quasi lo sussurro. Gli restituisco la giacca e Rocco annuisce, sono sicura che ha capito il senso della mia frase.
In futuro, spero, saprò ripagare il debito che sento verso di loro.


Eccomi, sono partita. È quasi passata un’altra settimana, da quando ho lasciato il laboratorio del Professore.
Questo viaggio è emozionante, camminare per Hoenn insieme ai miei Pokémon, accogliere le sfide degli altri allenatori, mi piace tutto. Ho scoperto che esiste una regola non scritta, secondo la quale se gli sguardi di due allenatori si incrociano, allora non ci si può sottrarre alla sfida.
All’inizio è stata dura, avendo lottato esclusivamente contro Rocco, mi sono un po’ abituata al suo modo di fare. Ma ora io e la mia squadra andiamo alla grande, tra l’altro, questa è anche cresciuta.
Proprio così, abbiamo accolto due nuovi membri, si tratta di un Ralts maschio catturato nei pressi di Petalipoli. Il suo soprannome è Light, ha un carattere molto vivace e luminoso.
Di Pokémon ne abbiamo incontrati molti altri, purtroppo per me non sono molto brava a catturarli e difatti la maggior parte me li sono fatta sfuggire.
Però niente può rovinare il mio buon umore ora, non so chi sono e da dove vengo, nessuno mi riconosce, ma ho i miei cari amici e ogni giorno è fin troppo pieno per far posto anche ai pensieri negativi.
“Vee vee”
Il verso di Vee mi fa tornare con i piedi per terra, così guardo di fronte a me dove sta cercando di indicarmi. Ormai ha preso l’abitudine di restare in braccio, fa un po’ i capricci quando devo metterlo nella sua ball.
“Siamo arrivati a Ferrugipoli!”
Esclamo con eccitazione, l’ultimo tratto che ci separa dalla città lo faccio tutto di corsa. Per questo motivo arrivo con il fiato un po’ affannato, oltretutto Vee non è proprio un peso piuma.
Fin da subito noto che la città presenta aspetti molto moderni, solo alcuni edifici hanno del verde attorno.
Non voglio però perdere troppo tempo a visitare la città, ho tutte le intenzioni di concludere questa giornata con una sfida alla palestra di Petra, ma prima: vado a visitare la Devon SpA, non faccio che pensare a cosa mi regalerà il padre di Rocco.
Seguo le indicazioni, fin quando arrivo davanti ad un edificio davvero imponente. Sia io che Vee rimaniamo stupefatti dall’altezza, per via delle nostre espressioni sorprese, qualcuno in lontananza se la ride.
Pur non conoscendo il luogo, decido di entrare, ispirata anche da una targa presente sul muro dove ci sono incise queste parole: Devon SpA, tutto ciò di cui avete bisogno, lo troverete da noi.
Ad accogliermi è una donna vestita in divisa suppongo, molto elegante e cordiale. Le dico che sono stata mandata qui da Rocco per incontrare suo padre, piccola bugia a fin di bene, anche se lei mi conferma effettivamente la cosa.
Allora Rocco ha avvisato del mio arrivo? Un gesto premuroso da parte sua, suppongo.
Con un sorrisino sulle labbra seguo la donna fino all’ascensore, mi dice di andare all’ultimo piano per l’ufficio del signor Petri.
Faccio la sua conoscenza, è un uomo maturo e molto più spigliato del figlio, se così si può dire. La somiglianza con Rocco è notevole, il signor Pierangelo Petri è solo più robusto e anziano.
Scopro che l’oggetto misterioso è un Pokémon Navigator, conosciuto come PokéNav, utile almeno quanto il mio Pokédex. Il signor Petri mi spiega l’utilizzo di ogni componente del PokéNav ed io lo ringrazio di cuore, poi il discorso passa su Rocco, visto che padre e figlio non si incontrano da tempo stando alle sue parole.
Gli racconto cosa abbiamo fatto nella settimana che ho passato al laboratorio, che il figlio sta bene e mi ha anche donato delle pietre evolutive. Quest’ultima frase lascia il signor Petri sorpreso, come se non mi credesse.
Decido di mostrargli il sacchetto, riposto in uno zaino appartenente a Sapphire e lui rimane ancora più meravigliato. Non mi spiega il motivo di questo suo fervore, ma la sua risata è contagiosa e trascina anche me.
Prima di salutarci, mi dà le indicazioni per raggiungere la palestra di Petra, descrivendola tra l’altro come una ragazza in gamba e un ottimo partito per suo figlio, anche se quest’ultimo non l’ha mai considerata altro che un’amica d’infanzia.
Questi pensieri mi riempiono la testa durante l’allenamento con Scale, il Pokémon che farò scendere in campo contro Petra. Lei userà il tipo roccia, quindi con Scale partiremo avvantaggiate.
La differenza tra i tipo è stata il Professor Birch a insegnarmela, voglio usufruire di tutto ciò che ho imparato grazie a loro.


La lotta è stata più dura del previsto, di certo il titolo di Capopalestra a Petra non l’hanno dato per caso.
Ci ha messo in seria difficoltà, ma la situazione si è notevolmente ribaltata con l’evoluzione della mia Scale in Grovyle e l’apprendimento di doppioteam da parte di Light.
Ripenso a quella battaglia da giorni e cerco di impostare i nostri allenamenti per compensare le debolezze che sono saltata fuori dei miei Pokémon. Scale è diventata molto forte, ma mi sono informata sul tipo che incontrerò nella prossima palestra e non credo che da sola potrebbe farcela contro dei tipi lotta.
Per questo motivo mi sto dando da fare anche con Light e Vee, nella speranza che il primo riesca ad evolversi prima della lotta ufficiale.
Con Vee, non abbiamo ancora le idee molto chiare sulla sua evoluzione. Abbiamo gli strumenti necessari per scegliere tra ben 5 evoluzioni, ma né io né lui siamo sicuri su quale sfruttare. Penso che lascerò decidere al tempo e allo stesso Vee, in futuro deciderà lui in chi evolversi.


Ferrugipoli, Bluruvia, Ciclamipoli, Cuordilava, conservo dei ricordi magnifici. Sono tornata a Petalipoli e in qualche modo vedo la città in modo diverso, forse perché io stessa sono cambiata.
Grazie a tutti gli scontri, ho acquisito molta più fiducia in me e nei miei Pokémon, siamo uniti come mai prima d’ora.
Mi trovo al Centro Pokémon della città, sto aspettando che un telefono si liberi per poter contattare il Professore.
Intanto spazzolo il pelo di Vee, sta diventando bellissimo. In realtà in tutto questo tempo mi sono dedicata anche ad altro oltre agli scontri in palestra, ovvero le gare Pokémon. Qualche fiocco l’abbiamo anche vinto, sono molto soddisfatta di ciò.
La mia squadra ovviamente è diventata ancora più forte, dopo aver vinto una gara di pesca, ho anche ottenuto una bellissima Horsea, chiamata Ink poiché si diverte a schizzare inchiostro un po’ dappertutto.
A Cuordilava, seguendo il consiglio di Fiammetta, ho utilizzato una Pietralbore regalatami da Rocco per far evolvere Light in un Gallade, è diventato un ottimo spadaccino dotato anche di molta eleganza. Scale si è ormai da tempo evoluta in una magnifica Sceptile, anche se è un po’ più piccola rispetto ad uno Sceptile maschio, mi riempie lo stesso di grande gioia.
Vee… è sempre Vee, a questo punto ho quasi timore a farlo evolvere, poiché per me è normale vederlo come un Eevee.
Finalmente riesco a chiamare il Professore, prendo Eevee in braccio e mi dirigo al videotelefono, con già un largo sorriso a illuminarmi il volto.
“Drake! Che piacere sentirti”
“Salve Professore, come sta?”
“Qui è tutto a posto, tu invece? Siete riusciti a tornare a Petalipoli?”
“Sì sì! È proprio da qui che la sto chiamando”
“Vee!”
“Ciao Vee, vedo che anche lui è in ottima forma”
“Dall’ultima volta che ci siamo sentiti a Ciclamipoli è cresciuto molto Vee, e anche gli altri”
“Sono davvero curioso di vederli! Ne approfitterò per venire a Petalipoli e incontrare anche un mio caro amico”
“La aspettiamo allora! Ci sarà anche Rocco con lei?”
“Ah, no… In realtà Rocco è partito pochi giorni dopo di te, non ho sue notizie da allora, è proprio da lui sparire senza lasciare tracce per un bel po’, in effetti. Ora torno a controllare alcune cose, ci vediamo presto Drake”
“A presto”

Concludo il dialogo con un sorriso meno acceso rispetto a quello di prima, avverto un po’ di delusione dentro di me.
Mi chiedo dove possa essere Rocco, avrei proprio voluto mostrargli quanto siamo diventati forti io e la mia squadra.
Non posso però permettermi di distrarmi, sento che la mia prossima lotta in palestra sarà ancora più faticose delle altre.
Il Capopalestra di qui ha anche creato una regola, secondo la quale un allenatore con meno di quattro medaglie non può sfidarlo e questo la dice molto lunga.
L’infermiera Joy mi avvisa che i miei Pokémon ora sono di nuovo in forma, così li recupero e mi dirigo sul retro del Centro Pokémon, dove si trova una piccola zona adatta per gli allenamenti.
“Tutti fuori!”
Lancio in aria le mie Pokéball e uno dopo l’altro escono tutti, già carichi per una nuova sessione d’allenamenti.


Forestopoli è la città più bella di tutta Hoenn, non ho alcun dubbio. A primo impatto mi lascia estasiata e senza parole, è tutto immerso nella natura, le case sugli alberi quasi non si riconoscono subito come tali. Mi viene quasi voglia di arrampicarmi su di essi, per fortuna che hanno costruito delle apposite scale e ponti per poter girare nel villaggio.
Solo che non faccio in tempo ad addentrarmi, poiché il verso di un Pokémon che arriva dall’alto mi coglie alla sprovvista, facendo spaventare sia me che Eevee.
“Tu sei Drake?”
Anche la voce arriva dall’alto, difatti riesco a vedere una figura sopra ad un Pokémon volante mai incontrato prima.
“Sì!”
Mi limito a rispondere, con un tono di voce abbastanza alto così che possa sentirmi.
Intanto tiro fuori il mio Pokédex, per registrare anche quel nuovo Pokémon.
“Altaria canta con una sublime voce di soprano. Le sue ali spumeggianti, che sembrano nubi di cotone, gli consentono di sfruttare le correnti ascensionali e di risalire verso l'infinito cielo blu”
È un bel Pokémon e anche molto grande. Plana verso di noi con leggiadria, così come si posa sul terreno con altrettanta eleganza.
Dopo di che, una donna balza giù da Altaria, con un sorriso furbetto dipinto in volto.
“Io sono Alice, la Capopalestra di Forestopoli. Il Professor Birch mi aveva avvisata del tuo arrivo”
Rimango un po’ interdetta dalle sue parole. Dunque lei mi conosce già? Se è un’amica del Professore, non avrò da preoccuparmi.
“Molto piacere. Lui invece è Vee”
Le sorrido con fare gentile, mostrandole il mio Pokémon. Alice si fa più vicino per accarezzarlo, mentre io osservo incuriosita il suo Altaria.
Come per tutti gli altri Capipalestra prima di lei, ho raccolto informazioni sulla sua palestra, il tipo è quello volante ma, secondo il Pokédex, Altaria è anche di tipo drago.
“Il Professore mi ha detto che possiedi uno Sceptile, posso vederlo?”
Annuisco alla sua domanda, tirando fuori la Pokéball di Scale. Non so dove voglia arrivare, ma emana un’aurea positiva che riesce a tranquillizzarmi.
“Lei è Scale”
La presento una volta uscita fuori, accarezzandole il collo dove so che le piace parecchio.
Alice la fissa con fare assorto, le gira anche intorno un po’ come aveva fatto il Professore quella volta a Petalipoli.
“È un esemplare splendido. Bene Drake, Scale e Eevee, venite a casa mia, vorrei parlarvi di alcune questioni importanti”


Ci metto un po' a metabolizzare tutte le parole dette da Alice. Abbiamo parlato a lungo, tanto che alla fine non ho nemmeno avuto il tempo di chiederle una sfida ufficiale.
Innanzitutto, mi ha spiegato che è stata lei, insieme al Professore e a Rocco, a decidere cosa sarebbe stato meglio che io facessi una volta scoperto chi fossi.
Mi ha raccontato in maniera più approfondita ciò che è successo anni fa qui a Hoenn, il Professore mi aveva solo dato un'infarinatura generale.
Lei è stata l'insegnante di Sapphire a quei tempi, sotto richiesta del professore ora sarà anche la mia. Le chiedo subito cosa ho ancora da imparare, ora nelle lotte me la cavo abbastanza bene e credo di essere anche un po' portata per esse.
Ad Alice fanno ridere queste parole, “Beata gioventù” dice, come se lei mostrasse chissà quanti anni.
“Ci sarà sempre qualcosa da imparare Drake”
Continua a parlare, con un tono di voce da chi la sa lunga. Poi si alza dalla sedia su cui è accomodata e mi fa cenno di seguirla all'esterno, precedendomi.
Io e Vee ci scambiamo uno sguardo confuso, Scale l'ho rimessa nella ball prima di entrare in casa.
Decidiamo di seguirla fuori, su un balcone sempre costruito in legno, è molto ampio.
“Cosa succede?”
Chiedo, spostando le frange di una tenda appesa alla porta. Alice si trova davanti a me, le braccia incrociate al petto ed un sorriso simile a quello che ha mostrato quando ci siamo incontrate.
Provo a sbirciare dietro di lei ed a questo punto si sposta, ciò che vedo non me l'aspetto minimamente, difatti reagisco da perfetta impreparata, mi irrigidisco sul posto con la bocca leggermente aperta.
“Rocco!”
Esclamo, sinceramente contenta di vederlo. È appoggiato con il bacino alla ringhiera di questo balcone, anche lui con le braccia raccolte al petto ma in una posizione che lo rende più "chiuso" rispetto ad Alice.
“Come stai Drake?”
Forse sarà strano, ma è la prima volta che me lo chiede. Sul momento non so cosa rispondere, mi sento bloccata e con uno strano groppo in gola. Credo che si tratti d'emozione, eppure non ho reagito così durante l'incontro con il Professore.
Alice mi poggia una mano sulla spalla, il suo calore mi aiuta a sbloccarmi e intanto mi spinge a compiere qualche passo verso di lui.
“Sto bene. Molto”
Soprattutto adesso, ma questo non glielo dico. Penso che però lo possa capire da solo dalla mia espressione, dal sorriso che mi ha irradiato il viso.
Un piccolo sorriso lo vedo spuntare anche sulle sue labbra, non dura molto ma sono sicura che è rivolto a me. Sento un calore molto piacevole diffondersi dentro di me.
Passati questi convenevoli, torno in casa di Alice e viene dentro anche lui, prendendo posto non molto lontano da me. Ora sono un po' distratta rispetto a prima, i miei occhi si sentono attratti dalla figura di Rocco come due calamite. Cerco di darlo poco a vedere, ma non resisto a qualche occhiatina.
Alice intanto mi sta spiegando che un Professore Pokémon di un'altra regione, un certo Platan, ha inviato tempo fa al Professor Birch dei dati su una scoperta di notevole importanza. I due a quanto pare hanno frequentato le stesse scuole, si conoscono da allora.
Passa dunque a spiegarmi che Sapphire e Ruby non hanno scelto a caso la regione per la loro luna di miele, bensì hanno scelto Kalos proprio perché lì risiede il Professor Platan.
Grazie a lui ed alle loro abilità, hanno appreso ciò che sta alla base della megaevoluzione dei Pokémon. Questa parola mi giunge nuova, ma Alice sembra essersi preparata tutto un discorso, quindi mi trattengo dall'interromperla.
Vengo così messa a conoscienza di questa ulteriore evoluzione che riguarda alcuni tipi di Pokémon, mi mostra anche dei video dal suo computer. Anche lei è Rocco hanno capito come riuscire a far megaevolvere i propri Pokémon, rispettivamente Altaria e Metagross, ed ora lei ha l'incarico di testare i nuovi Dexholder, per decidere se sono già in grado di compiere questo passo.
“Volete che impari a far megaevolvere un mio Pokémon?”
Chiedo allora, più per avere la conferma in realtà.
“È così. Vedi Drake, abbiamo scelto di farti intraprendere un viaggio piuttosto faticoso come allenatrice pur non conoscendoti, per essere sicuri che potessi arrivare a questo punto con delle ottime basi, per essere pronta alla megaevoluzione. Crediamo che grazie a questa, potrai avere molte più speranze quando ti troverai a fronteggiare Rayquaza”
Ha sicuramente un senso. Da una parte avrei preferito saperlo prima, così avrei basato tutti i miei allenamenti in vista della megaevoluzione, ma ho anche fiducia negli esperti quali sono loro.
Mi chiudo nei miei pensieri per poter riordinare le idee, prendo solo qualche istante per me, abbastanza da potermi analizzare.
“Ti servirà uno di questi”
Rocco richiama la mia attenzione, è piuttosto strano che io scatti subito, quasi non aspettassi altro.
Mi porge un bracciale identico a quelli che portano loro, anche se prima non li ho quasi notati. Deve essere costituito interamente di metallo, nella parte alta vi è incastonata una pietra tonda dai riflessi arcobaleno con disegnato un simbolo.
Lo indosso al braccio destro ed aspetto altre loro indicazioni.
“Secondo i recenti studi del Professor Birch, anche gli starter della nostra regione sono in grado di megaevolversi, ma solo se hanno raggiunto il loro effettivo stadio evolutivo finale”
Subito mi torna in mente la richiesta iniziale di Alice, ha voluto vedere la mia Scale.
Comincio così a riempire di domande Alice, voglio sapere ogni cosa, prepararmi al meglio per compiere la megaevoluzione con Scale.
Ormai però si è fatta sera e per tanto decidiamo di rimandare il discorso a domani. Io rimango da Alice come ospite, me l'ha proposto lei, mentre Rocco sembra avere quasi fretta di andarsene.
Il fatto mi spiace parecchio, sinceramente avrei preferito passare altro tempo con lui. Rifiuta però più volte l'invito di Alice di rimanere almeno a cena, prima di andarsene, ma non perde tempo ed in groppa al suo Metagross si allontanano da Forestopoli.
Io rimango sul balcone della casa a fissarli farsi sempre più lontani, con un peso sul cuore.
“Lui ti piace?”
Sussulto quando Alice parla, non mi sono nemmeno accorta che mi ha raggiunto, è anche piuttosto vicino a me. La domanda mi mette in una situazione di disagio e imbarazzo, ma se in un altro momento forse avrei negato con tutta me stessa, ora non riesco a far altro che sospirare affranta.
“Forse... Non lo so, purtroppo non ricordo nemmeno se ho mai avuto una cotta per qualcuno”
Cerco di fare un po' d'ironia, ma la mia risata esce spenta. Alice mi rivolge uno sguardo dolce, intravedo sfumature materne in lei.
“Sai, ho già visto il tuo sguardo in Sapphire, quando era più giovane e non capiva cosa provava per Ruby”
Lascio cadere l'argomento, sento che parlarne ancora mi farebbe solo male. Rocco o non Rocco, i miei Pokémon vengono prima e soprattutto ciò che dovremo fare insieme.
Faccio uscire i miei Pokémon dalle ball, li guardo intensamente uno per uno.
“Abbiamo ancora tempo prima dell'incontro con Rayquaza, ma da domani ci alleneremo con Alice e sono sicura che sarà davvero dura. Quindi diamoci dentro!”


Altri mesi sono trascorsi, a mio avviso molto velocemente. L'allenamento con Alice è stato davvero prezioso per noi, io e i miei Pokémon siamo cresciuti ancora ed ora devo proprio darle ragione, non si smette mai d'imparare.
Io e Scale ora abbiamo imparato a governare la megaevoluzione, grazie a ciò lei ha acquistato un nuovo tipo aggiuntivo, quello di Drago. Sento che ci sarà piuttosto utile in futuro.
Ho conquistato la sesta medaglia insieme alla mia squadra, mentre la settima è arrivata grazie ad un nuovo membro, Togetic soprannominata Star. Lei non l'ho catturata in realtà, ma mi è stata donata da una signora anziana, che ormai non avrebbe più potuto mostrare al suo Pokémon il mondo, al contrario di me.
Non sono ancora in perfetta armonia con Togetic, probabilmente perchè non è appartenuta a me fin da subito, ma dopo lo scontro nella palestra di Tell e Pat, il nostro legame si è un po' rafforzato.
L'incontro con loro due è stato realizzante in un certo senso, poiché fare la conoscienza con chi ha avuto la visione su di me, ha reso molto più vero ciò che è capitato e ciò che sicuramente accadrà.
Dopo tutto ciò, a  Ceneride ho incontrato un membro dei Superquattro mio omonimo, ossia Drake. Lui mi ha aiutata a far evolvere il mio Seadra, Ink, in un bellissimo Kingdra e con questo nuovo partner, ho ottenuto anche l'ultima medaglia. Ad un mese circa dal "grande evento".
Per quanto riguarda Vee, alla fine anche lui si è evoluto. È accaduto in un momento totalmente inaspettato, cioè durante la lotta in doppio contro Tell e Pat. Ora è irriconoscibile, all'inizio mi ha fatto molto effetto, ma col tempo ho capito che anche lui, come gli altri, evoluzione o no, rimane sempre il mio Vee.
“Ruby leva subito quei fiocchi da Toro!”
Vedere Sapphire rincorrere Ruby per Albanova è molto divertente, hanno caratteri totalmente opposti.
Ebbene sì, sono tornati dalla luna di miele a Kalos, più forti che mai. Ora che la mia lotta per le medaglie è conclusa, sono tornata a vivere dal Professor Birch, quindi ho avuto modo di conoscerli abbastanza bene.
Le giornate con loro passano sempre con allegria, i momenti di tranquillità sono piuttosto rari. Io comunque non ho smesso di allenarmi, loro nemmeno, nonostante Ruby preferisca passare il tempo a cucire accessori e abiti per i suoi Pokémon, oppure a spazzolarli. Nelle sue grinfie è finito anche Light, penso sia rimasto ancora traumatizzato da quella volta.


“Continui a rimanere alzata fino a tardi”
Per un momento, credo di essermi semplicemente immaginata la sua voce. È notte e io sono nel giardino del Professore, regna il silenzio rotto solamente dai versi lontani di qualche Hoothoot e Noctowl.
Capisco che Rocco è davvero dietro di me dal rumore metallico che fa il suo Metagross mentre procede.
Sinceramente non so se ignorarlo, come ha fatto lui con me per tutto questo tempo, oppure confessargli che la sua presenza mi è mancata molto.
“Potrei dire lo stesso di te”
Riporto alla mente la prima notte passata qui, ripeto le stesse parole d'allora.
Quasi riesco a sentire il suo sorriso un po' antipatico nascergli sulle labbra, devo essere proprio matta.
“Ho un'ultima cosa per te”
Mi giro incuriosita, sa bene come catturare la mia attenzione a quanto pare.
In mano stringe una delle sue pietra preziosa, questa sembra brillare ancora più delle altre. La osservo con un po' di bramosia, mi piacciono molto le cose che luccicano.
“Una pietra?”
Chiedo con sarcasmo, sminuendo l'oggetto nonostante sappia di cosa si tratta. Rocco resta impassibile a questa mia battuta, probabilmente non sa come reagire, ed allora semplicemente non lo fa.
“Si tratta di una Pietrabrillio. Con questa potrai far evolvere il tuo Togetic in un Togekiss”
Lo guardo con fare incredulo, prendendo comunque la Pokéball di Star in mano.
“Come fai a sapere di lei?”
L'ho preso in contropiede, ma sono lo stesso io la più sorpresa. Rocco è arrivato adesso, l'ultima volta che ci siamo visti di Alice, Star ancora non l'avevo ricevuta.
Non risponde subito, prima si avvicina a me. Provo l'impulso di scostarmi, ma non mi muovo e di colpo me lo ritrovo davvero troppo vicino.
“Potrei averti tenuta sotto controllo”
Risponde con tutta la sfacciataggine che possiede. Spalanco gli occhi, incredula, ma mi riprendo poco dopo. Forse mi sta prendendo in giro, anzi è più che probabile. L'ultima volta che ci siamo visti è praticamente fuggito.
“Mi avresti seguita per tutto questo tempo?”
Reggo il suo gioco, per vedere dove vuole arrivare. Lui si avvicina ancora e questa volta faccio per indietreggiare davvero, ma mi blocca con una mano che ha velocemente posato dietro la mia schiena.
“Certo”
Soffia sulle mie labbra, provo un lungo brivido quando i miei occhi si specchiano nel suo sguardo affilato.
“Perchè?”
“Non lo immagini?”

Con la mano libera, mi accarezza una ciocca dei capelli, ed io sento le guance scaldarsi molto. È quello che sto pensando? Come può essere.
“Parla chiaramente Rocco”
Mi sta facendo innervosire questo suo girare attorno al discorso, ed anche il rispondere alle domande con altre domande.
Gli rivolgo uno sguardo non molto gentile, ma lui non si fa intimorire.
Mi spinge un po' più verso il suo corpo, ed in una frazione di secondo le sue labbra si poggiano sulle mie in un bacio fugace.
“Lo farò quanto tutto questo sarà finito, non devi distrarti per ora”
Decisamente questo è il modo giusto per farmi distrare. Rimango troppo sorpresa da questo gesto, non so cosa dire. Per fortuna alle cose ci arrivo abbastanza velocemente e per tanto capisco quali sono e sono state le intenzioni di Rocco.
Anche io gli piaccio, ma non è ancora il tempo per pensare a ciò.
“Ora prendi questa e vai a dormire”
Mi mette in mano la Pietrabrillio, ed io sorriso con fare allegro e spensierato. Sono così felice che in uno slancio di coraggio riesco a dargli un bacio anche io, nonostante lo faccia sulla guancia.
Una volta tornata in camera, poso la pietra vicino ai miei Pokémon e dopo aver dato la notte a tutti, mi addormento anche io.



“Forti terremoti stanno creando fratture nel terreno di tutta la regione di Hoenn, specialmente nei pressi di Cuordilava, la città è quasi stata inghiottita dal terreno. Per fortuna persone e Pokémon sono riuscite a mettersi in salvo, ma lo stesso non si può dire delle loro case.”
È mattina presto, il sole non è ancora sorto. Ci siamo svegliati tutti per via di una potente scossa di terremoto, è durata solo pochi secondi, ma ha già creato qualche danno qui al Laboratorio.
Abbiamo acceso la televisione, dove dei giornalisti che sorvolano Hoenn in volo, trasmettono in diretta delle immagini da tutta la regione.
Al posto di Cuordilava ora c'è un cratere pieno di lava, Porto Selcepoli sta quasi per essere completamente spazzata via dall'acqua, Orocea resiste solo grazie a tutti i Corsola che la sorreggono da sotto.
“Sembra ancora peggio dell'ultima volta”
Dice Sapphire, fissando la televisione con rabbia.
“È sicuramente opera di Groudon e Kyogre. Però, perchè? Ci saranno nuovamente in mezzo il Team Magma e il Team Acqua?”
Mi hanno parlato di questi Team in passato, in effetti avrebbe un senso se ci fossero loro di mezzo.
Io e Vee ci rimettiamo in piedi, il Professore e Sapphire capiscono subito quali sono le mie intenzioni e mi guardando con fare preoccupato.
“Noi andiamo. Ci terremo in contatto grazie alla nuova funzione del Pokénav”
Durante il mio viaggio ho incontrato un dipendente del signor Petri che ha aggiornato questo mio strumento, ora si possono fare le olochiamate, cioè la persona che si chiama viene mostrata come ologramma.
“Fate attenzione”
Annuisco e abbraccio sia Sapphire, sia il Professore. La prima la sento come una sorella maggiore, mentre il Professore come un padre, ormai faccio parte della loro famiglia.
Star, dopo essersi evoluta in Togekiss ha potuto imparare volo e grazie a lei, possiamo raggiungere la dimora di Rayquaza, che secondo il Professore si trova alla Torre Cielo.
Volare però in cima alla Torre sembra impossibile, essa si staglia oltre le nuvole e la cima non si riesce a vedere.
Faccio rientrare Star nella ball, mentre Scale e Light li faccio uscire, così che possano aiutarmi in ogni evenienza.
La salita è impervia, piena di ostacoli e soprattutto di Pokémon selvatici. Per fortuna ho portato una gran scorda di iperpozioni e cure totali, i miei Pokémon hanno rischiato di ferirsi più volte.
Penso di essere qui dentro da ore ormai, non oso immaginare cosa stia succedendo al resto di Hoenn. Ho già ricevuto una chiamata dal Professore, Groudon e Kyogre si sono mostrati e come per ogni loro scontro, si stanno dirigendo a Ceneride. Sapphire, Ruby, Rocco e il campione della Lega sono già lì pronti a fronteggiarli, mentre i Super Quattro e i Capipalestra si sono sparsi per la regione per poter dare una mano a tutti.
Secondo il Professore, non c'è lo zampino del Team acqua o Magma, poiché Groudon e Kyogre sembrano molto diversi dall'altra volta. I cerchi sul loro corpo ora sono illuminati, nemmeno lui sa di che fenomeno si tratti.
Non ho però tempo di preoccuparmi per loro, devo arrivare in cima e più salgo, più ci sono trappole da superare.
Appena riusciamo a trovare un piano pià tranquillo, ne approfitto per curare i miei Pokémon quasi esausti e per mangiare il cibo datomi dal Professore prima di partire. Da quanto tempo siamo qua dentro?
Delle finestre per guardare fuori ci sono, ma il sole sembra essersi spento, o meglio nuvole nere di tempesta l'hanno coperto totalmente.
Finalmente percorriamo le ultime scale presenti, ci ritroviamo all'aria aperta. Il tetto è vastissimo, completamente in piano e davvero si trova oltre alle nuvole, difatti trovo che respirare sia più faticoso.
Mi guardo intorno, ma Rayquaza non si vede. Non mi perdo d'animo però, sfilo la sua squama dai miei capelli e stringendola in mano, alzo il braccio verso il cielo.
“Rayquaaaza!!”
Urlo con tutto il fiato che ho in corpo, per richiamarlo.
Prima c'è il silenzio, poiun rombo di tuono molto più forte degli quasi assorda me e Scale, Light l'ho fatto rientrare nella ball.
“GYAAAA!”
Eccolo, finalmente. Scende dal Cielo con la parte finale del corpo arrotolata, resta sospeso sul tetto della sua Torre.
Abbasso allora il braccio e ripongo la squama nella mia borsa. Non voglio perdere tempo, parto subito all'attacco.
“Io sono qui per catturarti e avere il tuo aiuto! Scale usa fendifoglia”
Questo è uno dei suoi attacchi più forti, ma non mi scompongo quando Rayquaza lo evita con facilità. Però non contrattacca, sembra più in attesa.
Devo mostrarmi degna di fronte a lui, questo per me significa sfidarlo... Serve qualcosa di più.
Porto allora la mano sul mio megacerchio, il braccialetto ricevuto a Forestopoli e grazie a questo faccio megaevolvere Scale in MegaSceptile.
“Di nuovo Scale!”
Ora finalmente la battaglia può iniziare. Questa volta Rayquaza non sta con le mani in mano, ma ci attacca a sua volta ed è di una potenza incredibile. Scale però è riuscita ad imparare Codadrago e grazie a ciò, riusciamo a contrastare il Dragartigli del Pokémon leggendario.
I tipi Drago sono deboli contro loro stessi, per tanto i due Pokémon si trovano sia in vantaggio che in svantaggio, ma nella mia squadra non c'è solo Scale.
Scale riesce ad evitare attacchi come Iper Raggio, ma quando sembra che siamo riusciti a metterlo all'angolo, la manda k.o. con Oltraggio
“Sei stata bravissima”
Le sussurro quando rientra nella ball, scoccando una bacio sulla superfici trasparente.
“Andiamo Vee!”
Lui è il mio asso nella manica. Scende in campo in tutto il suo splendore, con grazia evita l'Oltraggio di Rayquaza, poiché... Contro di lui è totalmente inefficace!
Il mio Vee si è evoluto in un bellissimo Sylveon, un Pokémon di tipo Folletto, grazie a lui passiamo in totale vantaggio nella lotta.
Rese inefficaci le sue mosse di tipo Drago, possiamo concentrarci ad evitare Iper Raggio ed Extrarapido.
“Salta Vee, schiva e usa Luce Lunare!”
L'attacco Folletto più forte, l'ultimo che ha imparato. Gli infliggiamo un brutto colpo, dobbiamo approfittare di questo momento di debolezza per la mossa finale.
“Ancora, con tutta la tua potenza, Luce Lunare!”
Ora o mai più. Afferro una Ultra Ball e la scaglio a tutta velocità contro Rayquza, riuscendo a colpirlo. Sparisce davanti ai nostri occhi, la Ball trema, è un momento di altissima tensione. Continua a vibrare, due, tre volte... E finalmente si ferma.
Rimango col fiato sospeso ancora per qualche secondo, troppo incredula per muovermi.
Appena realizzo ciò che è accaduto, esulto dalla gioia e corro da Vee, che nonostante le dimensioni raggiunte con l'evoluzione, mi salta in braccio avvolgendomi con i suoi nastri.
Anche gli altri escono dalle loro balls, è un abbraccio di gruppo e io mi trovo sommersa dal loro peso ma non mi interessa, ci siamo allenati tanto per questo.
Rayquaza esce da solo dalla ball, mostra la sua magnificenza davanti ai nostri occhi. Emette il suo verso, sembra che ci stia parlando e così Light si avvicina a lui, poggiando una delle sue lame sul corpo del Drago.
Non capisco cosa stia succendo, vedo solo Light circondarsi di un'aurea viola ed usare i poteri psichici.
All'improvviso sentiamo una voce, anche se l'unica in grado di parlare sono io, ed allora capisco le intenzioni di Rayquaza, utilizzare il mio Pokémon psico per comunicare.
“Sono io, Rayquaza. Grazie ai Pokémon psico riesco a parlare con voi esseri umani.
Aspettavo il tuo arrivo, umana, io ho controllato i Capipalestra di Verdeazzurropoli, esattamente un anno prima del risveglio di Groudon e Kyogre, per darvi la possibilità di salvare questa regione.
So cosa sta accadendo a quei due Pokémon, in loro è esplosa una forza nata al momento della creazione, che è cresciuta nel tempo.
Lo so, perchè la stessa cosa è accaduta a me molto tempo fa, ma io sono stato in grado di controllarla, al contrario di Groudon e Kyogre che dormendo non ne hanno avuto la possibilità.
Metto il mio potere nelle tue mani, ora che sei diventata forte abbastanza da potermi utilizzare come uno dei tuoi Pokémon.”

Tante domande mi esplodono in mente, ma anche se mi costa molto in questo momento, devo pensare prima a tutto il resto.
Ritiro i Pokémon nelle loro balls, tutti tranne Star  e salto in groppa a quest'ultima, per volare al fianco di Rayquaza fino a dove si trovano Groudon e Kyogre.
In volo, mi metto in contatto con Sapphire per spiegarle la situazione, scopro così che loro stanno lottando contro i Pokémon leggendari, ma nemmeno la megaevoluzione riesce a fermarli, hanno bisogno del nostro aiuto.
Incito i Pokémon ad andare più veloce e quando finalmente raggiungiamo Ceneride, si mostra di fronte a noi uno scenario mostruoso. Tutto è andato distrutto, se non interveniamo subito di questo passo non ci sarà più nulla da salvare.
All'improviso anche i cerchi sul corpo di Rayquaza si illuminano e capisco che sta per usare quel potere nascosto. Gli ordino di porsi tra di loro con il suo Extrarapido e di lanciare il potente Iper Raggio. Groudon e Kyogre però sono in due e visto che le squadre di Ruby e Sapphire sono ormai esauste, faccio scendere in campo tutti i miei Pokémon.
Ink e Scale contro Groudon, mentre Vee e Light contro Kyogre a far da supporto al Drago Verde. Cerco di dare ordini a tutti, anche a Star che può lanciare Forzasfera e usare Metromono anche mentre sta volando.
Il problema è la pioggia che sende impetuosa e ferma i nostri movimenti, ma la lotta continua per molto, anche se sono costretta a ritirare Scale e Vee, esausti per via dello scontro precedente con Rayquaza.
È proprio quest'ultimo a mettere fine agli scontri, abbattendo Groudon e Kyogre con un potente Oltraggio che riesce a mandarli finalmente k.o.
È finita... I Pokémon leggendari si allontanano lentamente, ma io sono esausta e priva di forze come i miei Pokèmon. Riesco ancora a ringraziare Rayquaza con un sussurro e lascio cadere la sua ball nell'oceano che si è creato sotto di noi, poiché non si può contenere un Pokémon tanto grande e forte.


Quando riapro gli occhi, capisco di essermi addormentata o forse svenuta per la troppa fatica. Mi godo la pace che avverto intorno a me, gli unici suoni che sento sono i versi lontani di qualche Pokémon uccello.
Mi guardo intorno, sono di nuovo nella stanza di Sapphire, dove mi sono svegliata la prima volta.
Cerco le mie Pokéball, ma non trovo nessuno, sono costretta ad alzarmi dal letto. Scendo le scale ancora un po' stordita, forse ho dormito troppo,.
Per fortuna il Laboratorio non ha riportato gravi danni, devono aver già sistemato quelli che ha riportato, è tutto in ordine. Stare qui dentro mi da l'impressione che non sia mai accaduto nulla, che questo anno non l'abbia mai vissuto.
Nel grande salone non trovo ancora nessuno, ma mi accorgo che nonostante l'ora segni il giorno, fuori è tutto scuro. Appena capisco perché il sole è oscurato, dimentico la stanchezza e corro nel grande giardino, incrociando gli sguardi dei miei amici e compagni, ma anche quello alto e fiero di Rayquaza.
“Cosa ci fai qui?”
Chiedo, preoccupata che in realtà non sia ancora tutto finito. Intanto gli altri si avvicinano a me, chi mi stringe la mano, chi ne poggia una sulla mia spalla. Tutti sorridono, pargono tranquilli.
Il Gardevoire di Ruby è vicino al Drago e come ha fatto Light in precedenza, utilizza i suoi poteri psichici per permetterci di comunicare.
“Voglio raccontarti ciò che so su di te, umana. Un anno fa, mentre ero alla ricerca di qualuno degno per questa missione, volando nei pressi di Forestopoli ti ho visto in cima ad un grande albero, ti sei arrampicata per salvare un Eevee che era salito troppo in alto e non riusciva più a scendere.
Ho osservato la scena tutto il tempo, il tuo coraggio e la bontà mi hanno convinto a sceglierti, ma sei caduta da quell'albero prima che potessi contattarti. Ho chiesto così a dei Pokémon di portarti in un posto sicuro e di prendersi cura di te per qualche giorno, ma non ti svegliavi così ho detto loro di teletrasportarti qui dove sapevo avresti potuto ricevere altre cure.
Intanto ho inviato il messaggio ai Capipalestra”

Le parole di Rayquaza sono illuminanti per me, i ricordi perduti di quella scena tornano alla mia memoria, ed ora ricordo come io e Vee ci siamo incontrati.
Non riesco però ad andare più indietro con la mente, ma questo è già un ottimo punto di partenza.
Ringrazio il Drago per tutto, per averci salvati tutti e lui dopo aver lanciato un grido acuto, spincca un gran balzo verso il cielo, sparendo tra le nuvole forse per sempre.
Finalmente ora posso abbracciare tutti i presenti,:la mia nuova famiglia composta dal Professore e Sapphire, Ruby e per ultimo Rocco, mi fermo tra le sue braccia e mi sento sicura.
Ci sono ancora questione irrisolte, tra di noi e su di me, ma per il momento voglio solo festeggiare la salvezza di Hoenn.

**
Nel frattempo, in una zona isolata non molto lontana da Forestopoli, di signori di mezz'età cercano di sistemare i danni che la loro piccola ma resistente casetta ha riportato.
In realtà l'uomo è da un po' che invece di aiutare la moglie, lucida e mette a posto la sua televisione, d'altronde l'ha comprata da poco ed è stato il primo oggetto che ha messo in salvo dai terremoti.
Prova ad accenderla e funziona perfettamente, prova ad andare sul canale di un telegiornale per capire cosa è accaduto e trova proprio una reporter che parla degli ultimi avvenimenti.
Dopo un po', inizia a mostrare le riprese che il suo camerman è riuscito a fare volando in elicottero e l'uomo quasi sviene di fronte a ciò che vede.
“Marie! Marie! Vieni a guardare la televisione!”
Chiama a gran voce la moglie ed alza il volume a livelli spropositati.
“Ti sembra il momento per guardare la televisione Mick?!”
Lei arriva urlando, per farsi sentire dal marito, ma davanti a quei video ha la stessa reazione di lui e si lascia quasi cadere inerme sul divano un po' malandato.
Tutti e due sono bianchi in volto, nemmeno avessero visto un fantasma.
“Alyson!”
Gridano in coro, si stringono le mani a vicenda per darsi forza e continuano a fissare le immagini di tutti quei Pokémon e, tra di essi, una ragazza dai capelli verdi in volo.
**
   
 
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