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Autore: SusanTheGentle    27/08/2014    13 recensioni
Lui fece una mezza risata, ma senza allegria.
«Buffo pensare a me come a una persona normale»
«Ma tu sei una persona normale, Ben»

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Nell'inverno 2013, Claire Riccardi si trasferisce negli Stati Uniti d'America, più precisamente nello Utah, nella città di Ogden, decisa a dare una svolta alla sua vita. E proprio quello stesso inverno, in quella stessa città, Ben Barnes si sta preparando a girare il suo prossimo film. Il destino, o semplicemente il caso, fa sì che i due si conoscano. Ed è in questo scenario che i loro mondi si scontrano. Entrambi con una dolorosa storia sentimentale alle spalle, si trovano, si comprendono. Le loro vite così diverse si intrecciano e, inevitabilmente, l'amicizia lascia spazio a un sentimento più profondo.
Ma possono due persone tanto dissimili vivere una relazione in totale libertà? Possono, se le cicatrici bruciano ancora e hanno tanta paura di amare di nuovo?
La storia può sembrare sempre la stessa: la cameriera e l'attore. Forse, all'inizio può sembrare così, ma questa è una storia di sentimenti, di vita e d'amore. Soprattutto d'amore.
E' la storia di Ben e Claire.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ''A Place For Us''
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2. Primo approccio
 
Le tre ore più belle della mia vita...
 
 
La bufera di neve durò tutta la sera e tutta la notte.
Il treno impiegò più tempo del previsto per raggiungere la sua destinazione: erano circa le 6:30 del pomeriggio quando partì da Salt Lake City, ed arrivò ad Ogden solo verso alle 9:00 di sera.
Claire e Ben impiegarono tutto quel tempo a chiacchierare.
Per un istante – o più di uno – quando lui le aveva stretto la mano per la seconda volta, Claire aveva smesso di respirare. Riusciva a malapena a pensare, un misto di parole confuse che le invadevano la testa. Le ci volle qualche minuto per metterle insieme e riuscire a dire qualcosa di normale, di assennato e comprensibile.
Di cosa avrebbero parlato?
Di lui, inevitabile…ma anche di lei.
Ben avrebbe trovato interessante quello che aveva da dire? Sembrava di sì…
Santissimo cielo! Ben Barnes era lì, seduto davanti a lei, respirava la sua stessa aria, e sembrava gli piacesse parlare con lei!
Si erano trovati nella stessa identica situazione: entrambi con un aereo che doveva atterrare in un posto e che invece li aveva scaricati in un altro.
Forse fu la comune disavventura a far scattare quel qualcosa che sciolse la tensione di lei e spinse lui ad aprirsi maggiormente.
Ben fu molto lusingato che Claire l’avesse riconosciuto, e felice che non avesse pianto. Non avrebbe saputo come reagire se si fosse messa a piangere. Certe volte, trovarsi davanti una fan in lacrime lo disorientava un pò…
Ma non era decisamente il caso di Claire: lei sorrideva sempre.
Dapprima nervosa ed emozionata, si mostrò in un secondo tempo aperta e spontanea.
Era tantissimo tempo che Ben non parlava così a lungo e così liberamente con qualcuno. La  compagnia di quella ragazza era piacevole.
Più che piacevole.
«Il mio agente era isterico» confessò lui, abbandonando la schiena contro il sedile.
«Anche mia cugina. E’ un tipo piuttosto apprensivo: guarda» fece Claire, mostrando il telefono a Ben. «Mi ha mandato altri tre messaggi»
«Sì, ma scommetto che tua cugina non sia convinta che tu non sappia prendere un treno»
«Il tuo agente lo pensa, invece?»
Ben annuì. «Tyler crede che io non sia nemmeno in grado di allacciarmi le scarpe senza di lui. Certe volte è pesante…»
Claire alzò le spalle. «Oh bè, se può consolarti, anche mia madre è convinta che io non sappia far niente»
«Forse lo dice perché, sai, sei così giovane…»
Lei trattene una risata. «Guarda che ho solo due anni meno di te»
Lui la fissò.
Mi fissa, oddio...
Sì, non è il caso di diventare idiote...
«Sembri così…»
«Piccola, lo so…» Claire sospirò.
«Alle donne dovrebbe far piacere sentirsi dire che sembrano più giovani dell’età che hanno»
«Mmm…sì, in genere sì, ma a volte anche no»
«Perché?»
«Ti faccio un esempio: tutte le volte – nessuna esclusa – che mi controllano la carta d’identità per qualche motivo, le persone mi guardano come se volessero dirmi: ‘sei sicura che il documento sia tuo?’ Ti giuro, dopo un pò è pesante come cosa»
Ben rise.
Non era difficile capire perché nessuno le dava l’età che aveva davvero. Aveva un’aria da eterna bambina.
«Ora, però, devi farmi vedere la tua carta d’identità, altrimenti nemmeno io ti crederò» le disse, sporgendosi verso di lei, allungando una mano.
Claire sbarrò gli occhi. «No!»
«Dai! »
«Ma non ci penso nemmeno! Poi la foto è orrenda»
Ben rise ancora.
Da quanto non rideva così?
«Anche la mia non è granché» disse lui.
«Non ci credo, tu vieni bene in ogni foto» disse lei, pentendosene subito. «No, volevo dire…scusa»
Ben scosse il capo, perplesso. «Perché ‘scusa’
«Non vorrei sembrarti troppo…»
No, mi sto impappinando...
«Troppo fan?» chiese lui.
«Ehm…sì, una cosa del genere». Claire arrossì come una ragazzina, abbassando gli occhi.
«Non preoccuparti» la rassicurò lui, cercando di metterla di nuovo a suo agio. «Sono un personaggio noto, non mi infastidisce se qualcuno fa un apprezzamento su di me. Sono abituato a questo ed altro. E poi, i complimenti fanno sempre più piacere degli insulti»
Lei rialzò lo sguardo su di lui.
«Oh, sì, ci sono anche quelli» confessò Ben tranquillamente.
«Io non ho mai…» Claire esitò, «…let...cioè, sentito insulti su di te»
«Mai?»
Lei scosse il capo.
«Non sei una che va a caccia di gossip?»
«No, non direi»
Lui parve stupito.
«Seguo la tua carriera, ma non pretendo di sapere tutto quello che fai. No, non sono il tipo. La vita privata è privata»
Era sincera, lui lo capì: non lo stava dicendo per darsi qualche aria o altro.
Le sorrise. «Mi fa piacere sentirlo»
Claire diceva la verità: non aveva mai sentito né letto una critica su di lui.
Ma come diavolo si poteva criticarlo? Che faceva di male?
Niente.
Non dava mai scandalo, non appariva mai sui giornali scandalistici (meglio per lui), faceva bene il suo lavoro, era gentile ed educato con i giornalisti, sorrideva sempre ai fans…Che cosa volevano di più?
«E’ solo invidia» continuò Claire.
«Eh?»
«Il fatto che dicano cose cattive sul tuo conto: è solo gente invidiosa. E non è perché sei famoso, te l’assicuro. E’ così ovunque: se le persone vogliono dire una cattiveria, la dicono senza curarsene, anche sputandotela in faccia»
«Sì, questo lo so»
Dolce, era la parola che lui avrebbe scelto per descriverla.
Non gli era mai capitato di trovarsi a pensare una cosa del genere di una ragazza al primo incontro.
Forse perché le ragazze che era abituato a frequentare non parlavano molto, e non era semplice capire che tipi fossero.
«Posso sapere di cosa tratta il tuo nuovo film?» chiese lei dopo un po’.
Ben divenne molto serio. «Solo se giuri di non dirlo a nessuno. Non credo che la produzione approverebbe»
«Oh, scusami. Allora non dirmelo»
Dopo un momento, Ben sfoderò uno di quei sorrisi che la facevano impazzire.
«Non è vero, sto scherzando».
«Ah…»
C’era cascata…
Ben le parlò del suo nuovo film con molto entusiasmo: a quanto sembrava, lo avrebbe presto visto di nuovo nei panni del musicista.
«Più o meno come in Killing Bono» osservò Claire.
«Più o meno»
«Ho adorato quel film e tu canti benissimo!»
Lui fece un altro sorriso. «Grazie»
Non sorridere troppo, o mi mandi fuori di testa... pensò lei.
Ma quanto era bello quando rideva? Oh, ma lui era sempre bellissimo. E la prima cosa di cui Claire si era resa conto, vedendolo dal vivo, fu che lo era molto di più di quanto avesse immaginato.
Si era tolto capello e sciarpa (e ovviamente gli occhiali scuri), le gambe allungate quanto lo spazio gli concedeva, in una posizione rilassata. I capelli perfettamente spettinati, un accenno di barba sul viso, il sorriso smagliante, le mani grandi, la voce calda e tranquilla…
Se anche lei allungava le gambe, poteva sfiorare quelle di lui…
Circa un’ora prima, Ben l’aveva presa al volo per non farla cadere.
In pratica mi ha abbracciata.
No, non è vero.
Sì che è vero.
Non pensiamoci che è meglio...
«Claire non è un nome tipicamente italiano. Da dove arriva?»» le chiese lui, quando avevano ormai cambiato argomento da un pezzo.
«E’ stato mio padre a chiamarmi così. Suo nonno era americano. Anche una delle mie sorelle ha un nome straniero»
«Quindi hai altri parenti qui, oltre alla cugina di cui mi hai parlato?»
«No, in realtà no. Lory ha sposato un americano, ma lei è italiana, come me. E’ la famiglia di mio padre che ha alle spalle una storia un po’ complicata»
«Scusami, non volevo essere invadente»
«No, non sei invadente. Vediamo come posso dirtelo in breve…»
Claire rimase in silenzio un momento. Poi spiegò:
«Mia nonna paterna non ha mai saputo chi era suo padre. Sua madre non glielo disse mai, ma lei era convinta che fosse americano, per vari motivi»
«E non lo ha mai scoperto?»
Claire scosse il capo.
«Così, da qui arriva il tuo nome»
«Già»
Lui la fissò un istante. «Come mai hai deciso di trasferirti così lontano da casa?»
«Perché avevo bisogno di allontanarmi» rispose lei. «Ho…bisogno di respirare aria nuova, almeno per qualche tempo»
Non pensarci, Claire, non pensarci adesso.
«So cosa vuoi dire» mormorò Ben. «Qualche volta si ha bisogno di staccare la spina da tutto»
«Sì…»
Vi fu un breve silenzio tra loro. Il primo a dire il vero. Ma non era uno di quei silenzi imbarazzanti. Sembravano essersi persi per un istante ognuno nei propri pensieri.
Poco dopo, il loro sguardo fu attirato dalla splendida vista del Grande Lago Salato, che apparve davanti a loro dopo che ebbero attraversato una galleria.
Ormai c’erano quasi.
Claire pensò che tra poco avrebbe dovuto salutarlo. Probabilmente non l’avrebbe più visto, anche se lui sarebbe rimasto a Ogden tre o quattro mesi, il tempo di riprese del film.
Come lei…
Lei e Ben nella stessa città…
Assolutamente, assurdamente vero!!!
Non farti tante illusioni, rimarrai solo delusa. Come potreste rivedervi, ragiona?
Non gli ho nemmeno chiesto l’autografo, né una foto, pensò.
In una circostanza ‘normale’ (normale per una fan che incontra il suo attore preferito) sarebbe andata così: un saluto, una firma, un sorriso all’obbiettivo e via. Invece, lei aveva avuto la sfacciatissima fortuna di incontrarlo e parlargli come fossero buoni amici.
Non voleva che finisse tutto così...
Infine, il treno rallentò e si fermò.
La stazione di Ogden non era mai stata così piena.
Uscirono in strada, dove ad aspettare Ben c’era una grande macchina nera dalla quale spuntò un uomo che doveva essere il suo agente. Quello allargò le braccia e le fece ricadere lungo i fianchi, come se gli stesse dicendo: ‘ma dove diavolo eri finito?’
Prima di andare, Ben si volse verso Claire un ultima volta. «Ce l’hai un passaggio, vero?»
«Sì, viene a prendermi il marito di mia cugina»
«Bene»
Lei sorrise. «Buon fortuna per tutto»
«Grazie, anche a te…Senti, come hai detto che si chiama il locale dove lavorerai?»
«L’All the Perks» rispose Claire.
Perché glielo chiedeva?
Perchè me lo sta chiedendo?
Claire deglutì.
No, non poteva essere che…
«Sta sulla 2344 Kiesel Avenew» aggiunse.
Ben sorrise a sua volta e le porse ancora la mano. «Verrò a trovarti quando passerò di lì»
Claire sbatté le palpebre e la strinse in automatico.
Cosa?
Cooosaaa???
«Veramente lo faresti?»
«Sì, certo. Mi ha fatto piacere conoscerti, Claire, e mi piacerebbe parlare ancora»

 
 
 
 
Eccomi tornata con Ben&Claire!!!
Cosa ve ne pare di questo secondo capitolo? Personalmente, sono più soddisfatta stavolta. Aspetto i vostri commenti! ;)
E anche qui, come in tutte le mie storie, mi prendo il dovuto spazio per ringraziarvi:
 
Per le seguite:
ChibiRoby, Halfblood_Slytherin, HarryPotter11, Nadie, Shadowfax, soffsnix, _joy
Per le ricordate: Halfbood_Slytherin
Per le recensioni del primo capitolo: Fra_STSF, Nadie, Shadowfax, _joy
 
Per domande o curiosità, venite sulla mia pagina facebook, dove troverete anche gli aggiornamenti di questa storia e di Night&Day.
Un bacio a tutti e grazie infinite di aver iniziato quest’avventura con me…e Ben!!! ;)
Susan♥
   
 
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