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Autore: LeoValdez00    27/08/2014    4 recensioni
76esima edizione degli Hunger Games.
I ribelli hanno organizato tutto e vengono ovviamente sorteggiati i figli delle persone più importanti della Capitale.
Haymitch viene scelto per organizzare e dirigere questi giochi.
D' altronde è lui uno di quelli che l' ha reso possibile.
Ha votato per gli Hunger Games.
Ora non può più tirarsi indietro.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Haymitch Abernathy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Benvenuti alla 76esima edizione degli Hunger Games" annunciò Haymitch, con voce solenne, ma con sguardo vacuo.
Osservò uno per uno i 24 bambini davanti a lui.
Ne aveva viste e subite troppe, nella vita, per dispiacersi.
Erano tutti di Capitol City.
I loro genitori credevano che il Presidente Snow avesse ragione su ogni cosa.
"E possa la fortuna sempre essere a vostro favore" finì, abbassando lo sguardo, con una spiacevole stretta al cuore.
Il silenzio irreale da parte dei tributi, iniziato con la sfilata dei carri, fu interrotto da un pianto.
Non disperato come quello dei bambini, ma debole e sommesso come quello degli adulti.
Haymitch guardò in direzione del rumore.
Una bambina riccia, di colore, era appoggiata a un' altro ragazzo, piangendo sulla sua spalla, mentre lui cercava di consolarla.
Aveva al massimo 12 anni.
"Rue..." mormorò l' uomo.
Non era Rue, lo sapeva bene, lei era morta, ma in fondo era come la ragazzina che Katniss aveva tanto amato come una sorella.
Giovane e innocente.
Come poteva una bambina avere colpa della sottomissione dei distretti?
Esattamente come Rue era considerata colpevole di una rivolta che non aveva mai nemmeno visto.
I lucenti carri si spostarono, procedendo lentamente verso il centro di addestramento, portando con sé 24 bambini tremanti.
Nessuno di loro aveva più di 13 anni.
Li avevano scelti così piccoli apposta, per far soffrire di più. 
Haymitch si scoprì a piangere e, senza farsi notare, andò nelle sue stanze, mentre gli applausi dei ribelli riempivano ancora l' aria.
L' uomo cercò di addormentarsi, invano.
Si rigirò nel letto fino a notte fonda.
L' immagine dei ragazzini gli riempiva la mente.
Deciso a riposarsi, prese un sonnifero particolarmente potente, che avrebbe dovuto garantirgli una notte senza sogni.
In teoria. 
Era ancora davanti a loro, vedeva i numerosi vissetti impauriti e tremendamente pallidi.
La bambina piangeva, ma era Rue...
Era lei, ne era certo.
Quegli occhi color cioccolato, quei ricci indomabili, ma tanto carini.
E piangeva. 
E lo odiava per quello che stava facendo. 
Haymitch si svegliò sudato e tremante, con ancora bene impresso nella mente, il pianto e lo sguardo risentito di Rue.
Che colpa avevano quei bambini?
Ma non poteva farci più nulla, ormai.
I ribelli avevano deciso.
Per la prima volta, pensò di aver sbagliato nel votare gli Hunger Games.
Bastava un solo voto, il suo, per evitare questa strage.
Era troppo arrabbiato, troppo stanco per pensare alle conseguenze. 
Ora se ne pentiva.
Amaramente. 
Era già un anno che aveva smesso di bere, ma prese ugualmente una bottiglia di un superalcolico dalla sua scorta personale.
La svuotò in un sol sorso, beandosi della familiare sensazione di avere la gola completamente in fiamme. 
Gli iniziò a girare la testa e uscì a schiarirsi le idee.
Il suo alloggio era lo stesso che usava il presidente Snow durante i giochi.
Il balcone era nientemeno che quello spalto da cui si vedevano sfilare i carri.
Osservò l' immensità del luogo, quando lo assalì un flashback. 
Era dietro le quinte, si stava preparando con Maysilee Donner per salire sul carro del 12.
Erano entrambi vestiti da orrendi minatori, con casco e tuta da lavoro. 
Non avrebbero mai ottenuto degli sponsor, lo sapevano.
Salirono, lei tremante, lui spavaldo, mentre il primo carro del loro distretto usciva in balia di Capitol City.
Non 24 tributi come al solito, ma 48...
Tanti da uccidere.
Anche il loro carro partì, e si ritrovarono immersi in un turbinio di luci e colori accecanti, insieme alle urla dei capitolini, estasiati dalla imminente edizione della memoria. 
In pochi si accorsero degli ultimi due carri, ma Haymitch non se ne curó.
Quando arrivarono davanti al presidente Snow, il ragazzo iniziò invece a ribollire dalla rabbia.
Era tutta colpa di quell' uomo, se ora lui e Maysilee rischiavano la vita.
Colpa di quell' uomo che aveva sempre vissuto negli agi della sua Capitol City, senza curarsi minimamente della condizione dei distretti.
Colpa di quell' uomo che da anni guardava gli Hunger Games, guardava i tributi uccidersi l' un l' altro, con il sorriso sulle labbra.
Colpa di quell' uomo che organizzava la tortura alla quale dovevano sottoporsi dei ragazzi come lui, tutti gli anni.
Se uno sguardo poteva uccidere, era quello di Haymitch in quel momento. 
Lo guardò con un misto di rabbia e disprezzo profondi, che avrebbero fatto tremare chiunque. 
Non lui, non l' essere spietato che si trovava lì davanti.
L' uomo si riscosse dal ricordo, profondamente inquieto. 
Ora era lui Snow, il tiranno senza cuore.
Gli sguardi di risentimento che avevano quei bambini, erano tutti rivolti a lui, come lui li aveva riservati solo al presidente. 
Si era trasformato nel suo peggior incubo.


   
 
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