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Autore: Tisyid    27/08/2014    0 recensioni
Un altro possibile modo in cui Sherlock rivela a John che non è morto
-Hey! non mi aspettavo una festa ma almeno un buon ritornato
Non posso impazzire proprio adesso, eppure lui è lì difronte a me a pochi metri di distanza da me con la mano destra tiene il suo violino, mi guarda ironico, se non fosse Sherlock penserei anche felice, nel suo solito completa fa qualche passo verso di me.
-Non mi metterò ha discutere col tuo fantasma Sherlock! e nemmeno con la mia pazzia!!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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221B quel numero e quella lettera dorati risplendevano alla luce del sole, sono passati mesi dall'ultima volta che mi sono trasferito lontano da Baker Street, troppi ricordi la circondavano. Prendo un respiro profondo e busso. 

-Sto arrivando... 

Sento la voce della signora Hudson farsi sempre più vicina ,sono passati mesi dall'ultima volta che le ho parlato, i suoi passi aumentano di velocità finché la porta non si apre, non è cambiata poi molto , è sempre stata una donna forte e nonostante fosse una delle persone più vicine a Sherlock si è ripresa piuttosto bene. 

-Oh santo cielo John! 

La vedo sobbalzare dalla sorpresa, mi abbraccia con aria preoccupata e mi invita ad entrare. 

-Buongiorno signora Hudson 

Le sorrido gentilmente, ammirando ogni angolo e ogni dettaglio dell'entrata e di tutto ciò che camminando mi circonda, non mi ero mai accorto di quanto piccolo fosse in realtà quel condominio, non ci avevo mai fatto caso, quel luogo era stata la mia casa per così tanto tempo che delle spazio mi è sempre importato poco. 

-Potevi chiamare, avvertire o dare qualche tua notizia ogni tanto! 

Avevo cercato di allontanarmi più possibile da ogni ricordo, ma ora che ci penso ero stato davvero egoista non sono l'unico a dover affrontare la sua morte. 

-Mi dispiace signora Hudson, davvero, volevo chiamare ma continuavo a rimandare. 

Il pomeriggio passa piuttosto in fretta, mi è mancata quell'aria di casa che solo quel condominio mi poteva dare, decido di vedere un ultima volta il mio vecchio appartamento, non posso scappare dai ricordi, ma almeno ricordare  i migliori più attenuare il dolore che da troppo tempo mi porto dietro. 

Inizio a salire quelle scale un po’ cigolanti che hanno conosciuto l'iperattività di Sherlock, sorrido ricordando quei  piccoli istanti che mi hanno segnato, continuo a salire le scale bloccandomi di fronte alla porta dell'appartamento che ho attraversato tante di quelle volte e che adesso sembra così distante, abbasso la maniglia ed ecco ciò che vedo. 

La solita confusione che ha caratterizzato questo posto non può che mancare: giornali, fogli, libri sparsi sul pavimento. Il teschio di Sherlock ancora al solito posto, osservo per un breve istante la poltrona in cui era solito sedersi, e la cucina? mi avvicino lentamente e non riesco a trattenere un sorriso quando noto le fiale, gli esperimenti e i fogli sparsi ovunque sul tavolo, quel tavolo mai utilizzato per il vero suo scopo. 

Faccio un giro veloce della stanza cercando di dimenticare la testa ritrovata ( di nuovo) dentro il frigo e le dita nel forno ormai in decomposizione, anche se non posso, non posso dimenticare, Sherlock mi ha segnato attraverso tutti questi piccoli dettagli che caratterizzano il suo carattere e che non si possono dimenticare, e che io non voglio dimenticare, voglio ricordare tutto della persona che mi ha stravolto l'esistenza. 

Mi siedo sulla sua poltrona, e incredibile che abbia ancora il suo odore, butto la testa all'indietro ripensando se l'idea di tornare qui dentro sia stata davvero buona, finché un suono mi sveglia da ogni pensiero. 

Un violino, una melodia dolce e un po’ malinconica, sa di speranza cerco di identificare il rumore, guardo verso la parete, dove Sherlock sparava quando era annoiato, forse proviene da li dietroritorno ad ascoltarla chiudendo gli occhi e infossando la testa ancora di più nella sua poltrona. 

Ho paura, paura di credere ancora in qualcosa e di rimanere deluso, apro gli occhi quando sento la melodia farsi più intensa, più intrigata e più forte alzo la testa notando che non proviene più da quella parete, mi alzo in fretta,  ho paura, una paura di cadere nella delusione ma sento che in questo momento ho bisogno di crederci ho bisogno di dimenticare le regole del gioco e sperare in un miracolo, senza neppure pensarci mi scaravento verso la porta spalancandola in tutta fretta. 

Nulla, non c'è nessuno solo il silenzio, la musica ha smesso di suonare credo che anche il tempo si sia fermato per un istante per osservare la scena, mi appoggio alla parete strisciando in basso e portandomi le mani alla testa. 

-Lui è morto. 

Sussurro per convincere me stesso. 

-Quando morirò Lestrade si dedicherà alla danza, non risolverebbe niente senza di me 

Ok ora sono davvero impazzito, va bene  immaginare la sua musica ma anche la sua egocentrica no, alzo lo sguardo, non mi importa non mi volterò, lui è MORTO, è non mi farà impazzire anche da dentro un tomba. Mi alzo pronto ad uscire da quell'assurda situazione. 

-Hey! non mi aspettavo una festa ma almeno un buon ritornato 

Non posso impazzire proprio adesso, eppure lui è lì difronte a me a pochi metri di distanza da me con la mano destra tiene il suo violino, mi guarda ironico, se non fosse Sherlock penserei anche felice, nel suo solito completa fa qualche passo verso di me. 

-Non mi metterò ha discutere col tuo fantasma Sherlock! e nemmeno con la mia pazzia!! 

-Fantasma? No John John io... 

-Zitto tu sei morto, RESTA MORTO, non puoi spuntare dal nulla con un violino e dire " Hey ragazzi il paradiso è carino ma io preferisco la terra" NON PUOI SHERLOCK quindi hai dieci secondi per spiegarmi cosa sta succedendo perché in questo momento sto davvero desiderando che tu sia vivo solo per ucciderti. 

Adesso si che sono impazzito... 

-John.. stai bene? 

-NOVE SECONDI SHERLOCK! 

-Sono tornato John, sono tornato... 

Quelle parole mi fanno un effetto strano, felicità perché finalmente il mio dolore potrà cessare e paura, se se ne va di nuovo io non potrei sopportarlo ancora. 

-Per ora? 

-Per sempre. 

In quel momento giuro a me stesso che per almeno un secondo ho dimenticato tutto il dolore che quell'uomo mi aveva costretto a sopportare in quegli orrendi mesi, tutto, per un piccolo istante era svanito, gli corsi incontro a braccia aperte, era bello risentire il suo calore non mi ero accorto della sua mancanza finché non lo ebbi stretto a me , ma quell'attimo di amnesia per la sua scomparsa svanì all'istante e ricordai tutto, quasi involontariamente (o forse no) ritrovai il mio pugno nel suo stomaco e vidi il corpo di lui inclinato, si stava portando le mani allo stomaco, non riuscii a trattenere un sorriso e in quel momento sentii che Sherlock era tornato e anche io. 

 

 

Angolo Autrice: 

Siate clementi nella mia prima one-shot su Sherlock ^-^. Dire che io amo Sherlock è poco, è un po’ di tempo che volevo scrivere qualcosa e adesso eccomi qui, spero davvero che vi piaccia, e che non finisca nel dimenticatoio (molto probabile) mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate, voglio migliorare apprezzo le critiche costruttive :) 

   
 
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