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Autore: koopafreak    28/08/2014    6 recensioni
Secondo una voce ne “Paper Mario”, i boo sono il risultato degli spiriti di mortali che non hanno concluso il loro ultimo viaggio verso la dimensione del Game Over, nei plumbei inferi governati da Infernia o nei cieli eterei del paterno Granbì rispetto alla condotta tenuta in vita, rimasti misteriosamente bloccati nel mondo terreno che avrebbero dovuto invece lasciarsi addietro. Il sovrano di essi, il più oscuro e sfuggente, trova un nuovo interesse contro la monotona eternità di soavi urla di terrore e spaventi di routine.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Luigi, Re Boo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Alla buonora! Il mio ospite preferito ce l'ha fatta a presentarsi. Prego, mettiti comodo! »

Luigi si scansò appena in tempo per evitare che una sedia assassina gli terminasse il proprio folle volo in fronte, mentre la risata maligna del fantasma si propagava per la stanza compiacendosi del brutto scherzo.

« Qual è il tuo gioco, esattamente? » inquisì l'idraulico brandendo la bocchetta del suo Poltergust 5000 con la serietà di un milite in battaglia, pronto ad innescare il potente risucchio quando l'infido spettro gli si fosse appropinquato troppo per i suoi gusti.

« È lecito sapere la ragione di tanto ritardo? » Questi ignorò la sua domanda come se gli fosse scivolata addosso, rimanendo sospeso a debita distanza dal temuto marchingegno.

« Sono stato trattenuto da un pianoforte che cercava di azzannarmi » rispose asciutto Luigi corrugando ulteriormente le sopracciglia.

« È un segno di affetto. Non si sognerebbe mai di assaggiare chi non gli piace » gli confidò allegramente Re Boo, svanendo e ricomparendo a caso per la sala prima di arrestarsi poco lontano e ruotare a pancia all'aria con l'eterna smorfia beffarda stampata sul volto.

Luigi si era già convinto che ormai quella fosse la sua espressione facciale “neutra”. « Mi mancava il tuo spirito d'accoglienza. » Si massaggiò con una mano il bernoccolo sulla nuca, dovuto all'impatto recente di un tomo kamikaze su Le Radici Concettuali dell'Alchimia che non era riuscito a schivare nel tentativo di superare la biblioteca dei libri posseduti, mentre l'altra teneva la sua arma puntata contro lo spettro.

Re Boo emise un risolino graffiante alla punta di umorismo, fissandolo divertito sottosopra coi denti aguzzi in bella mostra a ricordargli la fortuna che se ne servisse soltanto per impressionare. Gli riusciva tremendamente bene.

« Ma adesso rispondimi. Qual è il tuo gioco? »

« Quale gioco? » si schermì il fantasma ricomponendosi e simulando innocenza.

« A che scopo rubare quella gemma dal museo? Hai in mente di usarla in qualche modo per scatenare un'altra insurrezione di tutti gli spettri? » Mai prima di allora Re Boo si era macchiato di un crimine tanto comune come un furto di preziosi e doveva senza dubbio esservi un secondo fine dietro. Il dettaglio che aveva reso il misfatto ancor più sospetto era stato il biglietto ritrovato nella teca ormai vuota, con tanto di firma dell'artefice per essere rintracciato. Luigi aveva immediatamente capito che quella non era stata altro che una provocazione diretta a lui, col chiaro intento di convocarlo di nuovo nel cuore delle terre infestate nelle quali il fantasma si nascondeva.

« Oh, il diamante nero piramidale? » domandò l'indiscusso colpevole come se si fosse appena rammemorato di tale insignificante quisquilia. « No, è un grazioso gingillo che sarà utile ad abbellire la mia corona » asserì soddisfatto, ondeggiando sotto la luce morente dell'unico lampadario nel lugubre salone per sfoggiare il suo regale copricapo con la grande ametista montata al centro. L'idraulico si risparmiò di indagare dove progettasse di incastrarlo, visto che la pietra già presente occupava tutto lo spazio a disposizione.

« E lo avresti sgraffignato soltanto per un motivo simile? » Luigi non era per nulla convinto che Re Boo, la cui specie non si separava tanto volentieri dai propri confortevoli rifugi tenebrosi, si fosse scomodato o avesse fatto scomodare suoi subalterni sino a Fungopoli per assecondare un banale capriccio di vanità. Era pur vero che il fantasma in questione effettivamente indulgesse nei lussi materiali quando gli aggradava e il sontuoso maniero in cui lo aveva (im)pazientemente atteso ne era un valido esempio, il primo delle case stregate in cui il fratello Mario si era avventurato e del quale conservava un ricordo indelebile. Sebbene la facciata esterna fosse rimasta la stessa nella sua cupa e languida decadenza, la combinazione delle stanze era stata magicamente alterata e l'arredamento rinnovato secondo uno stile più raffinato, senza privarsi di un generoso strato di polvere e ragnatele disseminate ovunque tanto per rendere l'ambiente più gradevole.

Tuttavia, la rivelazione che gli giunse lo spiazzò.

« Oggi è il mio complemorte e ho voluto farmi un regalo. » Le pupille di Re Boo si animarono di un baluginio ipnotico al centro delle orbite scure, trovando la faccia sbigottita del suo nemico spassosamente intrigante.

Luigi si arrischiò ad abbassare per un momento la guardia nel proprio stupore e il lato più tenero della sua personalità, quello che contemplava anche le buone maniere, ebbe il sopravvento: « Condoglianze... ». Non sapeva esattamente cosa rispondere per tale ricorrenza, ma l'altro parve apprezzare comunque. « Quindi eri mortale una volta? » La sorpresa fu doppia nel realizzare tale implicazione.

« Sono un fantasma » scandì sornione il sovrano riducendo lievemente la distanza, mentre il timore dinnanzi lasciava il posto all'interesse e la questione del diamante slittava in secondo piano. L'esca era stata lanciata. L'unico obiettivo era mantenere il contatto visivo abbastanza a lungo, ora che il timido paladino aveva il fegato di sostenere il suo sguardo per più di tre secondi filati.

« Finora avevo creduto che voi foste... vivi, a modo vostro. Che siete nati in questa forma di ectoplasma. Che siete di questo mondo. »

« In un certo senso noi rinasciamo, siamo il risultato del primo stadio della nostra esistenza. E continuiamo a vivere nell'ombra, tra i nostri simili, lontani dalle preoccupazioni mondane che più non ci riguardano. »

« Da quanti anni sei un boo? » si azzardò a chiedere Luigi.

« Quando passi da questa parte smetti presto di contarli perché il tempo non ha più valore. » Lo spettro proferiva ogni parola con deliberata lentezza, instillando una goccia di magia oscura in ognuna di esse ed esultando dietro il ghigno zannuto mentre venivano assorbite con avidità.

Il suo ospite era talmente affascinato da non essersi accorto di aver appena deviato la mira dell'aspiratore. « Hai ricordi della tua vita? Di chi eri prima? » La curiosità divenne immensa dopo essere stato tanto a lungo a contatto con queste creature che sembravano essere sempre state parte dei tetri boschi e delle dimore dimenticate che infestavano e aver scoperto solo ora una verità tanto sconcertante. Non sembrò far caso nemmeno al cauto incedere del fantasma nella sua direzione, o forse qualcosa di occulto nel suo subconscio gli sussurrava che non fosse poi un fattore d'allarme.

« È come destarsi da un sogno. » L'anima nera di Re Boo si alimentava di quella nuova riverenza riflessa nelle iridi cerulee magnetizzate su di lui. « Sai già dal primo attimo in cui ti svegli nella luce e desideri il buio che quello che c'è stato in precedenza non ha più alcuna importanza, che ormai non ti appartiene. E pian piano tutto scorre via e si ricomincia da capo. Ma rammento di essere stato un re anche allora, probabilmente, dato che le attitudini naturali restano. Molti boo continuano a fare quello che facevanoprima, pur non rendendosene conto: commercianti, intellettuali, teatranti, poeti, soldati... »

Istintivamente quella piccola parte ancora vigile della coscienza di Luigi si domandò se la sua carriera d'idraulico avrebbe finito col seguirlo persino dopo il grande salto. Concluse che la prospettiva non lo allettava.

« Altri si reinventano completamente e scoprono aspetti di sé dei quali non si erano mai avveduti nella loro frenetica e breve vita. » Il fantasma parve avergli sondato il pensiero. Gli occhi fiammeggianti si erano trasformati in due feritoie di luce avernale ormai a scarsi centimetri dal viso incantato della sua nemesi. La trappola era scattata.

« Ricordi almeno il tuo nome? » Quella fu l'ultima domanda che gli sfuggì dalle labbra prima che la mente ed i sensi si intorpidissero in uno stato di trance.

« Obliterato, come tutto il resto. Io sono e sarò sempre Re Boo per voi che ancora temete l'incombere dell'ineluttabile. » Il sorriso maligno si ampliò famelico avvertendo la volontà della preda finalmente estinguersi nella sua morsa.

L'acchiappafantasmi rimase lì impietrito con la bocchetta del Poltergust 5000 che giaceva sul tappeto pregiato, sfuggitagli dalla presa arrendevole; lo sguardo completamente assente, intrappolato sotto il riflesso fluorescente della possessione, tradiva la posa quasi rilassata come in attesa di un ordine o un evento. Un riso più agghiacciante della brina esplose nella reggia mentre il grosso spettro gli fluttuava intorno gongolando, intento a ispezionare il proprio trofeo alla maniera di un critico d'arte. Avrebbe potuto addirittura farlo saltare giù dal balcone del terzo piano e Luigi non sarebbe stato capace di emettere sillaba sotto il suo controllo. Era indeciso tra tale deliziosa alternativa oppure immortalare quell'espressione miserabile ingabbiandolo in uno dei suoi quadri da affiggere accanto al letto o sopra il camino per rimirarla a ogni crepuscolo. Ne avrebbe fatto il pezzo forte della sua collezione, annientando per sempre il responsabile delle sue più memorabili disfatte, colui che era divenuto la sua fissazione dal giorno stesso in cui aveva osato affrontarlo per la prima volta con le gambe tremanti.

E poi?

I lineamenti del sovrano si incresparono in un broncio interdetto davanti al volto della sua futura vittima, mentre la piccola coda si arricciava in un punto interrogativo.

E poi come avrebbe impiegato la sua malvagità, quando le grida di orrore gli avrebbero dato assuefazione fino ad avere tutte il medesimo suono, quando ogni notte di spaventi sarebbe diventata ripetitiva e la noia avrebbe fatto ritorno a scolorire quell'eternità che per lui non era più soltanto una parola? Il vuoto dell'esistenza era l'unico timore che irretiva persino l'animo di Re Boo. Luigi era stato la sua più grande scoperta dopo un'era di piatto grigiore, il solo che aveva catturato ogni fibra del suo interesse (tanto da aver soppiantato per sempre il fratello ai suoi occhi) monitorandolo nei percorsi di ombre e angoscia che gli aveva minuziosamente tracciato e che, contro qualunque aspettativa, aveva superato fino all'ultimo per sfidarlo. Vi era sempre stato un segreto senso di soddisfazione, insieme alla sorpresa di quel mezzo miracolo, nel vederselo infine comparire dinnanzi con la sua solita espressione spaurita, pronto a dargli filo da torcere nonostante il terrore che gli attanagliava le membra.

Senza Luigi, chi gli avrebbe fatto provare ancora l'ebbrezza della partita in corso, dell'attesa fervente prima dello spettacolare faccia a faccia? Chi avrebbe tenuto lontano l'apatia divorante anche nei lunghi anni a venire?

Chi avrebbe scongiurato la solitudine?

Quell'ultimo dubbio effettivamente non era stato programmato e Re Boo ne fu preso in contropiede, tuttavia era facile cadere vittima anche di tale afflizione nell'essere eterni osservatori di un mondo in cui tutto muore e si rinnova, in cui si è inevitabilmente esclusi dal suo naturale adattarsi sotto l'influenza del tempo.

« ...Forse è ancora presto per alleviarti dalle tue pene » rifletté lo spettro contraccambiando lo sguardo vacuo del suo più pericoloso opponente ridotto a un fantoccio. « Forse c'è ancora bisogno di te per rendere questa realtà meno tediosa, finché potrai. » Il sorriso riaffiorò più feroce di prima sul volto cereo.

Luigi purtroppo era impossibilitato dal rispondere, altrimenti avrebbe dato perlomeno un cenno di assenso.

Distendendo la lunga lingua blu, Re Boo rivelò il diamante trafugato da lui stesso alla luce tenue del salone. Ingannare un sistema antifurto era una bazzecola quando bastava farlo saltare semplicemente passandoci attraverso. Quella gemma luccicante era stata solo un pretesto per attirarlo fin lì e rivedere il suo viso timoroso, ma il fantasma era restio a restituirla senza nulla in cambio. D'altronde, che fosse l'anniversario del suo ultimo giorno da mortale e primo da boo non era una menzogna: l'unico legame con la sua vita precedente che aveva deciso di preservare poiché tra i suoi simili era divenuta usanza gradita celebrarlo e che, curiosamente, non era mai riuscito a dimenticare.

Una leggera leccatina sulla punta del naso fu il prezzo per la pietra. Nessuno avrebbe testimoniato quella prova dei sentimenti contrastanti che il sovrano covava in profondità, nemmeno lo stesso Luigi che si ricompose meticolosamente e si avviò verso l'uscita come un bravo soldatino. Re Boo lo avrebbe liberato dal suo potere non appena il pesante portone d'ingresso gli si fosse richiuso alle spalle, lasciandogli un buco nella memoria dall'istante in cui aveva sopraffatto la sua coscienza e la refurtiva nella tasca della salopette.

C'era ancora parecchio da fare: piani da tessere con perfidia, tranelli da mettere a punto, case infestate da preparare a dovere per portare un'altra salutare dose di paura nelle notti insonni del suo ospite preferito.

E quando la sua ora fosse finalmente scoccata e il suo spirito avesse abbandonato nell'ultimo alito di vita quell'involucro di carne, il sovrano degli spettri lo avrebbe atteso per ghermirlo prima che scivolasse via nel regno di luce riservato alle anime giuste e ne avrebbe gloriosamente fatto uno dei suoi boo.

« A presto. »


Nota d'autrice:

Sul serio questa è la prima storia che propongo in cui non ci sia Bowser? Che scandalo. In compenso scrivere sul misterioso Re Boo è stato veramente appassionante. Il maniero nella fanfiction è lo storico “Rifugio di Re Boo” ne “Super Mario 64 (DS)”, mentre l'aspetto del fantasma è ripreso da “Luigi's Mansion 2”. Riflettendo sia su alcuni tratti della sua figura che sul suo modo di fare, mi ricorda una via di mezzo tra lo Stregatto ed il personaggio del Joker, un po' meno folle e omicida però.
Il concetto del complemorte, ovverosia l'anniversario della propria dipartita, appartiene alla scrittrice J. K. Rowling; io mi sono solamente permessa di prenderlo in prestito per questa one shot sebbene non mi definisca una Potterhead.
Il titolo è un verso tratto dalla celeberrima canzone di Ray Parker Junior, “Ghostbusters”. 
È stato anche particolarmente ispirante il brano “Re del Blu, Re del Mai” con la voce di Renato Zero de “Nightmare before Christmas”.

Ringrazio l'utente Lulumiao per il gentile supporto tecnico sulla casa stregata ed il suo parere provvidenziale durante la stesura del testo :]


Re Boo, Luigi e tutti i personaggi citati nella storia © Nintendo


**Questa fanfiction è stata scritta senza alcuno scopo di lucro**

  
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