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Autore: Clarke_Bilson    28/08/2014    0 recensioni
Ali è una ragazza semplice ma affronterà un piccolo viaggio che la porterà a conoscere quella che potrebbe essere la sua più grande avventura...
È la mia prima storia spero vi piaccia :)
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccola li, davanti ai suoi occhi, sembrava così piccola e allo stesso tempo spaventosa.... Ali prese coraggio e si incamminò lungo lo stretto sentiero che nel giro di quattro o cinque ore l' avrebbe condotta al suo amato rifugio, un luogo in cui aveva vissuto molteplici esperienze con i familiari ma anche con i suoi più cari amici. Dopo tre lunghe ore di camminata perennemente in salita arrivò al tanto atteso spiazzo, dove si sedette su un tavolino da pic-nic, lasciando penzolare le gambe oltre il bordo del tavolo, visto che le sedute erano completamente ricoperte dalla neve. Si dissetò e on appena prima di rimetterti in cammino una folata di vento la colpì in pieno viso e, il suo amato cappellino rosso volò via; con i capelli corvini che le sferzavano il viso cercò invano di riprenderlo. Riprese il cammino rassegnata, e dopo circa un ora e mezzanvide in lontananza il rifugio che, con i suoi mattoni a vista e le imposte color mogano, la rassicurò, e rallentò il passo, nel tentativo di godersi un po il panorama. In quel mmomento si alzò un vento tanto forte quanto freddo, e la paura le serrò lo stomaco, anche se non mancava molto al rifugio si rese conto di essere molto stanca e di non voler raggiungere la casa, si sedette a terra e portò le gambe al petto, nascose la testa fra le gambe e attese che il vento cessasse. 
...
aprì gli occhi e si rese conto di trovarsi in una stanza del rifugio, la riconosceva perché tutte avevano quelle stufe color metallo e non poteva di certo sbagliarsi visto che nell'aria aleggiava il profumo di crostata di albicocche, profumo tanto presente nei su ricordi del luogo. Si mise a sedere e un ragazzo le mise una mano sulla spalla per farla rimettere sdraiata. . Ma di cosa diamine stesse parlando Ali non lo sapeva, o meglio, non se lo ricordava. < devo andare via un momento, ma torno subito, non muoverci da li> il ragazzo aprì la porta e scomparve nel corridoio. Ali non era solita ascoltare le raccomandazioni infatti si alzò, prese il suo zaino e andò nel piccolo bagno, munito di tutto, e si mise sotto l' acqua calda, perché sentiva davvero tanto freddo. Si mise un asciugamano intorno ai capelli e uno lo usò per asciugar si è in tempo da record si rivestì con un paio di jeans, una canottiera e sopra un bel maglioncino di lana soffice di color blu. Avev dimenticato le scarpe ai piedi del letto quindi si infilò un paio di calzini  e si strofinò vigorosamente i capelli, si ricordava di aver visto un phon su una sedia vicino alla finestra, quindi sistemò il bagno e tornò nell' altra stanza. Camminava lentamente e ogni volta sentiva male ovunque, ma non fece a tempo ad arrivare alla sedia col phon che la porta si aprì ed entrò il ragazzo. Finalmente lo vide in faccia, alto, slanciato, corti capelli castani e grandi occhi verde smeraldo. Appena la vide le si avvicinò e disse , . Si sedette sulla sedia e attaccò il phon e iniziò ad asciugar si i capelli, dopo nemmeno due minuti la mano iniziò a tremarle e il ragazzo le prese il phon e la aiutò. Quel toco leggero delle sue dita tra i suoi capelli lasciava Ali un po in trance, si era molto bello, ma non poteva farsi asciugare i capelli da un tipo di cui non conosceva nemmeno il nome. < come ti chiami?> chiese una volta che il phon fu spento. Prima di rispondere lui la guardò con attenzione e alla fine rispose < Logan, ma ti interessa di più sapere il mio nome o quello che ti è successo ?> . La confusione era percepibile negli occhi di Ali perché logan aggiunse < non preoccuparti ti racconterò tutto ma prima metti le scarpe che andiamo a mangiare qualcosa>. Ma santo cielo! Questo ragazzo non la conosceva, come diamine sapeva cosa le era successo? E come faceva a sapere che stava morendo di fame!? Ali non lo sapeva ma la curiosità era ancora più grande quindi si mise gli stivali e si affiancò a Logan mentre uscivano dalla stanza e percorrevano i due corridoi per arrivare alle scale che portavano nel salone adibito a ristorante. Si sedettero ad un tavolo vicino al grande camino. La sala era praticamente vuota a parte per un gruppo di signori che parlavano tranquillamente. La cameriera arrivò subito con i piatti, visto che nel menù c'è ne era solo uno. Iniziarono a mangiare e Logan iniziò il racconto < ti ho trovata a dieci minuti da qui, rannicchiata per terra, tremavi violentemente così ti ho scossa un po ma non reagivi, ti ho alzato il viso e avevi gli occhi chiusi e sembrava che non sentissi nulla..> fece una pausa, sapeva che quella ragazza era forte ma una storia del genere lascia interdetto chiunque. Ali riflettè su questa prima parte del racconto e iniziò a ricordare quel vento freddo che aveva iniziato a soffiare all' improvviso; disse Ali. < ti ho presa in braccio e ti ho portato fino a qui, ti ho fatta stendere su letto e ho cercato di scaldarti, visto che avevi freddo, e il resto poi lo sai, ti sei svegliata e ora siamo qui> . Il racconto la turbava, come faceva a non ricordarvi di un così bel ragazzo che addirittura l' aveva presa in braccio? Ma ciò che più la turbava era che lui non le avesse chiesto il nome o il motivo per cui si era seduta in mezzo al sentiero durante una tormenta. < io.. Ehm.. Ti ringrazio, a quanto ho capito mi hai salvata, mi chimo Ali>. Non cera molto altro da dire, quindi finirono di cenare. Passarono un lunghissimo istante a guardarsi negli occhi, lei si specchiava in quegli occhi così belli e luminosi che ci si poteva perdersi dentro, lui guardava quegli occhi volò nocciola che luccicavano al chiarore del fuoco e mentre, in silenzio, si guardavano, Ali ringraziò mentalmente la madre che l' aveva convinta ad andare a fare due passi, perché forse quei passi l' avevano condotta ad un avventura ancora più spettacolare, forse quel ragazzo poteva diventare un buon amico o qualcosa di più, ma intanto ciò che contava era che, fuori nevicava, loro si erano spostati su un diva netto difronte ad un più piccolo camino e in mano avevano una cioccolata calda, e i loro sguardi continuavano ad incrociarsi come fossero calamite.
   
 
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