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Autore: My new moon    20/09/2008    2 recensioni
Era notte inoltrata, le lancette dell' orologio ticchettavano secondo dopo secondofino allo scoccare delle tre di notte....un rumore molesto infastidì una ragazza che si trovò davanti alla più improbabile delle sorprese...
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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True love

Ciao a tuttiiiiii !!! Questa è una delle ff che volevo scrivere da tempo perchè è un sogno  a ciu ho voluto dare forma. Se la leggete fatemi sapere e commentate! Siate per piacere indulgenti, è la prima che pubblico sono un po' timida.


Capitolo 1: Situazione imbarazzante!

Era notte inoltrata, le lancette dell' orologio ticchettavano secondo dopo secondo fino allo scoccare delle tre di notte; una ragazza era tranquillamente seduta sulla scrivania che giocherellava su internet con il proprio personal computer

Uffa che noia non succede niente di interessante nemmeno su internet , questa città è un disastro “.

Aveva ragione, tutto era diverso da come se l' era immaginato, pensava che andare a vivere in America sarebbe stato emozionante , tutte cose nuove; avrebbe potuto ma il destino vuole che si fermasse proprio a Gotham, lì era situata la miglior università in campo linguistico.

Quasi, Quasi vado a prepararmi un calzone”, quindi fece per prendere la via delle scale che portavano alla cucina, la casa che aveva affittato per quei pochi mesi era in un quartiere abbastanza sicuro situata su due piani aveva un locale unico con cucina e salotto assieme, e poi saliva cono una scala a chiocciola , a destra il bagno e a sinistra una camera singola . Non era il castello di Biancaneve , ma andava bene lo stesso. -Tin!- , il forno a microonde aveva finito di cuocere l' involucro e c' iò che c' era dentro esso, quindi non restava che afferrarlo e mangiarlo ; “Un buon modo per combattere la noia! - il suo sguardo si spostò sul giornale ormai del giorno prima, spiccava un articolo in prima pagina del miliardario Bruce Wayne che ne aveva combinata un' altra delle sue- Beato te...- sospirò- almeno non hai niente di cui preoccuparti, devi solo spendere più che puoi e divertirti... un po' ti invidio”; si mise a ridacchiare “ Parlo da sola, per giunta con una foto di giornale... questa città fa diventare matti chiunque”.

Si apprestò a mangiare il calzone fumante ma qualcosa la trattenne, - Troppo calorico per me...almeno da sola- pensò – Avessi qualcuno con cui dividerlo..-. Nemmeno il tempo di finire la frese che /BOM, GLING ,GLANG, SHHHH,BOM/ un boato echeggiò fuori casa, proprio nel vicolo dietro, vicino ai cassonetti .

Che spavento, miseria!!! Cosa è successo?! “,niente e nessuno, in giro nn c' era un' anima che andasse a controllare; da un lato era comprensibile ormai erano quasi le quattro, ma possibile che la gente non avesse sentito nulla ?

Decise allora che era ora di darsi una mossa, così si alzò e si mise dei pantaloncini corti, per non scendere in strada in mutande, e si precipitò fuori. Al suo arrivo vide un disastro su tutti i fronti, una moto molto bella e dalle apparenze molto costosa, di quelle che in giro non se ne vedono si era schiantata nel mezzo di cinque cassonetti di latta pieni di immondizia; pochi metri più avanti c' era il conducente probabilmente svenuto, ma fu ad altro ad attirare l' attenzione della giovane, perchè la vittima aveva un insolita tendenza a vestirsi tutto di nero.

Non è possibile- sbottò portandosi le mani alla bocca piena di stupore e preoccupazione- è lui...” era il motivo principale dopo lo studio per cui si era trasferita in quella città così caotica e disordinata, voleva vedere ciò che era diventato un simbolo e una leggenda, in europa nessuno ci credeva eppure ecco la prova della sua esistenza, era davanti ai suoi occhi .

Ci vollero un paio di istanti per riprendersi, poi ripreso il controllo di se corse verso la persona stesa a terra e avvicinò le dita al naso “Respira ancora regolarmente- emise un sospiro di sollievo, successivamente cercò di vedere se riusciva a renderlo cosciente- ..come faccio...- si chiese in preda al panico- c' è nessuno? Ehilà? Puoi sentirmi? Ah!” Il braccio del' uomo in nero si alzò cercando di aggrapparsi a quello della ragazza bruna, che sussultò ed ebbe la tentazione di scappare; me che male poteva fargli se era ridotto così male?

L' uomo si guardava attorno come se volesse orientarsi ma gli girava troppo la testa e avvertiva un dolore lancinante al fianco; le uniche parole prima di svenire furono: “Dove diavolo mi trovo?!”, poi di nuovo buio. Cosa fare? Ormai era quasi l' alba e se lo avessero trovato, visto la recente reputazione e l' incidente accaduto proprio la notte stessa sarebbero finiti tutti e due in carcere di conseguenza doveva scegliere tra: uno scappare, 2 aiutare quello che ora era considerato un criminale.

Coraggio vediamo di far sparire tutto!” con uno sforzo enorme riuscì a trascinare l' uomo in nero in casa e a sdraiarlo sul divano letto, poi venne la parte più difficile; il mezzo di trasporto, la casuccia era piccolina ma aveva un garage affianco con lo spazio per una sola moto...quindi dovette mettere la sua parcheggiata davanti alla porta e posteggiare l' altra nel garage, il problema era: doveva farlo a mano oppure la moto funzionava ancora? “Vediamo cosa sai fare- disse tra sé mentre ci montava sopra- caspita!E' molto comoda la sella- quindi si apprestò a metterla in moto, ed ecco che si accese-.. bene ora ti prego n sparare, non impazzire e vedrai che andremo d' accordo, ci vogliono solo pochi metri – riniziò a pensare di essere pazza, parlava con una moto! E che moto!- “.

L' operazione andò a buon fine, la bruna riuscì a posteggiare il mezzo e a rientrare in casa, erano le quattro e un quarto, tutto taceva, quello che scosse la calma fu il lamento dell' ospite inatteso. La ragazza accorse subito e iniziò a parlarlgi in modo da tranquillizzarlo e capire cosa lo facesse stare così male: “Ciao, io sono Alice, Alice Torin, sei a casa mia e hai ancora la maschera addosso quindi non so che sei... per piacere smettila di agitarti o peggiori la situazione e vediamo di capire il tuo principale problema, dove di fa male? Non parlare indica solo “, ecco che la mano si spostò debolmente sul fianco sinistro ed emise un altro gemito, poi non curante delle parole della ragazza iniziò a parlare. “Devo avere una costola incrinata sulla destra.- prese un respiro profondo-... un proiettile mi ha colpito dive ti ho indicato devi aiutarmi a togliermi l' imbracatura....”, riprese fiato e contorse il viso dal dolore. La povera ragazza non sapeva che fare non si era mai trovata in una situazione del genere... e se poi sotto non avesse addosso altro che mutande?! Che situazione imbarazzante!

Scusa ?!– chiese quasi viola in volto ma fu subito interrotta- ,“non ti preoccupare ho una maglietta e d-d-ei pantal-oncini sotto....-respiro- stai tranquilla”. Allora gli tolse la muta pano piano, attenta a non fargli male, iniziando dagli stivaletti metà gamba e poi i guanti, i copri avambraccio; infine la parte più difficile: la muta in kedlar.

Fu un sollievo una volta finita, il paziente non si lamentava ma comunque si vedeva che non provava molto sollievo quando doveva muovere il busto. Alla fine la diagnosi iniziale era esatta; a parte per un piccolo e insignificante dettaglio; c' era una pallottola che era conficcata mezza fuori e mezza dentro; la maglietta era quasi tutta macchiata di sangue.

La bruna prese un respiro profondo e cercò di non farsi tanto impressionare, solo dopo un minuto circa riuscì a dire qualcosa: “hai una pallottola che forse riesco a tirare fuori ma mi sa che farà male... probabilmente oltre al tuo speciale giubbotto la costola ha impedito la lesione di organi interni..”; ora che riusciva a respirare meglio, ma non troppo quello che prima sembrava un mega fusto possente in realtà era solo un ragazzo sulla ventina forse più vecchio ma aveva sicuramente meno di venticinque anni. “La devi estrarre tu... non so come ma lo devi fare, poi ti prometto che sparirò dalla tua vista per sempre...”. Questo ad Alice non stava affatto bene ! Voleva assolutamente conoscere meglio l' alone di mistero che aleggiava su questo ragazzo e soprattutto sapeva benissimo che non poteva muoversi in quelle condizioni era troppo provato per potersi alzare e fare qualsiasi movimento. Dunque Alice prese delle pinze, le sterilizzò con il fuoco, un piattino del cotone sterile e tutto quello che aveva per disinfettare in casa, il bottino fu magro però per un primo soccorso poteva andare.

Allora... ehm vediamo....devi prima rilassarti- allora il respiro dell' interlocutore di fece più regolare e tranquillo-... allora adesso ci metterò pochi secondi... o miseriacca! Sono in piena crisi isterica.... rimpiango di non aver seguito fino in fondo le lezioni di pronto intervento al primo anno di medicina in europa...” le lacrime le salivano agli occhi, ma la mano del ragazzo le raggiunse una spalla :” qui ci sei solo tu, quindi per piacere non farti prendere dal panico anche perchè se mi trova la polizia, tu sei finita quanto me... allora tu fai io intanto parlerò, così almeno spero di renderti meno nervosa”.

Prese un respiro ed iniziò una conversazione sul corso di medicina che Alice aveva effettuato in Europa, ma non fino alla fine perchè poi si è iscritta a lingue ed è venuta a Gotham lasciandosi tutto alle spalle. “Complimenti sei una ragazza piena di risorse; ma non ti mancano gli amici?”, “un po'- rispose mentre con le pinze aveva preso il piccolo pezzetto di ferro e lo stava per tirare fuori – ma ci parlo tutti i giorni in chat “. Tre, due, uno e via! La pallottola fu estratta ma il poveretto non potè trattenere un urlo di dolore, che spaventò la povera ragazza la quale iniziò a scusarsi e delle lacrime rigarono il viso; “Grazie, -le sussurrò- dammi cinque minuti e poi tolgo il disturbo, a proposito; non mi sono presentato”.

La tua fama ti precede signor Batman”, sorrise divertita e poi aggiunse :“non sei in grado di muoverti in queste condizioni, ti ho estratto una pallottola, ebbene vorrei essere ricambiata con un po' di fiducia e vorrei che rimanessi qui per farti una dormita, adesso vorrei disinfettare il tutto, mettere del cicatrizzante e una fasciatura imbastita... vedrai che dopo starai meglio”, l' eroe ci pensò su e alla fine dopo le insistenze della ragazza accettò di buon grado avendo cura di chiedere della moto e di avvisare Alfred che sarebbe tornato il giorno dopo.

  
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