Era stata una sensazione strana. Si era presentata a casa sua, suonando semplicemente al campanello. Aveva aperto, normalmente, trovandosi di fronte una ragazza abbastanza alta, un poco più di lei, i capelli rossi che cadevano fino alle spalle e trattenuti da una coda; gli occhi dello stesso colore del cielo di inverno, quando fa freddo, quando l'aria ti taglia in due l'anima. Indossava un cappottino nero, elegante, le stava benissimo, poi vide sotto lo spuntare del bordo di una gonna a quadretti di colore nera e rosa chiaro, i pantacollant seguire la linea delicata delle gambe e un paio di ballerine nere e bianche ai piedi; attorno al collo una lunga sciarpa dello stesso rosa della gonna, un trucco velato sugli occhi e sulle labbra. La fissava, da sotto quella frangetta quasi familiare.

"Scusi, chi è lei?" aveva domandato gentilmente Ichigo. Non si aspettava visite alle tre del pomeriggio nel suo unico giorno libero, soprattutto se in quel giorno libero doveva uscire con Aoyama.

"Come chi sono io, Ichigo..." aveva sussurrato l'altra, quasi con sorpresa.

La ex mew mew la fissò di nuovo, ma non le ricordava davvero nessuno. Nemmeno la voce, delicata e fievole, le ricordava qualcuno, anzi, le era del tutto sconosciuta.

"Mi dispiace, ma proprio non so chi sei. O almeno, non me lo ricordo".

Poi il suo sguardo puntò la valigia che la ragazza aveva ai piedi. Poi notò anche che la ragazza aveva una borsa di medie dimensioni a tracolla.

La risposta arrivò con la stessa freddezza con cui gli occhi della ragazza l'avevano trapassata. Arrivò con la stessa tonalità che sembrava equilibrare lo stato di quella persona apparentemente così quieta, così misteriosa, così strana. Arrivò con troppa semplicità, con troppa facilità.

"Io sono tua sorella".