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Autore: LaurenStory_    28/08/2014    0 recensioni
Ricordo le sue ultime parole...
lui < Promettimi che non mi dimenticherai mai >
io < Mai, sarai sempre nel mio cuore >
e poi il silenzio...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1


 

La storia che sto per raccontarvi non è una racconto inventato, è la mia vita, quindi vi prego soltanto di sedervi comodamente su una poltrona e prestare attenzione a quello che sto per dirvi.

Innanzitutto mi presento, io sono Lauren, ho sedici anni e vivo in Massachusetts con la mia famiglia, essa è formata da quattro componenti: io, mia madre (Cindy), mio padre (Patrick) e infine mio fratello (James) che soffre di una malattia in curabile da tre anni, bè quando hanno diagnosticato questo grosso tumore situato al centro dei suoi polmoni, ci avevano comunicato che non avrebbe superato i diciotto anni, ma non è stato così perché mio fratello ha diciannove anni ed è ancora qui, probabilmente quelli sciocchi dei dottori hanno sbagliato a fare le loro stupide analisi, bè si può sbagliare, siamo esseri umani in fondo, no?

Ecco, alcuni di voi già si staranno facendo un giudizio sbagliato su di me, sicuramente starete pensando che non me ne frega niente di mio fratello, bè non è così, io voglio bene a mio fratello e solo che ormai non riesco più a provare nessun sentimento, nessuna emozione, perché? Perché mi trovo immobile in un letto e in un lungo sonno da circa due anni… si sono in COMA, tutto iniziò tre anni fà quando mio fratello scoprì di avere un tumore ai polmoni, io entrai in una profonda depressione, avevo smesso di mangiare, mi stavo riducendo in vero è proprio scheletro, la mia pelle era diventata come una pellicola si riuscivano a contare tutte le ossa che ho in corpo e poi… ecco arrivato il coma (chiamato da me “il lungo sonno”) e da quel momento sono rimasta ferma su questo letto, infatti è da qui che vi sto raccontando la mia vita… forse qualcuno di voi (chi ha un cuore) starà pensando di non continuare più ad ascoltare questa storia e vi capisco, ma io vi invito a farvi forza, a resistere nel continuare ad ascoltare queste mie parole (lo troverete interessante, credo)… bè riprendiamo, entrata in coma tutto diventò più facile, più semplice, la mia vita era più leggera, la mia mente con meno pensieri, avete capito TUTTO ERA PIÙ SEMPLICE. Durante questo “sonno” vedevo molta gente entrare e uscire dalla mia stanza, non erano amici o parenti, erano soltanto i dottori che facevo i loro controlli abituali, avevo una compagna di stanza una volta, Michele, anche lei era in coma, ma la differenza e che lei si è svegliata e io no… adesso ho un altro compagno di stanza (si è un ragazzo, in teoria non dovrebbero stare nel reparto delle ragazze, ma siccome l’ospedale in cui mi trovo non ha più posti, hanno dovuto trovare delle soluzioni) lui si chiama Dylan, ha la mia stessa età e anche lui condivide la mia stessa avventura (il coma), a volte io e lui comunichiamo nel nostro “lungo sonno”, parliamo di lati negativi e positivi del coma e del come sia bello non dover andare più a scuola (perché non possiamo), ma soprattutto ci soffermiamo in uno dei lati negativi, quando arriva il momento che ti “uccidono”, questo avviene quando stacchi le macchine attaccate al paziente in coma, io sono fortunata, perché tempo fa avevano comunicato a miei genitori che forse era arrivato il momento di dirmi addio, ma per non só quale miracolo decisero di non farlo più, ed eccomi ancora qui, a poltrire su questo letto, almeno c’è Dylan che mi fa compagnia (fin quando non se ne andrà anche lui, come ha fatto Michele).

Sono le 5,30 del mattino quando entra il primo dottore per controllare me e Dylan, ha una piccola cartella sotto il braccio, che utilizza molto probabilmente per registrare alcuni dati dei pazienti, appena finito il suo abituale controllo il dottore si dirige verso il corridoio. Prima che la porta si chiudeva è entrata una ragazza, una bella ragazza, bionda e occhi verdi, si avvicina a Dylan gli porge una bacio sulla fronte e gli sussurra qualcosa all’orecchio destro e dopo un paio di minuti esce dalla stanza, ma prima di uscire si sofferma sulla soglia della porta, mi porge uno sguardo (come se mi volesse dire “prenditi cura tu di lui) e poi esce, chiudendo la porta dietro di sé. Non avevo mai visto quella donna, forse era la sua ragazza chi lo sa, in fondo è un bel ragazzo e un bel ragazzo ha a sua volta una ragazza bella, va bè non trastulliamoci in queste sciocchezze, tra poco è l’orario delle visite e sarò nuovamente da sola, perché i miei saranno sicuramente occupati a fare qualcosa di più importante di me, infatti in questi casi mi rifugio nel mio mondo, il mondo che mi sono creata pieno di tante luci colorate e di fiori, i girasoli di un arancione forte, un arancione aggressivo, pieno di carattere e di vita, come lo sono io, perché amo la vita e soprattutto voglio tornare a vivere. Quando ero “viva” mi piaceva tanto una canzone, se non ricordo male il suo titolo è all of the stars di Ed Sheeran, un ottimo cantante, ma che dico un fantastico cantante, se mai mi sveglierò da questo coma vorrei tanto incontrarlo, perché vorrei ringraziarlo di aver condiviso la sua musica e le sue emozioni con essa. Ed ecco che suona la campana delle visite, iniziano, entra una donna nella stanza, la madre di Dylan, si avvicina a lui gli dà un bacio sulla guancia e lo saluta chiedendogli come sta oggi, dopo aver guardato suo figlio accarezzando i capelli volge uno sguardo a me, uno sguardo di dolcezza, guarda un’ultima volta il figlio e si avvicina a me:

volevo tanto rispondere ma non potevo, percepito la sua tristezza, invidio questo amore materno, un po’ mi manca, ma con mia madre sempre occupata non potevo aspettarmi tanto, ma basta con questa tristezza tanto non porta a nulla quindi… Dopo un paio di minuti la donna è uscita dalla stanza senza fare rumore, come sé non volesse disturbare il figlio.

 

Era l’alba, sentivo un leggero rumore, non capivo da dove proveniva, ed eccolo era Dylan si stava muovendo, cosa? Si stà svegliando ed è da solo, è brutto quando un persona si sveglia da solo, ma non è questo a preoccuparmi, è l’idea di rimanere nuovamente da sola. Si sta alzando lentamente quando si gira e mi guarda
< eii ciao Lauren, come stai? >.













ANGOLO AUTORE:
spero che sia di vostro gusto..
Quindi aspetto le vostre recenzioni..
   
 
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