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Autore: Sherryna    28/08/2014    1 recensioni
Leader Begins è una raccolta di fanfiction più o meno creepy/violente/misteriose su come tutti i capipalestra esistenti sono diventati quel che sono: intrighi, omicidi, eventi soprannaturali nel mondo dei Pokèmon hanno fatto sì che persone elette e non diventassero reggenti di palestra, venite a scoprire i loro misteri!
Genere: Avventura, Guerra, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Anime, Manga
Capitoli:
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anni fa la città di Zafferanopoli ospitava una famiglia speciale: Una madre amorevole, un padre forte e coraggioso e una piccola bambina dai lunghi capelli corvini.
Penserete: cosa c'è di speciale? Bhe di speciale c'era che il padre aveva il potere di teletrasportarsi e di spostare gli oggetti col pensiero.

La piccola bambina di nome Sabrina era affascinata dai poteri del padre; egli li usava per fare del bene anche se purtroppo lo sforzo mentale lo faceva soffrire si enormi emicranie. 
Sabrina era una bambina dolce sempre sorridente, col suo vestitino bianco aiutava sempre tutti e donava il sorriso alla città, ma un giorno durante la colazione accadde qualcosa che cambiò la sua vita.

-Cucciola io dovrò andare in ospedale, le mie emicranie mi stanno facendo impazzire! Tu dovrai rimanere con la mamma-
-NO non voglio!! voglio venire con te papà!-
-non fare la capricciosa Sabrina, devi rimanere quì-
-NOO!!- 


La dolce bambina un po' carpicciosa iniziò a piangere e strillare copiosamente, era arrabbiata e con ira fissò il cucchiaio che stringeva in mano; i genitori osservarono la scena con sufficienza ma in un attimo il cucchiaio in mano di Sabrina si piegò di quasi 180 gradi e i genitori rimasero allibiti.


La bambina aveva ereditato i poteri del padre. Sabrina non si era neanche accorta del cucchiaio e continuava a piangere: tempestivamente il padre la prese in braccio e con qualche amorevole coccola la fece calmare.

- Va bene piccola mia, verrai con me e aiuterai il papà a fare gli esami, ma tu promettimi di rimanere tranquilla-
- Ok papà, ora però sono tanto stanca zzz..zzz.-
La piccola si era addormentata probabilmente a causa dello sforzo.


Sabrina, col suo suo piccolo Abra accompagnò suo padre all'ospedale di Celestopoli per sottoporsi alle analisi; Il padre convinse la piccola a sottoporsi agli stessi esami del padre con la scusa di accompagnarlo e che aveva paura di farli da solo, ma in realtà il giovane uomo aveva un pessimo presentimento.


Dopo i vari esami Il dottore si avvicinò al padre della bambina:
-Arold, tua figlia non è come te, è molto più potente e instabile-
-Ma com'è possibile?-
-Non lo so, ma è così, possiamo solo sperare che rimanga innocente come adesso-.



-Papà ma stai bene? Ti vedo pallido...-
- Sì tranquilla piccola-


I due camminavano per giungere a Lavandonia, una piccola tappa per far visita ai genitori difunti del padre. 
La bambina rimase impressionata dall'imponenza della torre Pokémon, era il più grande edificio che avesse mai visto, persino più grande del centro commerciale di azzurropoli o della Silph SpA di Zafferanopoli: era un ambiente austero, le persone stavano in silenzio a pregare sulle tombe dei propri defunti, arrivati al secondo piano trovarono le tombe dei nonni: 

-Questi sono i nonni?-
-Sì piccola-
- ..e come sono morti?-


il viso del padre si fece triste, un lampo d'odio si intravide nei suoi occhi :

- Sono stati uccisi, ma li ho vendicati, adesso noi portiamo il peso della vendetta-
-Cosa significa papà?-

accarezzando la testa della bambina e guardandola teneramente le disse: - Piccola te lo spiegherò quando sarai più grande- 


Rimasero pochi minuti a pregare e poi uscirono dalla torre; nonostante il breve periodo rimasti nell'immenso cimitero torreggiante, il cielo era diventato scuro e una tempesta era in arrivo. Di corsa s'incamminarono verso Zafferanopoli, ma di colpo, un fulmine squarciò il cielo e una figura incappucciata si frappose tra i due e la città.


-CHI SEI?? FACCI PASSARE!-
-Come Arold..non ti ricordi di me? Sono la figlia della donna che uccidesti anni fa, sono venuta per vendicarla-
-Tu non sai come stanno le cose, tua madre era una strega posseduta dagli spettri, ha ucciso i miei genitori e ha maledetto me e la mia famiglia... MIA FIGLIA DOVRà SOPPORTARE UN PESO ENORME A CAUSA SUA-

Sabrina non capiva e infatti tirando la giacca del padre esprimeva la sua paura. 


La donna sfoderò una pokéball dal quale uscì un tremendo Haunter, Arold estrasse la sua pokéball con dentro Kadabra.

Sotto la piogga i due adulti iniziarono una tremenda battaglia all'ultimo sangue, i Pokémon lottavano strenuamente e Haunter stava vincendo, Sabrina si accorse della difficoltà del padre ma in un attimo di distrazione, Haunter puntò la bambina, Arold per proteggere la figlia la buttò a terra ma venne colpito da una possente palla ombra.

Il padre cadde a terra esanime e Sabrina ripresasi dalla caduta andò a soccorrerlo. Il povero uomo aveva un buco nel ventre e i bordi anneriti della ferita si estendevano a vista d'occhio, dalla bocca usciva sangue e tutto il corpo tremava senza sosta 

-PAPA'!!! VA TUTTO BENE??-
- Perdonami Sabrina, io ora mi libererò dal fardello che porto da una vita, ma tu nonostante la sofferenza che proverai, non cercare mai vendetta, sii coraggiosa e aiuta le persone...sono fiero di te-

Dettò questo Arold esalò il suo ultimo respirò, Sabrina urlava disperata mentre la donna le si avvicinava, la prese per un braccio e la guardò negli occhi.

- Ah quindi è vero, sei proprio come tuo padre, una vigliacca e un'assassina, ma non ti preoccupare, metterò fine io alle tue sofferenze-
La donna sogghignò malignamente e ordinò a Haunter di uccidere la bambina.


Sabrina irosa guardò Haunter, i suoi occhi divennero bianchi e luminosi e una voce risuonò nella testa di Haunter, una voce così delicata ma al contempo così autoritaria. -UCCIDI LA DONNA-

Haunter comandato dalla mente di Sabrina si rivolse alla propria allenatrice e prese la mira, Sabrina guardava soddisfatta mentre Haunter caricava una potente palla ombra. La donna in preda al panico urlava ad Haunter di smetterla e lo supplicava di tornare nella pokéball, ma gli occhi di haunter erano come quelli di sabrina ed esso non sentiva altro che gli ordini telepatici della bimba.

Haunter scagliò la palla ombra ma Sabrina di colpo rientrò in se e per evitare la morte della donna deviò la mossa con la telecinesi; la palla di energia oscura colpì il terreno e creò un'immensa esplosione a catena.

Quando la polvere si posò Sabrina era a terra stordita:vide la figura nera della donna scappare ferita e poi svenne.

Sabrina si risvegliò in un letto dell'ospedale di azzurropoli con affianco la madre visibilmente stanca per le ore di veglia.

-M-mamma..-
Subito la donna si ridestò e prendendo la mano della bimba pianse lacrime di gioia:

- Non so cosa avrei fatto se avessi perso anche te-
-Papà?-
-Papà è morto piccola mia-
-è colpa mia dovevo proteggerlo-
-no piccola, tu sei solo una bambina, tuo padre è morto proteggendoti in uno scontro, non è colpa tua.- 


Da quel giorno qualcosa in sabrina cambiò, nella sua testa la sua dolcezza e ingenuità erano costate la vita a suo padre, così costruì una bambola tale e quale a com'era prima e lei iniziò una lenta trasformazione.
Divenne una ragazzina timida ma molto determinata: passava molte ore al giorno ad allenare il suo Kadabra e ad allenare le sue abilità psichiche: aveva ormai imparato a comunicare telepaticamente con umani e Pokémon e padroneggiava perfettamente la telecinesi.

Si allenava contro la palestra Lotta di quella città e già da ragazzina la sconfiggeva quasi quotidianamente.
L'animo buono della bambina di un tempo era ancora dentro la ragazza ambiziosa, infatti portava sempre con se la bambola che costruì all'epoca della morte di suo padre.

Appena ebbe 18 anni si presentò alla commissione della lega Pokémon per spodestare la palestra di lotta e fondare una palestra psico: a loro malgrado gli allenatori eccelsi facenti parte della commissione dovettero ammettere che se una ragazzina poteva così facilmente battere una palestra riconosciuta dalla lega Pokémon significava che la suddetta palestra aveva davvero degli standard molto bassi.

Così la commissione decise di degradare la palestra lotta a dojo e Sabrina ottene la concessione di fondare la palestra dei suoi sogni.

Dopo mesi di costruzione arrivò la settimana dell'inaugurazione: la palestra sarebbe stata aperta al pubblico in sette giorni.

Tutti erano orgogliosi di Sabrina; quella tenera bambina che illuminava la giornata dei compaesani era diventata grande e potente ma aveva conservato l'animo buono.
Quel giorno i preparativi della festa per l'apertura della palestra erano iniziati, tutti si davano da fare ma di colpo il cielo si oscurò e iniziò a soffiare un vento gelido.

Decine di pokemon spettro in un secondo invasero la città ormai caduta nell'oscurità. La gente per strada urlava mentre i Pokémon spettro attaccavano senza apparente motivo.

Sentito il trambusto Sabrina uscì dalla palestra e osservò con orrore la scena. Alzando le mani al cielo con la forza della mente iniziò a concentrarsi per placare la furia degli spettri ma mentre ciò avveniva dall'alto si sentì una voce di donna:
-Sabrina! Sono venuta per avere la mia vendetta-

Sabrina aprì gli occhi di colpo, il suo cuore aveva iniziato a battere forte e il suo corpo a sudare freddo: aveva già sentito quella voce, quella notte, la notte in cui suo padre era morto. La ragazza
 voltò verso la voce e vide levitare una donna scheletrica avvolta in un manto nero, il volto era per metà coperto e dal mantello si scorgevano il piede e la mano destra.

-IO NON TI HO FATTO NULLA, TU HAI UCCISO MIO PADRE!! -
-AH tu non avresti fatto nulla eh! Guardami ora-

la donna con un gesto d'ira funesta si tolse il mantello e mostrò il proprio corpo: la pella era ingrigita come se fosse marcia, il corpo asciutto e scheletrico era privo del braccio sinistro e della gamba sinistra, la parte sinistra del volto era come sciolta. I suoi occhi erano rosso sangue.

-Quell'esplosione mi avrebbe uccisa, ho perso un braccio e una gamba, metà del mio viso sì è disintegrata e il mio stesso sangue mi avrebbe soffocato se non avessi fatto un patto-
-Un patto?-
- Sì sciocca ragazzina, in cambio della distruzione di Kanto, un Pokémon sconosciuto di nome Giratina mi ha restituito la vita. Tu hai condannato me a questa forma ripugnante, io ora ho deciso di iniziare la distruzione di Kanto proprio dalla tua sporca città!.-


Con un gesto della mano fece volare Sabrina contro il muro e inviò ai Pokémon spettro l'ordine di distruggere tutto: piante, Pokémon, umani ed edifici.

Sabrina vedendo la ferocia con cui i Pokémon distruggevano sentì un grande peso al cuore. Con l'ultima idea disperata che le venne lanciò la sua sfida:

-ASCOLTAMI TU! Voglio proporti una sfida! Una sfida un Pokémon vs un Pokémon, se vincerò io rescinderai il tuo patto e te ne andrai nell'altro mondo dove dovresti essere. Se vincerai tu...distruggerò io stessa Zafferanopoli e poi potrai fare di me ciò che vuoi.-


la popolazione era allibita ma sapeva che era un tentativo disperato: -è allettante la tua proposta ragazza, massì, ACCETTO.-

Detto questo guardò nel vuoto e i Pokémon spettro si fermarono, al posto della palestra di Sabrina, la donna fece sorgere all'istante un orribile campo di battaglia.

l suolo nero grondava malignità pura: al lato nord si posizionò Sabrina e al lato sud la donna: Sabrina mandò in campo il suo potente Alakazam cui nessuno fino ad ora era mai riuscito a tenere testa. La donna con un ghigno malefico estrasse una pokéball nera come la notte da cui uscì un putrido Gengar. La lotta incominciò e Sabrina velocemente con la forza del pensiero ordinò ad Alakazam di piazzare barriera e schermoluce per proteggersi meglio.

-Pensi davvero che quelle barrierucce possano contrastare il mio Gengar??, Gengar usa neropulsar!-
-Alakazam schiva!- ma l'estensione di quel neropulsar era incredibile, Alakazam non riuscì a schivare e venne colpito al ventre. Ansimando e tenendosi la ferita Alakazam guardò Sabrina: -non ti preoccupare amico, usa ripresa-
Alakazam concentrandosi diminuì l'estensione della sua ferita, ma la sua energia non bastava per rimarginarla. Velocemente creò una palla ombra tra le mani, Gengar ridendo ne formò una a sua volta.


Le due donne si guardarono e fecero scagliare ai rispettivi Pokémon la possente mossa. Le due pallaombra sfrecciarono nell'aria e si scontrarono. I due Pokémon con la forza della mente si concentrarono per poter sopraffare la mossa nemica.

Le pallaombra si deformavano e spingevano l'un l'altra cercando distruggersi a vicenda e così avvenne; un'enorme esplosione scagliò entrambi i Pokémon e le allenatrici lontano.

Pochi secondi dopo i Pokémon si rialzarono, le allenatrici erano a terra entrambe ma Sabrina ebbe la forza per mandare psichicamente l'ultimo comando. 


La lotta tra Alakazam e Gengar era estenuante, i due Pokémon coperti di sangue erano allo strenuo delle forze e il Pokémon spettro avrebbe avuto la meglio se Alakazam non fosse saltato sul volto di Gengar ancora in attesa degli ordini:
Raggruppato ogni molecola di quel minuscolo fascio di energia residua, Alakazam sferrò un possente psicoraggio in piena faccia a Gengar.
Il Pokémon spettro colpito alla sprovvista non riuscì a difendersi ed esplose, i suoi pezzi imbrattarono il campo di battaglia. Sabrina aveva vinto.


La ragazza vide la donna strabuzzare gli occhi, il cielo si fece ancora più nero, dall'alto un ruggito squarciò l'aria:

-FALLITA!!!-

il corpo della donna si fece nero e il suo sangue marcio iniziò a sgorgare dalla bocca e dagli occhi finchè si sciolse interamente e il succo nero della sua anima venne riassorbito dalle viscere della terra. Ora Sabrina poteva controllare tranquillamente i Pokémon spettro; fece loro ricostruire ciò che potevano e poi lì lascio tornare tranquilli alla torre Pokémon.

A zafferanopoli ricominciarono la costruzione della palestra, ma Sabrina da quel momento non provò più lo stesso piacere nel lottare, quella tremenda lotta le aveva fatto vedere la crudeltà umana. La palestra psico ora è lì a Zafferanopoli che ti attende, non sentirai la capopalestra parlare; Quella ragazza con la bambola in mano non parla ai Pokémon ma preparati a lottare duramente per conquistare la sua medaglia.

  
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