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Autore: Hozuki Suigetsu    28/08/2014    5 recensioni
“Sei pronto Hic?” il ragazzo fece un respiro ancora più grande di quello di prima
“Come non mai” disse per poi sorridere ampiamente ed avviarsi verso l’entrata insieme a suo padre. Appena varcarono la soglia tutti si girarono a guardare i due vichinghi. Hic avrebbe voluto morire in quell'istante, era troppo imbarazzato, stava diventando rossissimo e sentì comunque, in mezzo al leggero chiasso della folla la risatina di Jack.
Avrebbe voluto guardare la chiesa, salutare gli invitati, ma aveva occhi solo per lui, per il suo amato spirito. Non guardava nient’altro. I suoi occhi verde muschio incontrarono gli occhi azzurro ghiaccio del Guardiano e non si separarono più. Appena arrivati all’altare Stoick si diresse accanto a Scaracchio ed osservò in silenzio. I due sposi non smettevano di guardarsi, ognuno era perso negli occhi dell’altro, e se fossero stati soli non avrebbero esitato a saltarsi addosso l’un l’altro. Si amavano così immensamente
“Tutto bene cucciolo?” chiese sussurrando Jack al suo compagno
“Certo, anche se mi vergogno un po’”rispose l’altro imbarazzato. Jack ridacchiò
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: I Cinque Guardiani, Jack Frost, Nuovo personaggio, Pitch, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Quello era un giorno speciale per il vichingo.
Era davanti alla chiesa, addobbata con fiori di ghiaccio puro, fiori di ogni colore e dimensione e nastri di sabbia dorata. La chiesa all’interno risplendeva di un color verde acqua luccicante, erano centinaia e centinaia di piccole fatine che riempivano la stanza con il rumore delle loro piccole e veloci ali e i loro squittii.
C’erano due file di panche nella piccola chiesa. Sulla fila di sinistra c’erano diversi uomini e donne, abbastanza grossi e vestiti eleganti. Si vedeva dalla loro espressione che non erano abituati a quel tipo di abbigliamento. Nelle prime file c’erano dei ragazzi, vestiti anche loro elegantemente: un ragazzo paffuto, con un fazzoletto in mano, stava piangendo e si soffiava spesso e rumorosamente il naso. Due gemelli accanto a lui cercavano di zittirlo, un maschio ed una femmina, dai capelli lunghi e biondi
“Gambe di pesce la vuoi piantare? Fai quasi più chiasso tu di tutte queste accidenti di fate!” esclamò il ragazzo di nome Testa di Tufo
“Stavolta do ragione a mio fratello, chiudi il becco!” replicò la ragazza di nome Testa Bruta
“N-non ce la f-faccio” disse Gambe di pesce tra i singhiozzi “è p-più forte di m-me scusate! S-sono troppo f-felice p-per loro!” esplose di nuovo in lacrime
“La volete piantare voi!” quasi urlò una ragazza seduta sulla panca davanti a loro. Aveva i capelli biondi, lunghi, lasciati liberi su di una spalla. Era vestita elegantemente di rosso e nero e fissava un ragazzo poco distante da se
“Astrid ha ragione!” ribatté il ragazzo affianco ad Astrid. Un ragazzo muscoloso dai capelli corvini e in disordine
“Grazie Moccicoso” disse semplicemente Astrid
“Avanti ragazzi, non litigate anche qui” intervenne un uomo affianco ad Astrid e Moccicoso. Scaracchio era in piedi, non entrava nella panca da quanto era grosso. Stranamente anche lui era vestito di tutto punto e sulla mano amputata portava una mano di ferro, in un guanto bianco
Nell’altra fila, sulla panca più in fondo, c’era un uomo completamente vestito di nero, aveva la pelle grigiastra e gli occhi gialli puntati su di un ragazzo dai capelli bianchi.  Se ne stava in silenzio, da solo sull’ultima panca. I vichinghi non lo guardavano, stranamente erano spaventati da quell’uomo. Diverse panche più in la c’erano due spiriti. Una donna vestita di verde, lunghi capelli neri che toccavano quasi terra e due lunghi ciuffi, come i capelli, davanti al suo dolce e splendido volto. Sorrideva felice insieme alla sua amica affianco a lei. Una fata, dai mille colori, simile ad un colibrì. Aveva due grandi ali rosa trasparenti che a differenza delle ali delle piccole fatine volanti stavano ferme e riposate come non lo erano da molto tempo, dato che la fata era sempre in movimento. Le due donne chiacchieravano allegre
“Non avrei mai immaginato che questo giorno sarebbe arrivato Emily” disse Dentolina
“Neanche io me lo aspettavo, e non ringrazierò mai abbastanza Jack per avermi invitato” disse Emily, conosciuta meglio come Madre Natura
Sulla panca dinnanzi a loro, c’erano due strani tizi. Un coniglio alto all’incirca un metro e ottantacinque, dal pelame bluastro e bianco, con qualche macchia simile ad un tatuaggio sulle zampe. Giocherellava con un boomerang per ingannare l’attesa. Seduto vicino a Calmoniglio c’era un piccolo ometto giallo, fatto di sabbia d’oro. Indossava uno smoking d’oro fatto di sabbia dorata. Stava osservando il coniglio giocherellare col boomerang e comunicava con le due donne dietro di lui per ingannare l’attesa anch’esso
E poi c’erano due figure, in piedi, che erano sugli occhi di tutti. Un uomo molto grosso, vestito con uno strano smoking rosso. Aveva una lunga barba bianca, come erano bianchi i pochi capelli che aveva in testa. Stava sfogliando un libro, grosso e rosso, come se stesse ansiosamente cercando qualcosa. Ma colui che attirava di più l’attenzione era un ragazzo
Aveva i capelli bianchi, scompigliati, gli occhi azzurro ghiaccio e un sorriso bianco neve. Strano ma vero, indossava uno smoking azzurro. Lui odiava quel genere di indumenti, preferiva la sua adorata felpa. Anche sullo smoking si erano creati ghirigori di ghiaccio, rendendo ancora più spettacolare quell’abito. Attendeva pazientemente, appoggiato al suo bastone uncinato, il suo compagno.
Il suo compagno era fuori dalla chiesa, insieme a suo padre Stoick. Fuori c’erano decine e decine di draghi, tra cui il suo caro amico Sdentato che non lo abbandonava mai. Hiccup era in ansia, faticava quasi a respirare, ma suo padre riuscì a calmarlo
“Hic, non devi essere agitato, non devi mica andare in guerra. Anzi, questo sarà uno dei giorni più belli della tua vita” gli sorrise il padre
“D’accordo” fece un gran bel respiro “ti ringrazio papà…” disse Hic quasi sul punto di piangere
“E di cosa?”
“Beh, di esserci, sempre… ti voglio un mondo di bene”
“Sono tuo padre. Io ci sarò SEMPRE” disse per poi abbracciare il figlio
“SI COMINCIA!” tuonò North da dentro la chiesa. Il rumore delle fatine cessò improvvisamente
“Sei pronto Hic?” il ragazzo fece un respiro ancora più grande di quello di prima
“Come non mai” disse per poi sorridere ampiamente ed avviarsi verso l’entrata insieme a suo padre. Appena varcarono la soglia tutti si girarono a guardare i due vichinghi. Hic avrebbe voluto morire in quell’istante, era troppo imbarazzato, stava diventando rossissimo e sentì comunque, in mezzo al leggero chiasso della folla la risatina di Jack.
Avrebbe voluto guardare la chiesa, salutare gli invitati, ma aveva occhi solo per lui, per il suo amato spirito. Non guardava nient’altro. I suoi occhi verde muschio incontrarono gli occhi azzurro ghiaccio del Guardiano e non si separarono più. Appena arrivati all’altare Stoick si diresse accanto a Scaracchio ed osservò in silenzio. I due sposi non smettevano di guardarsi, ognuno era perso negli occhi dell’altro, e se fossero stati soli non avrebbero esitato a saltarsi addosso l’un l’altro. Si amavano così immensamente
“Tutto bene cucciolo?” chiese sussurrando Jack al suo compagno
“Certo, anche se mi vergogno un po’”rispose l’altro imbarazzato. Jack ridacchiò
“Bene, siamo qui riuniti oggi per celebrare questa unione” cominciò North “passerò subito al dunque, non perdiamo tempo” disse facendo ridere i presenti “scommetto che piccioncini non vedono ora di rimanere soli” continuò facendo ridere ancor più gli invitati, tranne Jack e Hiccup che lo fulminarono con lo sguardo. North ricominciò a parlare, ma i due non lo ascoltarono neanche, erano troppo presi l’un l’altro per seguirlo. Ma dopo diversi minuti dovettero tornare alla realtà e recitare le giuste frasi. Iniziò Jack
“Io Jackson Overland Frost, accolgo te Hiccup Horrendus Haddock III, come mio sposo, con la grazia di Manny prometto di esserti fedele sempre: nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita eterna”
“Io Hiccup Horrendus Haddock III, accolgo te Jackson Overlan Frost, come mio sposo, con la grazia di Odino prometto di esserti fedele sempre: nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”
I due si guardarono sorridenti ed emozionati. Hiccup avrebbe voluto scoppiare a piangere, mentre Jack era un po’ più forte, ed avrebbe voluto baciarlo. A quel punto entrò Sdentato in chiesa, in bocca aveva un piccolo cuscinetto con due fedi d’oro. Su una c’era scritto Jack, e la prese Hiccup, e sull’altra c’era scritto Hiccup e la prese Jack
“Hiccup Horrendus Haddock III ricevi quest'anello segno del mio amore e della mia fedeltà” e lo spirito mise l’anello al vichingo
“Jackson Overland Frost ricevi quest'anello segno del mio amore e della mia fedeltà” e il vichingo mise l’anello allo spirito
Dentolina e Emily stavano per piangere, così come Astrid e Gambe di pesce. Stoick e Scaracchio avevano gli occhi lucidi, e persino Calmoniglio era commosso. Pitch stava osservando tranquillo, nessuna emozione solcava il suo viso
North li guardò sorridendo e poi recitò:
“Vuoi tu Jackson Overland Frost, prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Hiccup Horrendus Haddock III, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e povertà finché morte non vi separi?”
“Altroché se lo voglio” disse sorridendo Jack facendo ridere i presenti
“E vuoi tu Hiccup Horrendus Haddock III, prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Jackson Overland Frost, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e povertà finché morte non vi separi?” continuò North
“Lo voglio più di ogni altra cosa” disse guardando un po’ Jack e un po’ North
“Beh allora che dire, con il potere conferitomi da uomo nella Luna Manny, io vi dichiaro marito… e marito” disse ridacchiando “potete saltarvi addosso ora piccioncini”
Le labbra di Jack e Hiccup percorsero le distanze più velocemente di un fulmine che cade e si unirono. I due si baciarono dolcemente e appassionatamente. Nella chiesa esplosero applausi, fischi, urla e diversi ruggiti vennero da fuori.
Uscirono fuori insieme, tenendosi per mano e vennero ricoperti di riso. I draghi lanciarono palle di fuoco nel cielo che esplosero creando uno spettacolo unico. Ci furono flash abbaglianti delle macchinette fotografiche e chiasso a non finire. I due sposi si diressero verso Sdentato, che li aspettava per partire in volo verso un posto tranquillo, per poter celebrare la loro luna di miele in tranquillità e soprattutto per poter stare insieme senza quel chiasso o senza la folla che li guardava. Corsero verso il drago salendo in groppa in fretta
“Grazie a tutti voi. Ci rivediamo domani!” urlarono insieme per poi partire decollando veloci
“Jack” disse Hiccup dopo qualche secondo da quando furono partiti
“Dimmi”
“Ti amo…” disse per poi baciarlo con passione. L’altro ricambiò con piacere per poi staccarsi
“Anche io… per sempre!”
  
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