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Autore: manies    29/08/2014    2 recensioni
Non poteva permettere che la sua morte divenisse parte integrante della sua
vita, perché, nel momento in cui la sua mente avrebbe elaborato sul serio il fatto che la sua migliore amica fosse oramai passata a miglior vita, Lydia Martin si sarebbe definitivamente spezzata.
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Allison Argent, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Premessa dell'autrice: La fanfiction è completamente AU rispetto alla stagione che sta andando in onda, ed è ispirata al modo in cui io stesso ruolo la mia Lydia Martin su facebook (Lydia Desirée Martin — if you want). Vi prego, dunque, di non commentare con cose del tipo "non è canon" o insulti vari verso le coppie che vi saranno. Grazie!

 


Il tocco di un fantasma.
PROLOGO

 
Lydia riusciva a sentirla — in un modo che non si sarebbe mai potuta spiegare, in un modo che le metteva i brividi e che di certo non faceva parte dell’essere una Banshee, ma riusciva a sentirla. E’ per questo che se ne stava chiusa in quella stanza insonorizzata della sua casa sul lago, le lacrime salmastre che le cadevano dagli occhi per andare, poi, ad infrangersi sul pavimento dove, per fortuna, era stato rimosso il tappeto bianco. ‹ ‹ Allison? › › domandava, nel freddo vuoto che la circondava, quando la voce non le si spezzava. La verità è che Lydia sentiva quasi il bisogno fisico di parlare con Allison, anche solo per un secondo, perché era sicura che avrebbe capito come si sentiva — così come, e lei lo sapeva bene, le avrebbe detto di non continuare a piangere per lei. Perché Allison era fatta così. E quanto faceva male, poi, parlare di lei al passato? Era come se, con questo, la sua morte divenisse sempre un po’ più reale — e la ragazza dai capelli biondo fragola non voleva. Non poteva permettere che la sua morte divenisse parte integrante della sua vita, perché, nel momento in cui la sua mente avrebbe elaborato sul serio il fatto che la sua migliore amica fosse oramai passata a miglior vita, Lydia Martin si sarebbe definitivamente spezzata.
 
Allison, per conto suo, lo sapeva. Anche nella morte, ricordava alla perfezione il suo ultimo attimo di vita terrena. ❝ Sono qui per salvare la mia migliore amica ❞ aveva detto e, se avesse saputo che per farlo l’avrebbe abbondata per sempre, non ci sarebbe mai andata. La prima volta che udì il suo richiamo se ne stava accovacciata in quel posto che la gente è solita chiamare aldilà, l’arco accanto alla lei e le frecce saldamente attaccate alla schiena; osservava il mondo di sotto con gli occhi di chi ne sente la mancanza. Nelle orecchie poteva ancora sentire l’urlo di Lydia che chiamava il suo nome, pochi istanti prima che morisse. In quell’istante, però, ci fu un sussurrò più doloroso, più squillante, di ogni singolo urlo del mondo. Era il sussurro di qualcuno che pian piano sta morendo dentro, perché delle volte è più facile morire che vivere — e sicuramente lo è quando sei costantemente in compagnia ma ti senti sola in ogni attimo della tua vita. Ed è così che si sentiva Lydia Martin, Allison poteva percepirlo, con quegli occhi da cerbiatta colmi di lacrime che, però, non aveva nessuna intenzione di versare. Neanche sapeva se i fantasmi potessero piangere. E vi giuro che cerò di rispondere, più e più volte. Nessuno la sentiva.
 
Tutto accadde quando decise di andare a visitare Beacon Hills di persona, nonostante nessuno potesse più vederla. Aveva i suoi vantaggi, essere invisibile, ma il suo cuore (che oramai non batteva più, ma lei riusciva ancora a sentire quella sensazione) perdeva sempre un battito quando vedeva i suoi amici: Stiles, nella sua Jeep, Scott, nella sua camera e Lydia. Quest’ultima era quella che la faceva soffrire di più, perché sembrava essere l’unica che davvero sentiva la sua mancanza. Non che agli altri non mancasse, certo, ma sapeva benissimo che Lydia non le avrebbe mai perdonato di averla lasciata sola. E se lo meritava.
 
Tutto iniziò, comunque, quando Allison provò a posare le labbra sulla guancia della sua migliore amica. La vide rabbrividire sotto il tocco freddo delle sue labbra da fantasma, la vide voltarsi di scatto nella sua direzione e stramazzare un po’ gli occhi. Lydia l’aveva vista. Per un piccolo, breve attimo, era riuscita a scorgerla. Da quel momento,era in grado di percepire la sua costante presenza.
 
‹ ‹ Perché mi hai abbandonata, Allison? › ›
 
Nessuna risposta.
 
Lydia aveva provato a raccontare quell’esperienza ai suoi amici, ma sembrava tutto tornare rapidamente indietro — a quando tutti credevano che fosse pazza. Scott quasi ringhiò quando glielo disse. Non avrebbe mai potuto dimenticare la sua riposta. ❝ Non essere stupida, Lydia. Allison è morta ❞. E quella sarebbe dovuta essere la risposta di una persona che l’amava?
 
Fu per questo che, da quel momento, non fece più ritorno sull’argomento.
 
Nel frattempo, una ragazza minuta faceva il suo ingresso in città.

 
   
 
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