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Autore: SherLokid221B    29/08/2014    0 recensioni
One Shot incentrata su un sogno di Sherlock Holmes che, nonostante sia fidanzato con Jim Moriarty, non riesca a far dimenticare al suo inconscio il profondo sentimento che provava una volta per John Watson (e forse anche il suo senso di colpa per aver scelto Jim).
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Sherlock si chiuse dolcemente la porta della camera alle spalle, buttò il cappotto sul pavimento, si tolse le scarpe e, ancora vestito, si sdraiò sul letto. Era sfinito. Chiuse gli occhi e si addormentò quasi all’istante. Non appena abbassò le palpebre, si ritrovò su una struttura abbastanza alta, da cui si poteva scorgere tutta Londra, con una fresca aria mattutina che gli scompigliava i capelli scuri. Il tutto, però, gli appariva sfocato, indefinito, come se avesse avuto le palpebre semichiuse. Cercò di aprire gli occhi ma non ci riuscì, così continuò a proseguire con le mani davanti a sé, come un cieco. D’improvviso, a qualche metro di distanza, Sherlock vide una figura alla quale istintivamente provò ad avvicinarsi. Lo sconosciuto, appena lo vide muoversi, allargò le braccia e spiegò delle magnifiche ali. Oltre a quello, poteva vedere solamente che era un uomo, abbastanza alto, magro e con ricci capelli scuri.
Era lui.
Da quel momento la prospettiva cambiò, ora guardava tutto dagli occhi dell’uomo con le ali. Si guardò un attimo intorno per ammirare la sua Londra ma il suo sguardo fu attirato quasi subito da un uomo, piuttosto basso che gli si stava avvicinando da destra. Quando l’uomo gli fu abbastanza vicino da poterlo toccare, Sherlock lo riconobbe come John Watson. Il dottore allungò il braccio e con la punta delle dita gli sfiorò l’ala, che al suo tocco si colorò di bianco. Sherlock, piuttosto sorpreso, fissò John, che gli sorrise dolcemente.                                  
Nel frattempo, i due, erano stati raggiunti da un altro uomo, un po’ più alto di John. Era Jim Moriarty. Anche lui si comportò esattamente come Watson. Fece scorrere con noncuranza le dita sull’ala sinistra di Sherlock che, al suo tocco, diventò così nera da risaltare con il cielo nuvoloso di Londra. Sherlock si girò verso di lui, cercò subito i suoi occhi scuri e quando i loro sguardi s’incrociarono, Jim scoppiò in una risata folle ma allo stesso tempo dolce. Nello stesso momento una fitta nebbia iniziò ad avvolgere le gambe di John che sembrava non riuscisse a far muovere i piedi da quel freddo pavimento di cemento. Quando Sherlock se ne rese conto tese il braccio verso il dottore e fece un passo in avanti per aiutarlo ma era troppo tardi, l’ultima cosa che Sherlock riuscì a vedere del suo migliore amico furono gli occhi che lo guardavano pieni di paura.
“John…” riuscì a sussurrare il detective.
Mentre John spariva nella nebbia una lacrima scese sulla guancia di Sherlock, che si girò subito verso Jim, come in cerca di conforto. Moriarty gli asciugò la guancia con un dito. A quel contatto, Sherlock si sentì invaso da un forte calore e il dolore sparì.  Holmes e Moriarty si strinsero in un abbraccio e le ali del detective diventarono entrambe nere. Restarono uniti, per un tempo indeterminato, fino a quando avvertirono sotto i loro piedi delle forti scosse e il pavimento cominciò a cedere. Iniziarono a precipitare nel vuoto, mano nella mano, Sherlock che cercava di combattere la forza di gravità con le sue ali. Era tutto inutile, si sentiva trascinare verso il basso e provava una sorta d’impotenza perché per quanto si sforzasse, non avrebbe potuto salvare Jim. Non sapeva quanto quella caduta sarebbe durata ma la paura e la sensazione di cadere lo svegliarono. Spalancò gli occhi e si mise a sedere, sudato, con i capelli ricci attaccati alla fronte e le mani che stringevano le lenzuola. Ansimava. Restò così, immobile nel buio, per qualche minuto, fino a quando una voce che veniva dal buio sussurrò il suo nome dicendogli di tornare a dormire. Subito dopo una mano raggiunse la sua e delicatamente gli fece lasciare le lenzuola, gli prese la spalla nuda e lo costrinse a sdraiarsi. Sherlock si lasciò accompagnare di nuovo sul cuscino, quasi completamente calmo, e sussurrò a quella figura distesa nel buio:
“Grazie Jim.” 


*Spazio dell'autrice*
Ciao a tutti! So che questa FF non è niente di speciale ma spero vi sia piaciuta. L'ispirazione mi è venuta guardando questa Fan Art, che io considero stupenda e che ho trovato girovagando su Google (ecco il link:
http://postimg.org/image/3veiyhsdn/).
E...niente! Alla prossima ;)
-Marta

                                                    

   
 
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