Disclaimer: I personaggi non
mi appartengono.
Sono di proprietà di Marvel e DC,
la storia è scritta senza scopo di lucro.
Dovevo solo distrarmi dall’argomento “Tesi”
Ambientata dopo
“Man Of Steel – L’Uomo D’Acciaio”
Questione Di Priorità
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Steve è a disagio.
Si guarda intorno e gli occhi sono abbagliati
di lustrini e pendenti; le uniche zone d’ombra sono i tubini delle signore e le
giacche in seta italiana dei camerieri. È una di quelle serate con cui Tony
Stark va a nozze e cui lui chiederebbe immediatamente il divorzio.
Filari di lumini bianchi, accecanti
pendono dagli allampanati supporti posti agli angoli della terrazza squadrata;
bagliori e palpiti sbocciano sulle piastrelle di linoleum, che come specchi
quadrangolari riflettono sorrisi, flute di champagne, tintinnii cinguettanti di
pochette, lo scricchiolare screpolato di una sigaretta appena accesa.
Al Capitano sono state presentati tre
quarti degli invitati alla festa e ne ha già dimenticati la metà. Inutile dire
che i restanti sono Stark, Natasha e Pepper.
Il Capitano la vede davvero, davvero
grigia.
Ereditiere giulive gli si sono
avvicinate e se ne sono andate con cipiglio sfrontato ad ogni richiesta-proposta-mano
sul seno rifiutata. Vecchierelle arzille hanno espresso apprezzamenti
riguardanti la sua prestanza fisica talmente particolari che Steve ha seriamente rischiato il colpo apoplettico.
Rampolli di buona famiglia hanno cercato di intrattenere con lui una
dissertazione molto culturale circa la tenuta di strada delle Mustang, cui lui
ha risposto raccontando di quando nel quartiere era venuto a stare un tizio che
allevava Mustang, ma aveva dovuto vendere i cavalli per saldare i debiti.
I giovincelli lo hanno fissato
stralunati per un po’ e poi sono arretrati di un passo.
Al che, il buon Capitano ha accostato
noncurante Vedova Nera –La quale, tra l’altro, aveva ascoltato tutta la
conversazione e aveva nascosto il baluginio di un sorriso dietro un Manhattan-
chiedendole sottovoce il significato recondito del termine “Mustang” al giorno
d’oggi.
Natasha ha svelato il meccanico arcano
gli ha detto che se farà il bravo gliene regalerà una Natale.
Lui l’ha guardata di traverso e ha
deciso che osservare ostinatamente il panorama sarebbe stato un ottimo modo per
trascorrere il tempo tra una figura imbarazzante e l’altra.
Metropolis è silenziosa, sotto di
loro, un’oasi di pace rarefatta. Non sembra neanche essere la città in ricovero
forzato di cui tutti parlano, da almeno quattro mesi a quella parte. Pur tuttavia,
Steve sa che basterebbe scendere nell’atrio del palazzo per vedere le reali
condizioni in cui versano le sue strade.
Se non fosse stato per le donazioni
di alcuni grandi magnati americani a sostegno della ricostruzione, la
situazione potrebbe essere peggiore.
Ed è proprio per omaggiare la
filantropia di questo e di quello che sono lì a sorseggiare champagne e, per
quel che riguarda Steve, fingere che le attenzioni rivolte a Tony da un’aspirante
stella dello spettacolo non lo stiano infastidendo.
Non mi sta infastidendo, si ripete
mentre stringe tra i denti le labbra del bicchiere, Non mi sta infastidendo
perché non sto assolutamente
intrattenendo una relazione con Stark. E soprattutto nessuno sa che non sta assolutamente
intrattenendo una relazione con Stark.
«Stai tranquillo, Capitano. Quando si
tratta di relazioni stabili Stark è più fedele di un cane da riporto.»
Tranne Natasha, ovviamente.
Natasha sa ogni cosa e ancora non ha
capito se ha scoperto tutto da sé oppure se ha strappato la confessione a Tony,
in virtù della soggezione che lei riesce a mettergli addosso. Cosa che lascia
Steve oltremodo basito, considerando
che Vedova Nera con lui è sempre deliziosa
–Ogni volta che lo dice, a Stark prende una sincope e Barton si ribalta da dove
si è appollaiato in attesa della chiamata del Direttore Coulson.
Natasha gli sorride, inclina la testa
e i capelli rossi scivolano piano sulla spalla, rivelando la piega bianca della
gola. Le sta facendo da accompagnatore, giusto per mantenere le apparenze, e
Steve è consapevole di come questa cosa sarà l’arma di ricatto perfetta per una
durata media di almeno cinque anni.
Deliziosa, appunto.
Deve ammettere, però, che la
complicità nata con la questione Soldato
d’Inverno lo ha aiutato a superare più di un momento di crisi dopo la
scomparsa di Bucky. Inoltre, Natasha sta nascondendo l’amico dai radar dello
S.H.I.E.L.D., lo protegge, gli è accanto, e Steve non le sarà mai abbastanza riconoscente.
«Chi è quello con cui Tony sta
parlando?»
Vedova Nera socchiude un poco gli
occhi, accenna a piegare il polso verso destra mentre si succhia le labbra, con
un battito violento del rossetto.
«Bruce Wayne» risponde quindi,
girandosi verso il Capitano. Il breve strascico del vestito amaranto le si
avvolge docile alle caviglie, la fantasia ad arabeschi freme all’altezza del
seno, lungo il ventre e ai fianchi1 «Lo scapolo d’oro di Gotham» si
porta il drink alla bocca, ne sorseggia non più di una stilla «Miliardario,
Playboy, Filantropo.»
«Non anche “Genio”?» la canzona il
Capitano, portando ora tutta la propria attenzione sul magnate.
Natasha scrolla le spalle.
«Tutt’al più scaltro»
«Lo conosci?»
«L’ho dovuto tenere d’occhio per
conto di Fury, qualche anno fa» un sorriso divertito le affiora alle labbra «Non
credo si ricordi me. Ero bionda, all’epoca2.»
«Stammi a sentire, Brucie.»
Wayne lo ammonisce con un’occhiata, l’angolo
destro delle labbra che si contrae in una smorfia indispettita. Nessuno può
chiamarlo Brucie, tantomeno Stark.
Nonché a Stark interessi, a dire il vero, quindi ammicca, sorride e si serve di
un altro drink.
Drink rigorosamente analcolico, perché sente già lo sguardo
di Capitan Proibizionismo trapassarlo da parte a parte. E Vedova Nera, lo nota
ora, è al suo fianco.
Quei due sono un po’ troppo affiatati
per la povera psiche del magnate. Gli effetti collaterali della loro amicizia
sono una prospettiva così inquietante che Tony si sente già coperto di sudori
freddi.
Per svicolare da quei pensieri poco
simpatici, Stark da una pacca sul braccio di Wayne e gli cinge le spalle.
«Quando uno svitato nerboruto dotato
di mantello ti piomba giù dal cielo, è il momento adatto per rivedere le tue
priorità.»
L’altro non si prende nemmeno l’obbligo
di rispondergli: le sopracciglia corrugate e l’aura di scontrosa indifferenza
che emana sono abbastanza chiari.
«Stark. Mai, per nessun motivo al
mondo, mi vedrai mettere insieme uno squadrone di esaltati e chiamarli…Lega Della Giustizia o che so io.»
«Peccato.» commenta Tony, facendo
spallucce «Il nome non è male.»
Note
(1) http://niamhkelly.files.wordpress.com/2012/01/scarlett-johansson-purple-lace-gown.jpg
(2) Quando dico che
sono una persona decisamente poco sana un motivo c’è. Avete presente “Batman - The
Dark Knight”? Avete presente Natascha Patrenko?
Ecco. Suppongo qui che Wayne sia tornato a rivestire i panni del Crociato Incappucciato.