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Autore: GaoTsundere    29/08/2014    12 recensioni
Odiare è più facile che amare, no? Una persona non pensa due volte prima di dire 'ti odio' ad un'altra, mentre per dire 'ti amo' si deve prima cercare l'occasione giusta; e se Shizuo e Izaya stessero seguendo lo stesso ragionamento?
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izaya Orihara, Shizuo Heiwajima | Coppie: Izaya/Shizuo
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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HATE IS BLIND




Tutto confermato per sta sera?

Ovviamente, non vedo l'ora di vederti!


Vado a prepararmi, a dopo <3



Il ticchettio continuo dei tasti cessò subito dopo, portando così il silenzio assoluto dentro la stanza. Un sorrisetto diabolico comparve sul viso di Izaya, stava procedendo tutto secondo i suoi piani, come se lui non lo immaginasse. Doveva ammettere, però, che questa volta si stava veramente divertendo: fingersi una ragazza premurosa per aiutare un ragazzo compassionevole, oppure... per giocarci come al suo solito? Però una cosa continuava a tormentarlo, nonostante tutta la gentilezza che gli aveva dimostrato, l'altro non si era minimamente degnato di raccontare per intero il suo problema: dicendo semplicemente che era qualcosa di terribile e di cui non poteva sbarazzarsene. Forse era proprio per questo che gli piaceva molto parlare con l'altro, non riusciva a fargli fare o dire quello che lui voleva: non era prevedibile come la maggior parte della gente, con cui si annoiava già dalle presentazioni.
La luce filtrava timidamente da dietro le tende opache, mentre gli unici rumori percepibili provenivano dalle strade che circondavano la grande casa degli Orihara. Un castello di finto cristallo fuori e marciume dentro, protetto da quella sottile patina chiamata 'apparenza', eppure così forte da riuscire a placare la cosa più resistente al mondo: le chiacchere.
Gli occhi increspati di rosso, in quel momento più luccicanti del solito per il divertimento, si posarono su quel nickname che per settimane aveva riempito la sua caselle e-mail: Cupcake.
Il silenzio venne di nuovo rotto dal rumore di una porta che si apriva e dallo scriocchiolio del parquet nel piano sottostante, mentre un parlare sommesso aumentava passo dopo passo; riuscì allora a distinguere il tono entusiasta e il rumore di piedi scalzi di Mairu che scendevano a grande velocità i gradini e un 'ciao nonna' detto quasi sottovoce, come se stesse chiedendo un permesso, evidentemente di Kururi. La signora Natsu Orihara, l'unico reperto storico vivente dall'età dei dinosauri, aveva deciso di degnare l'ultima generezione di quella famiglia maledetta della propria presenza.
Izaya sospirò esageratamente, passandosi una mano fra i capelli corvini e studiando l'orologio appeso sopra di sè, senza in realtà guardare veramente l'ora talmente era indeciso sul da farsi; incontrare il ragazzo che per primo lo aveva affascinato in tal modo o restare a casa a subirsi le lamentele accompagnate da una doccia continua di saliva di sua nonna? Entrambe le opzioni lo spaventavano in qualche modo, anche se la prima in un modo diverso, più intenso e quasi da brivido; non c'è bisogno di dire quale avrebbe scelto.
Prese dal comodino vicino il fedele coltello a serramanico, non conosceva bene la situazione e dentro di lui si crearono diverse emozioni, alcune persino contrastanti tra loro. Nella sua mente continuavano a comparire parole di diversi colore: paura in nero, attesa in bianco, incognita in verde ed infine eccitazione a caratteri cubitali di un rosso talmente intenso da fare invidia a qualsiasi rosa. Ogni passo che faceva provocava una scarica di elettricità nella spina dorsale, mentre poteva giurare di riuscire a sentire il proprio cuore battere ogni volta che posava un piede per terra. Scese le scale più velocemente del solito, cosa che avrebbe fatto insospettire una normale nonna o signora di una certa età con un cuore, ma la signora Natsu non entrava in nessuna delle due categorie; quando lo vide scendere non accennò neanche l'ombra di un sorriso ma solo una smorfia, che deturpò ulteriormente il viso scavato dalle numerose rughe.
Izaya sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi sornioni, facendo un piccolo inchino di scherno rivolto verso l'anziana.

«Anche se è un vero onore avere in casa la sorella del faraone Narmer, devo purtroppo rinunciarvi. Parleremo la prossima volta di come vi truccavate all'epoca» disse in maniera sarcastica, quasi solleticata da una risata nascente.

Zampettò allora fuori, lanciando all'interno una breve occhiata e un sorriso d'intesa a Mairu prima di chiudere delicatamente la porta dietro di sè, mentre quegli strani sintomi di prima non accennanavo a cessare. All'interno della casa tutto continuò come se niente fosse, come quando una mosca entra in casa portando un breve periodo di confusione, che porta via uscendo nello stesso modo in cui era entrata.
 
 

><><><


Il caldo era pressante tanto quanto l'attesa. Shizuo sentiva i capelli biondi appiccicarsi sulla fronte per colpa del sudore, mentre si malediceva in tutte le lingue a lui conosciute per essersi messo lo smoking in un giorno così caldo; eppure gli era sembrata un'idea così brillante a casa: dove erano accessi tre ventilatori per stanza. Ma ora sembrava solo uno scemo in smoking.
Uno smoking persin un po' troppo stretto dato che l'aveva preso 'in prestito' dal padre. Sì, perchè in casa Heiwajima era la madre, Namiko, a riscuotere il posto di più alta della famiglia, ancora adesso che entrambi i figli sono cresciuti.
Guardò per la venticinquesima volta in quel minuto le lancette dell'orologio. Le 17:25, ancora cinque minuti e finalmente avrebbe incontrato Kanra: l'unica ragazza che era riuscito a capirlo veramente, senza provare compassione per lui. Sosprirò per l'ennesima volta, piccchiettando i piedi sul suolo, creando così uno strano ritmo: prima veloce, poi leggermente più calmo, poi di nuovo veloce. Riguardò di nuovo l'orologio e scoprì che erano sempre le 17:25, perchè il tempo non accennava minimamente a scorrere? Perchè invece quando scriveva con lei passava fin troppo velocemente?
Mentre riprese a battere i piedi sul suolo, una mamma che avrà avuto al massimo ventanni abbandonò il passeggino di fianco a lui, forse perchè la ostacolava nell'atto di messaggiare con qualche amica. Shizuo lanciò un'occhiata al bambino, giusto in tempo per vedere il faccino che iniziava ad incresparsi in un'unica espressione di disagio. Guai in
vista. E poi il piccolo fece la cosa che più gli veniva naturale: si lasciò andare in un pianto isterico, con solo Shizuo coscente di ciò visto che la madre continuava a pigiare sulla tastiera del telefonino. Il biondo allora decise di allontanarsi di qualche passo, senza però oltrepassare troppo la 'zona dell'appuntamento', sperando di sentire meno i versetti isterici di quel bambino. Ma era del tutto invano. Chiuse allora gli occhi, iniziando a contare i sospiri nel vano tentativo di farli rimanere regolari. Uno...due..tr-, no era troppo vicino al due, tre...quattro...cinqu-. Senza accorgersene aveva stretto la stoffa della giacca dello smoking talmente forte da strapparne un pezzetto: ERA LA FINE! Ma in quel momento la sua attenzione fu colta da una voce famigliare, una voce estramente seccante che aveva il potere di farlo incazzare solo sentendola.

«Shizu-chan!» ripetè insistente la stessa voce, senza perdere quel tono sprezzante di scherno.

Shizuo non accennò neanche di volersi voltare nella sua direzione, ritornando nel posto di prima, dove per fortuna quel bambino lagnoso e la madre sciagurata se n'erano andati. Perchè quella dannata zanzara doveva sempre arrivare nei momenti meno opportuni? Perchè non poteva semplicemente starsene a casa e molestare qualcun altro? Ora non poteva permettersi di perdere la calma, non di nuovo per lo meno.


><><><


Il solito ghigno beffardo gli restò dipinto sulle labbra sottili, unendo solo ora i vari pezzi del puzzle. Si sentì travolgere da un'ondata d'imbarazzo per aver sentito persino le farfalle nello stomaco per quell'essere primitivo, ma eliminò subito quella strana sensazione scuotendo semplicemente la testa e tornando a concentrarsi sulla propria nemesi.

«Perchè mi eviti Shizu-chan? » chiese in maniera infantile, tirando in fuori il labbro inferiore per aumentare la teatralità del momento.

Saltellò allora fino a lui, avvicinandosi all'orecchio di Shizuo e sussurrandogli con tono lascivo.

«Eppure non vedevo l'ora d'incontrarti, Cupcake...» concluse così con un bacetto sotto l'orecchio, proprio dietro il lobo, non riuscendo a trattenere una risata nascente.

Con passo triofante gli si posizionò davanti per godersi quella vista impareggiabile, dentro gli occhi color miele di Shizuo regnavano la sorpresa, il ribrezzo e la rabbia; nessuna delle tre completamente trionfante. Ma una cosa fece alzare il suo ego di un gradino, sempre ammesso che fosse ancora possibile, il rossore che tingeva le gote dell'altro. Era un momento impagabile, e ora sapeva benissimo che punto doveva andare a parare d'ora in poi. E chissà, magari si sarebbe divertito molto più del solito.
Vedeva che Shizuo stava lottando con sè stesso per capire cosa avrebbe dovuto fare, e proprio in quel momento sentì vibrare il telefono. Gli bastò leggere il nome Shirou per capire che per quel giorno il gioco era bello che finito.

«Mi piacerebbe rimanere qua a giocare ad acchiapparella con te, Shizu-chan...ma credo che sia meglio lasciare che la tua mente da uomo di Neanderthal riesca a collegare tutto. Ci si vede!» gli lanciò un'ultima occhiata carica di tracotanza, voltandosi poco dopo e sparendo fra la folla.
 
ANGOLO DELL'AUTRICE   ( *^* )/ <3

Oddio, non potete immaginare che bella sensazione sia scrivere autrice, finalmente! Devo ammettere che avrei preferito farla leggermente più lunga, ma per mancanza di tempo (me lo sentirete dire spesso, quindi abituatevi) ho dovuto farla in maniera riduttiva diciamo, ma la prossima volta mi farò valere di più! Lo so, sono mooolto Ooc, ma dovete capire che nella mia storia hanno 16 e 17 anni, perciò il loro carattere non è ancora ben formato.
Okay, l'idea del bambino mi è venuta in mente sta mattina mentre ero alla cassa del supermercato e la bimba davanti continuava a piangere, mentre la madre scriveva su whatsApp con delle amiche, e allora pensai: cosa farebbe Shizu-chan in questo momento? Di certo avrebbe alzato la cassa e gliel'avrebbe tirata sul cellulare. Ancora adesso rido al solo pensiero!
Devo dire che quando scrissi 'nemesi' mi venne in mente la canzone del Dottor D su Perry (https://www.youtube.com/watch?v=8g-wG6FWQDo), ditemi che non sono l'unica che s'immagina Shizuo e Izaya che cantano: 'Il mio nemico, uh arriva il mio nemico!'
Spero di avervi strappato almeno un sorriso c: Lo so, lo so! Voi volete cose più forti, eh? Dovrete aspettare il prossimo capitolo, mi spiace per voi!
Ringrazimenti speciali: a tutti i miei amici che mi hanno incoraggiato a scriverla, perciò se vi è piaciuta dovete dire grazie anche a loro, eh! Ma soprattutto alla mia patner di role J <3 la mia musa ispiratrice(?), che mi ha spinto a scriverla per prima! E ovviamente a voi che avete letto, e che invito a recensire sia se vi è piaciuto che non, le critiche sono sempre ben accette, in fondo dagli errori s'impara, no? Spero vi siate divertiti a leggerla <3 alla prossima!
  
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