*Chapter 1*
Un Sospiro
Il mio nome. Vuole sapere il mio nome. Sento la mia voce che esce,ma
non per dire come mi chiamo;sento il mio urlo,probabilmente lo staranno
sentendo anche in Alaska.
Urlo più forte,come per coprire quella domanda che non mi
avrebbero dovuto rivolgere. Ormai la mia mente è fuori dal
mio corpo,il mio grido mi giunge atono,anche se ci sto mettendo tutta
la forza delle corde vocali. E’ così forte che non
riesco a seguire nemmeno il flusso dei miei pensieri,tutto intorno a me
è rumore senza senso. Si staranno chiedendo cosa ho da
strillare. Bene,me lo chiedo anche io. Ma non riesco a fermarmi,solo
così mi sento libera…
L’uomo non si prende il disturbo di ripetere la domanda,ma
rimane un po’ sorpreso e fa per tapparsi le orecchie.
Cosa?No,deve sentirmi,alzo ancora di qualche decibel,ormai non so
più cosa sto facendo,è tutto confuso,mi sento
fuori di me ed è una cosa normale,l’anomalia di
questo strillo ha raggiunto l’abitudine. Che frase
contorta,eh? Ma del resto,quando uno urla a questo modo,è
difficile anche solo AVERE dei pensieri,figuriamoci racimolarli.
Il mio nome. Il mio nome. Il mio nome.
Ma non riesco a dirlo,trascinata come sono in quella voragine
buia,generata dalla diffidenza e dal disprezzo per quello che ho appena
visto. Quell’uomo non merita di sapere come mi chiamo,merita
solo la mia voce deformata da ventimila decibel e la mia bocca
impegnata in una grande vocale,la A.
Cosa?
Urlare.
-Volentieri…ma non so,alle quattro ho pianoforte-rispondo
distratta alla mia migliore amica.
Meggie sembra dispiaciuta,allora le sorrido,come a dire:sarà
per la prossima volta. Margaret è l’unica che mi
capisce,è la mia sorellina mancata,anche se sono figlia
unica. Non le importa dei miei difetti,per lei è come se il
solo fatto che esista è un grandissimo pregio del mondo. Mi
lusinga,a volte.
Le prendo la mano e ci avviamo verso casa,abbiamo un tratto lungo da
fare insieme.
-Sei la persona più strana che abbia mai
conosciuto.-comincia dopo un po’-sai?
-Potevo immaginarlo.-non sorrido,ma sono allegra. I miei sorrisi sono
pochi ma sinceri,le mie risate invece molto frequenti.
-E poi hai questo nome particolare-prosegue imperterrita- sembra quello
di una dea,o di un’eroina greca.
-Ehi!Che hai mangiato pane e miele stamattina?-la canzono
divertita,scuotendo leggermente la testa.
-No,no,è che riflettevo sulla nostra amicizia. Non ci
somigliamo molto,ma andiamo d’accordo lo stesso.
Annuisco. Non ci somigliamo nemmeno fisicamente:lei ha questi ricci
stupendi,biondi e gli occhi verdi. Non è grassa,ma robusta.
Segno dei Pesci.
Io sono anonima,invece:capelli e occhi castani,la pelle chiara,magra e
di media statura. Ariete.
Poi rido,e lei ha paura,lo so. Ha paura che mi metta a strillare,tutti
ne hanno quando stanno con me. Ormai,però,la gente che mi
conosce sembra averci fatto l’abitudine. Quando sono a
disagio,in una situazione spiacevole,all’ospedale,alla
lavagna….urlo. Punto,e basta. Urlare mi fa sentire meglio,mi
fa sentire viva. Esprimo la mia voglia di libertà attraverso
i decibel,quando sono depressa o allegra.
La gente che non mi conosce crede che sia affetta da problemi mentali.
Sciocchezze,sono normalissima.
La gente che non mi conosce è quella che non mi apprezza,e
allora non merita nemmeno di essere citata. Pregiudizi,conformismo.
Moscerini. Moscerini schiacciati sul parabrezza della mia vita.
E allora qual è il problema?
La gente che non mi conosce è troppa.
Margaret sospira. Che ha da sospirarsi??Non è lei quella
giudicata,sempre sotto inchiesta,malata mentale,strana. Le lascio la
mano e mi metto a correre verso casa mia. Non mi segue,è
abituata alle mie forme non comuni di salutare. Sono sette anni che ci
conosciamo,e adesso ne abbiamo dodici e mezzo;sembriamo più
grandi,forse anche più mature.
Citofono,dovrebbe esserci mia madre a casa. Mi apre la porta e chiede
come sto,le solite cose. Bene,mamma. Tutto ok,mamma.
No,tranquilla,mamma.
Poi mi rifugio in camera mia,che sembra la bara di un
vampiro:buio,oscurità. Ho
una famiglia normale,una casa normale,amici normali,io stessa per
certi versi sono normale(tranne quel vizio degli
strilli…ma non è frequente).
Eppure sono stufa di questa normalità,voglio
viaggiare,voglio andarmene e girare il mondo. Voglio essere libera,in
un mondo anticonformista dove non devi essere uguale agli
altri,vestirti uguale agli altri,fare quello che fanno gli altri per
contare nella vita. Io ho un pregio:resto sempre fedele a me stessa. Se
ascolto la musica che piace agli altri,è perché
piace a me,non per uniformarmi al gruppo di fotocopie.
Sono sempre io,sveglia,intelligente,anche abbastanza carina direi. Ma
non sono una bambola,e forse è per questo che non
sarò mai nessuno. La verità,è che
conta come appari,non come sei. E’ ingiusto,vero? Si,bene,il
mondo intero a volte è ingiusto,benvenuti
nell’universo.
Ma ci regala anche gioie,no?
Lancio le scarpe e mi stendo sul letto,fissando il soffitto. Dopo
qualche minuto,mi sporgo verso il comodino e afferro il cd dei Tokio
Hotel. Non sono la mia band preferita,ma fanno buona musica. Lo giro e
osservo i titoli,tutto sommato sono belle canzoni. Dalla mia bocca
semiaperta esce un sospiro,non riesco a fermarlo. Sarà una
delle fasi dell’adolescenza,forse,la fase depressiva.
Sorrido:è come se fossi fuori dal mio corpo e stessi
cercando di capire cosa c’è dentro. Scatola
chiusa,prendere o lasciare questo strano involucro?
Mamma mi chiama…telefono.
-Hola,miss vita normale,come va nella noia della tua routine?
Meg. Lei sa sempre a cosa penso.
- Bene,indovina veggente. Solo…mi annoio di vivere.
-Capisco. Dev’essere una delle tue fasi!-risatina.
Mugugno una risposta incomprensibile. Sempre così allegra,eh?
- Ok,non sei in vena di parlare. Ma ascolta una delle perle di saggezza
della vecchia Maggie…
Parte con la sua flippica sul perdere le cose e apprezzarle,insomma,un
discorso già sentito centinaia di volte. Cosa vuol dire con
questo?
-Quando poi morirai…rimpiangerai questa vita!
- Margaret. Come faccio a rimpiangere qualcosa se
sono….ehm…morta?!
-Non ci avevo pensato. Goditi la vita Ally.
-Devo andare a pianoforte.
-Ok. A presto-mi saluta offesa.
- Eddai!Scusa se ti ho smontato la teoria. Ci sentiamo dopo,eh?
Non risponde. Forse stavolta si è offesa davvero. Una tacca
in più sul ramo delle motivazioni per deprimersi oggi.
Tu.Tu.Tu. Stupido telefono. Ho capito che ha attaccato,non
c’è bisogno che me lo fai capire tu.
Chiudo,più triste di prima se possibile.
- Mamma,sono le quattro. Io vado…-faccio,esitante. So che
non è d’accordo che vada da sola a pianoforte,ma
non è nemmeno troppo lontano.-prendo la bici.
Non risponde. E che è,la giornata del mutismo generale??
-Va bene.-acconsente infine. Le do un lieve bacio sulla guancia e
prendo la bicicletta rossa dal garage sporco.
-Saluta anche papà!-aggiungo con cortesia,a metà
vialetto. E’ al lavoro,fa il bancario.
Apro il cancello e monto in sella,con il vento nei capelli.
Questo è solo un assaggio della libertà che
voglio io. Sul sellino,posso far finta di non avere alcun problema al
mondo,di essere unica e speciale. Invece sono anonima e strana. Voglio
cambiare vita,sono stanca mi sono rotta. Voglio viaggiare,non importa
dove,non importa con chi. Anche sola. Ce la potrei mai fare?Ad
allontanarmi da ciò in cui ho fatto finta di credere per
anni?
Una vita fuori dal comune,non importa di rischiare la morte. Voglio
poter essere libera di scegliere se andare avanti o no,senza
genitori,senza regole né compagni di scuola,professori o
studio. Libera di urlare e sentirmi meglio.
Faccio per tornare indietro,ma mi sento bloccata. Quando è
arrivata quella macchina blu nel piazzale?Non riesco a respirare,mi
hanno buttata giù dalla bici e mi stanno tappando il naso.
Nella foga di respirare con la bocca,mi dimentico come si fa e cado. Mi
sento in pericolo,mani che mi scuotono. Allora non mi resta niente da
fare,nulla da perdere,e comincio a gridare.
<< Non
è educato,imbarazzi la gente >>mamma.
Cosa?
Urlare.
My space
Premetto
che questa schifezza atlantica mi è venuta in mente
ascoltando Schrei…e infatti ci sono un po’ di
riferimenti ai Tokio Hotel,ma potete leggerla anche se siete anti o non
siete fan. Se vi piace,mi prendo tutto il merito;se vi fa schifo
consideratelo solo lo sclero di una dodicenne
complessata…con scarsa fiducia in se stessa!!Bene,che
dire…si accettano critiche e sono graditi i commenti. Me lo
farete questo piccolo piacere?Speriamo di sì,anche se solo
per dirmi che come scrittrice faccio schifo!!!Se non vi piace la
lascerò perdere...sono molto insicura!
P.S.:chiunque
sia quel pazzo sconsiderato che lascerà una recensione
verrà ringraziato nel prossimo chap!^^
Baci
besos kisses kussen,
Oblivion