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Autore: medea237    21/09/2008    6 recensioni
"« Non è educato,imbarazzi la gente »mamma.
Cosa?
Urlare...
...Urlare mi fa sentire meglio,mi fa sentire viva. Esprimo la mia voglia di libertà attraverso i decibel,quando sono depressa o allegra.
La gente che non mi conosce crede che sia affetta da problemi mentali. Sciocchezze,sono normalissima.
La gente che non mi conosce è quella che non mi apprezza,e allora non merita nemmeno di essere citata. Pregiudizi,conformismo.
Moscerini. Moscerini schiacciati sul parabrezza della mia vita.
E allora qual è il problema?
La gente che non mi conosce è troppa." [estratto dal 1°cap]
Ally è stanca della sua vita,ne vuole una più avventurosa. E se un giorno le si presentasse qualcosa di molto più grande di lei?Ce la farà a comprenderlo?Una fic sui molteplici aspetti della vita,vista da una dodicenne che ha sogni esagerati.
{AVVERTENZE : benchè questa storia non sia ambientata in un universo alternativo,è comunque un po' inverosimile.Romanzata,direi.Spero che ciò non diminuisca gli apprezzamenti.} 
Genere: Drammatico, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                  *Chapter 1*

                                             Un Sospiro                                                      

 

 

 -Come ti chiami?
Il mio nome. Vuole sapere il mio nome. Sento la mia voce che esce,ma non per dire come mi chiamo;sento il mio urlo,probabilmente lo staranno sentendo anche in Alaska.
Urlo più forte,come per coprire quella domanda che non mi avrebbero dovuto rivolgere. Ormai la mia mente è fuori dal mio corpo,il mio grido mi giunge atono,anche se ci sto mettendo tutta la forza delle corde vocali. E’ così forte che non riesco a seguire nemmeno il flusso dei miei pensieri,tutto intorno a me è rumore senza senso. Si staranno chiedendo cosa ho da strillare. Bene,me lo chiedo anche io. Ma non riesco a fermarmi,solo così mi sento libera…
L’uomo non si prende il disturbo di ripetere la domanda,ma rimane un po’ sorpreso e fa per tapparsi le orecchie. Cosa?No,deve sentirmi,alzo ancora di qualche decibel,ormai non so più cosa sto facendo,è tutto confuso,mi sento fuori di me ed è una cosa normale,l’anomalia di questo strillo ha raggiunto l’abitudine. Che frase contorta,eh? Ma del resto,quando uno urla a questo modo,è difficile anche solo AVERE dei pensieri,figuriamoci racimolarli.
Il mio nome. Il mio nome. Il mio nome.
Ma non riesco a dirlo,trascinata come sono in quella voragine buia,generata dalla diffidenza e dal disprezzo per quello che ho appena visto. Quell’uomo non merita di sapere come mi chiamo,merita solo la mia voce deformata da ventimila decibel e la mia bocca impegnata in una grande vocale,la A.

 

 << Non è educato,imbarazzi la gente >>mamma.
Cosa?
Urlare.




-Ti va di venire a casa mia oggi,Ally?Magari studiamo un po’-fa Meg all’uscita da scuola.
-Volentieri…ma non so,alle quattro ho pianoforte-rispondo distratta alla mia migliore amica.
Meggie sembra dispiaciuta,allora le sorrido,come a dire:sarà per la prossima volta. Margaret è l’unica che mi capisce,è la mia sorellina mancata,anche se sono figlia unica. Non le importa dei miei difetti,per lei è come se il solo fatto che esista è un grandissimo pregio del mondo. Mi lusinga,a volte.
Le prendo la mano e ci avviamo verso casa,abbiamo un tratto lungo da fare insieme.
-Sei la persona più strana che abbia mai conosciuto.-comincia dopo un po’-sai?
-Potevo immaginarlo.-non sorrido,ma sono allegra. I miei sorrisi sono pochi ma sinceri,le mie risate invece molto frequenti.
-E poi hai questo nome particolare-prosegue imperterrita- sembra quello di una dea,o di un’eroina greca.
-Ehi!Che hai mangiato pane e miele stamattina?-la canzono divertita,scuotendo leggermente la testa.
-No,no,è che riflettevo sulla nostra amicizia. Non ci somigliamo molto,ma andiamo d’accordo lo stesso.
Annuisco. Non ci somigliamo nemmeno fisicamente:lei ha questi ricci stupendi,biondi e gli occhi verdi. Non è grassa,ma robusta. Segno dei Pesci.
Io sono anonima,invece:capelli e occhi castani,la pelle chiara,magra e di media statura. Ariete.
Poi rido,e lei ha paura,lo so. Ha paura che mi metta a strillare,tutti ne hanno quando stanno con me. Ormai,però,la gente che mi conosce sembra averci fatto l’abitudine. Quando sono a disagio,in una situazione spiacevole,all’ospedale,alla lavagna….urlo. Punto,e basta. Urlare mi fa sentire meglio,mi fa sentire viva. Esprimo la mia voglia di libertà attraverso i decibel,quando sono depressa o allegra.
La gente che non mi conosce crede che sia affetta da problemi mentali. Sciocchezze,sono normalissima.
La gente che non mi conosce è quella che non mi apprezza,e allora non merita nemmeno di essere citata. Pregiudizi,conformismo.
Moscerini. Moscerini schiacciati sul parabrezza della mia vita.
E allora qual è il problema?
La gente che non mi conosce è troppa.
Margaret sospira. Che ha da sospirarsi??Non è lei quella giudicata,sempre sotto inchiesta,malata mentale,strana. Le lascio la mano e mi metto a correre verso casa mia. Non mi segue,è abituata alle mie forme non comuni di salutare. Sono sette anni che ci conosciamo,e adesso ne abbiamo dodici e mezzo;sembriamo più grandi,forse anche più mature.
Citofono,dovrebbe esserci mia madre a casa. Mi apre la porta e chiede come sto,le solite cose. Bene,mamma. Tutto ok,mamma. No,tranquilla,mamma.
Poi mi rifugio in camera mia,che sembra la bara di un vampiro:buio,oscurità.  Ho una famiglia normale,una casa normale,amici normali,io stessa per certi versi sono normale(tranne quel vizio degli strilli…ma non è frequente).
Eppure sono stufa di questa normalità,voglio viaggiare,voglio andarmene e girare il mondo. Voglio essere libera,in un mondo anticonformista dove non devi essere uguale agli altri,vestirti uguale agli altri,fare quello che fanno gli altri per contare nella vita. Io ho un pregio:resto sempre fedele a me stessa. Se ascolto la musica che piace agli altri,è perché piace a me,non per uniformarmi al gruppo di fotocopie.
Sono sempre io,sveglia,intelligente,anche abbastanza carina direi. Ma non sono una bambola,e forse è per questo che non sarò mai nessuno. La verità,è che conta come appari,non come sei. E’ ingiusto,vero? Si,bene,il mondo intero a volte è ingiusto,benvenuti nell’universo.
Ma ci regala anche gioie,no?
Lancio le scarpe e mi stendo sul letto,fissando il soffitto. Dopo qualche minuto,mi sporgo verso il comodino e afferro il cd dei Tokio Hotel. Non sono la mia band preferita,ma fanno buona musica. Lo giro e osservo i titoli,tutto sommato sono belle canzoni. Dalla mia bocca semiaperta esce un sospiro,non riesco a fermarlo. Sarà una delle fasi dell’adolescenza,forse,la fase depressiva. Sorrido:è come se fossi fuori dal mio corpo e stessi cercando di capire cosa c’è dentro. Scatola chiusa,prendere o lasciare questo strano involucro?
Mamma mi chiama…telefono.
-Hola,miss vita normale,come va nella noia della tua routine?
Meg. Lei sa sempre a cosa penso.
- Bene,indovina veggente. Solo…mi annoio di vivere.
-Capisco. Dev’essere una delle tue fasi!-risatina.
Mugugno una risposta incomprensibile. Sempre così allegra,eh?
- Ok,non sei in vena di parlare. Ma ascolta una delle perle di saggezza della vecchia Maggie…
Parte con la sua flippica sul perdere le cose e apprezzarle,insomma,un discorso già sentito centinaia di volte. Cosa vuol dire con questo?
-Quando poi morirai…rimpiangerai questa vita!
- Margaret. Come faccio a rimpiangere qualcosa se sono….ehm…morta?!
-Non ci avevo pensato. Goditi la vita Ally.
-Devo andare a pianoforte.
-Ok. A presto-mi saluta offesa.
- Eddai!Scusa se ti ho smontato la teoria. Ci sentiamo dopo,eh?
Non risponde. Forse stavolta si è offesa davvero. Una tacca in più sul ramo delle motivazioni per deprimersi oggi. Tu.Tu.Tu. Stupido telefono. Ho capito che ha attaccato,non c’è bisogno che me lo fai capire tu. Chiudo,più triste di prima se possibile.
- Mamma,sono le quattro. Io vado…-faccio,esitante. So che non è d’accordo che vada da sola a pianoforte,ma non è nemmeno troppo lontano.-prendo la bici.
Non risponde. E che è,la giornata del mutismo generale??
-Va bene.-acconsente infine. Le do un lieve bacio sulla guancia e prendo la bicicletta rossa dal garage sporco.
-Saluta anche papà!-aggiungo con cortesia,a metà vialetto. E’ al lavoro,fa il bancario.
Apro il cancello e monto in sella,con il vento nei capelli.
Questo è solo un assaggio della libertà che voglio io. Sul sellino,posso far finta di non avere alcun problema al mondo,di essere unica e speciale. Invece sono anonima e strana. Voglio cambiare vita,sono stanca mi sono rotta. Voglio viaggiare,non importa dove,non importa con chi. Anche sola. Ce la potrei mai fare?Ad allontanarmi da ciò in cui ho fatto finta di credere per anni?
Una vita fuori dal comune,non importa di rischiare la morte. Voglio poter essere libera di scegliere se andare avanti o no,senza genitori,senza regole né compagni di scuola,professori o studio. Libera di urlare e sentirmi meglio.Arrivo nella piazzola dove dovrebbe esserci la lezione di pianoforte,ma dalla stanza più alta dell’edificio non si sente alcun suono. Forse la lezione è stata sospesa,senza avvertirmi. Possibile?Sospiro. Forse un giorno scapperò di casa,forse quando lo farò nessuno si ricorderà di me…
Faccio per tornare indietro,ma mi sento bloccata. Quando è arrivata quella macchina blu nel piazzale?Non riesco a respirare,mi hanno buttata giù dalla bici e mi stanno tappando il naso. Nella foga di respirare con la bocca,mi dimentico come si fa e cado. Mi sento in pericolo,mani che mi scuotono. Allora non mi resta niente da fare,nulla da perdere,e comincio a gridare.

 
<< Non è educato,imbarazzi la gente >>mamma.
Cosa?
Urlare.

                                                                         

 

 

My space

Premetto che questa schifezza atlantica mi è venuta in mente ascoltando Schrei…e infatti ci sono un po’ di riferimenti ai Tokio Hotel,ma potete leggerla anche se siete anti o non siete fan. Se vi piace,mi prendo tutto il merito;se vi fa schifo consideratelo solo lo sclero di una dodicenne complessata…con scarsa fiducia in se stessa!!Bene,che dire…si accettano critiche e sono graditi i commenti. Me lo farete questo piccolo piacere?Speriamo di sì,anche se solo per dirmi che come scrittrice faccio schifo!!!Se non vi piace la  lascerò perdere...sono molto insicura!

 

P.S.:chiunque sia quel pazzo sconsiderato che lascerà una recensione verrà ringraziato nel prossimo chap!^^

Baci besos kisses kussen,

Oblivion  

 

  
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