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Autore: karter    30/08/2014    6 recensioni
La rosa lo osservò attentamente. Non sapeva perché, ma quel bambino l’attirava moltissimo.
-Ciao!- gli disse con un dolce sorriso attirando così la sua attenzione.
Il bambino la osservò e Sakura si sentì morire.
Aveva degli occhi meravigliosi. Erano di un intenso color pece, tanto scuro da non permettere di riconoscere i contorni della pupilla.
La rosa ne rimase incantata. Non riusciva a distogliere i suoi smeraldi da quelle gemme nere.
Improvvisamente sentì un forte calore salirle sul volto e una strana sensazione nello stomaco. Che avesse mangiato troppo ramen?
STORIA PARTECIPANTE AL CONTEST "Le stagioni del cuore" INDETTO DA Sasuk8 & Manga & Lady Uchiha 23 - GUESS STAR:Meryl Watase, SUL FORUM DI EFP"
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Nick sul forum: karter95
Nick su Efp: karter
Titolo storia: Magic
Rating: verde
Coppia: SasuSaku
Pacchetto: primavera, rosa
Canzone: magic, Coldplay
Genere: sentimentale
Avvertimenti: what if?, missing moments
 
 
 
Magic
 
 
 
 
 
Era una calda giornata di primavera.
Il sole splendeva alto in un bellissimo cielo azzurro, privo di nuvole. Un flebile venticello scuoteva le fronde degli alberi, strappando, al suo passaggio, decine di petali di ciliegio e portandoli con sé.
Le persone avevano il sorriso sulle labbra mentre percorrevano le vie del villaggio, perché si sa, il bel tempo mette di buon umore.
Tra la moltitudine di persone che percorreva quelle vie, una bambina che correva felice balzava subito agli occhi.
-Forza mamma!- urlò prendendo la donna per mano e invitandola ad aumentare il passo.
Sorrise la giovane madre vedendo l’esuberanza della figlia. Non c’era niente da fare, la sua piccola Sakura diventava una forza della natura quando il sole era alto nel cielo.
-Dai mamma!- la incitò ancora la bambina, sistemandosi una corta ciocca rosa dietro l’orecchio.
Era insolito che una bambina avesse quel colore di capelli, eppure la piccola Sakura era nata così, con una chioma rosata e due splendenti occhi verdi. Chiunque la vedesse la paragonava a un fiore di ciliegio, ed era stato proprio quello il primo pensiero dei genitori non appena il loro piccolo angelo vide la luce.
-Tranquilla tesoro!- la rassicurò la donna accelerando il passo –Guarda che papà non scappa mica!- le disse la donna sorridendo gioiosa e guadagnandosi una linguaccia dalla figlia, prima che entrambe scoppiassero a ridere.
Perché loro erano così. Il loro era un rapporto speciale, uno di quelli che poche volte si instaurava tra una madre e una figlia e che loro avevano da sempre. Perché nonostante Sakura avesse ancora quattro anni vedeva la sua mamma non solo come un genitore, ma anche come un’amica, una sorella, una compagna di giochi e tante altre cose.
Percorsero il restante tragitto tenendosi per mano, tra una risata e l’altra.
Amava la sua vita Sakura e non poteva desiderare di meglio.
-Guarda là!- le disse d’un tratto Mebuki indicando un punto qualche metro davanti a loro.
La rosa si voltò immediatamente a guardare il punto che le stava indicando la sua mamma, quando un sorriso bellissimo le comparve sul volto.
-Papà!- urlò liberandosi dalla presa della sua mamma e correndo verso quell’uomo che aveva sempre considerato il suo re.
-Ciao principessa!- la salutò l’uomo prendendola tra le braccia non appena se la ritrovò davanti.
La bambina sorrise felice.
Adorava i suoi genitori e poter passare ogni tanto una giornata tutti e tre assieme le riempiva il cuore di gioia.
Purtroppo per lei suo padre era uno degli shinobi più forti di Konoha quindi era spesso in missione e la sua mamma insegnava in accademia, quindi la piccola passava molto tempo da sola.
-Che facciamo oggi?- chiese Sakura non appena li raggiunse anche la madre.
Le sarebbe andato bene tutto, l’importante era stare con il suo re e la sua regina.
-Le mie due donne gradiscono una ciotola di ramen per pranzo?- chiese l’uomo con un sorriso.
Quelle giornate in famiglia facevano stare bene proprio tutti.
-Per me va bene!- acconsentì con un sorriso Mebuki –E tu cosa dici, tesoro?- chiese alla bambina che si limitò ad annuire felice.
 
-Eccoci arrivati!- annunciò l’uomo con un sorriso fermandosi davanti a un piccolo chiosco di ramen.
-Ma questo…- iniziò Sakura con gli occhi che le brillavano scendendo dalle braccia del padre e entrando come una furia –Teuchi-san!- urlò, non appena riconobbe il signore dietro il bancone.
L’uomo, intento a tagliare delle verdure, sobbalzò a quell’urlo, ma non appena riconobbe una testolina rosa non poté fare a meno di sorridere.
-Buongiorno Sakura-chan!- la salutò vedendo comparire alle sue spalle i due genitori.
-Sei sempre la solita!- disse sorridendo Mebuki, prima di salutare il proprietario del chiosco, imitata dal marito.
-Teuchi-san!- lo chiamò la rosa non appena si fu arrampicata su uno degli sgabelli.
Non voleva l’aiuto di nessuno, ormai era una signorina.
-Dov’è Ayame? E Naruto non è ancora passato?- chiese curiosa.
Frequentava spesso quel luogo e così aveva stretto amicizia con Ayame, la figlia del proprietario, nonostante avesse qualche anno più di lei, e con Naruto, un bambino cliente abituale.
-Ayame è andata a fare la spesa ma credo tornerà a breve, per quanto riguarda Naruto…- iniziò l’uomo preparando i piatti per i tre –Sono certo stia per arrivare. Quel ragazzino mangerebbe ramen anche a colazione!-
Sakura sorrise a quelle parole.
Era vero! Naruto adorava quella pietanza, era l’unica con cui si cibava ed era capace di mangiarne a bizzeffe. Ricordava che i primi tempi le aveva fatto impressione quel bimbo biondo. Era stato capace di spazzolarsi sei ciotole di ramen in meno di dieci minuti! Con il tempo, però, erano diventati ottimi amici e si volevano un gran bene, tanto da considerarsi fratello e sorella.
I tre mangiarono tranquilli, chiacchierando animatamente tra loro e con quello che ormai consideravano un amico di famiglia, quando due voci catturarono la loro attenzione.
-Ti ho detto di no!- esclamò una voce femminile entrando nel chiosco seguita a ruota da un bambino dai capelli biondi e gli occhi color del cielo.
-Ti prego nii-chan!- la supplicò il bambino unendo le mani sotto il mento in segno di preghiera.
-Ho detto no, Naruto!- ribadì la castana posando sul bancone le buste della spesa senza accorgersi delle persone che li guardavano.
-Solo sta volta!- riprovò il biondo sfoderando la sua miglior espressione da cucciolo.
Ayame lo guardò un attimo prima di sospirare sconsolata. Non riusciva mai a dire di no a quegli occhi.
-E va bene!- acconsentì la castana –Ma questa è l’ultima volta che ti offro il ramen!- aggiunse con aria minacciosa, ma ormai Naruto non l’ascoltava più.
-Grazie mille!- urlò contentissimo arrampicandosi su uno sgabello e accorgendosi solo in quel momento delle altre persone nel locale.
-Ciao baka! Ciao nee-chan!- li salutò Sakura sorridendo.
Era incredibile come riuscissero a farla ridere quei due.
-Sakura-chan!- esclamarono invece gli ultimi arrivati.
Non si erano minimamente accorti della presenza della loro amica.
-Era ora che vi accorgeste di me!- si finse offesa la rosa.
-È tutta colpa sua!- si difese Ayame indicando il biondo con sguardo omicida, ma sorridendo dentro di sé.
Amavano prendersi gioco di Naruto.
-Non è vero!- cercò di difendersi quest’ultimo.
Non gli piaceva quando due delle persone più importanti della sua vita erano arrabbiate con lui.
-Non volevo ignorarti Sakura-chan!- aggiunse cercando di far ragionare l’amica.
La rosa sorrideva divertita senza farsi vedere, osservando Ayame, per poi scoppiare a ridere assieme all’amica.
-Sei proprio una testa quadra!- gli dissero le due abbracciandolo e lasciando il biondo sorpreso.
-Allora non ce l’avete con me?- chiese Naruto, mentre un enorme sorriso si formava sul suo volto abbronzato.
Le due amiche sorrisero a loro volta facendo segno di no con il volto e facendo allargare il sorriso del loro amico che le strinse forte. Voleva loro un gran bene.
-Non vorrei interrompere…- si intromise una voce maschile attirando tutte le attenzioni su di sé e guardando truce il bambino biondo.
Se Mebuki Haruno era la madre amica, Sato Haruno era il classico padre geloso che non tollerava che la propria piccola avesse a che fare con l’altro sesso. Nemmeno in tenera età.
Sakura sorrise vedendo il padre. Era ancora piccola per capire determinate cose.
-Papà, mamma…- iniziò così la bimba sorridendo –Vorrei presentarvi i miei migliori amici! Loro sono Ayame e Naruto- aggiunse stringendoli forte a sé.
Mebuki sorrise. Era così bello vedere la propria piccolina felice, anche se l’espressione sul volto del marito era impagabile. Se era geloso di un amico ora che Sakura aveva solo quattro anni, chi sa cosa avrebbe combinato quando, cresciuta, la loro principessa si fosse trovate un fidanzato.
-Molto piacere bambini!- iniziò la donna –Il mio nome è Mebuki, e questo pezzo di legno è mio marito Sato!-
L’uomo strabuzzò gli occhi a quelle parole.
Sua moglie l’aveva chiamato “pezzo di legno”?
Con sguardo assassino si voltò verso di lei, ma prima che potesse proferir parola una fragorosa risata lo riscosse.
Eh si, i tre bambini ridevano di lui.
Li guardò un secondo interdetto, prima di scoppiare a ridere con loro.
Perché era felice. Aveva sua moglie stretta a lei e davanti ai loro occhi il più grande tesoro che avessero mai avuto, la loro bambina, rideva felice. Cosa poteva desiderare di più?
 
-Sakura-chan, vieni al parco con me e Ayame?- chiese speranzoso Naruto non appena tutti ebbero finito di mangiare.
Aveva una gran voglia di andare a divertirsi con le sue amiche.
Sakura lo osservò qualche secondo, dubbiosa. Le sarebbe piaciuto andare con gli amici, ma quel giorno aveva finalmente tutti e due i suoi genitori a casa.
Mebuki osservò con un sorriso sincero la figlia. Capiva la sua incertezza. Passare un intero pomeriggio al parco rendeva felice ogni bambino, ma la sua piccola peste non sapeva se accettare.
-Vai pure…- la incoraggiò la donna, ricevendo un’occhiata strana dalla bambina –Domani l’accademia è chiusa e papà non è in missione, potremo stare insieme domani!-
Sakura sorrise raggiante a quelle parole.
Si lanciò di colpo sui suoi genitori e li abbracciò fortissimo.
-Grazie, grazie grazie!- urlò poi incamminandosi verso il parco, sotto lo sguardo contrariato del padre.
-Spero che quel biondino tenga le mani apposto!-
 
I tre bambini correvano felici.
Erano giorni che non riuscivano a stare tutti e tre assieme, ma poter avere un intero pomeriggio per loro li riempiva di gioia.
-Le altalene!- urlarono felici non appena giunsero al parco.
Adoravano quella giostra, li faceva sentire forti e coraggiosi e allo stesso tempo liberi. Era una sensazione meravigliosa.
Stettero ore così, a dondolarsi immaginando mondi paralleli dove vivere centinaia d’avventure, finché qualcosa non attirò l’attenzione di Sakura.
-Ehi dove vai?- chiese Naruto vedendo l’amica saltare giù dall’altalena con un agile balzo.
Ma la rosa non gli prestò attenzione, troppo intenta a osservare ciò che l’aveva catturata.
Un bambino di all’incirca la sua età stava seduto in disparte sulla riva del ruscello con le gambe tirate al petto.
La rosa lo osservò attentamente. Non sapeva perché, ma quel bambino l’attirava moltissimo.
-Ciao!- gli disse con un dolce sorriso attirando così la sua attenzione.
Il bambino la osservò e Sakura si sentì morire.
Aveva degli occhi meravigliosi. Erano di un intenso color pece, tanto scuro da non permettere di riconoscere i contorni della pupilla.
La rosa ne rimase incantata. Non riusciva a distogliere i suoi smeraldi da quelle gemme nere.
Improvvisamente sentì un forte calore salirle sul volto e una strana sensazione nello stomaco. Che avesse mangiato troppo ramen?
-Ciao- rispose il bambino osservandola curiosa.
Aveva una voce melodiosa, davvero meravigliosa.
Non sapeva perché, ma quel bambino l’attirava come nulla aveva mai fatto.
I suoi capelli corvini, il volto d’angelo sul quale spiccavano quelle due gemme nere, il naso all’in su, le labbra sottili, era qualcosa di meraviglioso.
 -Co…come ti c…chiami?- chiese incerta.
Non era da lei balbettare a quel modo, quel bambino le faceva uno strano effetto.
Il corvino la studiò attentamente. Era strana. Già il fatto che fosse femmina la rendeva strana, se poi aggiungeva il suo colore di capelli e quello strano modo di parlare.
-Prima di fare una domanda dovresti presentarti!- rispose il bambino sorridendo.
La rosa avvampò immediatamente. Com’era possibile una cosa del genere?
-Mi chiamo Sakura!- disse mentre un sorriso le compariva in volto.
Era riuscita a parlare senza balbettare.
-Sasuke!- rispose il bambino continuando ad osservare quella bimba così strana, quando la sua attenzione fu attirata da altri due bambini che non conosceva.
-Sakura!- urlò una bambina di qualche anno più grande dai capelli castani correndo dalla rosa assieme ad un biondino.
-Chi è questo tipo?- chiese dubbioso Naruto non appena si avvicinarono.
-Si chiama Sasuke!- rispose la bambina con un bellissimo sorriso per poi voltarsi verso il corvino –Mentre loro sono Ayame e Naruto!- aggiunse imbarazzandosi nell’incontrare quei bellissimi occhi.
-Molto piacere!- sorrise amichevolmente la castana soffermandosi a osservare Sakura.
La conosceva da un bel po’ e prima di allora non l’aveva mai vista così. La rosa era sempre stata forte e determinata e un sorriso perenne faceva bella mostra di sé sulle sue labbra carnose. Quel ragazzino, invece, era riuscito a far diventare timida e incerta la sua migliore amica. Avrebbe dovuto fare due chiacchiere con lei, assolutamente.
-Non mi piace!- esclamò invece Naruto osservandolo con una strana espressione.
Quel bambino aveva un qualcosa che lo turbava, anche se non riusciva a spiegarsi cosa.
-Ma smettila baka!- lo rimproverò Ayame dato che Sakura sembrava partita per un’altra dimensione e qualcosa le diceva che con lei c’erano due splendidi occhi neri.
Il biondo mise il broncio, ma prima che potesse replicare Ayame aveva già invitato Sasuke a giocare con loro e tutti e tre si stavano dirigendo al campetto da calcio, lasciandolo solo.
-Aspettatemi!- urlò Naruto correndo per raggiungere gli altri.
 
Fu una partita avvincente.
Le bambine erano bravissime in quello sport, ma neanche i maschi se la cavavano male. Tant’è che al tramonto il punteggio era ancora di tre pari.
-Sono stanchissima!- asserì Ayame lanciandosi sull’erba che circondava il campetto.
Avevano corso tutto il pomeriggio dietro il pallone e dato che Sakura a volte pareva perdersi dietro gli occhi neri del loro nuovo amico, aveva dovuto faticare molto di più.
Sicuramente, però, le era andata meglio dei due ragazzi che dal primo momento che avevano messo piede sul campo non avevano fatto altro che cercare di dimostrare chi fosse il migliore.
Scosse il capo a quel pensiero. Non avrebbe mai compreso alcuni loro comportamenti.
-Ho una fame da lupo!- esclamò invece Naruto sentendo il proprio stomaco brontolare e facendo scoppiare a ridere gli altri tre.
Correre lo aveva sfiancato, ma doveva ammettere che Sasuke non era così male come compagnia, lo faceva divertire.
-Io credo che andrò a casa!- affermò Sakura alzandosi dalla sua posizione sull’erba e sorridendo agli amici –Mamma aveva promesso di preparare una torta al cioccolato!- aggiunse con uno splendido sorriso –Vi va di venire ad assaggiarla?-
A quelle parole gli occhi del biondo luccicarono.
Adorava le torte della madre della sua amica, erano buonissime.
-No grazie Sak!- rispose però Ayame con un sorriso –Io e Naruto dobbiamo tornare al chiosco!- aggiunse la castana che era davvero sveglia per i suoi sette anni –Perché non vai tu, Sasuke?-
Il corvino rimase qualche secondo in silenzio.
Odiava i dolci, con tutto il cuore e suo fratello aveva promesso di allenarsi con lui appena rientrato. Allora perché non riusciva a dire di no a quegli occhi smeraldini che lo guardavano sorridenti.
-Va bene!- rispose alzandosi e facendo allargare il sorriso sul volto della rosa.
Non sapeva perché ma alla risposta affermativa del suo nuovo amico aveva sentito il suo cuoricino battere forte.
-A…andiamo!- rispose Sakura imbarazzata incamminandosi non prima di aver salutato con un sorriso i suoi due migliori amici, sotto lo sguardo perplesso di Naruto e quello soddisfatto di Ayame.
 
I due bambini camminavano silenziosi per strada.
Nessuno dei due sapeva cosa dire o fare. Nonostante avessero quattro anni si sentivano stranamente a disagio e gli occhi delle persone che li guardavano curiosi non aiutavano.
Sakura si sentiva strana. Per lei non era mai stato un problema girare per le strade di Konoha con un bambino. Naruto ne era la prova lampante. Allora perché con Sasuke si sentiva così strana? Perché ogni volta che lo guardava sentiva caldo? E perché non riusciva a smettere di guardare i suoi occhi?
Troppe domande e nessuna risposta.
Sasuke dal canto suo non si era mai trovato in una situazione del genere.
Non aveva molti amici e passava le sue giornate con alcuni componenti del suo clan o con suo fratello, quindi non sapeva cosa fare.
-Ti…ti piace il cioccolato?-
 
-Sono a casa!- disse Sakura aprendo la porta con un enorme sorriso sul volto e correndo incontro alla sua mamma.
-Ti sei divertita?- le chiese la donna mentre tagliava un’enorme fetta di torta al cioccolato.
La piccola annuì contenta.
Sembrava proprio non voler perdere quel bellissimo sorriso.
-Sai mamma…- iniziò sedendosi a tavola e prendendo un pezzo di quel buonissimo dolce –Oggi abbiamo conosciuto un bambino- aggiunse mentre il suo sguardo iniziava a diventare sognante e le gote le si tingevano di rosso.
Mebuki la osservò attentamente.
La sua piccolina aveva uno sguardo strano che conosceva fin troppo bene.
-Si chiama Sasuke- continuò senza riuscire a guardare in volto la mamma.
Voleva renderla partecipe della sua felicità, ma si sentiva troppo in imbarazzo.
-Ha un bel nome!- commentò la donna per incoraggiarla a continuare.
-Ecco…lui è il mio fidanzato!- ammise tutto d’un fiato lasciando a bocca aperta la donna.
Altro che aspettare che crescesse! A quanto pare Sato avrebbe dovuto imparare a dividere la sua principessa con un bel principe molto prima del previsto!
 
-Nii-san?- chiamò un bambino che dalla sua camera osservava il cielo.
Era stato un giorno strano quello.
Prima aveva conosciuto quella bambina strana ed era entrato nel suo gruppo di amici, poi, non sapeva nemmeno lui come, si era ritrovato in quella strana situazione, eppure era felice.
-Domani mi accompagni al parco?- chiese mentre il suo visino da bimbo si tingeva di un tenue rossore.
Itachi lo guardò con un sorriso lasciandogli un buffetto sulla fronte.
Non sapeva perché, ma qualcosa gli diceva che il suo otouto avesse fatto colpo.
 
La luna splendeva alta nel cielo. Milioni di stelle erano sparpagliate in quell’immensa distesa blu notte facendola sembrare più magica di quel che è.
In due zone diverse del villaggio, due bambini, un maschietto e una femminuccia, dormivano sereni.
Erano felici e nulla avrebbe mai potuto cancellare quel sorriso sulle labbra.
Peccato che il futuro fosse un’incognita, e nessuno dei due avrebbe mai potuto immaginare che in un futuro non troppo lontano, lo sterminio di un clan, una vendetta dettata dall’odio e un amore forse non ricambiato avrebbero cambiato per sempre le loro vite…
 
 
-Ti…ti piace il cioccolato?- chiese Sakura per spezzare quel silenzio opprimente, mentre il suo cuoricino batteva fortissimo nel suo petto.
Sasuke la osservò.
Era davvero una bimba carina.
-Io…- iniziò incerto –Io odio i dolci!-
La rosa sbarrò gli occhi a quelle parole.
Se lui odiava i dolci, perché aveva accettato di assaggiare la torta della sua mamma?
Nonostante tutto, però sorrise.
Era felice di aver fatto quel tratto di strada con lui.
 
-Sicuro di non voler assaggiare la torta?- chiese la bambina appena arrivarono sotto casa sua, ma il corvino scosse il capo.
Non sarebbe mai riuscito a mangiare quella schifezza dolce. A lui piacevano le cose aspre e amare.
-Grazie per avermi accompagnata a casa, allora!- gli disse con un sorriso la rosa posandogli un bacio sulla guancia.
Sasuke a quel gesto arrossì visibilmente.
Aveva sentito un forte calore nel momento in cui le labbra di Sakura avevano sfiorato la sua pelle, ed era stato bellissimo.
-Ci vediamo domani!- aggiunse rossa anche lei per l’imbarazzo, ma felice, prima di sparire dietro la porta di casa.
Sasuke rimase incantato ad osservare la porta dietro la quale era sparita la sua nuova amica, prima che un sorriso gli nascesse sul volto.
Qualcosa gli diceva che non avrebbe permesso mai a nessuno di farle del male.
Lei era quella magia nella quale non aveva mai voluto credere e che ora prendeva forma davanti a lui, cancellando ogni sua piccola convinzione con un sorriso.
 
 
 
 
 
 
 
 
NOTE:
inizio col dire che non avrei mai pensato di scrivere una cosa simile e invece eccomi qui con questa piccola OS nella quale i nostri amati shinobi sono solo dei bambini.
La storia in se per se non è nulla di speciale e non so se potrà andare per il contest dato che non ho proprio rispettato il contenuto del pacchetto ma ci ho provato.
L’incertezza ho provato a farla apparire nel momento in cui Sakura e Sasuke si incontrano. La rosa, sempre forte e coraggiosa si trova in difficoltà davanti a quel bambino che lo ha tanto ammaliato.
La vendetta è solo un leggero accenno nel finale. Sicuramente avrei potuto sfruttarlo meglio però è così che è venuta fuori e anche se non mi soddisfa pienamente mi devo accontentare.
La coppia, il SasuSaku! Credo di non averne mai scritte di così velate e non so se si riesce a vedere bene, io ci ho messo tutta me stessa per mostrare questi due bambini un po’ presi.
La canzone Magic, più che nelle parole mi ha ispirato come melodia e titolo.
L’ho ascoltata decine di volte mentre scrivevo questa storia. E poi ho sfruttato leggermente il testo per descrivere quella sensazione magica che provano i due bambini insieme. Non so se sono riuscit nel mio intento, ma ci ho provato.
Per quanto riguarda gli IC invece non so che dire. Sasuke ha ancora la sua famiglia, quindi è un bambino più aperto e Sakura è cresciuta in una famiglia ninja con migliori amici Naruto e Ayame, quindi l’ho immaginata più aperta, forte e determinata.
Spero davvero possa piacere
karter
  
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