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Autore: ivi87    30/08/2014    9 recensioni
Timeline: post season finale sesta stagione.
Dal testo: Se anche io fossi luce e tu oscurità non tenterei di portarti dalla mia parte, ma verrei io nella tua. Mi cercherei una bella sedia comoda e starei nell’oscurità con te.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Javier Esposito, Kate Beckett, Kevin Ryan, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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# 6 - They have all been blown out

 

 

L’infermiera a cui è toccato il turno di notte doveva avere altri programmi quella sera a giudicare dalla quantità di sbuffi che senti mentre fingi di dormire.

La percepisci accanto a te, vicino al monitor che mostra le tue funzioni vitali e poi si allontana verso quello di Castle.

Immobile, aspetti che faccia il suo dovere e solo quando lei esce dalla vostra stanza osi aprire gli occhi.

È quasi una settimana che sei costretta a stare sdraiata e cominci a sentirti in trappola.

Non sei tipo che ozia a letto o che resta inattiva per troppo tempo e quella degenza forzata ti sta facendo impazzire più dei racconti assurdi dei vostri famigliari e amici.

Un paio di infermieri vi aiutano a riattivare i muscoli atrofizzati massaggiandoli e piegandoli varie volte ma di camminare o muoversi liberamente ancora non se ne parla.

In definitiva l’unico movimento che fate è portare la forchetta dal piatto alla bocca.

Sospiri afflitta. Almeno ora riuscite a parlare quasi normalmente e le corde vocali non vi bruciano più.

La cosa peggiore di quella situazione è il non sapere.

Siete ricoverati in ospedale e non sapete il perché.

Non vi ricordate niente dell’ultimo anno e nessuno vi dice nulla.

La scusa più gettonata è quella di non stressarvi ulteriormente e di non turbarvi.

Così sì che stiamo calmi e rilassati.

Meno i vostri amici vi vogliono dire, più capite che deve essere grave.

E allora come stare calmi?

Il bip dell’elettrocardiografo aumenta di velocità, sottolineando la tua agitazione.

Riprendi il controllo e cerchi di calmarti o nessuno vi racconterà più nulla se ogni volta vieni sedata.

Concentrati sulle cose importanti.

Sono viva.

Castle è vivo.

Siamo insieme.

Le pulsazioni tornano immediatamente regolari anche se nulla ti impedisce di domandarti come ha avuto inizio tutto questo e perché non te lo ricordi.

“Vuoi sentire la mia teoria?”.

Ti volti verso la sua voce e grazie alla poca luce che filtra dalla finestra scorgi il suo profilo, anche lui insonne, perso a fissare il soffitto.

“Sì”, gli rispondi.

“Gli alieni ci hanno fatto il lavaggio del cervello”.

Sorridi grata di averlo come compagno.

Compagno di vita e, mai come ora, compagno di stanza.

Basta una stupida battuta per sentirti in pace.

Per farti battere il cuore.

Perché lui deve farti ridere, deve alleggerire i tuoi pensieri a costo di fare lo stupido.

Ci sono momenti nella vita in cui è giusto essere incoscienti e fregarsene delle regole, dei medici, dei parametri vitali.

È questo che pensi mentre scosti le coperte e ti togli i sensori da petto.

Scendi piano dal letto e ti accorgi di quanto il tuo corpo ti sembri pesante da sorreggere.

“Kate, sei impazzita? Torna a letto!”, la preoccupazione nella voce di Castle non ti frena.

Ti appoggi al muro e hai la fortissima sensazione che siano trascorsi secoli dall’ultima volta che hai camminato.

Ti gira un po’ la testa quando finalmente arrivi al suo letto.

“Ecco fatto”, gli dici sorridendo per nascondere il dolore che hai in tutti i muscoli.

“Dovresti essere a letto a dormire” ti rimprovera ma ha già le braccia aperte per accoglierti.

Ti sdrai accanto a lui ed è come se all’improvviso tutto fosse tornato al proprio posto. “Non ho sonno”, confessi sul suo petto “Mi sembra di dormire da una vita”.

Castle ti da un bacio sulla testa “Fra cinque minuti esatti si accorgeranno che qualcosa non va con il tuo monitor e verremo rimproverati a dovere”.

“L’ultimo ricordo che ho è il dolore di saperti morto, per mano di Jerry Tyson, o così credevo in quel momento... Posso sopportare di essere sgridata dalle infermiere. Lascia che mi goda questi miseri cinque minuti”, lo dici stringendoti ancora di più a lui.

“Non sarebbe nello stile del 3xk, dati i nostri trascorsi sarei già morto a quest’ora...”, dice pensieroso “Però ricordo di essere stato tirato fuori dall’auto, Kate... o almeno credo... ma tutti sostengono che io sia uscito da solo barcollando fino al primo paese vicino... forse me lo sto sognando... qualunque cosa ci sia successa, mi sta scombinando il cervello. Stento a credere a quello che ci raccontano, ai  nostri comportamenti. Ma sono i nostri amici e i nostri parenti, non ha senso pensare che stiano mentendo giusto?”

“Mi sento come te”, nemmeno tu hai risposte “Odio non sapere”.

“Quindi dobbiamo capire perché ci siamo comportati così” prosegue Castle “Perché in un anno non abbiamo riorganizzato il matrimonio, perché sembra che pomiciamo davanti a tutti senza il minimo pudore, perché io non mi interesso della vita scolastica di mia figlia e perché mai tu dovresti consigliarle di civettare e fare la smorfiosa con i ragazzi!”, l’ultimo punto viene enunciato come se fosse molto, molto più importante degli altri, facendoti sorridere nuovamente.

Stai per rispondergli quando l’infermiera del turno di notte irrompe trafelata nella stanza.

Si precipita al tuo letto, trovandolo vuoto “Ma che...?”.

Poi ti vede: “Signorina Beckett!”.

“Beccati”, sussurra Castle al tuo orecchio.

“Com’è riuscita ad alzarsi?”, ti domanda mentre ti aiuta a scendere dal letto per ritornare nel tuo.

“Forza di volontà?”, le rispondi prontamente.

“Mi voleva troppo”, dice invece Castle.

Gli getti un’occhiataccia mentre lo scopri intento a sbirciare nell’apertura del camice sulla tua schiena.

“Non si sarebbe dovuta staccare gli elettrodi ed è stato estremamente rischioso alzarsi così!”, ti ammonisce la ragazza.

“Se sapessi con esattezza la mia condizione fisica potrei valutare meglio cosa è o non è rischioso”, ribatti con fermezza.

“Voi dovete solo fare quello che vi dicono i dottori, sono qui apposta per farvi stare meglio”.

Non rispondi altro perché sai che ha ragione, lasci che ricolleghi il monitor e che ti rimbocchi le coperte.

“Ha le rotelle questo aggeggio?”, le domandi colta da un’improvvisa idea.

“Sì, perché?”.

“Perché le posso assicurare che quello che è successo stanotte  accadrà ancora e ancora solo che stavolta porterò con me il monitor”.

“Ma... no, lei.. non può...”, cerca di replicare la povera infermiera a cui siete capitati.

“Avvisi pure le altre infermiere, il primario o chi vuole lei!”.

“Adoro quando è così ostinata!!”, dice Castle rivolto alla ragazza.

La vedi scuotere la testa. Un po’ ti dispiace, sta solo facendo il suo lavoro.

Si avvia verso la porta della vostra stanza ma sulla soglia si volta con un sorriso comprensivo in volto “Voi due mi metterete nei guai”.

 

 

Ivi’s corner:

 
Un po’ di romanticismo in questo sabato nuvoloso, almeno qui da me :)

spero che da voi ci sia il sole *-*

 
Nessuna risposta in questo capitolo ma su che i Caskett pucci pucci vi vanno bene lo stesso, no?

 
Scusate l’attesa, avrei voluto pubblicare giovedì sera x festeggiare i pugni indomiti di Nathan e la foto spoiler di Arrow (ujdhvbfuefuioeouifb) ma poi sono andata al cinema e non ce l’ho fatta >.<

 
Anyway, buon weekend!

Ivi87

   
 
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