Reunion

Il cielo azzurro era più luminoso del solito, il sole era più caldo del normale e Tommy se ne stava davanti ad un portone in ferro battuto, dipinto di bianco, due angeli di pietra facevano guardia all’entrata. 
Senza che lui facesse niente, quel portone si aprì. Timoroso, Tommy lo varcò e si inoltrò nel parco; gli uccellini cantavano felici, alcuni caprioli non si interessavano a quella persona che camminava, spaesata, poco lontano da loro. 
In lontananza sentì una musica, una chitarra pizzicata, una melodia che gli sembrava di conoscere. Il parco pareva infinito, lui seguì quelle note a lui familiari. Non seppe dire per quanto tempo camminò, ma non doveva essere da molto, non era stanco. Si voltò indietro, non riusciva più a vedere il cancello. Quell’atmosfera di pace, però, non gli procurava ansia, nemmeno paura. Lui seguì le note di quella chitarra, fino a che non si trovò davanti un chiosco, anche quello bianco, ornato di fiori. 
Il contrasto con le persone che vi erano sedute sotto era forte. Attorno ad un tavolino Joey e Dee Dee chiacchieravano con una birra davanti, poco lontano, su una sedia Johnny suonava la sua amata chitarra. Tutti e tre indossavano le loro giacche di pelle, i capelli lunghi e scuri e gli occhiali da sole. Perplesso si guardò, anche lui era vestito come ai tempi dei Ramones.
Si avvicinò e salutò. Tre teste si alzarono, sei occhi erano puntate su di lui. 
Dee Dee fu il primo ad alzarsi e ad andargli incontro. «Amico, benvenuto! Mancavi solo tu!» disse, mettendogli un braccio intorno alle spalle e portandolo verso il chiosco.
«Sto sognando?»
Dee Dee guardò Joey, poi dopo qualche istante scosse la testa. 
«Credo che questo sia il paradiso. Non so come ci siamo finiti noi, ma siamo tutti qui.»
Tommy realizzò solo in quel momento quello che gli era appena successo. 
«Come state?» chiese, dopo aver riordinato i pensieri. 
«Bene, qui si sta bene. Beviamo birra, suoniamo, chiacchieriamo.»
L’ultimo arrivato spostò lo sguardo su colui che aveva parlato; era stato Johnny, che continuava, però, a pizzicare le corde della sua chitarra senza guardarlo. Perplesso Tommy chiese: «Chiacchierate? Anche tu e Joey?»
«Abbiamo deciso di mettere da parte le nostre incomprensioni. Per troppo tempo ci siamo ignorati e qua stiamo parlando di passare l’eternità insieme. Era il caso di chiarire!»
Tommy sentì Joey ridacchiare e si girò verso di lui; era un sorriso sincero quello stampato sul volto del cantante dei Ramones. 
«A proposito di eternità...» disse Dee Dee, portando nuovamente il suo braccio attorno alle spalle dell’amico e camminando insieme. «Tra qualche giorno c’è un festival a cui volevamo partecipare, ma ci mancava il batterista, quindi abbiamo rinunciato. Ora che sei qui, mica ti andrebbe di unirti a noi, come una volta?»
Tommy spalancò gli occhi e guardò Dee Dee. «Siete proprio sicuri?»
«Perché no? I Ramones tornerebbero insieme, come è giusto che sia!» disse Johnny. 
Il batterista sorrise. «Non posso dire di no, allora!»
«Perfetto! Prima ci sono Jim Morrison e Ray Manzarek che provano, poi Sid Vicious e Joe Strummer. Dopo possiamo andare noi» disse Dee Dee.
«Sid Vicious e Joe Strummer suonano insieme?»
«Hanno creato i The Pistols. Non sono male. Vieni che te li facciamo sentire.»
«Ok! Hey, oh, let’s go!» Poi sorrise e seguì i suoi compagni di band. 






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Salve. 
Non sono solita scrivere in questa sezione, ma i Ramones sono un gruppo che è da tanti anni nel mio iPod, che mi affascina, di cui amo le canzoni e ciò che hanno dato alla musica. A luglio, quando ho letto la notizia della morte di Tommy, questa storia ha cominciato a frullarmi in testa. Poi sono andata in vacanza e non sono riuscita a scriverla. Sono tornata, l'ho buttata giù velocemente e poi l'ho lasciata in sospeso per un po'. Stamattina ho deciso di riprenderla in mano, l'ho sistemata e finalmente l'ho pubblicata. 
Immagino non sia niente di particolare, ma questo è ciò che ho scritto. Insomma, spero vi sia piaciuta. 
Non mi dilungo ancora. 
Un saluto a tutti quelli che hanno avuto voglia di leggerla. 
Mon