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Autore: As_tat    30/08/2014    0 recensioni
Nel futuro di True Blood, descritto da Charlaine Harris, Helena conduce un'esistenza raminga e solitaria, all'apparenza una semplice ragazza trasandata, come se il destino l'avesse sbatacchiata da una città all'altra senza apparente motivo. Questo finchè una notte, in un bar nella periferia di qualche cittadina sperduta, una sua vecchia conoscenza non rientra in modo prepotente nella sua vita, distruggendo in poche parole l'identità che Helena era riuscita a costruirsi. Ricordandole che lei non è la semplice umana che interpreta e che il fatto che stia scappando dal mondo sovrannaturale non significa che quella realtà dolorosa abbia smesso di esistere. Nè che lei abbia smesso di farne parte.
I personaggi di questa storia sono completamente originali e di mia invenzione, l'universo è invece quello creato da Charlaine Harris nel "Ciclo di Sookie Steakhouse", per cui i miei assunti sono gli stessi (esiste il sangue artificiale e la presenza dei vampiri è stata rivelata agli esseri umani, esistono altre creature sovrannaturali di cui però gli umani non sanno ancora nulla). Non escludo che in futuro alcuni personaggi del ciclo possano comparire nella storia, ma per ora non ce ne sono.
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4
 
Aveva una voce ricca, profonda. Una di quelle voci che non si può fare a meno di ascoltare rapiti, beandosi del loro suono melodioso e cullante, indipendentemente dal fatto che il loro proprietario stia facendo le previsioni del meteo o stia leggendo una ricetta di cucina.
Helena non odiava quella voce.
Piuttosto, Helena odiava il fatto che Adam avesse una voce simile. Perché un vampiro dotato di un simile strumento di persuasione e ammaliamento era come uno squalo che fosse anche in grado di usare un fucile a canne mozze.
Era ingiusto, ecco.
 
Helena si riprese dalla sua paralisi momentanea, portando di nuovo la sigaretta alle labbra. Non aveva intenzione di guardare Adam apertamente, prima che si fosse rivelato strettamente necessario farlo.
Una vocetta nella sua testa, quella cinica, la derise per quel comportamento da ragazzina stupida, ma preferì ignorarla, piuttosto che far valere il suo orgoglio ed affrontare il viso del vampiro ancor prima di essere riuscita a metabolizzare l'impatto con la sua voce.
 
Da sotto la sua bombetta poteva percepire con la coda dell'occhio una vaga sagoma statuaria, avvolta in quella che sembrava essere una camicia chiara. Non osò di più.
<< Sì, >> disse, spegnendo la sigaretta nel posacenere, con la voce arrochita dal fumo << non c'è un posto dove possiamo avere un po' di privacy? Ti... >>
 
Il “devo parlare” non le uscì dalle labbra, perché con uno scatto che di umano non aveva nulla, Adam le aveva afferrato il braccio e la stava trascinando senza molto riguardo dall'altra parte della sala, passando lungo la parete per evitare la calca.
L'aveva riconosciuta? Helena non poté fare a meno di chiederselo con una certa ansia, mentre lo seguiva a testa bassa.
Giunsero nei pressi dei tendaggi pesanti che aveva notato quando era entrata, e ancor prima di realizzare cosa stesse succedendo, Adam la spinse bruscamente attraverso essi, facendole così finire una sorta di nicchia cupa e nascosta, a malapena illuminata da una soffusa luce sanguigna, di cui non si riusciva ad identificare la provenienza.
Dal divanetto nero che rappresentava l'unica forma di arredamento in quel cubicolo, capì di cosa si trattava.
Un “romantico” mattatoio in cui squarciare indisturbati la gola del fangbanger di turno.
 
Ma quel pensiero, insieme al voltarsi di scatto verso il vampiro, furono le uniche cose che le fosse concesso fare, prima che Adam le fosse addosso, facendole urtare dolorosamente il muro con la schiena e la nuca.
Helena emise un mugolio di protesta, ma il vampiro non diede segno di averlo notato. Con una mossa repentina portò la gamba al cavallo dei pantaloni di Helena, per premerla con decisione contro il suo osso pubico.
<< Primo... >> sussurrò Adam, con quella sua voce pastosa ed ipnotica in netto contrasto con la violenza delle sue azioni << un vampiro capisce il tuo sesso indipendentemente da come tu sia vestita, sai?>>
Così dicendo accentuò la pressione contro il pube di Helena, facendo scivolare il suo ginocchio contro il muro dietro alle gambe aperte della ragazza, fino a far sì che lei si ritrovasse schiacciata tra la sua coscia e la parete, in trappola.
Helena intanto stava avendo il suo bel da fare per organizzare le emozioni. Era terrorizzata, quello sì, anche se non avrebbe mai ammesso con se stessa quanto. Ma se fosse stata solo terrorizzata, come lo sarebbe stata in una situazione simile con un qualsiasi vampiro, sarebbe stato tutto molto più semplice.
Invece, ad intrappolarla contro il muro in quel modo, c'era Adam.
Adam che la squadrava con i suoi occhi grigio-verde, incredibilmente chiari anche in quell'atmosfera cupa, con uno sguardo così bramoso da farle provare un languore assolutamente fuori luogo. Doveva essere disgustata da quel comportamento, sentirsi violata dal modo in cui la gamba di lui le premeva contro.
Ma quelle emozioni sembravano un vago fastidio, quasi impercettibile, sprofondato nelle iridi fameliche di Adam.
 
<< Ma, fossi in te, ringrazierei di cuore chiunque ti abbia consigliato di vestirti così >> proseguì il vampiro, sfoggiando in un sorriso malizioso i canini completamente estesi. Poi si chinò per raggiungere con le labbra l'orecchio di Helena << perché lo trovo dannatamente eccitante >>
Un brivido, di quello che intuì essere un miscuglio di terrore e -dannazione- eccitazione, percorse le terminazioni nervose di Helena, costringendo per reazione la sua razionalità ad imporsi violentemente.
Adam non l'aveva riconosciuta, pensava che fosse una qualsiasi fangbanger, si ritrovò a considerare.
Devo fermarlo, si disse, ma le sue labbra rimasero serrate e il suo corpo inerte.
Stupidi ormoni, stupido corpo, stupido...
 
Le labbra di Adam si erano spostate, sfiorandole il lobo per finire a solleticarle la pelle del collo. Helena lo sentì trarre un profondo respiro, e pensò che si stesse preparando a morderla. Il timore di essere morsa la fece finalmente reagire.
<< No, Adam, fermo! >> esclamò con una vocetta stridula, spintonando il suo torace in modo scoordinato. L'effetto sorpresa e il panico resero la forza di Helena abbastanza efficace da allontanarlo di poco meno di un passo.
Helena si ritrovò addossata al muro, senza più il sostegno del corpo muscoloso di Adam, mentre la consapevolezza di aver fatto arrabbiare un vampiro secolare che poteva spezzarle il collo senza tanti complimenti si faceva strada nel suo cervello. La solita vocetta cinica le chiese se avesse preso una specializzazione, nel comportarsi come una completa idiota nell'affrontare esseri che potevano ucciderla con la stessa facilità con cui si scrocchiavano le dita.
 
Il suo sguardo si alzò timidamente da terra, sotto la barriera di tessuto della visiera della bombetta, per incrociare gli occhi del vampiro e valutare se avesse potuto in qualche modo gestire la sua furia.
Tuttavia, nelle iridi del vampiro la collera stava scomparendo, per lasciare spazio ad un'attonita incredulità.
<< Adam, io sono->> cominciò a spiegare frettolosamente, ringraziando il cielo che non le avesse già spezzato il collo.
<< Helena >> la interruppe lui.
 
Helena annuì, lasciando che Adam la scrutasse, ancora vagamente incredulo. Almeno non sarebbe stata dissanguata a breve, si disse in uno sprazzo di macabro ottimismo.
Adam non era cambiato in quegli anni, non poteva. Era sempre un finto ventisettenne, decisamente alto e con la pelle olivastra. Era bello certo, di quella bellezza eterea che conquistano i vampiri che in vita sono state delle persone con un bell'aspetto, ma Helena aveva visto vampiri molto più belli.
Quello che fregava con Adam era che possedeva un fascino fuori dalla norma, uno sguardo che ammaliava, una gestualità che rapiva, un sorriso che coinvolgeva. Era irresistibile e sensuale in un modo che andava al di là del suo essere un bell'uomo.
Era uno zingaro, fiero e indomabile, sobillatore ed intrigante.
 
<< Adam, ascolta, io- >> cominciò Helena, per evitare che la sua mente deragliasse più di quanto avesse già fatto.
<< Helena... ? >> la interruppe di nuovo lui, mentre faceva brillare in un sorriso sardonico i canini che, con grande rammarico della ragazza, erano ancora completamente estesi. Ora che lo stupore era passato sembrava quasi deliziato all'idea di rivederla. Deliziato come lo si è davanti a un buffet. Grandioso.
Le si avvicinò ancora, questa volta senza entrare in contatto con il suo corpo, e di scatto le strappò la bombetta dalla testa, e le scompigliò i capelli, pettinati all'indietro con il gel.
Helena lo osservò dal basso verso l'alto, lasciandolo fare. Nonostante lei raggiungesse tranquillamente il metro e settantadue, per cui era abbastanza alta, Adam sfiorava sicuramente il metro e novanta, facendola sentire comunque piccolina.
Era vagamente inquietata da quel sorriso malizioso, ma passato il momento in cui l'aveva scambiata per una fangbanger e in cui il terrore -il terrore e basta, nessun'altra pulsione o emozione – l'aveva paralizzata, era decisa a portare a termine il suo compito senza ulteriori ritardi e fraintendimenti.
<< Sono qui perché- >>
<< Ti ho riconosciuta dal tuo odore >>
Invece Adam era deciso ad interromperla con considerazioni stupide, si disse Helena, scoccandogli un'occhiata scettica.
<< Io non ho odore, Adam. Comunque, so->>
<< Sì, che ce l'hai, sotto il tanfo di disgustoso bagnoschiuma alla ciliegia e tabacco che ti porti appresso... Ti sono mancato?>> chiese in tono insinuante, ed Helena si rese conto che dopo averli scompigliati, le dita di Adam non avevano abbandonato i suoi capelli.
<< Quanto uno sciame di cavallette >> ribatté, cercando di essere pungente, ma risultando anche alle sue stesse orecchie titubante << Ora, se abbiamo finito con i convenevoli, Terence- >>
Riuscì a malapena a pronunciare quel nome, che le dita di Adam artigliarono ferocemente i capelli della sua nuca, facendole sbattere la testa contro il muro nel reclinarla all'indietro.
Il vampiro ora la osservava mantenendo il suo volto a pochi centimetri di distanza, ed incombendo su Helena col viso sfigurato dall'espressione di furia.
<< Ti ha mandato quel lampadato figlio di puttana? >> sibilò Adam, con gli occhi che lampeggiavano d'ira.
Beh, di certo non sono venuta qui per il piacere di essere sbatacchiata contro al muro e dissanguata si disse Helena, guardandosi bene dall'esprimerlo a parole. Non era ancora così suicida.
<< Sì >> rispose con calma, in un sussurro << sono richieste le tue capacità per una missione >> concluse, con una frase un po' innaturale. Almeno era riuscita a non essere interrotta per una volta.
Adam la studiò per qualche secondo, mentre la rabbia spariva dal suo volto per lasciarvi un'espressione indecifrabile.
<< Non mi interessa >> sussurrò pacatamente, senza dare cenno di volersi però allontanare da lei. Anzi, con gli occhi socchiusi prese a fissarle intensamente la giugulare di cui, data la posizione del collo completamente esposto, poteva vedere il lieve pulsare.
<< Adam, lasciami >> disse Helena, risoluta. Il panico ormai era in gran parte defluito dal suo corpo, e si sentiva lucida e sicura. Il vampiro poteva ucciderla, sì, ma sarebbe stata un mossa sciocca da parte sua. Sapeva che Terence, che non era esattamente l'ultimo degli idioti, l'aveva mandata lì e che quindi era in qualche modo sotto la sua protezione. O almeno, così sperava di apparire.
Il tono della ragazza lo riscosse, facendogli distogliere l'attenzione dal suo collo. Non le lasciò però la nuca, accentuando anzi dolorosamente la presa sui suoi capelli, né i suoi canini si ritrassero.
Si limitò a tornare ad incrociare il suo sguardo.
<< Tu vuoi che io ti morda. Vuoi che io beva il tuo sangue >> mormorò, con voce melodica.
Helena non ci mise molto a fare l'equazione. L'intenso contatto visivo, il tono suadente della voce, il torpore che le stava invadendo le meningi, le vampate di calore che le avvolgevano il corpo.
Stava cercando di ammaliarla.
Serrò bruscamente le palpebre, stringendo involontariamente la mascella.
<< Adam, lasciami >> ripeté tra i denti, con voce più dura della prima volta. Per fargli capire che si stava spingendo troppo oltre, posò alla cieca la mano sul suo petto, allontanandolo.
E stranamente lui non oppose resistenza, né la morse contro la sua volontà. La lasciò andare, ritraendo i canini, mentre lei socchiudeva cautamente le palpebre.
 
<< Sei un osso più duro di quanto ricordassi >> commentò poi il vampiro, con un sguardo furioso, subito stemperato da un sorriso divertito. Aveva già mostrato fin troppo interesse nei confronti di una ragazzetta secca e malvestita per quella sera, dedusse lei, ed essere rifiutato da una creatura simile era qualcosa che non riusciva semplicemente a concepire.
Non che non fosse felice dell'improvvisa perdita di interesse, anzi, Helena non sapeva quale divinità dovesse benedire per averla fatta franca. Si allontanò dal muro, distanziandosi così anche da Adam di qualche passo.
Negli occhi del vampiro lesse ancora un lampo di insoddisfazione, ma decise di ignorarlo.
 
<< Terence non si aspetta che tu partecipi gratuitamente >> riprese a parlare, con tono fermo. Adam intanto si era andato a sedere sul divano, con le stesse movenze di un grosso felino. Aveva smesso di osservarla, e a quanto dava a vedere, anche di ascoltarla.
Helena se ne sarebbe volentieri andata visto che l'essere bellamente ignorata da quello sbruffone era la ciliegina sulla torta per come era stata trattata quella notte, ma non poteva permettere che un suo fallimento minacciasse la precaria sicurezza della sua famiglia.
<< E' disposto a darti qualsiasi cosa tu voglia >> concluse, con lo sguardo fisso sul vampiro, che sembrava estremamente concentrato sulle proprie unghie.
<< Non c'è nulla che possa darmi che io voglia >> rispose dopo qualche istante Adam, affettando un'aria estremamente annoiata.
 
Okay, quello di Terence era stato un bluff. Helena in fondo un po' l'aveva sempre temuto, ma saperlo con certezza prima non sarebbe stato male.
Inspirò, sapendo che a quel punto l'unica cosa da fare era continuare bluffare.
Vincendo una certa riluttanza si avvicinò di nuovo ad Adam, che era tornato ad osservarla senza esprimere emozioni di sorta.
<< Sei sicuro? Sei sicuro che Terence non possa darti esattamente quello che vuoi? >> sussurrò con tono insinuante, sperando che Adam cogliesse dei sottointesi che in verità non c'erano. Incrociò il suo sguardo indifferente, cercando di fissarlo quanto più intensamente possibile. Quello era un trucchetto da vampiro bello e buono, si rese conto Helena, contenta che almeno le frequentazioni con i non morti avessero dato qualche frutto.
Si illuse di aver fatto centro quando Adam accavallò le gambe, con un gesto di noncurante eleganza, dando l'aria di soppesare le sue parole, ma era da ingenui sperare che bastasse così poco.
<< Non lo so, ma di certo non sono così stupido da accettare senza garanzie... Tu sei così stupida da averlo fatto? >> osservò con logica inattaccabile Adam, inarcando un sopracciglio.
Helena rimase spiazzata da quella domanda. Tacque, annaspando mentalmente alla ricerca di un una risposta sensata, ma non fece abbastanza in fretta.
<< Oh, molto interessate... >> sussurrò il vampiro, alzandosi dal divano con una mossa stranamente fluida per un uomo della sua altezza << Tu non hai ricevuto quest'offerta... >>
Le si fece di nuovo vicino, squadrandola con uno sguardo inquisitore.
<< Tu lo temi, ma saresti scappata, piuttosto che ubbidirgli ancora, e questo indipendentemente da qualsiasi offerta avesse potuto farti >> proseguì, trovando nel suo silenzio la conferma a quelle ipotesi << Ma sei qui, e visto che non è la fantastica prospettiva di farti sbattere allo sfinimento mentre ti sbrano ad avertici portato... >>
Adam inarcò il sopracciglio, mentre un sorriso famelico gli increspava le labbra. Ormai si trovava a pochissima distanza da Helena, sovrastandola con la sua figura.
La ragazza, incatenata a quello sguardo grigio verde, si limitava a mantenere una smorfia di ostilità sul volto, senza però riuscire a controbattere nulla.
<<... vuol dire che ha trovato un modo per legarti a lui e piegarti alla sua volontà >> concluse, soppesando bene ogni parola, come se volesse osservare la reazione di Helena ad ognuna di esse.
 
Adam ormai si trovava ad una distanza irrispettosa dal viso di Helena, la quale stava cercando di fermare il fremito che le parole del vampiro le avevano suscitato. Essere dipinta come la servetta di Terence le suscitava di per sé un moto di disgusto e di rifiuto per un passato che aveva rinnegato, ma che Adam avesse intuito tutto con tale precisione, la faceva sentire denudata.
Il patto che la legava a Terence era fonte di angoscia e motivazione, ed era bene che giacesse come una bolla ustionante nella parte più profonda del suo cervello, per essere fatta emergere solo con la dovuta cautela e solo quando lei ne avesse sentito il bisogno.
Invece Adam era stato in grado di strapparle quasi dagli occhi quelle verità, esponendone la cruda realtà nella sua voce sensuale e profonda.
 
<< Questo dovrebbe farti capire quanto potere sia in grado di darti Terence, se solo tu volessi >> rispose, con voce secca ed assolutamente innaturale, voltando il viso verso la parete laterale per rompere il contatto visivo. Mentire sarebbe stato inutile, a quel punto, non c'era possibilità di coprirsi in modo dignitoso dopo ciò che lui aveva intuito.
Sperava di aver subito abbastanza umiliazioni per quella notte, ma purtroppo con la coda dell'occhio percepì lo stesso il sorriso divertito di Adam.
<< Accetto >>

***
 
 
<< Sacco di pulci >>
<< Carne morta >>
Helena osservò l'affettuoso scambio di saluti tra Adam e Dimitri, senza commentare. Si limitò ad accoccolarsi nel sedile del passeggero, attendendo che il mannaro facesse partire l'Hummer.
Era pensierosa perché il fatto che Adam avesse alla fine accettato senza garanzie di andare con loro la lasciava stupita e decisamente perplessa, ma poi si risolse che a caval donato non avrebbe dovuto guardare in bocca e che impicciarsi negli affari tra Terence e il vampiro sarebbe stata una mossa alquanto masochista.
 
<< Ben fatto, bambolina >> si congratulò Dimitri, scoccandole un'occhiata di apprezzamento << Conciata così sembri un frocetto tossico, l'avrai adescata subito quella checca di Adam >>
<< Sei in vena di perdere qualche arto o qualche organo, Dimitri? >> commentò mellifluo Adam, che doveva essere già irritato di suo per il fatto di trovarsi in un ambiente rozzo come un Hummer che vanificava tutto il suo look da pirata o zingaro o quello che era, meditò Helena.
La ragazza si passò una mano sul viso, lentamente, mentre i due esseri soprannaturali si squadravano in malo modo attraverso lo specchietto retrovisore. Ci mancava il geniale mix di vampiro megalomane e narcisista insieme a mannaro sadico e brutale per far diventare quel viaggio una carneficina annunciata.
Beh, forse se sono troppo impegnati a scannarsi tra di loro lasceranno perdere la sottoscritta, e riuscirò a...
 
A fare cosa?  A scappare?  la beffeggiò una voce interiore, pericolosamente simile a quella di Terence, prima che riuscisse a concludere quel pensiero. Matilda e Zack, dannazione.
 
<< Grazie, Dimitri >> rispose, non perché intendesse ringraziarlo davvero, ma per cercare di distrarli l'uno dall'altro riportando l'attenzione su di sé. Ora le toccava fare anche la babysitter (o la dogsitter?). Fantastico.
<< Ora, prima di andare ovunque dobbiamo andare >> aggiunse, ormai rassegnata a non sapere la meta del loro viaggio << abbiamo del sangue sintetico per Adam, vero? >>
<< Sì, è dietro insieme al cadavere zannuto >>
<< Dove dobbiamo andare? >>
Dimitri ed Adam si scambiarono un'occhiata infastidita, irritati solamente dal fatto di aver parlato nello stesso momento.
Helena si passò il palmo della mano di nuovo sul viso, molto lentamente.
<< Dobbiamo andare all'aeroporto di Pittsburgh, il nostro volo parte un'ora prima dell'alba >> spiegò laconico Dimitri, sotto lo sguardo di Helena, che nascondeva magistralmente tutta la sua ira mista a stupore. Aveva scoperto di trovarsi in Pennsyilvania in albergo, quindi non era sorpresa in merito alla loro meta, piuttosto al fatto che si era rifiutato di dirle dove andassero per tutto il viaggio e ora bastava una domanda da parte di un vampiro borioso per farlo sbottonare come se niente fosse. E dire che neanche lo sopportava Adam!
Ci mise un po' a smettere di osservarlo, ormai convinta che non le avesse detto nulla fino ad allora per il puro gusto di vederla sulle spine. Dopotutto era un sadico e tenerla sotto il suo controllo con quei mezzucci era una cosa che avrebbe potuto aspettarsi da lui. Forse con Adam non giocava in quel modo perché lo disprezzava troppo per poterlo considerare una controparte divertente. O forse aveva, con ogni ragione, più timore per un vampiro secolare che per una ragazzina fisicamente irrilevante.
 
<< Avresti potuto pensarci tu a soddisfarmi >> sbottò intanto Adam, apparentemente disinteressato alla loro meta << Comunque se vuoi veramente fare la premurosa mammina nei miei confronti, lascia perdere il liquame in bottiglia e offrimi, che ne so... la tua giugulare?>> propose, sporgendosi pericolosamente verso di lei.
<< Non sono premurosa nei tuoi confronti, Adam, ma nei miei. Visto che mi hai quasi azzannato la gola senza tanti complimenti, anche dopo che ti ho detto chi ero, mi sembra che tu sia piuttosto affamato. E dato che non posso ucciderti -anche se non mi dispiacerebbe- né lasciarmi uccidere perché hai un languorino, ingoia quel dannato sangue e sfamati >> ribatté Helena, secca, girandosi per incrociare il suo sguardo e irrigidendosi al massimo nel sostenerlo.
Forse era la presenza di Dimitri, o forse era il fatto che stava cominciando a reimmergersi nel mondo delle creature sovrannaturali, ma sentiva di poter tenere testa ad Adam. Entrare in un bar per vampiri le aveva provocato una scarica di adrenalina non da poco che aveva grattato via la patina di convenzione e apparenza costruita in quattro anni e mezzo passati a vivere e a nascondersi nei panni di una ragazzina umana.
Era vero che forse in quell'auto era la più vulnerabile e la più umana, ma aveva riscoperto la determinazione e la sicurezza nelle carte che aveva da giocare. Non poteva sperare nella compassione da parte di quelle creature, tanto meno nella loro comprensione, e ora finalmente stava riscoprendo quella essenziale differenza tra i rapporti con gli umani e quelli con gli esseri soprannaturali.
 
<< Non sai quanto vorrei squarciarti il collo in questo momento >> disse Adam, con un tono pericolosamente dolce, ammaliandola con il suo sguardo grigio verde << perché questo tuo atteggiamento da piccola insolente mi irrita e mi eccita in egual misura >>
Dopo qualche istante in cui la ragazza continuò imperterrita a fissarlo con espressione ostile, ritornò ad accomodarsi con scomposta eleganza sul sedile posteriore, ed Helena represse un sorriso soddisfatto quando udì lo schiocco di una bottiglia stappata.
  
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