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Autore: xxib_emme    30/08/2014    3 recensioni
Ace non sapeva che fare. Se avesse parlato si sarebbe certamente giocato la sua faccia però, dopo aver raccontato loro tutta la vicenda non poteva di certo tirarsi indietro. Magari i suoi amici lo avrebbero capito e lo avrebbero anche aiutato nel riavere ciò che di più caro.
Decise quindi di narrar loro le peripezie che, nei precedenti mesi, lo videro coinvolto al 100% nella “Missone Top secret: First Fire Ace e la riacquisizione della libido”
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marco, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HOLAAAAAAA
Rieccomi con la seconda parte di Problemi. 
Bene per chi non l'avesse letta, c'è una prima parte che è Problemi(parte1) e dovete conoscerla per continuare a leggere quanto segue.
Non so che dirvi a parte ringraziare chi l'ha recensita e inserita tra seguite/preferiti/ricordate.
Scappo, alla prossima!

Buona lettura!

Em.



PROBLEMI (parte2)

 
 
….
“Aspetta vado a prendere dell’acqua,  qualcosa da mangiare e qualche intruglio per i mal di testa. Torno subito”
 
  
Circa 2 mesi prima. 2 settimane dopo la guerra di Marineford.
 
Come ogni giorno,  l’affascinante capitano della 2 flotta di Barbabianca fu svegliato da una pressione che provava a livello del petto.
Fin dalla prima notte che strascorsero assieme, Lionne gli aveva fatto capire che i cuscini non le sarebbero serviti a nulla se il proprio ragazzo era dotato di pettorali ben pompati.
Anche se quella posizione, vista dall’esterno, potesse sembrare abbastanza scomoda, in realtà il caro Ace si sentiva appagato nel vedere la figura della sua donna dormire supina appoggiata a lui e, ancor più appagato (ed eccitato) nel ritrovarsi dinanzi a quella visione di due morbide e abbondanti colline. Anche se col tempo si era follemente innamorato,  il giovane doveva ammettere che a colpirlo per la prima volta fu il fisico della compagna.  Si presentava infatti come una bella ragazza di 1.80 cm con fisico formoso e sodo. Il sol pensiero era capace di sconvolgere la direzione del suo flusso sanguigno.
Nonostante da poco il caro Ace aveva subito non pochi traumi, a causa del “soggiorno” ad impel down e il mancato funerale,  il giovane ragazzo era intenzionato a recuperare tutto il tempo perduto con la sua bella. Proprio per questo che aveva cominciato a chiederle maggiori “attenzioni”.
Fu così che piano cominciò a disegnarle ghirigori immaginari sulle guance.
 
“mmfp”  seguito da un braccio e una gamba che si andarono ad aggrovigliare sul suo corpo, furono la risposta ai suoi tocchi.
 
“Buongiorno anche a te amore” disse divertito girandosi in modo da poterla abbracciare.
 
Per tutta risposta, la mora lo ignorò beatamente rifugiando la testa sotto al cuscino.
Eh no! Il grande Pugno di fuoco che veniva ignorato? No, no e no. Doveva pagare per il suo affronto, pensò malefico Ace mentre un ghigno perverso si  disegnava sul suo volto.
 
 
“Lionne”
 
“mhh”
 
“ti va di….?” Lascio lì la frase, infilando una mano negli slip  della compagna e cominciando ad accarezzarle la femminilità.
 
Ace si aspettava, come da routine, che Lionne cominciasse a guardarlo con il suo sguardo maniaco per poi saltargli addosso e cominciare a baciarlo con foga, molta foga, mentre le sue mani raggiungevano come un fulmine il suo membro e iniziasse i suoi soliti giochetti che lo mandavano in estasi.
 
 
Ma, quella mattina, qualcosa sembrava andare storto.
Invece che rispondere alle sue stimolazioni, la mora grugnì infastidita scacciando la sua mano e girandosi a dormire.
 Già, dormire.
 Non sapeva se era più giusto ridere o piangere.
Ace era molto confuso. Un campanello d’allarme si era insinuato nella sua testa ma decise di ignorarlo.
Dopotutto,  a causa della guerra c’erano stati molti, troppi feriti e Lionne, che era il medico della Mobydick  passava moltissimo tempo in piedi ad operare, curare ecc ecc.
In poche parole? Era stanca.
 
Ace però, conscio che non l’avrebbe rivista per un intera giornata non aveva assolutamente abbandonato l’idea di ricevere il suo buongiorno.
 
“ehi, Lionne? Lionne svegl..”
 
“sonosvegliasonosvegliasonosveglia” scattò lei balzando giù dal letto per dirigersi chissà dove.
“Ace è tardi vero? Oddio i vestiti, devo visit..”
 
“ehii rilassati” ridacchiò il giovane “abbiamo ancora una mezz’oretta”
 
“davvero?” disse Lionne avvicinandosi nuovamente al letto.
 
“davvero” rispose lui  “che facciamo?” le chiese in modo malizioso.
 
Ed eccola lì. La domanda da un milione di berry. Era palese che ciò che voleva Ace era fare l’amore e questo, Lionne, lo sapeva. Anche se contrariata, in quanto aveva milleuno motivi per evitare quel piacevole quanto stancante risveglio, non poteva far altro che accontentarlo onde evitare di ritrovarsi tutto il giorno tra i piedi una teiera in ebollizione ambulante.
 
Accadde così. Lei raggiunse il letto con un volto alquanto inespressivo. Si privarono degli indumenti,.
Lei a gambe aperte, lui sopra di lei e puff.
Tutto finì nella stessa velocità con cui Lionne si vestì ed uscì dalla stanza.
Per quanto Ace amasse domare in certe situazioni, vedere che la sua donna consumò quell’amplesso come se fosse una cosa futile e non un loro momento privato e speciale,  si sentì profondamente deluso.
 
Ormai ne era consapevole. C’èra decisamente qualcosa che non andava.
 
 
 
 
 
 
Lionne era consapevole che  in quelle due settimane aveva trascorso una quantità di tempo superiore a quella che di solito trascorreva nel letto di Ace. E ciò era grave, molto grave.
Anche se avesse voluto, c’erano centinaia di uomini da curare, ergo non poteva muoversi da lì.
 
“Tieni” la voce di Marco la risvegliò dai suoi pensieri. Senza nemmeno guardarlo afferrò l’ennesimo caffè della giornata.
 
“Grazie”
 
“Mi stai ringraziando perché ti ho portato del caffè?”
 
“Sei scemo per caso? Cos’altro avrei dovuto dirti?”
 
“Magari “no grazie bellissimo ed affascinante Marco ma in tre ore ho già ingurgitato 10 caffè e non mi sembra il caso di prenderne altro”?”
 
Un flebile sorriso nacque sul volto della mora. È vero, da 2 settimane aveva  bevuto più caffè lei che l’intera ciurma di Barbabianca nel giro di un anno. Ed anche se, in qualità di medico, era consapevole delle conseguenze dell’abuso di caffeina, non ne poteva assolutamente fare a meno.
 
 
“Tralasciando la modestia nei confronti della tua presunta bellezza, io non ho tempo per mettermi a pensare anche alle quantità di caffeina che mando giù”
 
“Senti Lionne, non ho intenzione di passare per la mammina di turno però tutti questi caffè ti fanno male”
 
“Ti sbagli, non è il caffè a farmi male ma il motivo per cui lo prendo.”
 
“Lo so, dev’essere stancante occuparsi di tutti questi buzzurri malat..”
 
“no no, non è questo..” lo interruppe sventolando una mano davanti a sé “il problema è un altro”
 
“mpf…va bene, non mi interessa. Comunque se vuoi avviso le infermiere di tenere a bada i buzzurri per una mezzoretta, ti basta per riposarti?”
 
“Certo”  rispose sorridendo.
 
Marco rientrava nella categoria degli amici fidati. Anche se la maggior parte del tempo amava prenderti per i fondelli e si disinteressava di qualsiasi cosa non lo vedesse coinvolto di una minima percentuale, quando voleva, sapeva come aiutarti.
Con questi pensieri, Lionne si ritirò nella sua cabina per godersi 30 minuti di assoluto relax.
Ovviamente c’èra già una vocina in lei che l’avvertiva che il riposo sarebbe stato impossibile ma dovette darle ascolto solo quando, entrata in cabina:
 
“ciao amore” un sorridente Ace l’aspettava tutto eccitato dietro la porta.
 
“ciao” rispose, scansandolo e buttandosi a peso morto sul letto.
 
“sei stanca?”  sussurrò Ace, che nel frattempo si era letteralmente sdraiato su di lei.
 
“si, sono stanca e tu non sei una piuma. Scendi”
 
“Ma se non ho un filo di grasso”
 
Lionne sospirò. Si chiedeva cosa avesse fatto di male per meritarsi un essere così idiota al suo fianco. Anche un bambino si renderebbe conto che un energumeno di quasi 2 metri tutto muscoli pesa una tonnellata ma va beh, è di Ace che stava parlando. Con uno sforzo non indifferente si liberò della carcassa vivente e si sedette al bordo del letto.
 
“sei in ritardo” le disse il ragazza ghignando in modo malizioso.
 
“Marco mi ha trattenuta”
 
“Marco?! E che voleva?”
Non rispose immediatamente perché la lingua di Ace era magicamente comparsa nella sua bocca.
 
“mi ha chiesto come stavo” gli disse nel momento in cui Ace lasciò la bocca per cominciare a lasciare numerosi baci roventi lungo il collo. Ovviamente il moro non rispose perché al momento era più occupato a fare altro.
 
“Ace..”  tentò di dire tra un gemito e l’atro.
“Ace” ripeté senza ottenere risposta
“ACE” urlò prendendo il volto del compagno tra le mani che nel frattempo si era pericolosamente avvicinato al suo ventre.
 
“..aspetta un attimo” gli disse, guardandolo negli occhi.
 
Non lasciò la presa sul volto del compagno. Ace era un bambino e come tale si necessitava di enorme pazienza per spiegargli le cose. Oltre ad una conoscenza molto ampia del linguaggio parlato.
 
“parliamo un po’ ti va?” gli disse sorridendo, nel tentativo di rassicurarlo.
 
“p-parlare?TU VUOI VERAMENTE PARLARE ADESSO?”  urlò il moro indicando con la testa i suoi pantaloni con evidente rigonfio
 
 
“si Ace, adesso. Ho bisogno di parlarti. E non fare quella faccia perché non è nulla di grave”
 
“mpf” grugnì lui.
 
“ahw.. Ace sai che siamo da poco usciti da una guerra devastante, ci sono centinaia di uomini a cui prestare soccorso, per non parlare le ferite del babbo e le varie operazioni e visite che devo fare ogni giorno?”
 
“ovvio che lo so.”
 
“e sai che se tutti stanno bene, te compreso,  e le cose vanno al meglio il merito è il mio vero?”
 
Prima di poter rispondere Ace cominciò a pensare. Era consapevole di quanto la sua ragazza fosse egocentrica e cominciò a sospettare che come tornaconto per le sue capacità mirasse a qualcosa di molto ambizioso. Per un attimo gli sfiorò l’idea che la ragazza volesse il suo posto come capitano della 2 flotta e, per quanto in seguito ciò avrebbe potuto umiliarlo, in realtà al momento pur di potersi tuffare in quel corpo così meraviglio era disposto a concederle di tutto, anche il comando.
 
“Se è il mio posto come comandante che vuoi te lo cedo, ora torniamo a noi” disse infine, gettandosi nuovamente sul collo della ragazza.
 
“in effetti non sarebbe male come idea visto che tu sai ficcarti solo nei guai ma non è quel che voglio” rispose Lionne ridendo e scollandosi nuovamente il ragazzo di dosso.
 
“Ace io sono stanca. Non ce la faccio più, ho mille cose da fare ogni giorno e mi sento troppo oppressa” continuò guardandolo negli occhi.
 
“va bene, chiederò al babbo se può chiamare qualche altr”
 
“ma noooo. Non c’è bisogno di un altro medico a bordo, sono io che ho bisogno di una pausa”
 
Il modo con cui Lionne lo guardava, gli fece capire del pericolo imminente. Nella sua mente quei pochi neuroni esistenti urlavano PERICOLO in ogni direzione. Ace sapeva dove voleva finir il discorso della ragazza ma gli sembrava, voleva che fosse impossibile. Insomma sarebbe stato come togliere la carne a Rufy.
 
“Ace…”
 
Iniziò Lionne non avendo  ricevuto nessuna risposta
 
“…io voglio che…”
 
No amore mio non osare dire quella frase
 
“..per un pò…”
 
No ti prego è straziante. NON LO DIREEEEEE
 
la smettiamo con il sesso”
 

 
 
 
[Circa due mesi dopo]
 
 
“NOOOOOOO ma poverino come si fa a negarti una notte di passione” disse Vista apparso chissà dove.
 
“Una notte? Sei sicuro di quello che dici Vista? Ti ricordo che questo depravato tiene sveglia mezza flotta ogni sera a causa della sua perversione. Ahw povera piccola Lionne, lasciata in balia di questo maniaco” continuò Izou , apparso anche lui dal nulla.
 
“si Izou, ma anche Lionne sa il fatto suo visto che non si rifiuta mai” rispose Vista
 
“E per forza. Poverina, provaci tu a dividere il letto con questo porco”  rispose, ancora Izou, muovendo la testa in segno di rassegnazione
 
“Mi sa che hai proprio ragione, Ace è un vero deprav..”
 
“LA VOLETE PIANTARE VOI DUE?” urlò Ace rosso di rabbia.
 
“E TU MI SAI SPIEGARE CHE DIAVOLO CI FANNO QUESTI QUI?” continuò  rivolto a Marco. Quest’ultimo rispose con un’alzata di spalle.
 
Ace si diede da solo dell’imbecille. Come aveva potuto non prendere precauzioni nei confronti di quei due pettegoli. Eccoli lì, li guardava con una faccia schifata mentre parlottavano su di lui. Quei due erano insopportabili ma più di tutto, erano ovunque.
 
“è inutile che ti arrabbi fiammetta oramai già hanno sentito”
 
“lo so pennuto… Ritornando a noi, che mi dici?”
 
“Che vuoi che ti dica,le hai parlato?”
 
“Ovvio che le ho parlato”
 
“le hai chiesto scusa?” intervenne Izou
 
“Ma perché dovrebbe chiederle scusa se non ha fatto nulla?” chiese Vista
 
“ Bo non lo so, con le donne è meglio chiedere sempre scusa. Non si può mai sapere”
 
“ah,hai ragione”
 
Ace si schiaffò una mano in fronte . Voleva dar sfogo ai suoi istinti da piromane ma preferì starsene buono.
 
“zitti voi due” disse Marco “ comunque Ace le hai chiesto scusa?” continuò.
 
“certo che le ho chiesto scusa però è arrabbiata”
 
“e per cosa scusa?” chiesero in coro i tre.
 
“beh ecco…” iniziò Ace
 
“si?”
 
“credo si sia arrabbiata per alcuni escamotage che ho cercato di mettere in atto per riottenere indietro il sesso”  finì il moro  con evidente imbarazzo che di certo non sfuggì ai suoi amici.
 
“e sarebbero?” chiesero loro.
 
“ ecco…i-io”
 
Ace non sapeva che fare. Se avesse parlato si sarebbe certamente giocato la sua faccia però, dopo aver raccontato loro tutta la vicenda non poteva di certo tirarsi indietro. Magari i suoi amici lo avrebbero capito e lo avrebbero anche aiutato nel riavere ciò che di più caro.
Decise quindi di narrar loro le peripezie che, nei precedenti mesi, lo videro coinvolto all 100% nella “Missone Top secret: First Fire Ace e la riacquisizione della libido”
 
 
 
Dopotutto anche se lo avessero deriso avrebbe sempre potuto bruciarli vivi e gettare in mare le loro ceneri.





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