Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: MiaBlack    30/08/2014    5 recensioni
Arya torna ad Approdo del Re dopo dieci anni, è li che tutto è iniziato. sono passati dieci anni da quando ha visto per l'ultima volta Gendry, la sua vita è prodondamente diversa da quella che era un tempo, non ha più un titolo, non ha più un noma ma soprattutto non ha più una famiglia. I can be your Family.
ATTENZIONE SPOILER (se uno non ha letto i libri usciti) su Arya.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Gendry Waters
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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La storia è la mia ipotetica fine, si colloca 10 anni dopo la separazione di Arya e Gendry. Penso che ci saranno spoiler per chi non ha letto i libri. ammetto che io non ho letto e seguo la serie solo per loro ^.^ comunque mi sono informata su Arya perché adoro il suo personaggio quindi ci sono accenni a gli ultimi libri.

 

 

Dove tutto ebbe inizio...

 

 

Erano passati dieci anni dall'ultima volta che si era trovata li, dieci lunghissimi anni eppure non le sembrava fosse passato tutto quel tempo.

Silenziosa come un gatto la ragazza camminava per la piazza della capitale, non c'era nessuno a quell'ora, c'era solo lei e i suoi ricordi, troppi e soprattutto troppo dolorosi. Camminò arrivando alla statua che era situata in mezzo alla piazza, ricordava bene l'ultima volta che era stata li, si era arrampicata su quella stessa statua e aveva guardato dritta davanti a se: per l'occasione avevano allestito una specie di palco in legno, sopra c'era il Re bambino, se non fosse che il nome Re Folle era già stato usato, lei lo avrebbe chiamato in quel modo.

Dieci anni fa sapeva perfettamente chi lei fosse, aveva un nome, un titolo, ma soprattutto aveva una famiglia, non ci andava molto spesso d'accordo, ma non è sempre possibile andare d'accordo con tutti ogni giorno, ora non aveva né più un titolo né una famiglia, ma soprattutto non aveva più un nome, era diventata un senza volto e cambiava il proprio nome con la stessa frequenza con cui la gente normale si cambia il vestito, per un po' era stata Arry, Nan, Beth e molti altri che aveva dimenticato, per ultimo aveva preso il nome di Nymeria, ma anche quello se lo era lasciato alle spalle, ora ferma in mezzo alla piazza contemplava il punto dove aveva perso tutto, dove per l'ultima volta aveva visto suo padre e sua sorella, dove tutto era iniziato e in quello stesso punto tutto doveva finire.

Aveva cercato di tornare a casa per due anni, facendosi aiutare da chi incontrava durante il suo cammino, ma invano, più si avvicinava a casa, più al contempo si allontanava, alla fine dovette rinunciare, la guerra aveva creato troppe fazioni che rivendicavano il trono di spade e il suo nome non le garantiva più la sicurezza di un tempo, aveva quindi deciso di usare la moneta che Jaqen H'ghar le aveva donato, le ci vollero diversi mesi per trovare un uomo Braavosiano, ma alla fine arrivò alla città.

A Braavos la sua vita non era stata delle più semplici, le ci volle molto impegno per riuscire ad entrare come accolita tra gli Assassini Senza Volto, sei anni di allenamenti, sei lunghissimi anni di esercizi, prove e non sapeva bene nemmeno lei cos'altro, ma dopo quei lunghissimi anni, aveva ottenuto il titolo di assassina.

Quando era uscita dal tempio era diventata una vera assassina e con quello che aveva imparato aveva deciso di compiere la sua vendetta, nella sua lista il primo nome era proprio quello del Re bambino: Joffrey, durante ogni addestramento nella sua mente era lui il suo avversario, la lista proseguiva con molti altri nomi, alcuni erano ancora vivi, altri erano morti, alcuni non era stata lei ad ucciderli, quella sera però un nuovo nome era stato cancellato dalla lista, probabilmente non sarebbe mai riuscita a eliminarli tutti, ma almeno ci aveva provato, una smorfia di dolore le passò sul volto, si appoggiò contro la statua guardando le stelle nel cielo.

Un rumore di passi riempì il silenzio della piazza, la giovane pernsò di esserseli immaginati, ma poi eccole due figure comparire a pochi passi da lei, si tirò indietro cercando di nascondersi dietro la statua, il buio e il mantello nero l'avrebbero certamente nascosta a gli occhi dei due nuovi arrivati.

-Chi c'è! - le due figure si voltarono verso di lei dovevano averla sentita.

-Esci e fatti vedere. - niente da fare, rimase ferma dietro la statua non si sarebbe mostrata.

-Non hai sentito il tuo Re, esci e fatti vedere... - sentì la lama di una spada scivolare fuori dal fodero, non perse tempo a pensare più per istinto che per altro la giovane sfoderò la sua spada: la sua compagna di avventure, da quando suo fratello gliela aveva regalata non era riuscita a separarsene, quella era l'unica cosa che le ricordasse perennemente chi lei fosse e da dove venisse.

-Finalmente ti decidi a mostrarti! Getta l'arma, abbassa il cappuccio! Sei davanti al tuo Re, inginocchiati. - con un movimento silenzioso era uscita dal suo nascondiglio, era in piedi a diversi passi dai due uomini, uno aveva la spada in mano e parlava, quello doveva essere la guardia del Re e dietro di lui doveva esserci il Re in persona.

-Non è il mio Re, io non ho Re. - rispose sicura lei, non si sarebbe inchinata, presa dai suoi allenamenti si era persa la fine della guerra, negli ultimi due anni invece era stata presa dalla sua vendetta per preoccuparsi di chi fosse il culo che poggiava sul trono di spade, lei non aveva un Re, aveva solo la sua vendetta.

-Inchinati e chiedi perdono, questo potrebbe costarti la vita. - sorrise divertita, dovevano prima riuscire a prenderla, era veloce e sicuramente più agile, anche da ferita sarebbe stata capace di seminare la guardia che con tutto quel ferro addosso non sarebbe stato capace di starle dietro.

-Costringimi! - mosse la spada, fine e leggera come un Ago, ma affilata come un rasoio.

-Non è possibile. - il Re fece un passo avanti fissando l'arma della giovane.

-Mio Re... - intervenne la guardia cercando di riportare il Re dietro di se.

-Zitto. Quella spada... dove... dove l'hai presa? Chi te l'ha data? - quando la lama aveva brillato illuminata dalla luna l'aveva riconosciuta, aveva visto molte spade nella sua vita, ne aveva forgiate a centinaia, ma quella, quella era speciale.

-La spada? E' mia, mi è stata regalata. - rispose la figura, non c'era esitazione, non c'era paura, il giovane Re cercò di scorgere il viso nascosto sotto il cappuccio del mantello, ma purtroppo non riusciva a vedere nient'altro che le labbra tese in un sorriso ironico.

-Da chi? - insistette.

-Non vedo come questo possa riguardarla vostra maestà. Comunque me l'ha regalata mio fratello.- ricordava bene il momento in cui l'aveva ricevuta, suo fratello Jon, il bastardo, stava per andare a giurare fedeltà ai guardini della notte e lei stava per andare nella capitale con suo padre e sua sorella, avrebbe detto addio alla sua casa a sua madre, ma soprattutto al suo adorato fratello Jon.

-Da quanto ce l'hai. -

-Da sempre, spero di aver soddisfatto la vostra curiosità e spero che non ve la prendiate se io me ne vado, non amo le chiacchiere al chiaro di luna. - era pronta per andarsene, non c'era pace nemmeno per morire.

La spada era ancora ben stretta in pugno pronta ad essere usata in caso di necessità, mentre gli occhi vagavano alla ricerca di una via d'uscita sicura.

-Arya... - sentendo il suo vecchio nome la presa sulla spada vacillò, ma riuscì a non farla cadere.

-Lady Arya Stark... - la giovane riuscì a vedere il viso dell'uomo, capelli neri corti, un filo di barba anch'essa scura e poi gli occhi, i suoi occhi catturarono la sua attenzione erano di un blu profondo e luminoso, non c'erano dubbi su chi fosse. La spada le scivolò dalle mani e cadde tintinnando su i sanpietrini che formavano il pavimento della piazza.

-Gendry...- il nome uscì dalla sua mente rievocando ricordi che aveva cercato di seppellire, ferma in mezzo alla piazza fissava il ragazzo avvicinarsi, la guardia aveva provato a fermarlo, ma il Re non si era fatto bloccare, era arrivato davanti alla ragazza e l'aveva tirata a se abbracciandola.

-Sei veramente tu? Pensavo fossi morta.- la voce di Gendry era un mix di emozioni contrastanti, paura, angoscia, ma anche gioia e commozione nell'aver ritrovato la sua vecchia compagna di viaggio.

-Io... - Arya provò a dire qualcosa, ma le parole le rimasero in gola, così si limitò a stringere più forte contro il corpo del ragazzo.

-Dove diavolo sei stata? Io... - iniziò Gendry allontanando appena la giovane da se per poterla guardare in volto, lei abbassò la testa evitando così che i loro occhi si incrociassero, il cappuccio era ancora calato sul suo volto e lo nascondeva a gli occhi del giovane.

-Mio signore, dovremmo rientrare non è sicuro attardarci... -

-Va bene, andiamo... - le prese la mano, piccola confronto alla sua, ma ruvida e piena di calli, raccolse la spada e si avviò verso il castello tirandosi dietro Arya che ancora stordita seguiva ubbidiente Gendry.

 

Gendry stava camminando per i corridoi del castello diretto nella sua stanza, teneva la mano di Arya stretta nella sua così che non potesse scapparle, il corridoio era silenzioso non c'era nessuno a giro per il castello arrivarono al corridoio dei suoi alloggi senza problemi, Arya si era lasciata trascinare senza fare resistenza, sicuramente non si era nemmeno resa conto di quello che stava succedendo, sorrise fra se, era stato meglio così, ricordava fin troppo bene il carattere indomito e battagliero che aveva la giovane.

Arya camminava come un automa, non si era resa conto di cosa fosse successo, un attimo prima era in piazza e ora stava camminando per dei corridoi sconosciuti, tirò il braccio sperando così di liberare la mano dalla presa di Gendry, ma la mano la stringeva forte impedendole di liberarsi, la testa le girava, la vista le si stava oscurando, fece qualche altro passo prima che le gambe diventassero troppo pesanti per reggerla. Cadde a terra battendo le ginocchia.

-Arya! - Gendry si fermò inginocchiandosi accanto a lei, aveva il fiato affannato e il volto sudato, continuava a sbattere le palpebre sperando di rimettere a fuoco la persona davanti a lei.

-Che accidenti ti prende... - il cappuccio scivolò rivelando il viso magro della giovane, gli occhi di Gendry scivolarono lungo il corpo alla ricerca di qualche ferita: sulla spalla c'era un taglio non sembrava recente, il sangue si era coagulato, ma la ferita non aveva un bell'aspetto, la pelle era scura attorno al taglio e c'era del pus insieme a sangue secco.

-Accidenti! - sibilò tra i denti, non aveva alcuna intenzione di lasciarla morire, non ora che l'aveva ritrovata, la prese in braccio.

-Vai a chiamare il medico, subito! E portalo nelle mie stanza.-

 

In camera Gendry le sfilò il mantello e la depose sul letto, prese dal tavolo la brocca con l'acqua e ne versò un po' su un asciugamano che era li accanto, tornò dalla ragazza tamponandole la fronte, scottava e tremava a causa della febbre.

Il medico arrivò mezzo addormentato, indossava ancora la tunica da notte.

-Mio Re cosa accade? - chiese l'anziano uomo.

-Curala. - ordinò, si spostò per lasciare spazio al dottore, ma non si allontanò mai veramente dal letto, osservava attentamente ogni azione che il dottore compiva sperando che non fosse troppo tardi.

Il medico se ne andò diverse ore dopo, la ferita era stata riaperta e medicata, ci sarebbero voluti diversi giorni per farla guarire completamente, sempre che fosse riuscita a passare la notte.

-Mio Re, chiamo qualche cameriera che si occupi... -

-No, vai pure a riposare... ma prima manda questi messaggi... - si spostò con riluttanza verso la scrivania e iniziò a scarabocchiare un messaggio.

-Questo mandalo al Lord comandate dei guardiani della notte. - l'uomo annui e se ne andò mentre Gendry tornava vicino al letto, Arya dormiva un sonno agitato, la febbre era ancora alta, prese l'asciugamano bagnato e tornò a tamponarle la fronte sperando di abbassarle un po' la temperatura. Lasciò vagare il suo sguardo sulla ragazza, erano passati dieci anni dall'ultima volta che l'aveva vista, ricordava bene il suo aspetto di allora, capelli corti, viso allungato, un corpo magro ma agile, era solo una bambina e a quel tempo era ancora facile scambiarla per un maschio, aveva fregato tutti, ma non lui, ora invece era una donna, non era difficile notarlo, il corpo era rimasto magro, non aveva le tipiche curve abbondanti delle donne delle taverne, il corpetto di pelle che indossava però le disegnava la vita e i fianchi, il seno non era eccessivamente grande, proporzionato però alla figura della giovane, le gambe toniche erano fasciate da un paio di pantaloni, quella ragazzina non sarebbe mai cambiata, sarebbe rimasta sempre il solito maschiaccio, le filò gli stivali e li buttò a terra, prima di tornare a contemplare il suo viso, i capelli erano chiusi in una treccia lunga e un ciuffo ricadeva sul viso troppo corto per essere trattenuto nell'intreccio dei capelli, il volto era allungato, più pallido di come lo ricordasse.

-Non fare scherzi Milady, non abbandonarmi, non ora che ti ho ritrovato. - sospirò, non voleva perderla, quando la guerra era finita aveva radunato un gruppo di uomini ed era partito per Grande Inverno, ma lei li non c'era, ricordando che Arya gli aveva parlato di un fratello bastardo che aveva preso il nero proseguì verso nord. Alla barriera aveva scoperto che Jon Snow, il fratello, era diventato il Lord comandante, ma che purtroppo non vedeva la sorella da quando aveva lasciato Grande Inverno. Alla fine aveva dovuto rinunciare, aveva mandato un gruppo di soldati alla ricerca della ragazza, mentre lui tornava ad Approdo del Re per governare. Dopo due anni quando le speranze erano ormai spente, eccola tornare, più morta che viva, gli Dei avevano un pessimo senso dell'umorismo, aveva pregato tanto per poterla riavere, ma non aveva mai pensato di riaverla per vederla morire.

Passarono tre giorni, la febbre aveva preso a scendere lentamente, ma ancora non aveva ripreso conoscenza, dormiva beatamente nel letto del Re incurante dei pettegolezzi che le malelingue avevano iniziato a spargere. Gendry ignorava i pettegolezzi, passava gran parte delle sue giornate a vegliare la ragazza, saltava riunioni e delegava i suoi obblighi.

Ci volle qualche altro giorno perché Arya riprendesse conoscenza, era notte e in camera c’era solo Gendry che si era appisolato sulla poltrona con la testa sopra il letto, Arya si mosse lamentandosi,Gendry si svegliò immediatamente vide le palpebre sollevarsi lentamente fino a rivelare gli occhi grigi della giovane, Arya aveva gli occhi del colore del cielo del nord prima di una tormenta, non ci aveva fatto caso prima, ma erano stupendi.

-Gendry… -

-Ehy, finalmente ti sei ripresa Milady. – le accarezzò il viso sorridendole, lei fece una smorfia e cercò di colpirgli la spalla, muovere il braccio o qualunque altra parte del suo corpo le provocava fitte di dolore.

-Mi picchierai quando starai meglio Milady, ora devi riposare o la ferita si aprirà nuovamente.-

-Non chiamarmi in quel modo. – anche se stava ancora male, aveva comunque la forza di lamentarsi per il titolo con cui la chiamava.

-In quale modo Milady?- sorrise ricordando di come l’aveva picchiato quando gli aveva rivelato chi fosse realmente, piccola ma combattiva, non aveva paura di nulla e questo spaventava più lui che lei.

-Gendry…-

-Va bene la smetto, hai sete? Hai fame? C’è un po’ di zuppa, ma sarà fredda, te la faccio riscaldare… - lei scosse la testa, non aveva fame, anche se sicuramente erano giorni che non metteva niente in bocca.

-Devi mangiare altrimenti non recupererai mai le forze Milady… e non potrai picchiarmi per farmi smettere di chiamarti in quel modo. - sorrise concludendo la frase, mentre lei ruotava gli occhi spazientita.

-Aiutami a mettermi seduta. - con attenzione Gandry aiutò la ragazza ad appoggiare le spalle contro la testata del letto, posizionandole dietro un cuscino per farla stare più comoda.

Arya mangiava lentamente, Gandry si era proposto di imboccarla, ma aveva rinunciato vedendo lo sguardo che gli aveva rivolto, se gli sguardi avessero potuto uccidere quello lo avrebbe sicuramente ammazzato.

-Smettila di fissarmi mentre mangio. Non hai qualcosa di più importante da fare? Che so, tipo governare. - lui scosse la testa continuando a guardarla portare alla bocca il cucchiaio con la zuppa.

-No, non ho intenzione di muovermi da qui. -

-Aspetta, ma dove mi trovo? - si guardò attorno sperando di intravedere qualcosa che potesse indicarle dove fosse, ma a parte qualche vestito buttato qua e la, la stanza non le rivelava niente.

-E' la mia stanza, sei svenuta e ti ho portato qui per farti curare. - spiegò lui.

-Tu cosa? Sei impazzito? Chi sa che sono qui? -

-In molti, sai non è usuale che il Re porti una ragazza mezza morta nelle sue stanze e non esca praticamente più. -

-Sei rimasto sempre qui? -

-Non sempre, avevo delle riunioni a quelle dovevo presenziare, ma tutto quello che ho potuto delegale l'ho delegato. -

-Immagino i pettegolezzi... Immagineranno che sia la tua puttana. -

-Che immaginino quel che vogliano, tu sei la mia Lady. -

-Smettila... non sono più una Lady. Non lo sono mai stata.- rispose lei abbassando lo sguardo.

-Ehy, tu eri, sei e sarai sempre la mia Lady. - disse mentre le alzava il viso per poterla vederla in volto.

-No, non lo so, ho fatto cose che nemmeno puoi immaginare, io... - sospirò guardandosi le mani.

-Arya, ognuno di noi ha fatto cose che... -

-No! Ti prego, lascia stare... -

-Va bene... finisci di mangiare. -

 

quattro giorni dopo Arya fu nuovamente in grado di alzarsi dal letto, la ferita le tirava ancora, ma la febbre era passata, era intenzionata ad andarsene e a proseguire con la sua vita, anche se una parte di lei non voleva, ora che aveva ritrovato Gendry voleva rimanere con lui, ma il segreto che custodiva gelosamente su quello che aveva fatto in quei dieci anni, le impediva di rimanere li con lui.

-Perchè non capisci? Non posso restare qui con te. - era l'ennesima litigata che Arya e Gendry facevano su quell'argomento, lui voleva che lei restasse li, che riprendesse il suo nome, Arya invece insisteva per andarsene, ora che stava bene avrebbe dovuto tornare alla sua vita.

-Invece si. Arya...- qualunque cosa stesse per dire il ragazzo fu interrotto dal bussare alla porta.

-Avanti! - ringhiò scocciato, aveva dato ordine di non essere disturbato per nessun motivo, chiunque fosse a bussare stava rischiando la propria vita.

-Mio Re, perdoni il disturbo... - sulla porta c'era Host, il suo valletto, piegato in un profondo inchino.

-Avevo chiesto di non essere disturbato... -

-Lo so mio signore, ma è arrivato dal nord il Lord comandate... - Gandry scatto in piedi sorpreso da quella notizia, l'uomo doveva aver cavalcato giorno e notte come un pazzo per poter essere arrivato così velocemente, guardò Arya che in piedi vicino alla finestra lo fissava accigliata, era ancora pallida, ma in forze per discutere con lui, il suo ospite era arrivato al momento giusto.

-Devi venire con me... Host, porta il Lord comandante nelle mie stanze per un incontro privato e chiedi cortesemente di aspettare. -

-Si mio signore. -

-Che sta succedendo? - chiese Arya.

-Ti fidi di me? - lei annui senza pensarci era Gendry si era fidata dieci anni prima rivelandogli la sua vera identità, mentre il re bambino la stava cercando perché non fidarsi ora.

-Vieni. - la prese per mano come ormai era solito fare quando voleva che lei lo seguisse.

-Gendry sei il Re non puoi prendere per mano la prima venuta e trascinarla per il castello. - lo prese in giro lei affrettando il passo per potergli camminare affianco, inciampò nell'orlo dell'abito imprecando a mezza voce.

-Non è nemmeno carino che una Lady imprechi. - rispose divertito lui fermandosi e prendendola a braccetto come avrebbe dovuto fare secondo l'etichetta. Lei lo guardò con odio, era passato troppo tempo dall'ultima volta che aveva indossato un abito del genere e ora si trovava impacciata nei movimenti.

-Andiamo, sono solo impaziente, devi scusarmi. - rispose lui sorridendole. Arrivati davanti alla porta della stanza Gendry si fermò a osservarla, era così carina, anche con quello sguardo accigliato e sospettoso, le sistemò un ciuffo dietro l'orecchio, sorridendo.

-Aspetta un attimo qui... -

Le porte si aprirono e Gendry entrò, un uomo vestito completamente di nero sedeva sulla poltrona sorseggiando del vino che gli era stato offerto

-Vostra maestà, cosa c'è di tanto urgente. - iniziò l'uomo voltando la testa per poterlo vedere, quel comportamento a molte altre persone sarebbe costata la testa, ma non a lui, il Lord comandante del guardiani della notte, godeva di alcuni privilegi che nessun altro aveva.

-Sempre impaziente vedo. - rispose allegro il Re che non sembrava per nulla disturbato dall'assenza dell'inchino ne dal modo in cui l'uomo gli si era rivolto.

-Il vostro messaggio non diceva molto.-

-Se avessi spiegato il perché vi volevo qui avrei rovinato la sorpresa, sono lieto però che siate arrivato così presto. Stava diventando difficile trattenerla.... Host falla entrare e lasciaci soli. -

-Che sorpresa? Trattenere chi? -

Le porte si aprirono nuovamente e Arya entrò lentamente, il comandate si voltò verso l'entrata scrutando la nuova arrivata.

-Non la riconoscete? Ad essere sincero nemmeno io l'avevo riconosciuta, almeno non fino a che non ha estratto la sua spada, leggera e appuntita come un Ago. -

-Arya... - finalmente Jon riconobbe la giovane che si stava avvicinando, era cambiata dall'ultima volta che l'aveva vista, non era più una bambina, ma i suoi occhi erano ancora quelli di un lupo.

-Jon! - urlò lei correndogli incontro per abbracciarlo.

-Sei viva... -

-Jon... è così bello rivederti, mi sei mancato terribilmente. -

-Sono quasi geloso, a me non l'hai detto! - commentò fingendosi offeso Gendry il quale però sorrideva guardando la felicità dei due fratelli.

-Tu non sei il mio fratello preferito.- rispose Arya rimanendo tra le braccia del fratello.

-Posso finalmente annunciare che Lady Arya Stark di Grande Inverno è viva? -

-No! No, io.... è meglio se sparisco.-

-Dove sei stata? Ti abbiamo cercato per anni.-

-E' meglio se non lo sapete... - rispose lei

-Arya, non abbiamo intenzione di lasciarti andare via, ti abbiamo cercato senza sosta. -

-Voi non potete capire, ho fatto cose... cose che non... non posso tornare ad essere quella che ero... -

-Tutti noi abbiamo fatto cose...-

-No, io... io sono... sono andata a Braavos, sono entrata tra gli assassini senza volto... Ho ucciso persone innocenti per soldi... - Gendry e Jon spalancarono gli occhi a quella rivelazione. Gendry sapeva che il suo maestro di danza era di Braavos, ma non poteva immaginare che avrebbe cercato di raggiungerlo per intraprendere quella strada, ora capiva perché per tutti quegli anni non l'avevano mai trovata, la specialità di quelli assassini era conosciuta in tutto il mondo, potevano avere mille aspetti diversi, potevano anche averci sbattuto contro e non averla riconosciuta.

-Vi faccio schifo vero... -

-No. - disse deciso Jon.

-Nemmeno un po'... - agginse Gendry.

 

I tre rimasero insieme fino a tardi, Jon decise di trattenersi per qualche altro giorno per godersi la sorella ritrovata. Quella sera nella sua camera Arya si stava preparando per andare a dormire, ma prima doveva fare una cosa, uscì dalla sua stanza e puntò dritta verso quella del Re, le guardie davanti alla porta la lasciarono passare, non aveva idea di cosa avesse detto loro Gendry, le aveva assicurato però che poteva andare da lui quando voleva e che nessuno l'avrebbe fermata.

-Arya!?- Gendry era vicino al tavolo con alcuni documenti in mano, stava sicuramente lavorando, cosa che da quando lei era li non doveva aver fatto.

-Scusa se sono piombata qui così... Volevo ringraziarti per avermi fatto incontrare Jon. - lui sorrise sotto quella corazza dura c'era ancora la ragazzina che adorava il fratello, non era cambiata, gli assassini senza volto non erano riusciti a portare via la vera Arya e presto se ne sarebbe accorta anche lei.

-Vieni qui. - la fece sedere sull'unica sedia che c'era.

-Non lo fatto solo per te... sono stato egoista quando ho fatto venire Jon, l'ho fatto per me... - spiegò lui imbarazzato.

-Che vuoi dire? -

-Speravo che vedendolo tu avresti deciso di rimanere, di non sparire di nuovo. - spiegò.

-Gendry...-

-Arya, quando ti ho detto che volevo rimanere con la fratellanza ero convinto di quello che dicevo, mi sarei assicurato che tu arrivassi a casa sana e salva e allora me ne sarei potuto andare, sarei stato capace di lasciarti alla tua vita sapendoti al sicuro, ma poi mi hanno portato via ero veramente preoccupato per te, non facevo altro che pensarti e chiedermi se tu stessi bene...-

-Anche io ho pensato spesso a te. - ammise lei, era inutile negarlo, ogni sera chiudeva gli occhi stanca dopo tutti gli allenamenti e appena prima di prendere sonno le appariva il suo volto.

-Sono contento...-

-Ma... non resterò qui per sempre, devo tornare a Braavos... -

-Perchè? -

-Jon tornerà alla barriera e io sarò sola, non ho più una famiglia...-

-Potrei essere io la tua famiglia... - la interruppe lui serio, quelle erano le stesse parole che lei gli aveva detto molto tempo prima, a quel tempo però lui era solo un bastardo e per quello, quelle parole, anche se dette col cuore non sarebbe mai potute essere altro che parole.

-Cosa? -

-Hai capito benissimo quello che ho detto. -

-Perchè dovrei? Quando te l'ho detto io dieci anni fa tu non hai voluto, perché ora dovrei... - era arrabbiata, furiosa, si alzò in piedi pronta a sfogarsi su di lui.

-Arya, non potevi essere la mia famiglia, tu sei nobile, lo sei sempre stata, io ero un bastardo. Non potevamo essere una famiglia, ora invece...-

-Non voglio essere una Lady... - rispose lei, lui sorrise prima di attirarla a se e baciarla dolcemente, lui ora era il Re e avrebbe fatto di lei la sua Regina.

-Non voglio che tu sia una Lady, voglio che tu sia la mia Regina. - ammise.

-Gendry....- il cuore di Arya batteva tanto forte che la giovane pensò gli sarebbe uscito dal petto.

-Di si, e saremo una famiglia.-

-Si...-

 

 

Fine

 

 

Oddio che parto... l'inizio è stato una passeggiata, sapevo esattamente cosa volevo scrivere solo come sempre la fine è la parte più difficile, non riesco mai a mettere per iscritto quello che vedo nella mia testa, insomma la mia testa è avanti anni luce alle mie mani... -.-

spero che vi sia piaciuta, ovviamente non ho idea se Gendry sarà vivo alla fine della guerra ne se Arya lo rivedrà, anche se spero di si, anche se lui non diventasse Re sarebbe bello vederlo insieme ad Arya gli shippo troppo insieme sono così carini e coccolosi.

Spero vi sia piaciuta.

Un bacio

Mia

   
 
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