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Autore: HIMsteRoxy    30/08/2014    0 recensioni
MYCROFT X MR. CRAYHILL ~ MARK GATISS X IAN HALLARD
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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221B Baker Street, Londra

 Nel primo pomeriggio ricevetti una chiamata da Ian. Gli avevo lasciato il mio biglietto da visita e sinceramente non mi ero aspettato di ricevere una sua chiamata.
Dal suo tono di voce capii subito che si sentiva molto imbarazzato. Il motivo della sua chiamata era un invito a cena in un ristorante di Marylebone Road.
Avevo voglia però di incontrarlo nuovamente e nessuno mi avrebbe impedito di mancare all’appuntamento.
D’altronde non ero riuscito ad ignorare alcuni segni che la parte più sensibile di me stesso continuava a mandarmi.
Accettai così il suo invito e, dopo aver staccato la chiamata, mi organizzai per bene. Dovevo infatti andare a parlare con Sherlock, come avevo accennato allo stesso Ian, riguardo quelle ricerche sul misterioso James Moriarty.
Arrivato a destinazione, bussai alla porta e gentilmente venne ad aprirmi, come di consueto, la signora Hudson che mi accompagnò direttamente al piano di sopra.
Sherlock era rannicchiato sulla sua poltrona, con lo sguardo assorto nel vuoto. Sicuramente stava riflettendo su qualcosa. Il dottor Watson invece scriveva assorto al suo blog.  

‘’  Mycroft? Cosa ci fai qua? ‘’ mi chiese Sherlock, quando ritornò alla realtà. Restò nella stessa identica posizione e mi osservò da capo a piedi.
‘’ Dottor Watson ‘’ salutai, accennando un flebile sorriso verso John. ‘’ Ho fatto quelle ricerche che mi avevi chiesto ‘’ aggiunsi, ritornando a guardare Sherlock.
‘’ Non ne ho più bisogno ‘’ rispose, scontroso.
‘’ Come, scusa? ‘’ domandai, stupito.
‘’ Abbiamo incontrato James Moriarty proprio ieri sera ‘’ spiegò John, distogliendo lo sguardo dallo schermo del pc e voltandosi direttamente verso di me. La notizia mi sorprese ancora di più e non lo nascosi.
‘’ Stava per farci saltare in aria e… ‘’ aggiunse John, mentre Sherlock tornava nel suo solito torpore.  
‘’ Santo cielo! Con chi abbiamo a che fare, allora? ‘’ esclamai. ‘’ Purtroppo non ho trovato molto sul suo conto ‘’
‘’ Ovvio, Mycroft ‘’ replicò seccamente, Sherlock.
‘’ Allora? ‘’
‘’ Allora, cosa? ‘’
‘’ Come pensi di agire? ‘’
‘’ Prima o poi si farà vivo. Ne sono certo. ‘’ rispose, impassibile.
‘’ Sherlock, dobbiamo fermarlo. ‘’ s’intromise John. ‘’ Mycroft, non potrebbe fare qualcosa lei? ‘’ aggiunse, fissandomi davvero preoccupato.
‘’ Adesso che è uscito allo scoperto in un modo così diretto, potrei sempre tenerlo d’occhio. ‘’
‘’ Grazie ‘’ rispose John, sospirando.
‘’ Se proprio devi, Mycroft… ‘’ aggiunse Sherlock.
‘’ Sai benissimo che… ti do volentieri una mano ‘’ dissi, mentre controllavo l’orologio. Sherlock si accorse di quel particolare, si alzò immediatamente dalla poltrona e mi venne accanto, fissandomi curioso, come se avesse fiutato qualcosa di particolare.
‘’ Cosa c’è? ‘’ domandai, aspettando che iniziasse magari a fare una delle sue deduzioni.
‘’ Hai un appuntamento stasera? ‘’ domandò, scrutando i miei occhi. John si voltò verso di me, aspettando anche lui una risposta.
‘’ Perché me lo chiedi? ‘’ risposi in modo evasivo.
‘’ Sei rimasto sulla porta. Di solito ti siedi comodamente e perdi tempo a puntualizzare su tutto. Tranne oggi. ‘’ disse, spiegando la sua deduzione.
‘’ Appuntamento di lavoro. Nulla di importante ‘’ risposi, sospirando. Sherlock annuì sorridendo e John fece finta di nulla.
‘’ Ora se non vi dispiace, andrei… John, a presto! ‘’ conclusi.
‘’ Divertiti, fratellone… ‘’ rispose Sherlock, prendendo in mano il suo violino e iniziando a suonare. Lo fissai per un attimo, serio in volto, dopodiché scesi le scale e ritornai a casa per prepararmi per la serata.

Feci una doccia veloce e scelsi qualcosa da mettere, rimanendo a fissare sconsolato l’armadio.
Era una serata troppo importante e non potevo permettere che qualcosa la rovinasse. Doveva essere perfetta.
Alla fine scelsi uno dei miei completi migliori e mi sedetti su una sedia, fissando le lancette dell’orologio a pendolo, davanti a me.
Iniziavo a sentirmi nervoso e agitato.
Io, che per tutta la vita, ero riuscito a rimanere impassibile davanti ad ogni situazione, ora mi sentivo insicuro.
Io, che riuscivo a controllare anche le più forti emozioni, adesso sentivo sciogliersi il mio cuore. Quel cuore di ghiaccio.
Dovevo proprio provare qualcosa di profondo per perdere la testa in questo modo.
Sospirai e controllai di nuovo l’orologio: mancava ancora un quarto d’ora alle sette.
Mi guardai attorno nervosamente. Non mi andava di aspettare ancora. Volevo trovarmi già lì, davanti all’ingresso del ristorante e incontrare Ian.
Decisi di fare quattro passi per allentare la tensione, così presi l’ombrello e, dopo aver osservato il mio riflesso sullo specchio, uscii diretto verso Marylebone Road.
Fuori l’aria era fredda, così mi strinsi nel cappotto, cercando di rimanere il più calmo possibile. Sentivo però l’ansia salire sempre di più e affrettai il passo, arrivando così in anticipo davanti al ristorante.
Ovviamente non c’era ancora nessuna traccia di Ian e aspettai fuori, passeggiando avanti e indietro sul marciapiede, facendo oscillare di tanto in tanto l’ombrello.
Controllai nuovamente l’orologio: adesso mancavano solo – ancora! – cinque minuti alle sette. Sospirai in preda al nervoso e mi accesi una sigaretta nell’attesa, mentre scrutavo ogni angolo della strada.
Finalmente vidi sbucare da un angolo un giovano dai capelli chiari: era Ian! Percepii nuovamente una forte sensazione e improvvisamente il tempo si fermò.

 

 

  
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