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Autore: ElenSofy    30/08/2014    4 recensioni
Neville Paciock, un ragazzo fragile, che non crede in sé stesso...
Ha paura, paura di non essere pronto, di non essere coraggioso, di non essere adatto...
In poche parole di non essere abbastanza...
Poi arriverà un persone che cercherà di fargli cambiare idea...
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Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luna Lovegood, Minerva McGranitt, Neville Paciock | Coppie: Luna/Neville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Era una notte cupa e le tenebre si espandevano su ogni metro del parco di Hogwarts.
I maestosi rami del Platano Picchiatore venivano smossi dal vento, che spirava forte fra le possenti mura del castello.
Era una notte come le altre per il professor Neville Paciock: infatti egli aveva l’abitudine di dirigersi tutte le notti verso le serre per preparare le lezioni della mattina seguente.
Quando le lancette del suo orologio a polso puntarono l’undici, il professore afferrò il suo mantello turchese e uscì dallo studio.
Durante le sue uscite serali ogni tanto incrociava per i corridoi qualche studente desideroso di avventurarsi nei meandri di quell’enorme struttura, ma Neville con un cenno della mano incitava lo scolaro a tornare nel proprio dormitorio.
Di solito erano i ragazzi del primo anno, che ancora non avevano scoperto per bene Hogwarts.
In realtà neanche lui aveva ancora esplorato a fondo ogni aula, ogni corridoio: ormai erano nove anni che frequentava quei luoghi, contando gli anni di studio.
Ci aveva combattuto una guerra; aveva contribuito a distruggere Voldemort, uccidendo Nagini, uno degli ultimi Horcrux rimasti.
Nonostante ciò non si sentiva ancora pronto per accettare la richiesta della MCGranitt, la preside…

Qualche settimana prima…

Il rumore di un passo deciso rimbombò nel corridoio al quarto piano.
Il professor Paciock si stava preparando per uscire e dirigersi verso le serre, come tutte le sere.
Il passo deciso si avvicinava sempre di più e anche il professore se ne accorse.
Poi sentì bussare alla porta del suo studio.
Timoroso, aprì la porta e rimase sorpreso dalla visita inaspettata.
“Buonasera, professor Paciock!” il suo tono severo era inconfondibile.
I capelli raccolti in uno chignon, gli occhiali piccoli e rotondi appoggiati sulla punta del naso.
“Lei, professoressa, può chiamarmi semplicemente Paciock…”
La McGranitt lo osservò con uno sguardo severo: “Paciock, è ora che lei riponga più fiducia in sé stesso. Lei è un professore di questa scuola e come tale deve essere chiamato!”
Poi aggiunse: “Non cerchi di sminuire i suoi meriti…” ed entrò, senza neanche chiedere il permesso.
Neville era visibilmente in imbarazzo, tutto rosso per la vergogna di non aver neanche fatto entrare la professoressa e di non aver usato le buone maniere.
Sua nonna l’avrebbe sgridato come non mai!
“Mi scusi professoressa, prego si accomodi!” disse Neville, rimediando alla cattiva accoglienza di qualche minuto prima.
“Paciock, le devo urgentemente parlare!”
La McGranitt ora era ancora più seria del solito, guardava il suo ex-alunno fissa negli occhi.
“Credo che ormai sia il caso di ritirarmi…”
“No, professoressa, ma che dice? E’ la miglior preside che Hogwarts abbia mai avuto, degna erede di Albus Silente…”
Neville continuava a gesticolare freneticamente, quando la McGranitt lo fermò per continuare a parlare: “Ma cosa ha capito,Paciock! Voglio ritirarmi come direttrice della casa di Grifondoro, non come preside!”
La faccia di Neville, prima contratta per lo spavento della notizia appresa, era ora rilassata.
“Vede, fino ad adesso non sono riuscita a trovare un giusto successore come direttore di questa nobile e coraggiosa casata. Lei sa quanto ci tenga a Grifondoro: fu la mia casa in gioventù e l’ho diretta per molti anni. Ora, però, ho preso una decisione: sarà lei a prendere il mio posto, professor Paciock!”
Neville rimase impietrito: “Mi scusi, professoressa, io…”
“Capisco, Paciock, le darò tutto il tempo che le occorre per pensare. La prego solo di una cosa: non mi deluda! Lei è stato uno dei miei studenti più coraggiosi…” detto questo si voltò, il mantello color smeraldo svolazzò per un attimo, prima che la porta si richiuse.

Neville aveva ancora quella scena in mente: in seguito lui era rimasto lì, a fissare il muro e a cercare di prendere un decisione, ma ancora non c’era riuscito.
Quella notte il suo sonno fu tormentato e il giorno dopo si fece sostituire d Hagrid, il Guardiacaccia, e, da quanto gli riferirono i suoi studenti la lezione fu molto movimentata, come era solito fare Hagrid.
Spesso Neville gli affidava qualche lezione e lui era molto contento di prepararle, poiché non insegnava più dalla fine della guerra, ma era rimasto Guardiacaccia, grazie alla McGranitt.
Erano passati tre giorni e ancora non aveva deciso.
Voleva parlarne con qualcuno ma non sapeva con chi, anzi pensava che nessuno avesse mai voluto parlare con Neville Paciock, il pasticcione Neville Paciock che era diventato amico di Potter solo per farsi accettare (così si pensava in giro!).
Per non parlare poi di quando il pasticcione e fifone Neville Paciock ha ucciso Nagini con la spada di Grifondoro: quella era solo una misera imitazione di Potter.
Fare qualcosa di eroico per sentirsi importante…
Cosa aveva fatto Neville Paciock dopo? Cosa era diventato dopo?
Un misero professore di Erbologia ad Hogwarts: niente di così eroico in fin dei conti, importante ma non eroico!
Invece Potter sì che è diventato un eroe, è diventato un Auror!
Neville Paciock non si sentiva coraggioso, ma soprattutto non si sentiva adatto all’incarico che gli voleva affidare la McGranitt.
Per Grifondoro ci voleva un eroe, qualcuno che aveva veramente lottato fin da piccolo, qualcuno come Hermione Granger, Harry Potter, Ron Weasley…
Neville era ormai arrivato alla serra numero quattro, dove vi era qualche Arbusto Autofertilizzante, pronto per i ragazzi del quinto anno.
Poi passò alla serra numero tre, dove annaffiò alcuni Fichi Avvizziti dell’Abissinia per gli alunni del secondo anno.
La serra numero cinque era la sua preferita, non solo perché il cinque era un numero molto importante per lui, ma perché qui Neville coltiva le sue Mimbulus Mimbletonia.
Questa fu la prima pianta che ricevette come regalo proprio al quinto anno; proprio per questo ne era affezionato, perché con essa aveva conosciuto i suoi amici.
Ancora si sentiva con Ron, Hermione, Harry, Luna e Ginny.
Alcuni di loro avevano iscritto i loro figli ad Hogwarts e ogni tanto si incrociavano per i corridoi del castello.
Ma quella sera però, aveva un grandissimo bisogno di Luna: lei era quella che lo capiva sempre, anche quando non c’era nulla da dire.
Una semplice carezza, una pacca sulla spalla, era sempre rincuorante, se fatta da lei.
Fu un attimo che Neville neanche se ne accorse.
Accanto a lui uno schiocco fece apparire una ragazza dai lunghi capelli biondi e alle orecchie due orecchini pendenti, simili a due grossi ravanelli: era Luna, sempre sorridente.
Neville non riusciva a ricordare Luna triste, lei non era mai triste.
“Ciao Neville, come va? Sapevo di trovarti qui, me lo sentivo” poi Luna si avvicinò di più: “Forse è stato qualche Gorgosprizzo che me l’ha detto…”
Particolare come sempre, Luna, quando parla!
Forse era per questo che agli altri risultava molto simpatica.
“Ciao Luna, quando sei arrivata?” chiese Neville, sorpreso.
Stava pensando proprio a lei e ora lei era lì, davanti a lui.
Aveva avuto da sempre qualche attenzione verso Luna, la vedeva più di un’amica, ma non era mai riuscito a dirle quello che provava veramente.
“Poco fa, in realtà ti cercavo sperando che tu avessi qui qualche pianticella di Dente di Leone…sai, avrò ospite mio padre e ho pensato di preparargli una bevanda che a lui piace molto…”
“Ma certo, dovrei averne qualcuno su questo tavolo!”
Così Neville percorse il corridoietto formatosi tra gli ultimi due tavoli della serra.
“Eccoli qui! Ti serve altro?”
E le porse un vasetto decorato da strani fiori rossi pendenti.
Luna si sedette su una delle poche sedie libere: “In realtà avrei voglia di scambiare quattro parole con te…”
A Neville cominciò a battere forte il cuore, così colse l’occasione al volo: “Anche io avrei da dirti qualcosa…sai, ti ho pensato prima che arrivassi…”
Le guance di Luna si colorarono di un rosso porpora al sentir pronunciare l’ultima frase.
“Beh, che ne dici se andiamo a berci qualcosa ad Hogsmeade…come ai vecchi tempi?” propose Luna, ripreso coraggio.
“Certo, è un piacere!”
Così Neville chiuse a chiave anche la serra numero cinque per avviarsi verso il Paiolo Magico.
Decisero di andare a piedi, così da potersi aggiornare sugli ultimi avvenimenti ad Hogwarts e al Cavillo.
“Sai, leggo spesso il Cavillo e ho trovato interessante il tuo ultimo articolo…” esclamò Neville, mentre si sedevano ad un tavolo con due Burrobirre fumanti in mano.
Stranamente quella sera il Paiolo Magico era vuoto, così Luna e Neville poterono parlare più tranquillamente.
“Neville, sono venuta qui per farti una proposta: ti andrebbe di diventare un corrispondente del Cavillo, sezione Erbe e Funghi Magici?” Luna era entusiasta, quanto a Neville si stava quasi strozzando con la Burrobirra che stava sorseggiando.
“Io…proprio io? Luna, ma tu lo sai che non sarei capace…e poi Hogwarts?” chiese Neville, ripresosi.
“Potresti comunque continuare ad insegnare ad Hogwarts e nel frattempo scrivere per il Cavillo, che ne dici?” propose di nuovo Luna, sostenendo lo sguardo di Neville.
“Luna, io…non sono all’altezza…poi la McGranitt mi ha affidato un incarico…” rispose Neville, evasivo.”
“Incarico che non hai ancora accettato…senti, io ho parlato con la McGranitt e mi ha detto tutto e penso tu debba accettare: meglio di te non c’è nessuno…”
Per un attimo calò un silenzio tombale fra i due.
“Ti ha mandato la McGranitt?” chiese Neville, questa volta furente.
“Neville, sta calmo…sono tua amica, voglio solo aiutarti…”
“Io non ho bisogno dell’aiuto di nessuno: le mie scelte le faccio da solo! Perciò non accetterò né la proposta della McGranitt né la tua!”
Aveva incominciato ad alzare la voce, tanto che alcuni avventori del pub, quei pochi che c’erano, si erano girati verso di loro e tutti bisbigliavano qualcosa, in modo da farsi sentire solo dal compagno di fronte.
Fece per andarsene, quando Luna gli afferrò un braccio e lo fece risedere.
Poi cominciò a parlare: “Vuoi sapere quello che penso? Penso che tu abbia paura di non essere capace, quando in realtà sei il migliore; hai paura di non essere degno, quando invece lo sei; hai paura di non essere abbastanza!”
“Si, e con questo? Non posso farci niente, non posso cambiare…” sussurrò Neville, più a sé stesso che non a Luna.
“Si, invece…se ti fai aiutare, può cambiare tutto! Incomincia dalle piccole cose, quelle quotidiane…credi in te stesso e vedrai che tutto andrà molto meglio…”
Doveva cominciare dalle piccole cose e come un lampo gli venne in mente un’idea.
Così prese coraggio, quello vero, quello che Neville Paciock nascondeva dentro di sé e disse a voce alta e con un tono forte: “Luna, TI AMO!”
Luna, che stava finendo di bere l’ultimo goccio di Burrobirra, posò il bicchiere di scatto urtando il tavolino di legno.
Aprì la bocca, ma non disse nulla, come se fosse diventata muta.
“Anche io…” rispose alla dichiarazione con un filo di voce “ma che c’entra adesso?”
“Mi hai detto di iniziare dalle piccole cose…so che tu non sei una di queste cose…sei speciale…”
Luna era diventata ancora più rossa di prima…
“Scusa per prima, ero arrabbiato: c’è ancora quel posto di lavoro al Cavillo?”
Luna quasi non ci credeva: Neville era cambiato in così poco tempo, che non si capiva se facesse sul serio o no.
“Ah, già che ci sei mi accompagneresti dalla McGranitt?” poi guardò l’orologio “Magari domani mattina…Puoi dormire da me, se vuoi…”
“Certo…amore!” rispose Luna, sorridendo.

NOTE DELL'AUTRICE:
Spero che questa one-shot vi piaccia!
Fatemi sapere che ne pensate...
Un bacio, da ElenSofy!

  
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