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Autore: FranxySnape    30/08/2014    2 recensioni
[The tournament]
[The tournament][The tournament]Padre Macavoy torna alla sua vita di sempre dopo la fine dell'ultimo "torneo" e dopo aver vissuto una grande, brutta, avventura che gli ha fatto ritrovare la fede. Ma due anni dopo la sua vita, apparentemente tranquilla, sta per cambiare di nuovo. Qualcuno, che lui conosce bene, tornerà per stravolgerla completamente. Riuscirà il prete a rimanere saldo nei suoi principi?
Questa Oneshot ha partecipato al contest: Robert Carlyle's Characters, II edizione di B e l l e
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Temptation

 
 
Un eco, una voce.

“Trenta concorrenti, 24 ore, una regola: uccidi o muori. Signore e signori fate le vostre scommesse. Il torneo è iniziato”.

Padre Joseph Macavoy si svegliò di colpo, madido di sudore. Fuori era ancora buio, ma lui non riusciva a distinguere il giorno dalla notte ormai da tempo.

Tutto iniziò per caso due anni fa quando, seduto in un bar, bevve quel maledetto caffè. Senza volerlo si trovò nel bel mezzo di una gara crudele, sulla quale i potenti del mondo facevano le loro scommesse.

Ogni sette anni veniva indetto un torneo. Trenta assassini erano chiamati a partecipare, nessuno di loro poteva rifiutare, pena la morte. Lo scopo era uccidersi a vicenda, l’ultimo che rimaneva in vita vinceva il torneo ed un bel po’ di dollari. Padre Macavoy, ovviamente, non era a conoscenza di tutto ciò, come tutti i comuni esseri umani che scambiavano gli omicidi del torneo, riportati dai notiziari, per dei semplici fatti di cronaca nera.

Quel caffè fu proprio la sua rovina, dentro c’era una microspia che era anche una mini bomba pronta ad esplodere per volere dell’organizzazione del gioco. La microspia era stata impiantata nel corpo di ogni killer per poterli seguire durante il corso della gara e per fare in modo che gli assassini si potessero individuare a vicenda.

Ma uno di loro, credendo di fare il furbo, la estirpò con un coltello e la gettò proprio nel bicchiere che il prete prese e bevve senza accorgersene. Una volta uscito dal locale, padre Macavoy si ritrovò faccia a faccia con Lai Lai Zhen, un’assassina cinese, bella e spietata, che l’avrebbe ucciso a sangue freddo se non avesse capito che Padre Joseph Macavoy non era certo armato ed era un prete vero, dunque quello era tutto un equivoco. Così decise di portarlo con sé e proteggerlo fino alla fine. Forse non le andava che un cittadino innocente rischiasse la vita per i capricci di alcuni ricchi bastardi senza scrupoli e poi lei aveva già fatto fuori un’innocente, per un errore, sette anni prima e questo brutto ricordo non le dava pace. No, non avrebbe permesso che accadesse di nuovo.

Lui però non era un prete come tutti gli altri, aveva da tempo smarrito la fede e non faceva altro che annegare i cattivi pensieri nell’alcool. Non riusciva più a servire messa e credeva di essere soltanto un uomo perduto. Ma quando sentì la morte alitargli sul collo ad ogni passo, quando fece cose che pensava non sarebbe mai riuscito a fare, grazie soprattutto all’aiuto di Lai Lai che gli salvò la vita dagli altri killer, scappando con lui, proteggendolo e rischiando la pelle di brutto, vide tutto da un’altra prospettiva e ritrovò la fede.

Per questo motivo non dimenticò mai la vincitrice del torneo. Una vincitrice alla quale non interessavano i soldi, né la gara, ma era semplicemente una donna tormentata da un grande rimorso che voleva, piuttosto, vincere contro i mostri che aveva dentro. Il prete, invece, non dipese più dall’alcool dopo quella brutta avventura e tornò a servire messa nella sua parrocchia.

Non s’incontrarono più, lei era scomparsa, o almeno così padre Macavoy credeva…

Il sole sorse mentre il prete era del tutto assorbito dai ricordi e dagli incubi di ciò che aveva vissuto. Si alzò, come tutte le mattine, fece una doccia e dopo essersi vestito si recò in chiesa per celebrare la prima funzione della giornata.

Arrivò al momento dell’eucarestia, quando, mentre distribuiva l’ostia ai fedeli, vide avvicinarsi una donna con la falda del cappello elegante che le copriva gli occhi. Padre Macavoy rimase un po’ inebetito, ma poi le porse l’ostia, che la donna prese delicatamente tra le labbra e subito dopo gli rivolse un sorriso.

Mentre il prete andava verso la teca per depositare il calice e le ostie rimaste, fu colto da un dubbio.

Finita la messa, i fedeli si recarono fuori, ma padre Macavoy con un balzo degno di un gatto, fermò quella donna prendendola da un braccio.

“Mi scusi, ma credo di conoscerla e vorrei scambiare due chiacchiere con lei, se non le dispiace.”

Lei alzò il viso scostando il cappello e finalmente si guardarono negli occhi.

“Lai Lai, che sorpresa!”

Lai Lai si aprì in un bel sorriso.

“Joseph… voglio dire, padre Macavoy. Allora non mi hai dimenticata.”

“E come avrei potuto dimenticare la donna che mi ha salvato la vita?”

Lui la invitò a sedersi in un locale di fronte alla chiesa, così avrebbero potuto chiacchierare più tranquillamente. Lei accettò di buon grado.

“Allora adesso vivi in questa città?”

“No, non è semplice da spiegare, ci sono ritornata perché avevo dei conti da saldare.”

Le rivolse uno sguardo piuttosto severo.

“Non mi dire che giochi ancora con le armi. Non ho mai creduto che tu fossi davvero un killer, Lai, penso che tu sia solo una persona che si è smarrita, come me quando mi hai incontrato per la prima volta.”

Lai Lai avrebbe voluto dirgli che durante quei due anni era stata costretta ad uccidere di nuovo, ma solo per difendersi: le davano la caccia dopo la sua vittoria. Ma non volle turbarlo, così si limitò semplicemente a dirgli una bugia a fin di bene.

“No, sono cambiata, le armi non m’interessano più e neanche uccidere. Sorvoliamo per adesso, ti prego.”

Nel dire questo, lei posò una mano su quella di padre Macavoy. Lui deglutì e la guardò dalla testa ai piedi. L’aveva sempre trovata una donna affascinante, ma il suo colletto da prete e la sua fede lo frenavano dal fare altri pensieri.

“Ti sei incantato?” Rise. “Perché non ceniamo insieme stasera? Ho parecchie cose da raccontarti.”

“Mi piacerebbe, ma vedi, ehm, sono il solito squattrinato, non posso permettermi una cena in un bel ristorante.”

Gli strinse la mano prendendola tra le sue. “Va bene a casa tua allora, non ci sono problemi se sai cucinare, o no?”

“No, no… certo! So cucinare benissimo, allora stasera a casa mia.”

La sua voce tremava leggermente, pensò che sarebbe stato sconveniente invitare una giovane donna in casa di un prete, ma lei era sua amica dopotutto e non poteva mandarla via o trattarla in malo modo.

Le scrisse l’indirizzo su un pezzo di carta e glielo consegnò. Lai Lai lo prese e lo mise nella borsa.

“A questa sera allora.” Si alzò e gli diede due baci sulle guance.

Padre Macavoy arrossì e riuscì a dire solo “Ciao.” In un sussurro, mentre lei si era già allontanata.

Tornando verso la chiesa si pentì subito di averla invitata. Pensò che era solo uno stupido perché così si sarebbe trovato davanti ad un’enorme tentazione alla quale, durante il torneo, non pensava affatto, perché la sua priorità era quella di salvare la pelle.

Ben presto arrivò la sera ed in casa del prete era già tutto pronto. Per un attimo, padre Macavoy, pensò di mettere sul giradischi un po’ di musica, ma allontanò dalla testa quel pensiero. Lai Lai era in ritardo di dieci minuti ed il prete aveva quasi del tutto perso le speranze di rivederla, quando, d’un tratto, il campanello suonò, lui aprì la porta e trovò lei col viso bianco come un fantasma.

“Lai Lai! Cosa ti è successo?”

“Non c’è tempo per le spiegazioni, spegni i fornelli… SUBITO… dobbiamo scappare!”

Mentre diceva quelle parole, un paio di proiettili frantumarono i vetri delle finestre. Per fortuna i due erano ben lontani, ma al prete tornò in mente la paura che aveva vissuto due anni prima, ed il cuore cominciò a battergli all’impazzata.

“LAI LAI! CAZZO! Oddio… che il Signore mi perdoni…”  Si fece il segno della croce con la mano libera, mentre lei lo prese dall’altra, correndo fuori e trascinandolo letteralmente.

“Meno male che eri cambiata!” padre Macavoy correva a perdifiato, ma non mancò di rimproverarla, seppure con un fil di voce.

“Non è colpa mia… mi danno la caccia da quando ho deciso di abbandonare quella vita. Non è facile uscirne. Una volta che sei un killer, per loro lo rimani tutta la vita.” 

Anche Lai Lai correva mentre cercava di giustificarsi con il prete. Si fermarono accucciandosi dietro un camper abbandonato sul ciglio dell’autostrada. Attorno a loro era tutto buio, i lampioni illuminavano brevi tratti di strada cinquecento metri più avanti.

Il fiato di entrambi si condensava formando piccole nuvolette.

“Allora? Potevi venire da me, io ti avrei aiutata, ho un grosso debito con te, lo sai...”

“No, tu non mi devi niente, prete, è anche un po’colpa mia se sei finito in mezzo a quel casino e adesso ci sei di nuovo dentro.”

“Io non voglio stare dentro ad un bel niente! Voglio solo che tutto questo finisca e subito! Io voglio rivederti, ma viva… non ho voglia di celebrare il tuo funerale…”

Lai Lai gli fece una carezza sorridendo ed avvicinandosi a lui.

“Mi vuoi davvero così bene?”

Padre Macavoy deglutì rumorosamente “Ma che hai capito… ehm… è solo che sono allergico all’incenso…”

Si guardarono negli occhi per poi scoppiare a ridere.

“E adesso che cosa faremo? Non mi dire che passeremo la notte a correre da un posto all’altro…”

“Beh, se non ci trovano potremmo anche trascorrere la notte qui, almeno per adesso. Accendo un fuoco, tu mettiti pure comodo.”

Lai Lai non era certo una donna che si perdeva d’animo o che perdeva tempo. Raccolse della legna che trovò nella radura accanto all’autostrada e accese subito un falò di fronte al camper abbandonato dov’erano rifugiati.

“Ma non potremmo entrare qui dentro e ripararci?”

“No, saremmo dei bersagli troppo facili. Se quelli iniziano a sparare al camper sarà difficile trovare subito riparo, saremmo come topi in trappola.”

Si sedettero davanti al fuoco, l’uno accanto all’altra, così vicini che le la luce delle fiamme formava un’unica grande ombra sul terreno. Lai Lai lo guardò e vide che padre Macavoy era piuttosto nervoso e tremava.

“Cosa c’è? Non sei mai stato in campeggio, padre? Rilassati… c’è di peggio!”

“DI PEGGIO? Vorrei proprio sapere cosa ci sia di peggio… Signore, dammi la forza...”

Padre Macavoy tirò fuori dalla tasca della tonaca il rosario ed iniziò a pregare, mentre Lai Lai sbuffò, si tolse il giacchetto e si stese a terra appoggiandovi la testa.

“Buonanotte, eh!” chiuse gli occhi e si addormentò dopo un po’ di tempo.

“Buonanotte dice lei… non c’è nulla di buono in questa notte.” Si voltò a guardarla mentre lei dormiva e le parve una creatura così bella e fragile, anche se sapeva che da sveglia era tutt’altra donna, forte, combattiva e pronta a spezzarti l’osso del collo in un nanosecondo.

Dopo aver recitato un altro paio di rosari, si stese anche lui sul terreno e prese sonno, anche se a fatica.

D’un tratto, nel cuore della notte, si sentì uno stridere di ruote. Una frenata brusca ed un uomo che scendeva dall’auto, ansimando. Era molto alto e di corporatura robusta, completamente pelato, tatuato su tutto il collo e con due spalle larghe. Indossava un paio di tirapugni d’oro, che scintillavano nel buio, ed aveva attaccato alla cintura un lungo ed affilato pugnale.

Camminò a grossi passi verso il falò, convinto di trovare lì la sua vittima. Non si sbagliava: era distesa sul terreno e dormiva. Accanto a lei c’era un prete. Quell'uomo avrebbe svolto il suo lavoro in fretta e poi avrebbe lasciato il cadavere lì, ma doveva anche uccidere l’altro, altrimenti si sarebbe trovato con un testimone tra i piedi.

Cercò di non fare rumore e di avvicinarsi quanto più possibile a Lai Lai. Lei aprì gli occhi di colpo: era fin troppo abituata a ricevere di queste belle sorprese. Si alzò di scatto, lanciando un urlo che non era affatto di terrore, ma battagliero.

L’uomo arretrò, ma si trovò subito lei addosso, senza quasi rendersene conto. Cercò di divincolarsi e di sferrarle qualche pugno, ma lei balzò giù e li schivò, poi gli assestò un bel calcio in faccia con una mossa rapida.

Padre Macavoy aprì gli occhi, ma si rese conto di quello che stava accadendo solo dopo un paio di minuti. Si alzò ed arretrò verso le lamiere del camper, in preda al panico.

“CORRI! VATTENE VIA DA QUI, PRESTO!” Lai Lai urlava mentre, nell’impeto della lotta, per poco non finì in mezzo al fuoco.

L’uomo liberò il pugnale dalla cintura e cerco di colpirla numerose volte, mentre lei schivava i colpi proprio per un soffio. Erano entrambi molto abili fisicamente, ed altrettanto veloci.

“COSA CAZZO ASPETTI, LA STELLA COMETA? METTITI IN SALVO!”

Lei urlava, ma padre Macavoy era troppo terrorizzato per obbedire ai suoi ordini. Era letteralmente appiccicato al camper e tutto quello che riuscì a fare fu prendere di nuovo in mano il rosario e pregare ad alta voce chiudendo gli occhi.

Il killer prese un ceppo acceso dal falò e lo conficcò dritto nel fianco di Lai Lai che si bruciò e urlò dal dolore piegandosi su se stessa, mentre il sangue le scorreva giù impregnando anche i suoi jeans.

Quell’uomo stava per sferrarle il colpo di grazia, brandendo in aria il pugnale per poterglielo conficcare nella nuca, quando lei raccolse tutte le forze che aveva e rotolò via con una capriola per poi strappare il rosario dalle mani del prete.

“PERMETTI? SERVIREBBE PIU’ A ME ADESSO…”

“OH MIO DIO!” Padre Macavoy cadde in ginocchio e si mise le mani ai capelli mentre guardava con orrore quello che Lai Lai stava facendo con il suo sacro rosario.

Con uno scatto finì dietro l’uomo e avvolse il rosario attorno al suo collo massiccio per poi tirare forte e avvitare la catena del rosario su se stessa, mentre il killer aveva gli occhi iniettati di sangue e perdeva il respiro.

Lai Lai mise tutta la forza che aveva per ucciderlo. L’uomo rantolò mentre affogava ed un rivolo di bava e sangue gli colava sul mento. Finalmente morì e lei lo lasciò lì, per poi cadere accanto a quel corpo. Era esausta e gravemente ferita, ed il suo respiro era sempre più corto.

Padre Macavoy si riprese, anche se a fatica. Corse da lei e la sollevò tra le proprie braccia. La portò dentro il camper e la fece stendere su quel letto sfatto.

“Tu… tu… tu…”

“Sembri un telefono occupato, padre, toglimi di dosso questa maglia, piuttosto… credo che si sia appiccicata alla pelle.”

Padre Macavoy le sfilò piano la maglietta e notò che la ferita era piuttosto profonda.

“Io non me ne intendo di pronto soccorso, ma potrei portarti in un ospedale qui vicino…” I suoi occhi erano gonfi di lacrime, non sapeva cosa doveva fare. Avrebbe voluto mollare tutto e tornarsene alla calma della sua chiesetta, tra i suoi parrocchiani che lo avrebbero aspettato il giorno dopo per la consueta messa mattutina.

“No, non possiamo rischiare che ci trovino durante il tragitto in ospedale… la ferita potrebbe aggravarsi. Guarda nel camper, forse trovi una cassetta del pronto soccorso, ti dirigerò io, non preoccuparti.”

“La preoccupazione con te è un optional, Lai Lai.”

Lai Lai rise tossendo un po’ “Almeno non ti annoi mai quando ci sono io…”

“Scusa tanto se preferisco la noia ad una pallottola in fronte!”

“Dai, non fare l’orso…”

Padre Macavoy frugò in giro e riuscì a trovare la cassetta del pronto soccorso, la aprì e seguì le istruzioni della donna.

“Ecco, forse avrei dovuto seguire un corso di cucito dalle suore… credo di averti cucito tutta storta, rimarrà la cicatrice…”

“Una in più, una in meno… cosa vuoi che sia? Dai, non perdiamo altro tempo, è meglio che ritorni a casa tua. Io invece dovrò scappare, ancora una volta. Questo è il mio destino, non posso farci nulla, ma non posso coinvolgerti ancora.”

Lui la guardò profondamente negli occhi, poi prese un respiro e parlò quasi d’un fiato.

“Sai una cosa? Mi piace essere coinvolto da te, perché quando lo sono so che sei accanto a me e almeno ti vedo… preferisco questo piuttosto che due anni senza tue notizie…”

Gli scese una lacrima che cadde sulle sue labbra. Lai Lai si sollevò a sedere sul letto e chiuse gli occhi avvicinandosi lentamente al suo viso. Lo baciò cogliendo, assieme alle sue labbra, il suo stupore ed il suo respiro così caldo.

“Lai… noi… non possiamo… io non posso…”

“Non puoi o non vuoi?” Glielo sussurrò e lo baciò di nuovo, senza dargli neppure il tempo di replicare. Padre Macavoy non poté resistere e mentre si tormentava per il grave peccato che stava commettendo, la strinse forte a se e ricambiò il bacio appassionatamente, pensando che, in fondo, era la cosa più bella che gli fosse mai capitata in vita sua e che l’amore bussava sempre alla porta di qualcuno, prima o poi, e lui, in fondo, era un uomo fatto di sentimenti, oltre che di carne.

Ma quello non poteva essere un amore che avrebbe avuto uno sbocco. Lui sapeva benissimo che Lai Lai non avrebbe mai potuto essere sua, c’erano troppi motivi che li volevano separati. Lei, in cuor suo, sapeva le stesse cose di padre Macavoy e così, come se si fossero letti nel pensiero, vissero insieme quella notte come se fosse stata l’ultima al mondo.

Fecero l’amore con così tanta passione che dimenticarono addirittura chi fossero o cosa fossero.

Il mattino dopo, all’alba, Lai Lai era già vestita. Trovò un foglio ed una matita in un cassetto del vecchio camper ed ebbe giusto il tempo di scrivere due righe. Poi posò il foglio sul cuscino accanto al prete, che ancora dormiva profondamente, e sparì in una nuvola di polvere, come se fosse stata un bel sogno.

Padre Macavoy si svegliò un’ora dopo, ma non si stupì più di tanto di non averla trovata accanto a sé. Forse un po’ se l’aspettava, d’altronde gliel’aveva detto Lai Lai stessa che fuggire era il suo destino, da sempre.

Prese il foglio sul cuscino e lesse quello che lei gli aveva scritto.

“Caro Joseph, ormai non ha più senso chiamarti “padre”. Quando leggerai questa lettera io sarò già lontana. Probabilmente qualcun altro sarà alle mie calcagna ed io dovrò continuare a combattere. È stato bellissimo stanotte, ma ti prego di non cercarmi. Avrai mie notizie un giorno o l’altro, ma se così non fosse non ti crucciare, è molto meglio così, credimi. In un’altra vita ti avrei detto che ti amo e che vorrei stare insieme a te per sempre. Ma in questa siamo quel che siamo e dobbiamo perseguire il nostro destino, anche se a volte possiamo cambiare le regole del gioco, il bello è proprio questo. Se può consolarti, pensa a me come ad una visione, un miracolo, è la tua specialità, no?
Con tutto l’amore che posso donarti.
Tua per sempre, contro ogni regola del gioco, Lai Lai.”


Appena finito di leggere, padre Macavoy si accorse di tenere quel foglio così stretto tra le mani, che le nocche gli erano diventate bianche. Il suo viso era rigato dalle lacrime, ma non poté fare nient’altro che prendere atto delle parole di Lai Lai e tornare a casa.

Passarono altri due anni, ma da quella notte, il prete, non riuscì più a dormire: ogni giorno i suoi pensieri erano rivolti verso la donna che gli aveva sconvolto l’anima, oltre che la vita.

Una mattina, come tante altre, si sedette al confessionale ed aprì lo sportellino interno della finestrella per ascoltare, per l’ennesima volta, i peccati di qualche altro fedele.

“Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo… apriti pure, ti ascolto…”

“Mi perdoni padre, perché ho peccato…”

Padre Macavoy socchiuse gli occhi e stette ad ascoltare.

“Che peccati hai commesso figliola?”

“Il peccato… di amarti…”

Sgranò gli occhi e poi si voltò di scatto per vedere chi fosse. Un sorriso dall’altra parte della finestrella gli riempì gli occhi e gli scaldò il cuore. Lai Lai era tornata! 



 
FINE
   
 
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