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Autore: Anonimadaicapellibiondi    31/08/2014    3 recensioni
Amber era uscita dal tunnel, era cambiata. Ma nessuno se ne era accorto, aveva perso tutto ciò che amava per colpa dell'eroina. Ma voleva ricominciare e la sua città non glielo permetteva. Così prende un aereo per Parigi. Una decisione che le ha cambiato la vita. Una decisione presa perchè vuole tornare ad essere felice, vuole tornare ad essere forte. Più forte di prima.
Genere: Mistero, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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cap2.

Tornata a casa mi buttai a letto. Mia madre probabilmente soffriva anche più di me. Lei era una donna sola, mio padre era morto circa quando avevo dieci anni. Aveva un tumore al cervello. Purtroppo avevo sempre fatto molta fatica a ricordarlo, dopo la sua morte fu come se il mio cervello avesse eliminato tutti i miei ricordi con lui. Mi mancava davvero molto avere un padre. L'unica cosa che ricordai però è che mi voleva davvero molto bene, lui mi amava. Sentivo la necessità di parlargli, anche solo per un secondo, oppure avrei voluto sentire di nuovo la sua voce perchè nemmeno quella ricordavo. Dopo aver cenato decisi di fare un giro. Tutte le sere lo facevo e mi capitava anche di dormire fuori. Mi addormentavo sul prato o a casa di qualche sconosciuto ubriaco. Perchè quando uscivo andavo a bere, bere fino a star male per cercare di non pensare ai problemi. So che sbagliavo a bere così tanto avendo avuto una brutta esperienza con la droga ma non riuscivo mai a resistere. E ogni volta puntualmente il giorno dopo me ne pentivo amaramente: mi ripetevo di non bere più oppure al massimo un bicchiere. Poi la sera conoscevo qualcuno e finivo per non ricordare il giorno dopo ciò che avevo fatto la sera prima. "Sono una stupida" mi ripetevo in continuazione. E lo ero davvero. Ma era più forte di me. Ero un mostro ed un'ipocrita. Dicevo di essere uscita dal circolo vizioso della droga ma poi l'alcool aveva preso il suo posto.

Mia madre ormai non mi fermava più perchè si era purtroppo rassegnata. Sa che ci soffrivo, sa che volevo dimenticare il periodo della droga e che volevo che tutto non fosse mai successo. Sa che volevo ricominciare ma non ci riuscivo. Ormai ero cambiata. E non potevo pretendere che il mondo intorno a me si adattasse alla nuova "Amber" tanto in fretta. "Non sono più la tua bambina" le urlavo quando andavo fuori di sera. La trattavo male e mi odiai per quello ma non riuscivio a stare lontana dall'alcool perchè almeno la notte mi aiutava a stare lontana da tutto ciò che mi faceva soffrire. Riuscivo per un po' a stare meglio. Non sapevo perchè ma una notte mi capitò di essere più triste, forse per l'ennesima stronzata di Dylan. Fatto sta che quella notte sentii l'irrefrenabile bisogno di bere più del solito pur sapendo dei danni che sarei causata. Una vera masochista. Speravo solo che tutto ciò un giorno potesse finire, ma almeno per quella notte, per quel momento di dolore, pregavo solo che il barista fosse più veloce con quei bicchieri.


Ci sono giorni in cui mi chiedo dove io trovi la forza per fare tutto quello che faccio,senza mai cedere, ma poi rispondo a me stessa e dico: siamo nati per "lottare";

arrendersi mai.
- Luna Del Grande

  
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