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Autore: _Marty01_    31/08/2014    4 recensioni
-A volte ho l'impressione di essere come un vecchio libri che nessuno ha mai voglia di leggere fino in fondo...-sussurrò lo stregone con il poco fiato che gli era rimasto, la voce era scossa dai singhiozzi, stava piangendo, Magnus, il suo Magnus, piangeva, e davanti a lui, davanti ha una persona che sarebbe stata solo di passaggio nella sua vita.
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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​Lo stregone era seduto davanti a lui, la testa china e lo sguardo smarrito, gli sembrava così indifeso che stentava a riconoscerlo. - Magnus...- gli sussurrò Alec posandoli una mano sulla spalla, rabbrividì. Il nascosto era gelido sotto al suo tocco. Lo scrutò a lungo per poi scostarli la maglietta ,lì dov'è si faceva più rossa, proprio sopra il cuore. Ne comparì una ferita profonda e infettata. 
-Non è niente...-cercò di dire lo stregone, tremante. 
Il ragazzo si sentì uno sciocco a non averlo capito prima. -Perchè non te l'ha guarisci?- 
Magnus lo guardò, cercando di sostenere un tenero sorriso. -Non è niente...- gli ripeté. Alec sentì la pazienza venir meno. Perchè non le lo diceva e basta. 
-Dimmelo. Dimmelo o giuro che...- farfuglio, incapace di dire l'ultima parola.-Me ne vado...- la vergogna si fece strada dentro di lui. Magnus sobbalzò, impallidendo. Era paura quella che gli si leggeva negli occhi?
-Fiorellino...-
-Magnus!- lo interruppe il cacciatore, voleva la verità, non altre patetiche scuse. Lo stregone abbassò lo sguardo. - Era un cliente strano....- tossì violentemente. Alec partì spedito verso il bagno, in cerca di un po' d'acqua ossigenata e qualche benda. Aveva paura, paura che Magnus potesse morire e lui non potesse fare nulla per impedire alla morte di portarglielo via. 
Gli tremavano le mani e gli ci volere alcuni tentativi prima di riuscire ad afferrare il tutto e tornare dal suo stregone.
Suo, perchè nessuno poteva toccarlo, al di fuori di lui.
-MAGNUS!-urlò il giovane appena mise piede in stanza, lo stregone era accovacciato a terra, con la testa in mezzo alle gambe. Non sembrava averlo sentito. 
Il cacciatore si precipitò da lui e lo prese in braccio, era appena tornato da un combattimento e aveva ancora la runa della forza ben visibile sul collo. Lo stregone non pose resistenza e si accasciò fra le sue braccia, come un peso morto. 
-Alexander...- brontolò lo stregone mentre cercava di accarezzarli una guancia, si sentiva al sicuro tra le sue braccia e non avrebbe mai più voluto lasciarlo. Alec lo portò di corsa sul letto dove lo distese delicatamente. 
-Fiorellino...- continuava a ripetere lo stregone. 
Il ragazzo prese il disinfettante e le premette al petto, un piccolo urlo di dolore uscì dalla bocca del nascosto, fondendo l'aria. Lo medicò a una velocità disumana, non poteva lasciarlo, non adesso, non così... Se solo se ne fosse accorto prima... E perchè non se l'era curata lui. 
Alec finì di curarli la ferita in silenzio, per poi cadere esausto sul letto, di fianco a lui. -Che cosa è successo veramente?- chiese, cercando di trattenere le lacrime che gli pungevano gli occhi. 
Magnus chiuse gli occhi, tirando su col naso, ricordava tanto un bambino. -A volte ho l'impressione di essere come un vecchio libri che nessuno ha mai voglia di leggere fino in fondo...- sussurrò lo stregone con il poco fiato che gli era rimasto, la voce era scossa dai singhiozzi, stava piangendo, Magnus, il suo Magnus, piangeva, e davanti a lui, davanti ha una persona che sarebbe stata solo di passaggio nella sua vita. Alec gli passò automaticamente una mano sulla guancia per raccogliere una lacrima che scendeva lenta e silenziosa dal suo viso e gli ripuliva la faccia dai glitter. 
-Non dire così... Non è vero.- lo rassicurò il cacciatore. Magnus si prese la faccia tra le mani. - Ti sbaglia, è vero... Anche tu, tra un poco di stancherai di me e del fatto che rimarrò sempre lo stesso.- piangeva a dirotto e Alec stentava a riconoscerlo, non l'aveva mai visto così, lo strinse forte al suo petto, scordandosi della ferita e procurandoli un gemito di dolore. Il ragazzo si sentì il cuore a pezzi, si sentiva male a vederlo ridotto così, ma non poteva lasciarsi andare, non adesso che lui aveva bisogna di una spalla su qui sfogarsi, dopo tanti anni.  -Prima dicevi sul serio? Te ne saresti andato? Lasciandomi da solo, come tutti gli altri?- continuò lo stregone.
Alec si sentì un idiota nell'averlo trattato così, cercava solo di non farlo preoccupare dopotutto. -No certo che no. Io ti amo!-
Magnus si asciugò il viso. -Non è vero.- 
" Come tutti gli altri..."
-Chi era il cliente?- tuonò. 
Gli occhi dello stregone si muovevano all'impazzata, spostando l'attenzione sulla prima cosa che gli capitassero loro a tiro.-Magnus...-
-Non era un cliente, era un vampiro. Una vampira.- lo interruppè il nascosto.
Alec rabbrividì, gli bastava già Camille come vampiro, e non ne voleva altri che rovinassero la loro vita. 
-Era una vecchia amica... Mi ha aggredito appena ho messo piede in casa sua, buttandomi a terra, stavo perdendo troppo sangue per reagire e non riuscii a fare altro che rimanere lì, a guardarla... Se ne è andata via quasi subito, ridendomi in faccia, e aveva ragione.- un singhiozzo lo interruppe. Alec lo ascoltava in silenzio, il viso contorto in una voragine colma di rabbia. -E che cosa ha detto?- gli domandò, quasi urlando. Nessuno si poteva permettere di sfiorare anche solo con un dito il suo stregone.
-La verità Alexander... Quella che tu sai...- sospirò, calmandosi un attimo. 
No, no che no capiva. 
-Magnus... Io ti amo... E questo non cambierà mai.- disse, mentre controllava la fasciatura.
Gli occhi azzurri del cacciatore si illuminarono.- Prendi le mie mani.-il ragazzo le le porse, senza aspettare risposta, in tutto quel casino se ne era quasi dimenticato. Lo stregone lo fissò, sorridendo goffamente.- Lo vuoi davvero?- 
Alec sorrise,stringendoli le mani lisce e affusolate che tanto amava. -Certo.- 
Lo stregone chiuse gli occhi e il ragazzo impietrì.
Ma non era paura quella che sentiva, era proprio come l'altra volta, era come fondersi con lui, diventare una cosa sola, due corpi e una sola anima. 
Quando si staccò sentì il mondo girarli intorno.
-Non permetterò mai più che ti tocchino...- gli sussurrò in un orecchio. Magnus era davanti a lui, il viso ancora umido e il respiro irregolare. Non disse niente, per paura di piangere di nuovo. 
-Ti amo Magnus, ti amerò per sempre. E che mi importa se tu resterai sempre così è un giorno dovrò dirti addio, perchè la morta verrà a reclamare la mia vita. L'importante è adesso, non domani, ma oggi. E io oggi ti amo.- continuò infilando la testa nell'incavo del collo dello stregone. 
-Dici sul serio?- domandò il nascosto.
 -Vieni qui- sussurrò, senza evitare di arrossire. Magnus sorrise e i suoi occhi da gatto si illuminarono di una strana luce d'orata. -Ti amo Alexander Lightwood- 
"Come tutti gli altri" 
Ma come si faceva a non amare i suoi occhi, la sua voce, la sua magia... Come si faceva a non amare Magnus. 
Alec lo baciò leggermente sulle labbra, per paura di farli male. -Ti amo anch'io, Magnus- 


Angolino dell'autrice:
Salve!!
È un'emerita schifezza.  Ma ho avuto una giornataccia ieri e avevo proprio bisogno di sfogarmi. (Mi sono sentita peggio di uno straccio).
(Una domanda, ma Asmodeo non c'è tra i personaggi?) 
Spero che almeno a qualcuno piaccia, perchè non so cosa mi sia passato per la testa per pubblicarla( ero davvero disperata se l'ho scritta ma per pubblicarla dovevo essere proprio fuori.)
P.s. Se qualcuno non lo avesse ancora capito sono una fissata delle parentesi, dei Malec e dei P.s.
Ringrazio tantissimo per i consigli dell'altra volta e spero chequesta volta sia andata meglio
Baci
Marty
   
 
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