Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: adler_kudo    31/08/2014    4 recensioni
Lo scontro con l'organizzazione si avvicina inesorabile. Conan e i suoi amici dovranno fare molta attenzione perché ogni passo falso può rivelarsi fatale in un gioco di deduzione che si fa sempre più intricato.
Una misteriosa donna arriva a Beika, cosa cela dietro i suoi occhi spietati?
Un vecchio amico ritorna dall'aldilà per aiutare il detective a districare la matassa, ma i pericoli sono sempre in agguato e non sarà facile riuscire a distruggere l'organizzazione senza alleati. Shinichi dovrà ricorrere a tutta la sua logica razionale e alle sue capacità per farlo, ma i suoi amici non resteranno certo a guardare.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 6

 

 

-E così non avrei alcuna scelta?- chiese Shinichi tentando di prendere tempo per pensare. L'unica cosa che gli serviva era un segnale dall'esterno, qualcosa che gli facesse capire che tutti erano pronti e che stavano per intervenire così lui avrebbe potuto tirare fuori Ai da quella cantina e completare il suo piano senza alcun rischio per i suoi amici a casa. La fortuna però non doveva essere affatto dalla sua parte. In un attimo la porta dietro a lui si spalancò ed entrarono dentro Heiji, Kazuha e Ran; quest'ultima era trattenuta per i capelli da Vermouth che le stava puntando la pistola al sottogola.

-Shinichi...- mormorò stupita la ragazza dimenticando per un attimo la situazione. Aveva solo una gran voglia di corrergli incontro, ma una fredda sensazione alla gola la frenava da qualunque movimento.

-Ran! Lasciala andare immediatamente!- ordinò il ragazzo con voce minacciosa.

-E perché dovrei farlo? Perché così tu possa per scappare con calma? No, affatto. Ora ti unirai a noi e la lascerò andare, anzi lì lascerò andare tutti quanti, ma solo se sarai tu a rimanere.- rispose calma la donna.

Heiji gridò -Non farlo!- ma Vodka, il quale lo aveva bloccato per le braccia, lo strattonò.

-Heiji... io...-

Anche Kazuha intervenne, nonostante fosse trattenuta da Gin, -Shinichi, io non so cosa stia succedendo, ma non pensarci nemmeno ad unirti a dei criminali!-

Shinichi era come in un incubo. Ovunque si girasse c'era bisogno di lui. Ciascuno dei suoi amici era a pochi centimetri da una arma mortale, la sua giovane amica e protetta Ai rinchiusa in una cantina per le torture e il capo dell'organizzazione ancora senza volto lo stava esortando a scegliere se condannare a morte sé stesso e tutti i suoi amici o se condannare solo sé stesso a un esistenza riprovevole. Gli girava la testa, vedeva tutto sfocato, colpa anche della compressa di sostanze chimiche che aveva ingerito; non aveva dubbi su cosa fare. Aveva scelto di sacrificare sé stesso per il bene di tutti molto tempo prima, aveva perso la sua vera vita per quasi due anni, aveva visto tanti dimenticarlo, andare avanti come se non fosse mai esistito, era rimasto nell'ombra lottando con tutto sé stesso per evitare di rivelarsi al mondo, tutto per amore. Anche la scelta di quella sera era dettata dall'amore; la sua utopia di tornare a vivere felice era appunto sempre stata solo un'utopia e lo sarebbe rimasta. La sua scelta dopotutto era già stata scritta.

Fece un respiro profondo, ma la voce di Ran lo interruppe -Non farlo Shinichi. Per una volta, ascoltami. Ci ucciderebbero lo stesso. Io sono felice anche così.- tossì un paio di volte e riprese -Non fare come Holmes. Tu non sei Holmes, tu sei diecimila volte meglio di lui. Ed io...- tossì di nuovo e concluse con voce rauca -... ti amo per questo.-

Shinichi si voltò verso di lei che non stava piangendo stranamente. Era commossa, ma non piangeva e lo guardava come orgogliosa nonostante la pistola. Il detective sorrise triste e poi guardò anche i suoi due amici -Voi siete con me?-

Kazuha annuì con gli occhi lucidi e Heiji rispose -Fino alla morte.-

Da dietro la porta della cantina si sentì dire -Anche io, Shinichi. Fino alla morte.-

A quelle parole il ragazzo ridacchiò sommessamente e disse -Allora no. Mi avete sentito tutti quanti? No. Io non diventerò mai un criminale. Ho raccolto prove a sufficienza contro di voi perché altri finiscano il lavoro per me. Potete pure uccidermi, ma verrete lo stesso sconfitti perché alla fine è sempre la giustizia a trionfare. Ho raccolto prove a sufficienza perché altri continuino il mio lavoro e piuttosto di essere uno di voi preferisco la morte.-

Il capo sospirò con disappunto -Sacrificheresti persino i tuoi amici?-

-Loro hanno scelto.-

-Speravo di averti convinto, invece... Bourbon, uccidili.-

I ragazzi vennero gettati al centro della stanza impotenti contro dei killer professionisti armati fino ai denti e si strinsero assieme in ginocchio sul pavimento. Shinichi afferrò Ran che si reggeva a malapena in piedi e constatò che aveva la febbre alta; la attirò a sé e le mormorò all'orecchio -Non succederà nulla. Ti giuro che farò quanto in mio potere per tirarti fuori di qui.-

-Va bene così, Shinichi. Almeno siamo insieme.-

Heiji abbracciò Kazuha e, non smettendo di fissare la mitragliatrice che Amuro stava imbracciando, sussurrò -Immagino non sia il momento per dirti che io...-

-Sta zitto. Anche io.- tagliò corto la ragazza. Aveva avuto una vita intera di occasioni per dirglielo ed era rimasto sempre in silenzio, non voleva che il suo ultimo pensiero fosse la certezza di aver sprecato il suo tempo, preferiva averne solo la vaga sensazione.

Bourbon si posizionò di fronte a loro e caricò l'arma. In quel momento la poltrona del capo si voltò rivelando un fisico maschile il cui volto però era coperto da una maschera e con un cenno della mano lui dette l'ordine di esecuzione. Amuro si apprestò a puntare proprio sulla testa di Ran, preparò il grilletto, ma poi urlò sorpreso. Un proiettile era passato a gran velocità sfiorandogli la mano e ferendolo di poco.

-Ma cosa...?- tutti erano intenti a capire cosa fosse successo quando comparve sulla soglia Shuichi Akai con il suo fucile di precisione in mano pronto a sparare.

-Akai!- esclamò Gin -Ma non era morto?!-

-Sono un fantasma, Gin. Venuto per la vendetta.-

Il nuovo arrivato fece appena in tempo a fare l'occhiolino a Shinichi quando anche l'FBI intervenne e il tutto si trasformò in un terribile scontro a fuoco.

Bourbon e Shuichi ingaggiarono una lotta tra di loro e nella confusione generale gli altri di misero a difendere la villa. Il capo stava tentando di scappare da un uscita secondaria, ma Shinichi ed Heiji riuscirono a bloccarlo e iniziarono a lottare contro di lui nel tentativo di strappargli la maschera. Ran e Kazuha riuscirono ad atterrare Vodka con alcuni colpi di arti marziali, ma ad un tratto la casa prese fuoco e scoppiò il pandemonio. Gli agenti dell'FBI stavano avanzando sempre di più e alcuni erano riusciti a penetrare scontrandosi direttamente con gli abili criminali. Nella confusione nessuno si accorse che Vermouth, davvero poco interessata alla cosa, era scivolata nella silenziosamente nella cantina da Ai.

Il fuoco divampava ormai e sia gli agenti che i criminali stavano uscendo fuori per mettersi al riparo. Heiji prese la mano di Kazuha e le gridò -Vieni! Dobbiamo andarcene immediatamente! La struttura sta per cedere! Shinichi seguimi!-

-Arrivo!- rispose il detective che stava ancora combattendo contro il capo aiutato da Ran. Lei gli assestò un buon colpo sulla testa e poi tutti e quattro presero a correre verso l'uscita evitando travi in fiamme e calcinacci al rogo. Un improvviso crollo li separò. I due del Kansai erano sulla soglia in salvo, gli altri ancora nell'inferno divampante.

-Ran!- urlò Kazuha disperata -Ran!-

-Shinichi!- Heiji si unì a lei, ma un nuovo cedimento li fece indietreggiare verso il cancello. Tutta l'ala a destra della villa era caduta e in preda alle fiamme, la speranza che fossero ancora vivi era vana.

 

Tra le fiamme Shinichi prese tra le braccia Ran che era molto affaticata e tornò nello studio. Tra le fiamme il capo era intento a cercare di sollevare una piastrella, un probabile passaggio sotterraneo, ma il detective fu più rapido di lui e lo spinse lontano dall'unica via di fuga oltre alla finestra. Voleva ad ogni costo assicurarlo alla giustizia e per farlo doveva far si che uscisse dove l'FBI poteva prenderlo. L'uomo indietreggiò a carponi alla vista avvolta dal fuoco del ragazzo che avanzava minaccioso verso di lui, tanto intelligente e scaltro da poter distruggere la sua organizzazione così potente; sembrava una figura divina, gli occhi blu rilucevano di bagliore rosso incandescente e l'uomo spaventato da gran codardo scappò dalla finestra un attimo prima che il soffitto cedesse intrappolando Shinichi e Ran all'interno della villa.

-Shinichi!- chiamò la ragazza accucciata a terra per non farsi raggiungere dal fumo.

-Ran! Svelta vieni qui!-

Il detective ansimava in cerca d'aria pura, pensava alla velocità della luce, cercava una via d'uscita.

Odore di gas nell'aria oltre a quello del fumo, calore ora più forte, aria più rarefatta, una sola scintilla, una grande esplosione. Della villa rimanevano solo ceneri.

 

Le grida fuori dall'edificio si fecero più intense quando un enorme botto dalla potente onda d'urto riecheggiò per vari chilometri. I criminali ormai assicurati alla giustizia erano sgomenti per la fine che la loro organizzazione aveva fatto. Il capo era stato trasportato d'urgenza all'ospedale per le ustioni che aveva riportato con degli agenti a controllarlo. Solo uno di loro mancava all'appello: Vermouth. Nessuno pensò che fosse morta nell'esplosione, se ne doveva essere andata prima e con sé doveva aver portato anche Ai, altra dispersa.

Nella confusione generale un urlo disperato si levò da Kazuha; si era accorta che i suoi amici non erano usciti dalla villa. Heiji, accanto a lei, si era appena reso conto di ciò che era successo e stentava a crederci. Aveva perso il suo migliore amico, quello che era il fratello che non aveva mai avuto, aveva perso il suo rivale, quello che rendeva la vita meno monotona. Senza pensarci il ragazzo abbracciò Kazuha e si abbandonò al pianto, era buio e nessuno lo avrebbe visto.

Fu Kazuha la prima a parlare. -Heiji, secondo te... sono...?-

Il ragazzo non rispose e la strinse a sé ancora più forte. La sua razionalità gli imponeva una risposta che non voleva neanche prendere in esame anche se molto probabilmente era la triste verità.

Sopraggiunse Jodie con un espressione preoccupata -Dov'è cool guy? Dov'è Conan?-

Heiji sospirò: era arrivato per tutti il momento della verità e sarebbe toccato a lui dire tutto.

-Vi dirò tutto, ma non qui. Fate quello che dovete fare con quei criminali e poi radunatevi tutti nella vostra sede. Là saprete la verità.-

-Signorina! Ci sono Shinichi e Ran là dentro!- intervenne Kazuha.

-Chi? Ran e... Shinichi?- l'agente guardò Heiji per delle spiegazioni, ma lui fece cenno di dopo.

 

Il sole iniziava già a farsi vedere quanto tutta la squadra si radunò nella sede per le spiegazioni di Heiji. L'organizzazione aveva perso il suo capo e ciò significava che la malavita aveva perso il suo maggior mandante. Era l'alba di un nuovo giorno, un glorioso giorno che Shinichi avrebbe tanto voluto vedere, era il suo giorno dopotutto. Il ragazzo non poté fare a meno di paragonarlo a Sherlock Holmes e al suo scontro con Moriarty. Era successo il contrario: il detective aveva perso la vita e il cattivo era sopravvissuto. Non sarebbe dovuta andare così.

Kazuha era ancora sotto shock. Riviveva l'esplosione e non si capacitava di ciò che era successo; la sua unica ancora era Heiji, lo era sempre stato. Di tutta quella storia c'erano tante cose che non comprendeva, ma si fidava di lui ed era pronta ad ascoltarlo.

Il giovane detective dell'ovest prese posto di fronte alla piccola platea della sala conferenze e iniziò con la voce un po' tremante a raccontare.

-Agenti, grazie per esservi fidati ed aver atteso questo momento. Ciò che devo dirvi è importante ed è un compito ingrato. Intanto Conan Edogawa non è mai esistito.-

Un brusio si levò dalla folla che commentava.

-Era Shinichi Kudo, il detective dell'est, e se non fosse rimasto coinvolto in quell'esplosione questa bella pappardella di racconto ve la farebbe lui e io me ne starei comodo, ringrazio perciò Shinichi per non essere qui e avermi lasciato la patata bollente.- tentò di sdrammatizzare, ma nessuno, nemmeno lui, aveva voglia di scherzare. Sospirò triste e prese a narrare tutto quanto ciò che sapeva. L'intera assemblea ascoltava con il fiato sospeso come la trama di un romanzo; la prima a parlare fu Jodie che con le lacrime agli occhi annunciò -Non importa come è andata a finire. Quel ragazzo ci ha permesso di risolvere un caso a cui stavamo lavorando da anni. Sui giornali apparirà la sua foto e tutto il merito dell'operazione verrà attribuito a lui.-

Tutti annuirono concordi e tra il mormorio generale la riunione venne conclusa.

Heiji andò da Kazuha che dopo quelle rivelazioni era rimasta immobile. Appena le si avvicinò lei alzò la mano e gli lasciò tutte le cinque dita sulla guancia.

-Perché non me lo hai detto?-

-Perché saresti corsa a dirlo a Ran e poi non si sa cosa sarebbe successo.-

La ragazza singhiozzò e si buttò tra le braccia del detective -Oh, Heiji! Ho perso la mia migliore amica!-

-Ci sono io con te e lo sarò per sempre.- rispose lui per consolarla e le posò senza pensare un bacio sulla fronte. A quel gesto entrambi arrossirono, ma non era il momento, né loro erano dell'umore giusto per certe cose.

-Dobbiamo dirlo ai genitori di Ran.- commentò Kazuha tirando su con il naso.

Il detective dell'ovest guardò verso il soffitto per nascondere gli occhi lucidi e si schiarì la voce prima di parlare in modo tristemente ironico -Shinichi, a te onori e a me oneri, eh?-

 

Né Heiji né Kazuha dormivano dal giorno precedente, ma tutta l'emozione che avevano in corpo sarebbe bastata a tenerli svegli per una settimana e poi non potevano certo permettersi di dormire: dovevano avvisare le famiglie di Shinichi e Ran, c'erano due funerali da organizzare e due corpi da trovare. L'FBI aveva richiamato in Giappone i genitori di Shinichi che erano arrivati nel pomeriggio quando ormai gli agenti avevano comunicato che qualsiasi corpo ci fosse stato in quella villa si doveva essere carbonizzato con l'esplosione. Heiji e Kazuha erano quindi sicuri che i loro amici non c'erano più e, una volta riuniti nel salotto del dottor Agasa con Kogoro, Eri, Yusaku, Yukiko e ovviamente il dottore, dettero la notizia. Fu Kazuha a parlare, Heiji aveva già detto abbastanza ore prima agli agenti.

-Signori... sui giornali la notizia uscirà domani. Sono addolorata, dico davvero, io...-

Kogoro la interruppe irritato -Insomma mi vuoi dire dov'è sparita mia figlia con quello sfaccendato?-

-Sono morti.- disse laconico Heiji.

Tutti impallidirono e si irrigidirono

-Come... morti?- chiese Yukiko -È uno scherzo, vero?-, ma le facce dei ragazzi parlavano da sole così la donna si abbandonò ad un pianto tremante seguita ovviamente da Eri.

-Cos'è successo?- domandò Yusaku con gli occhi lucidi.

Heiji spiegò tutto di nuovo senza riuscire a staccare gli occhi dal pavimento; non poteva guardarli in faccia sapendo che forse avrebbe potuto fare qualcosa per salvare i loro figli.

Kogoro era rimasto immobile come se fosse morto anche lui in quel momento; sua figlia non c'era più. Neanche l'altro c'era più. Erano morti insieme per un'indagine, da questo Kogoro non si sarebbe mai ripreso.

-L'avevo detto a mia figlia di stare lontana dai detective privati.- sussurrò Eri tra le lacrime.

-Si amavano, Eri. Non potevano stare lontani.- le rispose l'amica anch'essa disperata.

Seguì un momento di silenzio assoluto, l'unica cosa che si udiva era il tremore delle membra scosse da convulsi attacchi di pianto, fino a che il dottor Agasa, rimasto zitto a lungo, chiese -E Ai?-

I due scossero la testa: di lei non si sapeva nulla, ma a sentire da ciò che dicevano i criminali interrogati era possibile che Vermouth, unica mancante all'appello, l'avesse portata con sé per completare l'opera.

L'anziano sospirò triste e disse -Sarete esausti ragazzi. Venite.-

Li condusse in una stanza con un grande letto candido a due piazze e glielo offrì per riposare; non poterono fare a meno di accettare e una volta sul materasso caddero addormentati abbracciati. Una sola lacrima rigava il volto di entrambi. Il loro dolore era ancora vivo, solo nei loro incubi.

 

Il giorno seguente le personalità più in vista della polizia del Giappone, i parenti, gli amici, i compagni di classe, tutti erano intervenuti alla cerimonia funeraria di Shinichi Kudo e Ran Mori. Molti intervennero con dei discorsi costruiti sull'eccezionale bravura di Shinichi nel risolvere casi e sulla straordinaria dolcezza di Ran in tutto ciò che faceva, ma Sonoko fece uno splendido intervento che commosse l'intera platea dicendo quanto si erano amati ed avevano sofferto in silenzio. Parlò anche Yusaku che lesse un passo di uno dei suoi libri dedicato al figlio e uno dedicato a Ran e aggiunse -Poiché mi hanno incaricato di questo, parlerò a nome anche di Kogoro ed Eri Mori, oltre che mio e di mia moglie. Sono sempre stato fiero di mio figlio. Ha sempre avuto un talento per i guai e ne era sempre uscito bene grazie a una splendida compagna, la sua amica Ran. Io devo molto a quella ragazza, senza di lei mio figlio sarebbe stato molto diverso. Lo ha reso un uomo. Insieme sono nati, cresciuti e ora potranno continuare ad esserci l'uno per l'altra in eterno.-

Prese parola anche Heiji -Hai iniziato ad essere il mio rivale e sei diventato mio fratello. Abbiamo sempre gareggiato su quanti casi riuscivamo a risolvere, ma devo ammettere che hai vinto tu. Non riuscirò mai a superare Sherlock Holmes, e tu sei lo Sherlock Holmes del terzo millennio.-

Kazuha invece dedicò il suo discorso a Ran nonostante avesse le lacrime che le scendevano -Ran era una forte combattente, la migliore che avessi mai visto, sia sul tatami che soprattutto nella vita. Io non so se sarei riuscita ed essere come lei. Sono orgogliosa di averla conosciuta.-

Appena ebbe concluso una nuvola bianca spuntò sopra i due cuscini di fiori e uno stormo di candide colombe volò fuori dal nulla. Kaito Kid era comparso come sospeso nel cielo e aveva posato due rose rosse sulle tombe ornate di rose bianche.

-Per la ragazza più coraggiosa del mondo... per il detective più bravo del secolo. Sei stato un grande rivale, il migliore.-

Sparì prima che qualcuno potesse dire nulla e lasciò la sua ultima refurtiva sulla tomba di Ran: una coroncina con un diamante incastonato al centro, ultimo pegno del ladro del cielo d'argento.

Ormai tutti avevano detto la loro, ma una voce si levò da in fondo alla folla -Vi spiace se dico qualcosa anche io?- Tutti si scostarono sconcertati.  



Angolo Autrice:
Buongiorno a tutti!
È una vita che non aggiorno qui, chiedo venia. 
Dovrei anche pubblicare l'ultimo capitolo della raccolta di indagini... Dovrò lavorare un bel po'...
Sono stata piuttosto impegnata di questi tempi, perdonate.
Spero che la lettura sia stata di vostro gradimento e che non ci siano errori. Confesso di aver riletto un po' frettolosamente, perdono.
Grazie a tutti.
Baci
A_K 

  
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