Era una sera fresca. Uscirono insieme dall’hotel dove lavoravano, attraversarono la strada e si presero la mano. Per lei quella era una sensazione di salvezza, come se lui fosse pronta a prenderla se inciampava.
Iniziarono a parlare di come era andata la serata, ogni tanto lei si girava e lo guardava fumare una sigaretta, guardava le sue labbra che si stringevano attorno al filtro, la sentiva bruciare e poi restava a guardare il fumo uscire dalla sua bocca.
Si fermarono a guardare gli orologi in una gioielleria e risero, risero tanto.
Mentre camminavano peril centro lui diceva di sentire qualche goccia, infatti iniziò a piovigginare e si spostarono in una birreria più vicina all’hotel.
Restarono li a parlare, poi arrivò la sorella di lui con delle amiche, dio come si somigliavano, ma lui era più bello perchè era lui.
<< Forse è meglio che ci avviamo, altrimenti ci inzuppiamo >> disse lui. Lei non voleva salutarlo di già.
<< Fermiamoci davanti agli uffici dell’amministrazione così siamo vicini >> disse lei.
E cosi fecero.
Davanti agli uffici iniziarono a baciarsi dolcemente. Lei aveva le mani dietro al suo collo e lui le teneva sui suoi fianchi.
Lui sapeva di sigaretta e birra, ma a lei questo non dispiaceva.
Lui iniziò a spostarsi a baciare il suo collo mentre la spingeva verso il muro. Ogni tanto le mordicchiava un piccolo lembo di pelle, ma subito le lasciava sopra un dolce bacio umido.
Lei chiuse gli occhi e piegò la testa di lato per dargli più spazio, era su un’altro pianeta.
Poi si guardarono negli occhi. E lei capì che era davvero quello che voleva.
Si baciarono per un’infinità di tempo, che non sembrava mai abbastanza.
Lei era completamente fragile sotto di lui. Sentiva le gambe che tremavano, ma non disse niente, perchè lui era riuscito a farle dimenticare della terra che aveva sotto i piedi e del mondo che la circondavano.
Quella sera lei andò a dormire alimentandosi del profumo dei baci che gli aveva lasciato sulla pelle.