Anime & Manga > No. 6
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Autore: BambolinaMou    31/08/2014    2 recensioni
Shion aspetta Nezumi. Aspetta che la signora con il tailleur annunci le morti al telegiornale, aspetta quel momento tutti i giorni. Il cuore si ferma, smette di respirare e per un attimo il Nuovo Mondo sembra finire di nuovo e collassare su se stesso, ma è solo una sua impressione.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Karan, Nezumi, Nuovo personaggio, Shion
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è nata proprio ieri notte, quando la nausea mi ha costretta a scrivere. Ho amato No.6 e Nezumi è una delle mie più grandi crush, lo devo ammettere, e sì, non gli ho reso proprio giustizia, se così si può dire perchè è molto OOC, così come il nostro piccolo ed adorabile Shion a cui sono molto affezionata. 

Detto questo, sono stata indecisa fino all'ultimo per il titolo perchè non riuscivo proprio a trovarne uno adatto, poi ho pensato ad una parola molto bella che ho scoperto un po' di tempo fa : Chiasa, che significa mille mattine. Che significa crogiolarsi nell'attesa, come Shion ha fatto davanti ad un televisore. So che potrà sembrare strano che ci fosse elettricità e non cibo, lo so, ma trascurate questo dettaglio o ignoratelo insieme alla mia rappresentazione del tutto sbagliata del Nuovo Mondo. Diciamo che ho usato la mia immaginazione e mi sono staccata molto dall'anime (chiedo venia ma io non ho letto il manga!). E' da un sacco che non pubblico nulla su questo profilo, anzi è da un sacco che non scrivo nulla che non riguardi gli One Direction ma eccomi qui, con questa perla o con questa vomitevole OS, sarete voi a deciderlo.

Non penso ci sia altro da aggiungere o da dire, buona lettura!

Chiasa

A Onda

In cucina deve esserci un silenzio religioso. Sua madre ormai lo sa, ha imparato a guardare l’orologio appeso alla parete e a capire i movimenti del figlio che sono scanditi sullo stesso partito ogni giorno, perché il telegiornale va sempre in onda.
Nel Nuovo Mondo, le morti vengono annunciate da una signora in tailleur che parla ad un microfono, con una agenda da cui non stacca mai gli occhi. Lei, una voce metallica, pronuncia i nomi ed i cognomi, senza fare particolare attenzione agli accenti o ad altre minuzie. É che non c’è tempo, non c’è mai tempo per fermarsi e respirare, per riavvolgere il nastro e darsi un po’ di secondi in più, magari minuti e nel caso migliore ore. Così, ripresa da un qualcuno a cui tremano un poco le mani, si sa chi è morto sotto le macerie, fra le quali stanno scavando da quella che pare un’eternità. È che la guerra non combattuta ha lasciato indietro un sacco di braccia, gambe e vite. Shion spera che Nezumi non abbia fatto la stessa fine. Prega quasi, anche se nessuno gli ha mai insegnato come si fa, allora si mette a parlare e si rivolge a qualcuno, blatera per ore e sua madre fa finta di non sentirlo, fa scorrere la porta di camera sua e si sdraia sul letto. Prova a chiudere gli occhi ma nel Nuovo Mondo non c’è tempo nemmeno per quello.

Anche quel giorno Shion può tirare un sospiro di sollievo e ricominciare a mangiare, le bacchette passano dalla ciotola alla sua bocca in un batter d’occhio e sua madre non gli chiede se sia buono o no. È riso, insipido, l’unica cosa che hanno e che si possono permettere, di pane ne è rimasto poco e lo si divide con le famiglie del quartiere, con i bambini che leccano il tavolo dalle briciole.
Arriva una ragazza, un giorno qualsiasi dei tanti giorni, Nezumi è ancora vivo, la signora con il tailleur non ha ancora perso il suo lavoro e sua madre cucina riso, questa volta con delle verdure e con della salsa di soia che è riuscito a rimediare con uno scambio giù al mercato. Il mercato si svolge fra le macerie, lontano da ciò che ancora potrebbe crollare, la gente si districa fra un mattone e una trave con leggerezza e abilità, come se lo facessero da una vita, come se da una vita camminassero a braccetto con la distruzione.
Mangiano riso e carote tagliate fini, lastre di vetro sotto i denti. Quel giorno ci sono i bambini della famiglia che vive dall’altra parte della strada, sono un po’ sporchi in viso, probabilmente si divertono a giocare con tutto ciò che trovano e divorano il poco nella loro ciotola complimentandosi perché é tutto buonissimo. E poi c’è questa ragazza con i capelli lunghi che sembrano fili di seta che si muovono in tutte le direzioni, paiono avere vita propria ma si deve ricredere quando, con un gesto scocciato, se li toglie dalla faccia e poi se li sistema dietro le orecchie, forse tirandoseli.
Si siede accanto a Shion e mangia con lo sguardo fisso sulla sua ciotola, non lo alza mai, solo quando finisce il suo pranzo, si alza e, stiracchiandosi, saluta tutti, ringraziando più volte sua madre che cerca di sorriderle ma non ce la fa. Sono le 14:00 e Shion si è precipitato davanti alla tv, con le orecchie incollate alla cassa a lato per sentire, perché c’è rumore e a lui serve silenzio per capire se Nezumi è ancora vivo.

Da quel momento la ragazza diventa la persona con cui vuole avere meno a che fare, nonostante si ritrovino sempre vicini per il pranzo e sua madre cerchi di farli parlare. Si promette che dalla sua bocca non uscirà nulla. Ma è Naoko, è questo il suo nome, che si prende la briga di farlo parlare, di fargli snocciolare una parola ogni tanto. Ed è sempre lei che per strada, di notte, gli preme le labbra sulla bocca e lo morsica per permetterle di approfondire il bacio.
Shion non se la toglie di dosso, rimane lì, come uno stupido, ad aspettare che succeda qualcosa ma è tutto piatto : ha una lingua in bocca e un corpo caldo che spinge contro i suoi fianchi eppure non c’è niente, è come se stesse guardando il vuoto. Non è successo niente, si ripete, quando rientra in casa e si fionda a lavarsi i denti, strofina così forte che sputa sangue. Il riflesso allo specchio dice ben altro, ma basta spegnere la luce.

Naoko lo bacia e perdono il conto. Gli accarezza le cicatrici e Shion si lascia accudire sotto quel tocco gentile, si sente in colpa quando geme contro le sue labbra e le regala così un sorriso di trionfo.
Non parlano, non c’è bisogno, non lo fanno nemmeno a pranzo, quando lei sfiora di proposito il polso con la sua mano sotto lo sguardo attento di sua madre e lui non può far altro che alzarsi e girarsi, andare davanti allo schermo e perdere quasi la vista leggendo nomi e forse anche l’udito se continua così.

Il mercato è colmo di gente che cerca di prendere più viveri possibili per la stagione fredda alle porte. I venditori urlano e ridacchiano mentre allungano la verdura a mani nude e intascano monete che valgono oro. Shion gira con il suo cappotto con gli alamari slacciati, i capelli che sbattono sulla fronte e un biglietto stretto fra le dita che però non sta davvero guardando perché un movimento ha attirato il suo sguardo.
Un topo che corre fra le scarpe dei passanti, un topo che squittisce e lo guarda dritto negli occhi. Amleto. E comincia a seguirlo, si scusa con chiunque gli passi accanto perché sta correndo e potrebbe spingere qualcuno, le sue parole sono una nenia che però non devono distrarlo dalla sua corsa. Gli occhi puntano il basso, segue una coda rosa che si fa strada e che lo conduce in un vicolo di case rimaste in piedi. Erano case belle, modeste, con fiori che ora sono morti e alberi sradicati.
Amleto lo porta nel cortile di una piccola villa, il quale si trova disseminato di tanti pezzi di cemento, il portone è spalancato. Solo dopo si accorge che non c’è nemmeno più una porta e chiunque può profanare l'abitazione. Si chiede che posto sia quello perché le mani hanno cominciato a sudargli e i capelli ad appiccicarsi alla pelle, sente rantoli e il pianto di un bambino provenire da una delle stanze.
Tutte le porte sono chiuse e ha paura, il topo però si è fermato ai suoi piedi e gli sale sui vestiti, si arrampica proprio come faceva tempo prima e forse il cuore di Shion riprende un battito regolare che diventa zoppicante quando si trova davanti ad una porta senza pomello. È socchiusa e il topo gli squittisce forte nell’orecchio quando la mano che aveva allungato davanti a sé ritorna lungo il fianco. Nel momento in cui trova la forza di aprire, una puzza di fumo gli invade le narici e lo costringe a tapparsi il naso con la manica del cappotto.
Il suo sguardo si rompe su una figura al centro della stanza, dove è stato buttato in qualche modo un materasso bucato. La stanza doveva essere di un bel azzurro, doveva anche essere bene arredata visto che i mobili, che non sono stati rubati, appartengono ad uno stile ricercato e particolare.
Il materasso deve essere stato messo dopo. Il topo non c’è più e lui si guarda attorno, la stanza non vede luce da un bel po’ visto che è una torcia ad illuminarne metà. Shion non riesce proprio a distinguere i contorni di quel corpo che sembra dargli le spalle, si chiede perchè sia arrivato fin lì e si volta per uscire perchè di tempo da perdere non ne ha, ma una voce lo ferma.
Una voce roca e strascicata. Solo nel momento in cui la sente, si rende conto che se la stava dimenticando perché nella sua mente era sbiadita, quasi irriconosibile. Nezumi è in quella stessa stanza e poi è dietro la sua schiena mentre con un braccio gli cinge la vita e lo trascina fra il buio e la luce di quei pochi metri quadrati.
Non riesce a voltarsi perché la stretta è ferrea.
“Non sei cambiato affatto” gli soffia nell’orecchio con il suo solito tono strascicato. In quel momento sente il cuore scoppiargli così forte nel petto che prova l’istinto di tapparsi le orecchie.
Tocca le mani di Nezumi, le dita lunghe e i palmi pieni di piccoli taglietti, è tutto così famigliare che può chiudere gli occhi e ritrovarselo dietro alle palpebre. Uguale, identico come nella realtà.
L’ha fatto voltare e per quel poco che vede, gli viene da piangere perché il suo volto non pensava di vederlo mai più. I tratti quasi androgeni e allo stesso tempo virili, gli occhi affilati in due lame scure e i capelli legati in una coda disordinata, come al solito. Come loro, pochi mesi prima che il telegiornale fosse l’unica cosa che gli univa.
“Sorcio, tu sei qui” e nemmeno ci crede, lo tocca da sopra i suoi vestiti, le mani che scorrono fameliche perché magari è solo un bellissimo sogno e se è così deve svegliarsi ora.
Nezumi ride e prende ad accarezzargli i capelli mentre lo trascina sul materasso.
Shion si siede e lo osserva, strizzando gli occhi perché pare un’ombra quando, avvicinandosi alla porta, la sbarra con un mobiletto lì accanto e poi con grandi falcate si avvicina alla finestra. Con un colpo secco riesce a togliere il nastro nero con il quale l’aveva coperta e a fare entrare qualche raggio pallido.
Si è gettato sul materasso accanto a lui e comincia a baciarlo, disegnando cerchi con le labbra e sovrastandolo con il suo corpo. Sorride delle sue guance arrossate che stanno per andare a fuoco, anzi che sono sul punto di esplodere quando comincia a togliergli i vestiti gettandoli lì vicino.
Nezumi fa tutto da solo finché non è completamente nudo e sotto di lui, Shion non indossa che le sue cicatrici. Lo bacia sul petto e fa scorrere la bocca sulla carotide, poi passa al bacino e lascia qualche morso senza incidere però la pelle.
“No-non l’avevi mai fatto prima” dice Shion strozzando un gemito.
Sorcio ride sulla sua cassa toracica e poi sussurra uno “Scusa” appena percettibile. E lo continua a ripetere finché non arriva alle labbra piene e morbide di Shion e le stuzzica, depositandoci baci veloci e casti.
“Anche lei ti bacia così?” la domanda rompe la bolla che si era andata a formare, si sentono i cocci cadere sul pavimento e il cuore di Shion perdere battiti come ossigeno. Come fa a sapere? Cosa ha visto?
“Anche lei? Rispondi” è seduto a cavalcioni sopra di lui e lo guarda come se volesse perforarlo, teso come una corda di violino.
“No, non mi importa di lei” la frase cade sull’ultima sillaba perché la mano di Sorcio si è chiusa attorno al suo membro possessiva e comincia a massaggiarlo prima piano e poi con un ritmo più accelerato. Soffoca i suoi gemiti in bocca, con la lingue che si coinvolgono in una danza violenta e passionale.
Ci sono solo loro due : il corpo di Shion bollente, stretto fra le mani di Nezumi.
Si sono fermati con il fiatone, il polso che continua a ripetere lo stesso movimento e l’orgasmo dietro l’angolo. E' in quell'istante che prendendo coraggio, Sorcio, ordina di dirgli quella cosa, e Shion non potè far altro che venire  nella sua mano, sporcando il materasso e le loro pelli a contatto.
“Dimmelo, ti prego” una supplica, se prima era suonato come un ordine, ora non lo è più. Ha perso tutte le sue maschere e ora si spoglia davanti a lui : Nezumi con il petto aperto e il cuore in una mano. Il suo amore.
“Io ti amo”
Lo sperma si riversa fra le cosce di Shion e Nezumi gli bacia un capezzolo per poi lasciarsi andare un paio di centimetri più in la, non volendo però sciogliere l’intreccio delle loro gambe.
“Lo so” se lo tira addosso e fa sprofondare il naso fra i suoi capelli. Quel profumo che voleva incidersi con forza sulla pelle, ma che se ne era andato quando erano stati lontani. 

Era casa.
Ti amo anche io.

twitter : littlesunlou

  
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