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Autore: Kyouki    15/01/2005    13 recensioni
Fict comica su Last Exile con un LuccyxDio ^.^
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa roba l'ho scritta sul treno nella tratta Pescara-Bologna.
E' una fict molto sbrigativa... poteva essere scritta meglio... ma non ho proprio tempo di dedicarmici quindi l'ho lasciata così com'è venuta in circa 4 ore di scrittura furiosa con il mio portatile (la fict doveva servire per ammazzare il tempo ma per poco non ha ammazzato me). Comunque anche una raffinazione successiva non sarebbe servita a niente perchè io sono una pessssssima scrittrice
La fict è umoristica con annesso un LucciolaxDio... e diciamo che ha un rating R




Un'altra allegra giornata stava per iniziare a bordo della Silvana(quella che uccide tutti, mica una qualsiasi...)(1): Lavie si dilettava a preparare i suoi sandwiches(notare il perfetto plurale!) per la colazione, Claus e Alvis mangiavano i sandwiches di Lavie... e tutti gli altri facevano qualcosa anche loro.
- Himmelman Himmelman!! - Dio fece irruzione nella mensa e prima che Claus potesse alzarsi e scappare lo atterrò saltandogli addosso - Himmelman!! Dai andiamo!! c'è una sorpresa! -
- Cosa è successo? - chiese Lavie al posto di Claus, visto che questi stava lottando per mandare giù il sandwich che gli era andato di traverso.
- Il capitano ha deciso che questa mattina io e te gli faremo da scorta su una vanship! >O< -
- coff coff... cos-sahhh..?? - farfugliò Claus, mentre il suo volto pian piano abbandonava il colore blu e tornava al rosa carne - io e... te? -
- Esatto!Ha detto che io avrei dovuto farti da navigatore! Vero Smithers... cioè, Lucciola? - chiese Dio mentre Lucciola faceva il suo ingresso nella mensa.
- Vero - confermò il biondino.
- Ma... - protestò Claus.
- Ma cosa? Non mi vuoi Himmelman? ;o; -
- Si! Cioè no... volevo dire... va bene - il ragazzo arrossì.
- Si si - sbuffò Lavie - intanto vedi di levarti di dosso al mio Claus! E tu - continuò rivolgendosi a Claus con lo stesso tono seccato - vedi di non comportarti come Shinji Ikari!
Non siamo su Evangelion qui! -
- Si si - Claus si alzò e Dio lo trascinò via - muoviamoci! Non vorremo far arrabbiare il capitano, vero? -




Il vice comandante Sophia si avvicinò al capitano Alex che stava osservando il cielo da un oblò.
- Vincent ha chiesto di vederti? - gli chiese.
Alex annuì con un cenno del capo e Sophia proseguì - cosa pensi che voglia? -
- Non lo sò - ammise il capitano mentre osservava L'Urbanus uscire dal nascondiglio delle nuvole e avvicinarsi alla Silvana(quella che uccide tutti) con l'enorme strisciole pubblicitario della Lavazza che sventolava a poppa - da quando sono passati alla Lavazza come sponsor, abbandonando la Nescafè - rifletté Alex - sono diventati più temerari -
- E' stato l'Imperatore a deciderlo - fece notare Sophia e furtivamente si avvicinò ancora di più ad Alex, in modo da strusciare la manica dell'uniforme con la sua.
Senza dire una parola Alex si allontanò e Sophia lo seguì.
Nell'hangar trovarono Claus e Dio già pronti sulla vanship numero 5.
- Che bello!! Faccio da scorta al capitano con Himmelman!! Wrrromm!! - esclamò Dio mimando un aereo allargando le braccia - non sei contento Himmelman?? -
- Eemmhh... si... - rispose il ragazzo, rendendosi comunque conto di comportarsi in modo patetico.
Scortato dalla vanship numero 5 Alex si recò all'incontro con il capitano dell'Urbanus. Quest' ultimo lo accolse con calore e subito aprì la valigetta e ne tirò fuori una moka, tazzine, cucchiaini e piattini, nonché una vasta scelta si qualità di caffè Lavazza. Bevvero insieme una crema e gusto che come tutti sanno è sempre adatta in ogni occasione - Zucchero o Dietor? - chiese il capitano della Urbanus.
- Dietor - rispose il capitano della Silvana(quella che uccide tutti).
- Alex - esordì il capitano Vincent dopo aver congedato con un gesto l'ufficiale che lo accompagnava che come tutti gli uomini dell'Urbanus aveva gli occhi arrossati e sbarrati e aveva sviluppato numerosi tic dovuti all'eccesso di caffeina. Per ovviare a questo problema il capitano aveva suggerito all'imperatore di passare ad Hag, ma egli aveva deciso diversamente - purtroppo ci sono brutte notizie. L'imperatore esige che ci consegnate Elvis -
- Eh?? Il re? Ma Elvis è morto! Che c'entriamo noi? -
Vincent rilesse il bigliettino che si era scritto come promemoria - Alvis.. Alvis Hamilton... -
- Ah... - Alex giocherellò con il cucchiaino del caffè - mi dispiace... credo che tu conosca già la mia risposta.
L'altro sorrise - bè, sì. Ma valeva la pena tentare. Comunque tu sai a cosa porterà il tuo rifiuto... -
- Se fosse per me la bimba te la darei subito... scassa le palle di continuo, non la smette di blaterare e se ne va in giro qua e la con la sua capretta(2). Ma vedi, ho bisogno di lei -
- Comprendo. Bene - Vincent si alzò - Allora ci rivedremo sul campo di battaglia. Comunque, ti do 5 giorni per ripensarci - diede le spalle all'altro e si avviò verso il suo veicolo - e salutami sua maestà la principessa Sophia! -




Sophia, la vice comandante della Silvana che uccide tutti attendeva Alex nella sua cabina.
Si era messa la sua uniforme + aderente e si era slacciata il colletto per mostrare un pò di se al comandante.
Alex entrò e si sedette sulla sedia davanti alla scrivania senza degnarla di un'occhiata.
- Alex - le sussurrò curvandosi verso di lui in modo che il suo seno gli sfiorasse la schiena
- allora com'è andata? -
Il comandante aprì il diario di bordo e iniziò a scriverci sopra - ha detto che vuole Alvis -
rispose freddamente.
- Davvero? E tu ovviamente avrai rifiutato... - Sophia si avvicinò di più tanto da sussurrargli
all'orecchio - l'Urbanus ci attaccherà? -
- Si, presto - Alex chiuse il libro, si alzò e si mise ad osservare il cielo fuori dall'oblò - ora laciami solo, devo pensare a come risolvere la faccenda -
Sophia obbedì, ma quanto fu fuori nel corridoio gridò inviperita - quel bastardo! Quel ghiacciolo senza cuore! Mi ha ignorato anche stavolta! Ma come osa?? -
- E' successo qualcosa vice comandante? -
Sophia si ricompose repentinamente e si voltò verso l'ufficiale che era appena arrivato - no, nulla... cose personali -
- Emmhh... vice comandante... - l'ufficiale indicò la scollatura - ha l'uniforme slacciata -
Sophia si sbrigò ad allacciarla di nuovo - gr-grazie! - rispose, sentendosi avvampare - ora devo andare - detto questo si dileguò senza dare all'ufficiale il tempo di dire nulla.




- Passami il giravite numero 2 - ordinò Dio, in piedi accanto ad una delle vanship.
Claus si affrettò ad obbedire.
Dio aveva insistito affinché gli permettesse di aiutarlo nella messa appunto della sua vanship e lui non aveva avuto il coraggio di dire di no.
Poco distante, Lavie, Al e Lucciola aiutavano gli altri meccanici e trasportare delle grosse casse di viveri nei magazzini.
- Secondo me tra poco scoppierà un bello scontro con l'Urbanus! - disse Dio mentre fissava un bullone.
Indossava solo la tuta aderente e il suo faccino delicato era sporco di grasso per motori.
- Tu dici? - Claus aggrottò la fronte - L'Urbanus ci attaccherà? -
- Secondo me si! Non hai visto l'espressione del volto del capitano? -
- Lui ha sempre la stessa espressione! - obbiettò Claus passando a Dio un'altro attrezzo e rimettendo a posto il giravite - come fai a capire quello che pensa?? -
- Himmelman Himmelman... - Dio scosse la testa - si tratta di esperienza! Vuoi che ti insegni? -
improvvisamente prese tra le mani il volto di Claus - fammi leggere il tuo viso... - sussurrò con voce seducente.
Claus trasalì - No no! Fermo! Che fai?? -
- Tranquillo Himmelman!! -
Lucciola si fermò a guardare Dio che tentava di tenere fermo Claus che non aveva nessuna intenzione di permettergli di avvicinarsi troppo.
Lucciola non capiva il motivo di tanta repulsione. Dio era sempre stato un tipo espansivo. Aveva perso il conto di tutte le volte che lo aveva abbracciato affettuosamente.
- Tutte le volte la stessa storia - sospirò Lavie avvicinandosi a Lucciola. Alvis era accanto a lei - senti un pò Lucciola... ma Dio... non sarà mica dell'altra sponda? -
- EEHH?? Cosa?? No!! Assolutamente! Sua eccellenza non potrebbe mai... - esclamò, ma si interruppe, zittito dallo sguardo scettico della ragazza - sua eccellenza fa amicizia facilmente - continuò poi con prudenza - e a volte non sa controllarsi - a dire il vero Dio era stato rimproverato molte volte da Delphine per il suo comportamento, definendolo eccessivamente "affettuoso"(3). Comunque a Lucciola non era mai dispiaciuto. Osservando Dio che aveva afferrato Claus per la vita e tentava di farlo voltare verso di lui gli venne in mente quella volta che avevano fatto il bagno insieme in un laghetto di montagna. Erano a zonzo con la vanship e Dio aveva insistito per scendere a terra per ammirare il paesaggio. Poi improvvisamente si era tolto i vestiti e si era tuffato nell'acqua gelida prima che lui facesse in tempo ad impedirglielo e gli aveva ordinato di seguirlo.
L'acqua gelida, le risate di Dio... Lucciola ricordava quel pomeriggio passato insieme in ogni dettaglio... e poi... Dio lo aveva abbracciato. Un abbraccio innocente e gaio... Lucciola ricordò la sensazione pelle di Dio contro la sua, dei loro corpi adolescenziali che si toccavano...
- Lu-Lucciola... - lo chiamò Lavie con urgenza, distogliendolo dai suoi pensieri. Lucciola si voltò verso di lei e vide che era arrossita vistosamente e che con una mano copriva gli occhi della piccola Al - hai indosso solo la tuta... -
All'inizio il ragazzo non capì, ma quando abbassò lo sguardo e vide l'inconfondibile rigonfiamento nel bassoventre si rese conto di essersi lasciato trasportare troppo dai ricordi. Rosso in viso si affrettò a correre via, coprendosi come meglio poteva la parte in questione. Quando raggiunse la sua cabina si chiuse dentro e si lasciò scivolare schiena contro la porta, ansimante.
Era successo di nuovo.
Si era eccitato pensando a Dio.
Ok, non era la prima volta che gli succedeva, ma non gli era capitato mai di venir “sgamato” in quel modo. Fino a quel momento era riuscito a mantenere il segreto, ma… Lavie l'avrebbe di sicuro raccontato in giro!! Come avrebbe reagito sua eccellenza venendolo a sapere? Di sicuro l'avrebbe considerato un pervertito e non si sarebbe più fidato di lui... e Lucciola sarebbe stato condannato a non stargli mai più vicino! Esisteva un castigo peggiore? Bè, di certo Maestro Delphine avrebbe saputo trovare di peggio. Rabbrividì. Se solo Delphine avesse sospettato che il servetto del suo fratellino si crogiolava in desideri poco puri di certo Lucciola si sarebbe trovato castrato in meno di un secondo.
Basta! Non era il momento di pensare a Maestro Delphine! La prima cosa da fare era impedire che Lavie spettegolasse su l'accaduto.
Si concesse qualche minuto per ritrovare il self control e sbollire il rossore che gli era salito sulle guance, infine uscì dalla cabina e si mise alla ricerca di Lavie.
La trovò nell'hangar, intenta a dialogare con un meccanico. Subito l'afferrò per un braccio e la condusse via, ignorando le proteste di lei.
- Ma che vuoi?! Lasciami! Cosa ti prende? - gli gridò quando la condusse dietro una delle vanship.
- Ti prego - iniziò Lucciola, mantenendo comunque un tono il più possibile dignitoso - non dire a nessuno quello che è successo prima! -
- Aaahhh... ma certo! - la ragazza sorrise maliziosamente - ovviamente non lo dirò a nessuno ma... prima devi rispondere ad una mia domanda! -
- Quale domanda? - chiese Lucciola un pò sospettoso.
- Stavi pensando a Dio vero? -
- Cos-a? - il volto del ragazzo abbandonò di nuovo il rosa carne per passare ad un rosso peperoncino - ma come ti salta in mente!!!???? -
- Allora è così! Pensavi a lui!! E scommetto che non è la prima volta che ti succede! -(4)
- che intendi dire?! -
- Su ammettilo - Lavie lo pungolò sul fianco - a te piace Dio, vero? Lo avete fatto qualche volta? -
Dal rosso peperoncino Lucciola passò al bordò - ma ma... come puoi pensare che io abbia mai osato toccare sua eccellenza??????!!!! -
- mmmhh... - mugolò Lavie incrociando le braccia e rivolgendo al suo interlocurote un'altra delle sue occhiate scettiche.
- E' la verità! Non l'ho mai toccato! Lui nemmeno sa che... - si interruppe di colpo, ma ormai era troppo tardi.
- Allora lo ammetti! Lui ti piace! - Esclamò la ragazza puntandogli contro un dito accusatore - e da quando ? da quando? -
- Ti prego - supplicò un Lucciola al limite della disperazione - non dirlo a nessuno! E' molto importante per me... sua eccellenza non deve sapere! -
- Ma, rifletti! Magari anche a lui tu piaci... -
- Ti prego! -
- E va bene... prometto che non dirò a nessuno che ti sei eccitato guardando il tuo adorato Dio -
- Eccitato perché guardava Dio? - intervenne la piccola Alvis.
Lavie e Lucciola emisero insieme un grido di sorpresa con sobbalzo incorporato e si voltarono verso la bimba che, con l'onnipresente capretta in mano, li fissava con sguardo innocente.
- Che significa eccitato? -
Lavie le poggiò le mani sulle spalle e le disse con un sorriso tirato - Emmhh.. Alvis... queste non sono cose da bambini! Torna a giocare di là! -
- Ma io voglio sapere! Lucciola e Dio sono fidanzati? -
Prima che al ragazzo venisse un attacco epilettico Lavie si affrettò ad allontanare la bimba - non ti preoccupare Lucciola! Ci penso io a lei! Nessuno saprà niente! -
- Meno male - sospirò Lucciola, appoggiandosi ad una vanship, esausto ma rincuorato - nessuno saprà nulla... -




- LUCCIOLA SI E' ECCITATO GUARDANDO DIO???????? (5)- esclamò Goldwin sbattendo la pinta di birra sul tavolo e facendone fuoriuscire alcune gocce - non è possibile! -
- Abbassa la voce! - lo rimproverò Gale guardandosi attorno - Lavie mi ha raccomandato di non dirlo a nessuno! -
- Eppure avrei giurato che fosse Dio quello deviato! Ma dimmi un po’ - Goldwin si avvicinò e Gale abbassò la voce - ma Dio ci sta? -
- Mmmhh... Lavie non lo ha detto, ma secondo me ci sta! Non mi sembra il tipo che si fa problemi! -
- Chissà, magari nella Gilda non è una cosa insolita! - osservò Goldwin, poi si voltò di scatto quando sentì la porta aprirsi dietro di loro, ma si rilassò vedendo che erano solo Itan e Nosferatu, gli altri duemeccanici.
- Ehi ragazzi! - lo chiamò Gale, agitando la pinta di birra - venite qui a sentire la novità! -





- COSA? LUCCIOLA E DIO STANNO INSIEME?? - esclamò Claus, scendendo dalla sua vanship e avvicinandosi a Itan
- ma ne sei sicuro?? -
- Sicurissimo! Pare che Lavie li abbia visti in atteggiamenti equivoci! - rispose Itan con tono sicuro che indicava quanto ritenesse improbabile un proprio errore.
- Quello lì è sempre in atteggiamenti equivoci con chiunque! - sbuffò Claus, togliendosi il casco.
- Ma questa volta è diverso! Lavie ha detto di averli visti toccarsi! -
Claus aggrottò la fronte - Toccarsi? -
- Si! Toccarsi proprio in quella parte! -
- Ah - mormorò il ragazzo arrossendo - Dio e Lucciola... -




- ... LAVIE LI HA VISTI FARLO?? - esclamò Wina, ufficiale addetta al sonar della Silvana.
- Non ho capito bene... ma pare di si - rispose Claus, grattandosi il capo - pare che li abbia sorpresi in atteggiamenti osceni. Poi ha parlato con Lucciola nell'hangar... oppure con entrambi nell'hangar... non ricordo... -




- DIO E LUCCIOLA HANNO FATTO SESSO DAVANTI A TUTTI NELL'HANGAR?????? - esclamò Sophia saltando in piedi.
- E' così! - confermò Wina - l'ho saputo da fonti sicure! - pare che Lavie li abbia sorpresi e che la volessero coinvolgere nei loro giochetti! -
Sophia rabbrividì - sulla Gilda saranno anche abituati alle ammucchiate, ma qui sulla Silvana è un'altra cosa! Come si permettono??????!!!!!!! Dovrò riferirlo al comandante!! -




- EEEHH?? C'E' STATA UN ORGIA NELL'HANGAR? - esclamò Alex stupefatto.
- Si! - rispose Sophia tremando di indignazione - iniziata da quei due della Gilda! Ti avevo detto di non lasciarli andare in giro! Guarda che hanno combinato! -
- Ma... non è possibile - obbiettò Alex, tornando a sfoggiare la sua calma imperturbabile(o quasi) - devi esserti sbagliata -
- Tutti sulla nave lo dicono! Quei due maniaci hanno cercato di mettere le mani anche su Alvis! -
Alex sospirò come se la sua vice stesse diventando noiosa - secondo me non è possibile. farai bene ad informati meglio -
- Lo farò! - Sophia raccolse la sfida - eccome se lo farò! -




La mattina dopo Dio e Lucciola uscirono dalle loro cabine per recarsi a far colazione insieme agli altri. Ma mentre attraversavano il corridoio che li avrebbe portati alla sala comune si accorsero di essere guardati in modo strano da chiunque incrociassero : un cuoco rivolse a loro un sorriso e una strizzata d'occhio, un meccanico fece loro gli auguri, un ufficiale li fissò con evidente disprezzo.
Dio si grattò il mento, perplesso - Lucciola... ho l'impressione che qualcosa non quadri questa mattina -
- In che senso eccellenza? -
- Voglio dire... che sia successo qualcosa che noi non sappiamo? Che IO non so? - Dio si fermò e si voltò verso l'altro ragazzo che abbassò lo sguardo - io ne so quanto voi eccellenza -
- Allora vediamo di saperne di più! - disse il ragazzo e a passo svelto di diresse verso la sala comune, affollatissima a quell'ora del mattino. Ma quando entrarono, il brusio di sottofondo prodotto dallo spettegolare della gente si interruppe di colpo e tutti, dai cuochi agli ufficiali, fecero del loro meglio per non guardarli.
- La mia impressione si sta trasformando in sospetto - disse Dio guardandosi attorno.
Lucciola rimase in silenzio. Anche lui stava cominciando ad avere dei sospetti, ma diversamente da Dio sapeva dove rivolgerli. E quando incrociò per un istante lo sguardo colpevole di Lavie, i suoi sospetti mutarono in certezza. Ma prima che potesse fare qualcosa, Dio si precipitò da Claus.
- Himmelman!! -
Di malavoglia Claus alzò gli occhi dalla sua colazione - s-si? -
Dio si mise le mani sui fianchi - Sai dirmi che sta succedendo qui? -
- Cosa? Ma non lo immagini? - rispose seccamente Claus - tu dovresti saperlo meglio di tutti! -
- Io dovrei saperlo...? - mormorò Dio, perplesso, ma quando vide che Lavie si alzava e correva via si precipitò a tagliarle le strada. Con un balzo superò il tavolo e la afferrò per un braccio - tu hai l'aria di saperne più degli altri - le disse in tono accusatorio -
- Non è stata colpa mia! - piagnucolò Lavie - Gale mi aveva assicurato che non lo avrebbe detto a nessuno!! -
Dio avvicinò il suo volto a quello della ragazza - Detto cosa? -
- Non è colpa mia se poi la gente ha frainteso! - (6)
- Frainteso?? Frainteso cosa?? -
- E' stato Lucciola! Lui si è eccitato pensando a te e non voleva che tu lo sapessi! - disse Lavie tutto d'un fiato e quando Dio la guardò come se non avesse capito ripeté - Lucciola non vuole che si sappia che ha un debole per te! -
- Un debole per me? – fece eco Dio, incredulo. Allentò la presa sull'uniforme di Lavie e questa ne approfittò per scappare via.
- Lucciola? - chiamò Dio, ma quando si voltò il suo amico era sparito.




- Lucciola! - Dio bussò sulla porta della cabina - aprimi! lo so che sei li dentro! -
- Vi prego eccellenza... mi sento poco bene - rispose Lucciola dall'interno, con voce un poco tremante.
- Aprimi! Dobbiamo parlare! -
- Vi dispiace se parliamo in un altro momento? -
- Ti ordino di aprirmi! - insistette Dio, ma come unica risposta ebbe il silenzio.
La quiete si protrasse per una manciata di minuti. Lucciola sapeva che quello non era il modo giusto di comportarsi, che sarebbe stato più giusto uscire e rivelare subito quello che provava, ma una parte di se rifiutava di farlo.
- Ascolta Lucciola - riprese Dio e Lucciola ebbe un colpo al cuore nel sentire la sua voce così piena di tristezza - non sono arrabbiato. Ti prego, fammi entrare, parliamone. Qualsiasi cosa mi dirai ti prometto che non smetterò di essere tuo amico -
Nemmeno questa volta ci fu risposta.
Lucciola sentì Dio allontanarsi lungo il corridoio e si rilassò, anche se sapeva benissimo che non avrebbe potuto evitarlo per sempre. Comunque non voleva affrontare una conversazione così impegnativa a sangue caldo.
- Ormai non posso più continuare a tacere - si disse - Dio ormai sa che c'è qualcosa - ma cosa poteva dirli? Che si era innamorato di lui? Dio si sarebbe sentito tradito e non l'avrebbe più voluto al suo fianco... ma avrebbe anche potuto confessare che anche lui provava lo stesso sentimento.
Pensandoci bene con suo spettegolare Lavie gli aveva fatto quasi un favore : almeno così avrebbe potuto mettere la parola fine a questa storia e smettere di fingere. E se Dio lo avesse rifiutato forse sarebbe stato meglio! Dio non meritava di finire con un pervertito come lui. Lucciola si sarebbe accontentato di guardarlo da lontano...
Basta!! Ormai aveva deciso. Uscì dalla sua cabina e si diresse a passo svelto verso quella di Dio. Forse sarebbe stato più saggio aspettare che l'atmosfera sbollisse, ma era certo che non avrebbe mai più trovato il coraggio per dire quello che doveva dire.
Alzò il pugno per bussare, ma si bloccò quando sentì il pianto sommesso di Dio provenire dall'interno.
Girò i tacchi e tornò indietro.
(Questa scena drammatica è stata inserita perché comico e drammatico stanno bene insieme ^.^)




Ormai erano passati 4 giorni e l'equivoco era stato chiarito. Era stata Sophia a far tacere le voci e a dire a tutti che si era trattato di un equivoco(ovviamente dopo aver fatto un discorsetto con Dio ^.^).
Comunque l'intera faccenda aveva messo Sophia di cattivo umore... almeno fin quando una vanship non le aveva consegnato il pacco che aspettava da giorni.
Era la prima volta che Sophia acquistava qualcosa per corrispondenza e non era sicura della qualità del prodotto... ma valeva la pena tentare.
Aveva organizzato tutto nei minimi dettagli : quella sera, la sera prima dello scontro con l'Urbanus, Alex sarebbe stato solo nella sua cabina e lei, da brava assistente, sarebbe andata da lui e gli avrebbe portato un dolcetto con cui spezzare il digiuno. Un dolcetto pieno dello zucchero afrodisiaco che aveva acquistato. Una volta assaggiato quel dolce Alex le sarebbe saltato addosso come un coniglio in calore.
Tirò fuori dall'involucro il sacchetto di zucchero afrodisiaco e lesse le istruzioni :"un punta di cucchiaio per pomiciare, un cucchiaino intero per coito completo. Si raccomanda di non superare le dosi" Sophia ci rifletté un pò su e poi decise per 5 cucchiai pieni pieni - crepi l'avarizia! Alex non è un uomo comune. Con lui ci vogliono misure drastiche! -
Sparse lo zucchero sopra il dolcetto alla crema che aveva preso dalla cucina e canticchiando andò a fare la doccia.
Ma appena si fu chiusa in bagno Dio entrò di soppiatto nella cabina di Sophia, rubò il dolce e se la svignò.
Lucciola lo evitava ormai da giorni e Dio per non pensare sempre a lui si era messo a spiare gli altri membri dell'equipaggio. Ma non era servito a molto : il pensiero di Lucciola non lo aveva abbandonato un istante; si sentiva furioso e allo stesso tempo triste. Lavie e Claus lo esortavano a confidarsi con loro, ma Dio non ne aveva la minima intenzione.
Poi però aveva visto Sophia ricevere quel pacco e aveva riconosciuto il marchio di un sexy shop dal quale si riforniva sua sorella. E quando aveva visto quello zucchero aveva capito tutto.
Dio si chiuse la sua cabina con il bottino.
Da anni ormai Dio aveva un piccolo problema : non riusciva a sfogare le sue frustrazioni sessuali.
Tutti i ragazzi della sua età non avevano problemi a chiudersi ogni tanto in bagno, magari con una rivista porno, e a darci dentro con il lavoro manuale. Ma Dio no. Non ci riusciva più da quando aveva tredici anni, cioè da quando era stato scoperto a masturbarsi da sua sorella.
Ricordava ancora con terrore quel momento : lo sguardo misto di divertimento e di rimprovero di Delphine e il suo scuotere la testa in segno di disapprovazione. Per lui era stato il trauma peggiore di tutti, addirittura peggiore di quella volta che Delphine lo aveva preso in giro per quella foto che gli era stata scattata dall'autovelox mentre faceva acrobazie con la sua vanship.
E ora ci si era messo anche Lucciola.
Accidenti a lui! Perché scappava in quel modo? Perché si vergognava di quello che era un sentimento naturale? Ogni tanto anche lui si era sorpreso a pensare a Lucciola a qualcosa di più di un amico e nonostante avesse provato un certo disagio non si era mai vergognato di se stesso.
"Io piaccio a Lucciola" questa frase continuava a ronzargli nella testa senza dargli tregua e Dio si era trovato in balia della sua fervida immaginazione che gli mostrava se stesso tra le braccia del compagno, intento a congiungersi sessualmente con lui senza inibizioni.
Una volta, quando Dio aveva 7 anni e Lucciola 8 avevano giocato a darsi dei bacini, nascosti sotto al un tavolo. Il solo pensiero delle piccole e umide labbra di Lucciola era sufficiente a fargli
formicolare di desiderio il bassoventre.
Comunque ora doveva affrontare Lucciola e non poteva farlo in quello condizioni, carico com'era e con gli ormoni in subbuglio. Doveva sfogarsi. Doveva tirare il grilletto e sparare.
Prese un profondo respiro e si sfilò parte dell'uniforme. La pistola era li tra le sue gambe, carica, tesa e pronta a sparare. Con una smorfia di concentrazione allungò la mano per afferrarla, ma subito gli riecheggiò nella mente in doubly surround la voce di sua sorella Delphine :"Così diventi cieco!!"
Dio gridò si coprì il volto con una mano e con l'altra si riallacciò la tuta per fino allo stomaco - No no!! Non lo faccio più!! Lo giuro!!!!!! - urlò scuotendo il capo e avvolgendosi le braccia intorno al corpo.
Quando finalmente trovò il coraggio di riaprire gli occhi si guardò attorno con circospezione, come per accertarsi che Delphine non fosse presente - accidenti - mormorò asciugandosi il sudore dalla fronte - non c'è niente da fare! Non posso farcela da solo - prese in mano il dolcetto del vice comandante Sophia - con l'aiuto di questa roba ce la farò, ne sono certo! -
Aprì la bocca e addentò il dolce.




- Non puoi evitarlo per sempre! -
Lucciola sostenne con fierezza lo sguardo furioso di Lavie - lo so che non posso, ma è ancora non me la sento di affrontare con lui un discorso così delicato. Non sono ancora pronto -
- Non si è mai veramente pronti! Ma non vedi come soffre? Come stai soffrendo tu? E' evidente che a Dio tu piaci! -
Lucciola abbassò lo sguardo - voi non sapete... -
- Può darsi che non sappiamo cosa c'è stato in passato tra di voi - intervenne Claus in tono grave, seduto davanti ad un tavolo della sala comune, accanto a Lavie e Lucciola - ma quel che è certo è che nessuno dei due è indifferente all'altro. Dunque perché continuare ad evitarvi? -
- Perché gli uomini sono tutti una massa di smidollati! - sbottò Lavie afferrando Lucciola per le braccia in modo da farlo voltare per potergli dare una spinta - corri da lui!! -
- Ma... - obbiettò Lucciola.
- ADESSO!! - ruggì Lavie e Lucciola si affrettò ad obbedire.
Si diresse verso gli alloggi dell'equipaggio fino alla cabina di Dio e rimase per un pò a fissare la porta senza fare niente.
Quella mattina si era svegliato con l'idea di parlare con Dio ed era andato a parlare con Lavie e Claus proprio per avere la spinta necessaria.
Ebbene, loro glie l'avevano data.
Chiuse gli occhi, inspirò profondamente e bussò.
Nessuno gli rispose.
Bussò di nuovo, ma poi si accorse che la porta era aperta - eccellenza? - chiamò infilando la testa all'interno.
La cabina era immersa nel buio - eccellenza, siete qui? - improvvisamente mise a fuoco la sagoma di Dio : era in piedi dinanzi al letto, l'uniforme slacciata e il petto nudo. Per terra dinanzi a lui c'erano i resti di quello che doveva essere stato un dolcetto.
- Eccellenza? - lo chiamò di nuovo, con apprensione. Dio si voltò verso di lui con occhi scintillanti come braci.
In seguito Lucciola si chiese cosa si fosse mosso dentro di lui per convincerlo a scappare. Probabilmente qualcosa di simile ad un istinto di sopravvivenza. E per fortuna lui aveva imparato a dar retta al suo istinto perciò corse via lungo il corridoio.
- LUCCIOLA!!!!!!!!! - rosso in viso, bava alla bocca e sguardo da assatanato Dio si gettò al suo inseguimento - VIENI QUI LUCCIOLA CHE CI DIVERTIAMO!!!!!!! -
- No eccellenza!! Vi prego!! Cosa vi prende????!!!! - gli gridò Lucciola continuando a correre alla massima velocità che le sue gambe gli consentivano.
- BUAH BUAH BUAh BUAH!!! LUCCIOLA!!!!!!!! TI FARO' GODERE FINO A FARTI SVENIRE!!!!! -
- Vi prego tornate in voi!!!! -
Lucciola scansò brutalmente due ufficiali ad una curva del corridoio, ma Dio li schivò correndo sulla parete - HIMMELMAN TUUUUURRRRN!!!!!!!!!!! -
- NO NO!! - Lucciola sbucò nell'hangar e si nascose dietro una vanship.
Dio arrivò subito dietro di lui. Come una belva assetata di sangue si guardò intorno alla ricerca della preda e vide Claus e Lavie intenti a riparare la loro vanship.
- HIMMELMAN!!!!!!! - gridò.
Claus si voltò, ma prima che potesse capire la situazione Dio fece per buttarsi su di lui.
Per fortuna fu salvato da Lavie che colpì Dio in testa con una chiave inglese.
Dio si accasciò sul pavimento, privo di sensi.
- Schifoso maniaco! Non osare toccare il mio Claus!!! - gli gridò Lavie, brandendo la chiave inglese come una spada nonostante Dio fosse già ko.
Claus non riusciva a muoversi, paralizzato dallo spavento.
Lucciola uscì dal suo nascondiglio - Eccellenza? - sussurrò in tono apprensivo, avvicinandosi a Dio che sfoggiava un vistoso bernoccolo dove Lavie lo aveva colpito - eccellenza svegliatevi! -
Ma Dio non pareva dare segni di ripresa.
Aiutato dai meccanici della Silvana(quella che uccide tutti) Lucciola trasportò Dio fino la sua cabina, lo mise a letto e rimase a vegliarlo.
Ma che gli era preso? Vabbè che Dio era sempre stato un tipo eccentrico, ma questo era troppo!
Una sola volta lo aveva visto perdere il controllo in quel modo : quando erano piccoli e lui aveva rubato una delle canne del maestro Delphine(7).
Lucciola prese una coperta e lo coprì in un gesto protettivo, poi si sedette su uno sgabello accanto a letto e attese che riprendesse i sensi.
Lucciola aprì gli occhi di scatto. Non si accorto di essersi addormentato, evidentemente era piuttosto stanco. A svegliarlo era stato il fruscio prodotto da Dio che si agitava sotto la coperta.
Lucciola si avvicinò al letto - eccellenza? -
La testa di Dio scomparve sotto la coperta - è tutto a posto Lucciola... sono solo i postumi di quella roba che ho preso -
- Ma... state bene? Se posso fare qualcosa...? -
- Ti ho detto di non preoccuparti - ripeté Dio, continuando ad agitarsi - non mi serve aiuto. E per
una volta non diventerò mica cieco! -
Finalmente Lucciola capì cosa stesse facendo Dio sotto la coperta. Arrossì - ah... ok -
Appena Dio finì il suo "lavoretto" la sua testa fece di nuovo capolino dalla coperta.
- Senti Lucciola - iniziò Dio, rosso in viso.
- Si eccellenza? -
- Ma io ti piaccio davvero? -
Lucciola inghiottì a vuoto ma annuì - si, da sempre. O almeno da quando ho capito cosa significasse amare -
- E perché non me lo hai mai detto? -
Lucciola aggirò la domanda - E io vi piaccio? -
Dopo qualche secondo di silenzio Dio rispose - Si... tanto -
- E allora perché non me lo avete mai detto? -
- Ho capito ho capito! - sbuffò irritato Dio, colto in fallo - comunque adesso ce lo siamo detti e... -
- E? - lo incitò Lucciola.
Dio infilò di nuovo il naso sotto le coperte - Forse dovremmo cominciare con il baciarci - sussurrò con voce talmente bassa da non poter essere udita a due passi. Lucciola non rispose, ma quando Dio tirò di nuovo fuori la testa vide che Lucciola si era chinato su di lui. Chiuse gli occhi e attese che le loro labbra si toccassero, ma un terremoto improvviso fece cadere lui dal letto e sbattè Lucciola contro la porta.
- Siamo stati attaccati dall' Urbanus - gridò l'altoparlante - tutto l'equipaggio si prepari al combattimento! -




Il vice comandante Sophia si staccò dal tubo per le comunicazioni e si rivolse ad un ufficiale - il comandante non è ancora arrivato? -
- No signora - rispose l'ufficiale - è ancora in bagno -
- Maledizione!! - imprecò Sophia.
La sua seratina romantica con il comandante non era andata come aveva previsto : aveva dovuto preparare un secondo dolcetto perché qualche cretino le aveva rubato il primo, ma appena Alex lo aveva morso invece di saltarle addosso e possederla sessualmente era corso a chiudersi in bagno - doveva saltarmi addosso quel cretino! - imprecò di nuovo a denti stretti - dovevamo trombare per almeno 5 ore! Invece si è chiuso a masturbarsi in bagno!! -
- Eccomi! -
Sophia si voltò e vide Alex arrivare di corsa. Aveva gli occhi gonfi e la faccia arrossata - com'è la situazione? - chiese sedendosi sullo scarno.
Sophia fece per rispondere, ma fu un ufficiale di vedetta a parlare per primo - l'Urbanus ci sta allungando un cavo per comunicare -
- Agganciate il cavo - ordinò Alex - vedremo cosa Vincent ha da dirci -
Sophia notò una leggera pellicola di sudore sul volto di Alex, ma non fece commenti.
Il cavo venne agganciato e Vincent parlò per primo - Alex! Questo è l'ultimo avvertimento! Consegnaci Elvis!! -
- Il re????? - esclamarono tutti gli ufficiali in coro.
- Alvis - si corresse Vincent - Alvis E. Hamilton! -
Alex fece un sorriso tirato - sai benissimo che non riuscirai a catturare la Silvana che uccide tutti senza affondarla. Fatti da parte e lasciaci in pace! -
- E' un ordine dell'imperatore Alex! Non sottovalutarlo! -
- Comandante - intervenne Sophia - forse sarebbe meglio ripensarci! -
Alex le scoccò un'occhiata rovente, ma non le rispose.
- La principessa è saggia Alex... arrenditi! -
Alex si concesse una risatina amara - non sei cambiato per niente Vincent... sei sempre il solito leccaculo! Tutti lo sanno che vuoi trombarti la principessa! -
Tutti gli ufficiali ammutolirono. Sophia cambiò colore.
- Alex... ma cosa?? -
- E non ti sei mai accorto che io... TI AMO!!!!!!!! -
Sophia ebbe un arresto cardiaco di 5 secondi. Gli ufficiali rimasero paralizzati dallo stupore.
Dalla Urbanus si udì solo il silenzio.
Alex si alzò in piedi e gridò di nuovo : - IO AMO VINCENT!! - si avvicinò ad un tubo per le comunicazioni e vi gridò dentro - CHE TUTTI LO SAPPIANO!! IO AMO VINCENT!! -
La voce di Alex riecheggiò in tutti i corridoi, nell'hangar, nelle cucine e in ogni cabina della nave.
- Ma che cosa succede? - chiese Dio alzandosi in piedi e massaggiandosi la testa.
- Non ne sono sicuro... ma ho l'impressione che sia un'altra dichiarazione d'amore - rispose Lucciola e prese Dio fra le braccia - comunque non riguarda noi due.
Dio annuì e accolse il bacio di Lucciola (ERA ORA!!!!!!) ed entrambi iniziarono ad armeggiare per liberarsi
a vicenda dei vestiti, all'inizio lentamente, poi con maggior foga.
- Ma dove cxxxo sono le cerniere qui??????? - gridò Dio.
- Aspettate eccellenza!! Ci penso io!! - nella foga Lucciola quasi lacerò l'uniforme, ma a Dio non parve importare e lo trascinò con se nel letto, facendolo sistemare sopra di lui.
- Le mutande Lucciola!! TOGLIMELE!!!! -
Qualcuno busso alla porta - Tutto bene li dentro? Dio? Lucciola? - domandò Claus, preoccupato.
- NON ROMPERE I COGLIONI!!!!!! - esclamarono all'unisono Dio e Lucciola.
Claus fece un passo indietro, stupito.
- Allora? Cosa succede? - chiese Lavie che era accanto a Claus.
- Non lo so - rispose il ragazzo alzando le spalle - ma niente di grave credo. Di sicuro stanno meglio di Alex! -
- Eh eh ^o^ - rise Lavie - quando c'è l'amore c'è tutto!! -




E così un'altro giorno volgeva al termine nel cielo, mentre due innamorati si consumavano nella loro passione, un capitano gridava il suo amore ad un altro e la Silvana(quella che uccide tutti) partiva all'inseguimento dell'Urbanus e del suo comandante che gridava a squarciagola di allontanarsi il più possibile e alla massima velocità.
E mentre la notte scendeva, grida disperate si udirono nell'aria : - E' GAYYYY!! E' GAY!!!!! ALEX E' GAYYYY!!!!!!!! -
- No vice comandante!!!-
- Non si butti nel vuoto!! Aspetti!!! -
- NOOOO!! LASCIATEMI ANDARE!!!!!! VOGLIO UCCIDERMIIIIII!!!!!! -
- La prego vice comandate Sophia!! -
Così ha fine questa storia, ma di certo l'amore andrà avanti con un'altra fict, dove il sesso senza trama regnerà sovrano e l'amore giungerà al suo trionfo.




(1) Ho supposto che visto che la Silvana è l'unica ad avere un "soprannome" questo dovesse servire per distinguerla da un'altra Silvana che aveva probabilmente una percentuale di accoppamenti inferiore.
(2) Ma non è vero!! ;o; è puccissima!!
(3) Struscia struscia ^o^
(4) Benedetto sia il poncho!
(5) Ve lo aspettavate, eh??
(6) Vabbè fraintendere... ma quello ingrossa le notizie peggio di Emilio Fido!
(7) Dietro al giardino di rose Delphine ha un'altro giardino...
  
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