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Autore: feffe_1d    31/08/2014    0 recensioni
Lui il male,
Lei il bene.
La lotta tra gli opposti.
La trasformazione del male nel bene,
una storia senza tempo, nella misticità dell'immaginazione.
La dimostrazione che l'amore è arte e magia.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con
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Prologo:

"Immaginate un epoca mai esistita, immaginate il buio che tormenta i vostri sogni, immaginatelo! Immaginate la morte con il suo odore maligno e i morti accatastati uno sopra l’altro. Facce deformate dalla paura con bocche spalancate che cercano di cacciare un urlo, un urlo che non uscirà mai.

Immaginate il male in persona che gode vedendo tante persone morire e che risucchia la loro forza vitale con un semplice bacio. Una persona attraente si ma anche meschino capace di distruggere tutto quello che ha davanti. 

Non si fermerebbe davanti a nulla pur di avere quello che vuole.

Immagina i suoi scagnozzi fatti di ombra, fatti di pietra, immagina la morte nei loro occhi spenti."

 

 

Capitolo 1 

 Il vento ululava quella notte. Era la notte del 23 marzo, e quel giorno avrebbe cambiato la vita di otto ragazzi. Erano solo le 10 di sera e avevo appena finito di leggere un romanzo avvincente. 

Mi tirai le coperte fin sotto il naso e con piacere mi sentii avvolgere nel dolce tepore della trapunta, quando mi accorsi di aver lasciato la luce accesa nel salotto.

"strano -pensai- ero sicura di averla spenta"

Era sola, i miei genitori erano usciti per una festa.

Mio padre era un uomo alto e magro dai simpatici baffetti, un aria distinta, un sorriso smagliante e dei capelli lisci e corti.

Mia mamma invece era una donna gracile dal bell’ aspetto, sempre felice con i suoi riccioli biondi fino alle spalle e una passione per il color viola e i fiori.

Di malavoglia mi alzai nel freddo, rabbrividii, la temperatura era calata drasticamente. Scesi le scale a chiocciola, arrivai al pian’ terreno, fiancheggiai la piccola libreria, continuai per il corridoio e entrai in sala.

MI diressi velocemente verso l'interruttore, ma prima di schiacciarlo decisi di fermarmi a osservare il cielo, era una cosa che mi era sempre piaciuta, guardare le stelle e immaginarmi un mondo diverso, c’era il plenilunio.

Decisi di uscire un po, aprii la grande porta-finestra che dava sul bosco davanti a casa e mi infilai tra gli alberi, sembrava quasi come se loro mi respingessero, le foglie secche scricchiolavano sotto i miei piedi, di colpo sentii una voce, calda e amorevole ma fredda e ingannevole allo stesso tempo.

"Ciao Elisa"

Mi voltai di colpo, c'era qualcuno nel bosco, assieme a me. 

"c-chi sei?"

Avevo paura, molta paura. Quella voce mi ricordava qualcosa, o meglio, qualcuno.

"Non ti ricordi di me Eli?"

La voce soave e meschina, nascondeva una traccia di dolore, qualcosa di remoto che voleva farsi ricordare.

Non risposi, mi tremavano le ginocchia.

Sembrava uno di quegl'incubi da cui non ti svegli mai.

La figura si fece avanti, alla luce della luna, era incappucciato, alto più di me. Lentamente si tolse il cappuccio, riconobbi quei lineamenti, gli occhi verdi sembravano oscurati da qualcosa di maligno, i riccioli gli ricadevano come sempre sul suo viso.

Harry.

 

"Harry?!"

Non ci potevo credere! Tanti anni fa lui era sparito e i miei genitori mi avevano raccontato che da molto tempo c'era una lotta, tra bene e male e che lui aveva scelto il male. Quel giorno piansi tanto, gli occhi mi bruciavano, le guancie rosse, le occhiaie, la voce debole e un mal di testa che mi avrebbe uccisa.

Si avvicinò pericolosamente a me, fino a quando non ebbi il suo fiato sul collo.

"ora sono Harold, dimenticati di Harry, lui è morto. Ti avviso piccola Elly - rabbrividii sentendo il mio vecchio soprannome- tu sarai mia"

Non riuscii a rispondere, era scomparso, nel nulla.  Riuscivo ancora a precepire il suo respiro sulla mia pelle.

Corsi veloce in camera mia, e mi reinfilai sotto le coperte. Non mi addormentai subito, riflettei a lungo su quello che era successo, e quando il gufo cantò la undicesima volta caddi in un sonno profondo.

 

Feci un sogno strano, mi trovavo in una foresta , come quella accanto a casa mia, e vagavo senza meta, ogni passo che facevo mi sembrava di essere già passata da lì, quando finalmente giunsi ad una cascata, l’acqua era limpida, un tesoro della natura. Non sapevo più dove andare, ma, ad un certo punto un leggero soffio di vento mi portò alle orecchie un sussurro che mi disse di attraversare la cascata, come incantata seguii il suono di quella voce attraverso la rapida e mi trova in un immensa radura. Su di essa era situata una piccola casetta fatta di sassi, un balconcino fatto con il legno di un castagno, era ricoperta di edera.

La porta era piccola ma invitante, deliziata mi avvicinai per scoprire chi poteva abitare in una simile bellezza.

Appena entrata ma guardai intorno, c’era un camino con poca legna, infatti faceva freddo, la tavola era apparecchiata con un piatto, dentro c’era del formaggio del pane e un bicchiere di acqua.

In fondo alla stanza c’era una scala fatta di legno nascosta nella penombra. Andai verso la poltrona rossa tutta rotta davanti al camino.

Chi mai poteva vivere in una dimora come quella e la risposta l’avrei avuta presto. Aggirata la sedia mi sporsi appena ma mi ritrassi immediatamente spaventata dalla vista, seduta sulla poltrona c’era Harry, che mi guarda con sguardo famelico.

Gli occhi da verdi cambiarono di colpo da verdi a rosso intenso, iniettati di sangue, le unghie erano piene di terra come se avesse scavato a lungo.

Spaventata iniziai a correre via da quella casa infestata da demoni.

Ma appena fuori ebbi una spiacevole sorpresa: la radura e tutto il resto si tramutò in un’ un orribile palude e il sole che prima brillava ora era stato rimpiazzato da una luna gigante ma soprattutto piena e color rosso sangue. li vidi il suo più bel sogno che si tramutava nel peggiore degli incubi

Iniziai a correre senza sapere la direzione giusta fin che non giunse alle mie orecchie un ruggito.

In preda al panico iniziai a correre nella direzione opposta ma aveva comunque l’impressione di essere seguita. Tutto d’un tratto sentii quattro zampe che correvano sul bagnato a una velocità sorprendente e mi ritrovai a correre di fianco a una creatura pelosa possente ma soprattutto enorme grande come un cammello ma senza gobbe. D’un tratto mi saltò addosso e li finì tutto.

 

#N/A

Salve a tutti eccomi qui con una nuova ff, la avevo scritta molti anni fa ma non mi era ancora venuta l'idea di trasformarla in una storia sui 1D.

Non preoccupatevi, perché i ragazzi aiirveranno nei prossimi capitoli!

 

Kiss Kiss Fede

 
  
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