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Autore: SaraRocker    31/08/2014    3 recensioni
Una breve missing moment ambientata pochi istanti dopo la fine dell'episodio "Pazzi d'Amore".
Spike giunge a casa Summers con l'intento di uccidere la cacciatrice, ma trova Buffy in lacrime -stremata dall'idea che sua madre possa davvero essere malata- e, deciso a farla sfogare, le resta vicino.
Cosa è accaduto dopo?
Estratto.
"La sentì singhiozzare un'ennesima volta, completamente in balia del proprio dolore. E, nello stesso istante in cui lei venne scossa da quel singhiozzo, lui avvertì una fitta insopportabile divorarlo. Spike si rese improvvisamente conto di detestare l'idea di vedere Buffy stare male. E quella realizzazione lo scosse così nel profondo da farlo quasi tremare."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Buffy Anne Summers, William Spike
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Stavo guardando l'episodio 'Pazzi d'Amore' con mia madre, e boh... Mi è venuta in mente un'idea per una missing moment -in questo periodo sono fissata con le missing moment su Buffy ahah-.

Spero ovviamente che vi piaccia!
Penso che il momento finale dell'episodio sia risultato emozionante più o meno per tutti quelli che hanno un briciolo di cuore -anche per coloro che non shippano la Spuffy-, perciò pensavo di dargli un proseguimento. Infondo, secondo ciò che vediamo nell'episodio successivo a 'Pazzi d'Amore', sappiamo che Spike e Buffy hanno parlato, e che lei ha deciso di sfogarsi con il biondo e... Boh, mi sono immaginata la scena.

[non lanciate pomodori e recensite, please. Ahah]

Stato Storia: Completa, One Shot.
Coppia: Spuffy.
Genere: introspettivo, malinconico.
Avvertimenti: Missing moment.


-SaraRocker.











|Pazzo d'amore.










Non ne voleva parlare.


Spike osservò dall'alto della propria statura la piccola e raggomitolata figura della cacciatrice.  Stava piangendo; le lacrime le rigavano il volto imperterrite e lo sguardo era abbassato. Poteva vedere sin da lì il suo piccolo labbro inferiore tremare per i singhiozzi repressi, e la fronte corrugarsi affollata da chissà-quali pensieri. Cose che, comunque, lei non gli avrebbe mai detto.

Serrò maggiormente la presa attorno al fucile.
Perchè lo aveva abbassato? Perchè diavolo non le stava sparando? Perchè non godeva nel vederla così incredibilmente vulnerabile?

Perchè la ami.

Un pensiero veloce che gli attraversò di fretta la mente, ma che si posizionò con forza non indifferente sul proprio cuore stantio e morto. Dio, sarebbe impazzito  continuando a negare una così lampante evidenza. Ormai vedeva la cacciatrice ovunque: nei sogni, nella realtà... Si era ritrovato ad immaginarla persino mentre faceva sesso con Harmony. Ormai, si disse con le labbra tese in una linea dritta, era completamente perso per la biondina.

E non poteva permettersi di lasciarla lì da sola a piangere, il tutto nonostante gli avesse, con evidente astio, fatto capire di andarsene.

Non ne voleva parlare, eh? Tutte balle!

Maledicendosi un centinaio di volte, si arrese infine al proprio cuore decisamente troppo umano per appartenere da un vampiro. Abbassando definitivamente la canna dell'arma che reggeva saldamente, andò ad accomodarsi al fianco della ragazza, sopra quelle scale in legno che segnavano in modo ben chiaro il suo territorio. Lei non lo cacciò.

La sentì singhiozzare un'ennesima volta, completamente in balia del proprio dolore. E, nello stesso istante in cui lei venne scossa da quel singhiozzo, lui avvertì una fitta insopportabile divorarlo. Spike si rese improvvisamente conto di detestare l'idea di vedere Buffy stare male. E quella realizzazione lo scosse così nel profondo da farlo quasi tremare.

Solo pochi mesi prima avrebbe riso nel vederla in quello stato, completamente schiava di sentimenti umani, totalmente vulnerabile. In quel momento, però, voleva solamente che gli desse un cazzotto. Sì, un pugno bello forte, qualcosa che la facesse sentire orgogliosa di essere la cacciatrice.
Come si stava riducendo?

Istintivamente, non sapendo esattamente cosa sarebbe accaduto, Spike portò una mano sulla schiena di Buffy. L'avrebbe confortata, si disse, se lei avesse accettato di farsi aiutare. 
La ragazza non fece nulla per scansarlo, ma corrugò invece la fronte, come improvvisamente conscia di ciò che stava accadendo, come se non avesse ancora a pieno realizzato -prima di quel momento- la ragione per cui stava piangendo.

Infine Spike sospirò, lasciando cadere sul proprio grembo quella mano che aveva lasciato qualche secondo contro il piccolo corpo della bionda.

Poi, per lungo tempo -minuti interminabili-, il silenzio aleggiò sui due in modo opprimente. Lui non sapeva che dire, mai trovatosi in una sistuazione del genere, e lei non era neppure certa di volersi fare consolare. Infondo, ormai non le importava neppure più che al suo fianco ci fosse Spike. Non ci pensava. La sola cosa su cui era in grado di riflettere era sua madre, l'ospedale  e la tac che l'attendeva. 
Oltretutto, la notizia non sarebbe potuta arrivare in un momento peggiore: una ragazza-demone dalla straordinaria potenza voleva uccidere lei e catturare Dawn. Sua sorella Dawn. la sorella che non era davvero sua sorella. La ragazzina che era in realtà una bizzarra chiave mistica.
No, si disse Buffy deglutendo a vuoto, Dawn era parte di lei, della sua famiglia. Doveva smettere di pensare a quel maledettissimo monaco che le aveva detto quelle cose, o sarebbe impazzita definitivamente.

Lanciò uno sguardo al cielo sopra di lei, per poi incontrare di sottecchi la figura di Spike. Si sentiva sollevata all'idea di non essere sola. Le lacrime continuavano a correrle sul viso, ma il vampiro non sembrava farvi caso, anzi! Spike continuava a scrutare un punto imprecisato di fronte a lui, l'espressione grave e le labbra leggermente schiuse, come sul punto di proferire qualche parola.

Voleva che il silenzio attorno a loro svanisse. Desiderava che il suono di una cicala lo spezzasse bruscamente, e che Buffy accettasse la sua indesiderata presenza.
Un sorriso mesto adornò il viso del vampiro; la cacciatrice non avrebbe mai accettato la sua presenza, si disse il ragazzo, ricordando come lei lo aveva trattato solo poco prima, dandogli dell'essere inferiore e lanciandogli contro un paio di banconote. Si era sentito così umiliato... Così dannatamente infimo come solo William poteva esserlo stato. Ed aveva desiderato ucciderla. Eppure...

Eppure, ora voleva solamente che smettesse di piangere. Voleva che la smettesse perchè detestava non vederla solare e combattiva, pronta a pestare i cattivi e a divertirsi con un po' di violenza prima della nanna -come avrebbe detto lui-.
Ma forse, non era lui a doversi trovare lì in quel momento, realizzò d'improvviso Spike, immaginando la ragazza sfogarsi tra le braccia di Captain America, quel pompato da quattro soldi soprannominato Riley. Sì, forse era il caso che il vampiro togliesse il disturbo.

"Mia madre non sta bene."

La voce di Buffy, ridotta ad un mormorio appena udibile, ruppe bruscamente il silenzio che si era posato attorno a loro, facendo desistere il vampiro dall'idea di andarsene. Quest'ultimo lanciò invece una veloce occhiata alla ragazza, incontrandola con le labbra tremanti e lo sguardo puntato contro la luna.

"Cosa...?" tentò di domandare Spike, facendo però sparire in brevi istanti la propria voce. Essa si ridusse lentamente ad un sussurro inudibile, e Buffy proseguì da sola.

"Qualche giorno fa ha avuto un crollo." raccontò la ragazza, continuando ad avvertire le lacrime impregnarle il volto giovane e bello. Il vampiro la ascoltava attento. 
"Dicevano 'non è niente! Sta benissimo, signorina Summers, non si preoccupi'. Non stava bene."

Lo sguardo del biondo si sgranò d'improvviso. Spike provava un certo, bizzarro affetto nei confronti della signora Summers. Ad essere sinceri, gli era sempre sembrata molto simile ad Anne, sua madre. Joyce era una donna di classe, sempre composta ed incredibilmente cordiale. Non poteva credere che potesse davvero accaderle qualcosa di brutto, qualcosa di umano.

"Domani andrà a fare delle analisi... Una tac." Buffy scosse il capo, sorridendo sconvolta "Io non so neppure cosa sia una tac, Spike."

"Sono certo che andrà tutto ben-" "E se non sarà così?" lo interruppe d'improvviso la cacciatrice, voltandosi per la prima volta verso di lui. Il vampiro deglutì a vuoto.

"Mi sono sempre dovuta scontrare con la morte, è vero. Eppure... Questa volta non si tratta di un demone che posso uccidere, o di una maledizione che posso spezzare." disse la bionda, analizzando il problema con una maturità nuova e più controllata "Questa volta è tutto troppo normale. Io non posso farci niente."

Una pausa. Nessuno dei due disse nulla. Spike era certo che vi fosse dell'altro a tormentare la giovane e, quando infine lo disse, la vide raddrizzare le spalle come toltasi un peso.

"Ho salvato centinaia di persone, migliaia. Anzi, ho salvato il mondo. Eppure, non posso salvare mia madre." la ragazza si prese una breve pausa, mentre osservava ora la punta delle proprie scarpe con morboso interesse "Non è giusto."

Il vampiro annuì concorde, capendo a pieno i sentimenti della cacciatrice, ed infine, dopo alcuni minuti, parlò.
"La vita non è mai giusta."


Buffy sgranò improvvisamente gli occhi. Si stava lentamente rendendo conto di essere con Spike, di essersi apertamente confidata con lui, di avergli pianto di fronte e di farlo tutt'ora.
Corrugò la fronte e schiuse le labbra. Eppure, non disse nulla. Non dovette farlo.
Fu lui ad alzarsi pochi istanti dopo, sistemarsi la giacca, e salutarla con un piccolo cenno della mano. Si allontanò, infine,  a passo svelto, reggendo in una mano quel fucile di cui lei non aveva a pieno compreso il motivo, e non voltandosi mai indietro.



Non avrebbero mai più parlato di quel giorno.

Mai.





















 
  
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