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Autore: SisterofNicoDiAngelo    31/08/2014    3 recensioni
"Tu non sai niente di me."
"Allora svelami di cosa hai paura!"
"Non sono un ragazzino, Jackson!"
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"Mi stai per caso corteggiando?"
"Io?"
"Sì, tu Perseus."
"Non ti sto corteggiando!"
"Allora perché mi hai regalato questa rosa?"
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"Eddai Leo non andartene!"
"Non posso lasciarla andare via! So che non tornerà mai, e capirò quanto sono stato talmente stronzo per..."
"Non sei uno stronzo, Leo ragiona!"
"Mi dispiace Percy ma non posso continuare più così."
{PERCICO}
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bianca di Angelo, I sette della Profezia, Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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L'inizio di tutto.


E quando balli, senti che i tuoi piedi volano, la musica ti riempie le orecchie e tu..non pensi a nulla. Il ritmo, il tutto ti trascina in pista e lascia che tu ti muova come meglio vuoi, era tutto così bello quando ballavo. Quando mi muovevo su quella pista lucida e grigia capivo che quello era il mondo in cui volevo vivere, il lavoro che volevo acquistare con i miei passi frettolosi. Speravo che il modo in cui “sopravvivevo” alla vita di Los Angeles cambiasse, così, ad un tratto con quei tre ‘sì’ che tanto speravo di ricevere in vita mia. Con tutto il cuore, pensavo che ciò che stavamo facendo fosse tutto reale, e non un sogno qualsiasi che fantasticavo di notte dando calci a chiunque mi stesse intorno (scusami Ethan). Avevamo dato tutto, addirittura noi stessi per quel provino che ci indirizzava verso una nuova vita, quella dei ballerini, quella vita magnifica e stupenda che tanto volevamo che arrivasse. Accade qualcosa di magico quando balli, tutto si allinea. Il mondo è in perfetta sincronia con il corpo che si muove, come tu ti muovi. E in quel momento.. dico che mi sento pienamente vivo (NdA:dichiaro ufficialmente che questa frase l’ho presa in prestito dal film). Era tutto così perfetto, ma la vita dei ballerini non è mica così tanto facile! Infatti la mia storia inizia con una vera delusione...
 
« No, il prossimo. » Sbadigliò la seconda giudice al tavolo, eravamo tutti in un piccolo stanzino, e vari gruppi si esibivano con passi veramente eccezionali! Davvero non capivano nulla della danza quei tre ve..
« Percy.. » Sibilò Michael, sbadigliando. « Arrenditi, ormai non ci sono più chance. »
« Ma è il nostro sogno, Mike! Tu abbandoneresti tutto per un semplice e ignorante “no”?! » Ribattei furioso. Lasciai che le mie maracas cadessero ai miei piedi con un tonfo, e incrociai le braccia al petto continuando a rialzarmi quel capello da cretino. Non so Lia dove abbia trovato tutto questo, sembravo un’idiota vestito da messicano. Ma scherziamo?!
« Percy.. » Sussurrò Jamie. « Noi non possiamo continuare così.. »
« Noi chi? » Domandai serrando gli occhi, stavo per perdere la pazienza, ma se avrei visto dodici mani alzate contemporaneamente, avrei fatto volare ogni sgabello in quella piccola camera dove alcuni ballerini ci fissavano straniti e divertiti. Li riaprii, e..come non detto: ben dodici mani ovvero cinquantacinque dita alzate verso il cielo. Potevo aspettarmi di meglio? No signore! « Davvero lasciate il vostro sogno, per quei tre figli di putta- »
« Cosa stava blaterando, Jackson?  » Mi chiese con arroganza la giudice uno, mentre con disgusto ci fissava uno ad uno. « Comunque, ci dispiace, ma abbiamo già trovato la crew che stavamo cercando. Prendete la vostra robaccia e smammate. »
Appena uscì dalla porta sprizzando gioia da tutti i pori che chissà chi di così tanto speciale, in quella stanza si udirono insulti non del mio genere. Almeno alcuni, per essere sinceri. Kelsey sospirò frustata, e raccolse l’Mp3 seguita da tutta la crew, senza me che ero rimasto impassibile: con le braccia al petto, il broncio e gli occhi velati dalla rabbia aspettavo che la giudice uno ritornasse così da prenderla a schiaffi dappertutto, finché non mi avrebbe pregato di smetterla. Con disprezzo calpestai il cappello da messicano con il piede più volte, poi presi la mia tracolla e a passo lento e pesante uscii da quel che sembrava essere fino a 10 minuti fa il posto in cui avrei voluto vivere per sempre. Rinchiuso in quelle mura, con la musica a palla, e i piedi che fremevano. I MOB (ovvero il nome del nostro gruppo) camminavano dispiaciuti con il capo verso il basso, come se fosse una vergogna fissarli negli occhi. Corsi verso Ethan, il mio migliore amico finché con disprezzo non mi spinse verso terra.
« Basta Percy, è tutto perso! Sono stanco di continuare a ballare, a sudare, a perdere tempo solo per ricevere tre “no” all’unisono. Sono stanco, e non solo io. » Sussurrò muovendosi i capelli con una mano, quasi scocciato.
« Io avevo il pre...presentimento che oggi sarebbe cambia- » Balbettai confuso, e frustato.
« Certo. » Rise isterico, abbassò di nuovo il capo e poi fissò i miei occhi truce. « Lo avevi detto ieri, e anche il giorno prima, e anche mercoledì, e martedì... »
« Percy, è il momento di lasciare tutto. » Olive si presentò davanti a me, porse la mano così che io la afferrassi per alzarmi. « Lo so, era il nostro sogno ma... forse è meglio dire “basta” alla danza se non vogliamo ballare per le strade per un soldo insignificante. » Fece cenno ai ragazzi e ragazze dietro di lei, e la seguirono. I loro sguardi erano vuoti, spenti, tristi.
« Pensavo che Los Angeles fosse il posto in cui i sogni diventano realtà.. » Bisbigliò Mike affranto. I miei occhi fissavano con rabbia le mie vans, avrei voluto distruggere tutto in quel momento. Ma il tutto io non ce l’avevo, se non una stupida giacca e un portafoglio pieni di documenti e vuoto di sogni e speranze.
 
Tornai a casa, o meglio al piano in cui vivevo con la crew. In tutto eravamo sette ragazzi e sei ragazze: Mike (Michael), Ethan, John, William, Lewis e Matthew. Poi c’erano Jamie, Lia, Olive, Kelsey, Bailey e infine Marie la mia ragazza. Quest’ultima mi venne incontro in lacrime, affondò il capo nel mio cappotto e una volta finito alzò il volto singhiozzando a malapena.
« Devo tornare a casa.. » Sibilò singhiozzando. Le afferrai le spalle e mi chinai fino alla sua altezza (ero un gigante,capitemi).
« Cosa? Perché? »
« Mio padre.. » Sussurrò. Si avvicinò al mio orecchio e mi baciò sotto al lobo dell’orecchio, segno che voleva farsi perdonare ma ormai mi ci ero abituato ai suoi baci sotto all’orecchio. « Ha avuto un incidente grave, è in coma e io devo ritornare immediatamente a Miami. » Disse con disprezzo.
I suoi splendidi occhi azzurri incrociarono i miei, verde smeraldo, e mi baciò dolcemente lasciandomi perplesso con un “non riesco a tenere una relazione a distanza, scusami Perse”. Mi aveva dato una coltellata al cuore, con 16 sillabe mi aveva lasciato inginocchiato sul pavimento con la bocca spalancata per... il tempo sprecato insieme a lei. Sorrideva, ma falsamente. Sapevo che mi voleva lasciare da un bel po’ ma in quel modo mi sembrava tutto un pochino esagerato. Capii che era veramente troppo, che parta pure! E la crew? Addio! Io restavo lì, a Los Angeles, a ricominciare di vivere il mio sogno al meglio. A cercare di prenderlo tra le mie mani. Avrei trovato una nuova crew, e io già sapevo a chi rivolgermi. Presi il cellulare, e sospirai cliccando il suo nome che tenevo da ben tre anni in quella rubrica di 231 numeri (conoscenze di tutta Miami, mi ritengo vagamente uno che fa amicizia in fretta e senza aspettare).
« Ehi! Amico mio come sta Tess? Ah, bene, salutamela! Senti, domani hai tempo o lavori? No, alla grande allora.. incontriamoci all’incrocio..tra il bar e il negozio di musica. Domani alla stessa ora, ti ricordi quattro anni fa?Eh sì, come dimenticarlo. Ciao frà! » Staccai la chiamata divertito, in fondo mi rallegrava quel vecchio pazzo che continuava a sporcarmi la faccia con la sua fetta di torta (storia lunga, magari ve la racconterò più tardi..). Lia mi guardava quasi offesa, e si avviò nella sua stanza che era alle mie spalle ignorandomi.
« Ignorarmi non serve affatto. » Commentai rigirando tra le mani il mio cellulare, con sfondo me e Marie mentre ci baciavamo, in sella ad un cavallo nero che io avevo chiamato BlackJack.
« Non ti stavo ignorando, Jackson. Il mio mondo è la recitazione e non il ballo. » Disse con riluttanza, sbattendo la porta alle mie spalle più forte che mai.
 
Io e la crew entrammo nella discoteca, quella più vicina al nostro palazzo. Con fermezza e forza spostammo coloro che occupavano la nostra via, quella che ci permetteva di arrivare al bancone dove poter ordinare un drink o qualche alcolico per dimenticare la giornata alle spalle e all’ennesima delusione. Ethan fu il primo a ordinare, sibilando un “vodka” come se fosse la cosa più ovvia del mondo, si sedette e diede le spalle alla signorina che lo serviva con tanto di ghiaccio e bottiglia mezza piena. E fissava un punto della stanza torvo. Luke Castellan, Chris Rodriguez , Drew Tanaka e la propria crew si stavano avviando verso il bancone dove posteggiavamo con superiorità.
« Oh, oh! » Iniziò Luke fissandoci divertiti. « Mi dispiace così tanto, idioti. Mi scuso tantissimo per avervi rubato il posto all’audizione. Deve essere brutto essere famoso per cinque minuti e poi vedere che il tuo flash-mob è già dimenticato. » Rise malefico.
« Stai un po’ zitto, e risparmia fiato nel caso ti venga una polmonite! » Sbraitai, senza rendermene conto.
« Percy, non è il momento. » Commentò Marie appoggiando la mano sulla mia spalla, ma la tolsi con disprezzo e rabbia.
« Non parlarmi mai più.  » Sibilai, fissandola disgustata.
« Abbiamo interrotto una lite con la tua gallinella, Percy Jackson?  » Sghignazzò vittoriosa Drew.
« Gallinella sarai tu! Figlia di un Tana- » Disse con fermezza la mora (aveva i capelli neri, ma mica la chiamo “nera”? Lasciamo stare..) accanto a me, si diresse verso di lei ma la fermai con un braccio stretto alla sua vita.
« Lasciala in pace, vuole vederti scendere ai suoi livelli.  »
« Cacchio mi importa, Jack!? » Ringhiò cercando di scollarsi dal mio braccio possente. « Marie Smith non si fa insultare da nessuno. »
« E Percy Jackson non da facilmente pane per cani. » Aggiunsi fissandola torvo. « Smettila. »
« Ehi, ragazzini. » Intervenne Luke. « Perché non risolviamo tutto con..un ballo? » Propose con un pizzico di maliziosità.
« No! » Urlò Lewis, infilandosi tra il poco spazio che divideva me e Luke. Lo avrei preso a schiaffi se non fosse per il ragazzo dai capelli rossi che ci divise in fretta. « Niente più balli, niente di niente. Ormai è tutto finito, Castellan! Vedi di smammare noi non.. »
« Perché no?  » Chiesi stupito.
« Jackson, basta! » Urlò Kelsey con un lamento. Ethan rise, segno che era divenuto sbronzo e non avrebbe ballato..se avessimo accettato. « Luke, ci hai visto, ci hai amato ma ora vedi di andartene a fanculo per piacere! »
« Io? » Mise quest’ultimo un broncio avvicinandosi alla bruna. « Sei carina, vuoi entrare nella mia crew? »
« Patetico, stammi lontano. »
Si alzò un “uh” dalla mia crew mentre Kelsey e Luke si guardavano accigliati, il termine giusto era “scocciati”. Trattenni una risata, quando lei cercò di dargli un pugno ma che prontamente il biondo la bloccò con un passo da..robot?  Sorrise malefico poi la trascinò in pista seguito dalla sua squadra, mentre io e la mia tentavamo di capirci qualcosa su quel che stava per accadere. Una gara. Sulla pista. Arrivo!
 
 
Se ci sono errori, scusatemi e se non avete capito in fondo la situazione è meglio che andiate a vedere il film! :) Comunque continuo a massimo 2-3 recensioni, se vi piace sta a voi decidere ^^
Youandi_23_07_10
  
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