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Autore: Maggie_Weasley    31/08/2014    4 recensioni
Dopo la Guerra, la famiglia Weasley invita Harry ed Hermione a passare l'estate alla tana. Sono tutti ancora molto scossi per le perdite subite, tra cui quella di Percy Weasley, ma cercano di tirarsi su il morale a vicenda. Hermione e Ron stanno insieme ufficialmente, ma ora che la Guerra è finita si rendono conto di quello che provano per davvero. Hermione è la protagonista principale e si troverà a dover fare scelte difficili, come quella di scegliere se seguire il proprio cuore o la sua mente brillante. Che Fred Weasley c'entri qualcosa? Non ho intenzione di spoilerarvi niente...!
P.S.: ho scelto di non dare un titolo ai capitoli perché potrebbero rovinare l'effetto sorpresa ed essendo una cosa che odio dei libri, ho deciso di fare così.
Buona lettura!
Maggie
Genere: Azione, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Angelina/George, Draco/Ginny, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Bellatrix la inseguiva, con una luce folle negli occhi “Non puoi scappare per sempre, carina!”

Stupeficium!” gridò la ragazza, senza smettere di correre.

Mancata!” sghignazzò la Mangiamorte, come se per lei quell'inseguimento fosse solo un divertimento, come se sapesse per certo che la sua preda non ce l'avrebbe fatta.

Ad Hermione sembrava di correre da anni in quel maledetto campo, che sembrava non finire mai.

Improvvisamente, inciampò in una sporgenza del terreno e cadde a terra. Il dolore gli esplose dalla caviglia in tutto il corpo. Ormai sembrava non ci fossero più speranze. Cercò con lo sguardo la bacchetta, accorgendosi con una fitta allo stomaco che le era volata a più di quattro metri di distanza. “No...” mormorò Hermione, con la consapevolezza che le cresceva sempre più velocemente dentro. In un attimo, Bellatrix fu sopra di lei, con un sorriso sadico sul volto. “È davvero un peccato che non ci siano i tuoi amichetti a salvarti, questa volta, Mezzosangue!”ridacchiò. “Sai, il Signore Oscuro ha detto che avrei potuto tenerti tutta per me, non sei contenta?”. Per tutta risposta, la ragazza le sputò in faccia. “Piccola insolente! Ti farò pentire di essere nata con quel sangue lercio che ti ritrovi! Che ne dici di una ripassatina sulla tua cicatrice, eh? Dovremmo farlo tutte le volte che ci incontriamo.” Così dicendo, prese il suo pugnale e le strattonò il braccio, dove era ancora ben visibile la cicatrice che spiccava anche sulla pelle chiara dell'avambraccio. Villa Malfoy e le sue terribili torture le riaffiorarono nella mente, portando con loro una sensazione di puro terrore e impotenza. Ma questa volta Bellatrix non si sarebbe limitata a squarciarle il braccio, Hermione lo sapeva. Non sarebbe riuscita ad uscire da quel campo. Ma perché la Mangiamorte ci metteva così tanto? Ad un tratto, Bellatrix parlò... con la voce di Ginny Weasley??!! “Hermione? Herm, svegliati! Ho fame!” erano quasi due minuti che Ginny tentava di svegliare la sua amica “Ahi! Smettila di tirarmi i capelli!” “Eh?! Cosa? Ginevra Weasley, perché sei sopra di me??!!” “Stavo cercando di svegliarti, visto che urlavi come una pazza!” Le rispose la rossa, mettendo il muso per la gratitudine ricevuta. “Oh! Scusami Gin, era solo un incubo... sono sempre di più, in queste notti...” “Tranquilla, succede anche a me. Credo che in questo periodo sia normale”la consolò con un sorriso timido “Hai ragione.” rispose la riccia. La Guerra era finita solo da qualche mese ed Hermione, così come Harry, era stata invitata dalla famiglia Weasley a passare l'estate alla Tana. Stavano, in un certo senso, cercando di tirarsi su il morale a vicenda. “Sono tutti giù a fare colazione, andiamo ad unirci?” chiese Ginny.

“Volentieri, ho una fame che potrei mangiarmi un ippogrifo!” Hermione si alzò in piedi e seguì la rossa in cucina, cercando di non farle notare che era ancora scombussolata per l'incubo. Andò a sedersi tra Ginny e Ron. Scoccò a lui un bacio su una guancia. Dopo la sconfitta di Voldemort, i due stavano insieme ufficialmente. “Potresti evitare di baciare la vergogna di casa Weasley davanti a noi, Granger?” le disse uno dei gemelli seduto di fronte a lei “Staremo mangiando...!” aggiunse l'altro. “Ehy! La mia RAGAZZA può baciarmi quando e dove le pare, intesi?” “Da quando fai il protettivo, Ronnino? Che c'è? Sei geloso perché sono più bello di te?” lo stuzzicò Fred/George. “Io non sono geloso, pezzo d'imbe...” “Ron! Smettila, so difendermi da sola e tu” puntò il dito contro il gemello” a forza di darti arie ti si seccherà la bocca!” “Non mi sto dando arie, sono semplicemente realista. Sono George, comunque” le rispose con un sorriso sbilenco e l'aria divertita. “Eh, no, fratello! Stavolta la mia identità non te la presto: la Granger mi terrorizza!” lo riprese il vero George.

“ Mi deludi, Georgie... tradisci il tuo gemello in questo modo? Si vede che sono meglio io!” “Invece, il tuo gemello ha l'aria di essere molto più intelligente di te. Di' un po' Fred, non sarai mica tu quello geloso perché sei rimasto l'unico Weasley single?”lo rimbeccò Hermione con l'aria di chi sa di averla vinta. Proprio quell'estate, infatti, Charlie aveva trovato la “donna della sua vita”, come aveva detto lui, e in meno di due settimane il loro fidanzamento era diventato ufficiale, tanto che erano partiti per il Giappone insieme e George stava con Angelina già da un anno. Quanto a Percy, purtroppo non ce l'aveva fatta a sopravvivere alla guerra. Si era sacrificato per Ginny, prendendosi l'anatema che uccide di Bellatrix in pieno petto. La famiglia aveva sofferto molto per la sua perdita e la supposizione di Hermione non fece che ricordare a Molly il figlio che aveva perso. “Ragazzi smettetela!” sbottò la signora Weasley, per poi alzarsi ed uscire dalla stanza. Solo Hermione notò che aveva gli occhi lucidi. La seguì nel salotto, dove la trovò intenta a sistemale dei centrini. “Signora Weasley... mi dispiace per quello che ho detto, non intendevo far riaffiorare brutti ricordi a nessuno. Sono davvero desolata, signora Weasley, io...” “Molly... Chiamami Molly. Non è colpa tua Hermione, è solo che... “le scappò un singhiozzo, mentre le lacrime cominciavano a rigarle il viso”... quegli idioti dei miei figli... non stanno mai... zitti... e io non mi... sono ancora ripresa... del tutto.” La ragazza corse ad abbracciarla, mentre Molly crollava definitivamente. “Scusami Hermione, non devi vedermi in questo stato...” “Non dica sciocchezze, signo-... ehm, Molly. É normale sentirsi così. Si ricordi che i suoi figli le vogliono molto bene e gliene voleva anche Percy.” “Che succede qua dentro?” Fred entrò in quel preciso istante nella stanza. Quando vide sua mamma in lacrime si bloccò per un secondo, per poi andarle incontro “Mamma...” disse, e lei si staccò da Hermione per buttarsi tra le braccia del figlio “Mamma, sta calma... va tutto bene, ci sono qui io, Fred per la cronaca.” Aggiunse con un mezzo sorriso, strappandone uno anche alla madre. Hermione osservò la scena in disparte, mentre il ragazzo mormorava scuse. Notò che anche Fred aveva gli occhi un po' lucidi e che consolava la madre con una tenerezza di cui non lo faceva capace. “Chissà cosa si prova ad essere abbracciati in quel modo da Fred...” si ritrovò a pensare la nostra Hermione, provando un pizzico d'invidia nei confronti della signora Weasley. “Hermione ma cosa cavolo pensi! Lei ha perso un figlio e lui un fratello e tu te ne stai a fantasticare di come sarebbe essere abbracciati da Fred! E stai pure con Ron!” stava rimproverando la sua vocina interiore e non si accorse che la signora Weasley era uscita e Fred la stava fissando con aria strana. “Granger, hai finito di spogliarmi con lo sguardo?” disse tutt'a un tratto il rosso. “Come fa a trovare la forza di scherzare con tutta la tristezza che ha intorno...” si chiese lei. “Per tua informazione non ti stavo affatto spogliando con lo sguardo, Weasley, e non ci tengo nemmeno. Stavo solo pensando.” “A quanto sono bello?” “Ma per favore!” ribatté alzando gli occhi al cielo. “Stai forse insinuando che IO sono brutto?” “E se anche fosse?” chiese lei, alzando il mento. Lui le si avvicinò così tanto che quando parlò, Hermione sentì il suo alito sulla faccia “Attenta, Granger. Non si scherza con Fred Weasley. So essere molto vendicativo.” le sussurrò piano. Menta. Il suo fiato sapeva di menta, lei adorava la menta. Ma cosa le prendeva? La riccia fu scossa da un brivido. Era decisamente troppo vicina a lui. Se guardava dritta davanti a sé, si ritrovava a fissare le clavicole del ragazzo e l'orlo della sua maglietta, la quale nascondeva un fisico da battitore che... Hermione cosa pensi! Okay, Fred Weasley non era decisamente brutto. Alzò lo sguardo e lo puntò nei suoi occhi verde sedano, così profondi che potresti cascarci dentro... Hermione datti una regolata! “Dimostramelo, rosso.” Gli rispose con fare divertito, nascondendo la sua confusione interiore. “Mi stai forse provocando?” Domandò lui, sgranando gli occhi. “Può darsi...” “Subirai la mia collera, prima o poi, Granger...” “Non vedo l'ora”. Detto questo, Hermione si girò, sbattendogli i ricci in faccia e salendo in camera sua, lasciando un Fred Weasley sbigottito solo in salotto.

 

Appena entrò in camera, Hermione si buttò sul letto e lasciò sfogare la sua vocina interiore.

Cosa diavolo è successo??!! un attimo prima consolavi la signora Weasley e un attimo dopo... flirtavi con Fred??

Non stavo flirtando con lui, ci stavamo solamente stuzzicando, come sempre!”

Non dire come sempre, Hermione, perché non era come sempre! Perché ti sei sentita così strana quando ti si è avvicinato? Non ti sei mai fatta intimidire da lui e non ti aveva mai mandata nel panico. Riprenditi e difendi la tua reputazione!”

In quel momento, Ron entrò nella stanza. “Non si bussa?” chiese lei irritata. “Scusa...” rispose il suo ragazzo. “Posso?” le chiese, indicando il letto. Hermione annuì e si sedette accanto a lui. Dopo qualche momento di silenzio, Hermione sbottò “Bhè? Che c'è?” “Oh. Niente. Volevo solo stare un po' con la mia fidanzata” le rispose, marcando bene l'ultima parola e dandole una strana sensazione di fastidio. Non le piaceva che fosse così possessivo nei suoi confronti, non sapeva nemmeno perché ce l'aveva con lui in quel momento. In fondo, che faceva di male a chiamarla “la sua fidanzata”. Aveva ragione.

Ron le si avvicinò e prese a baciarla con passione. Lei rispose al bacio e agganciò le mani al suo collo, mentre le sue scendevano ai suoi fianchi. In un millisecondo, Hermione si ritrovò sotto di lui, mentre Ron iniziava ad aprirle la camicetta e a baciarle il collo e poi, sempre più giù, fino al seno. Hermione aveva aspettato tanto questo momento. Il momento in cui finalmente avrebbe fatto il grande passo, però sentiva dentro di sé una strana sensazione, come se quello che stesse facendo fosse sbagliato, e si rese conto che, nonostante tutto l'affetto che gli aveva dimostrato, quello che provava per Ron non poteva chiamarsi amore. “Ron...” cominciò lei. “Ti voglio”le rispose e iniziò a palparla. “Ron, no...” lui continuò e scendere con la lingua e iniziò a slacciarle il bottone dei jeans corti che portava. “Ron ti ho detto no!” le disse lei scostandogli le mani. “Perchè no?” le chiese lui, impedendole di riagganciarsi anche la camicia. “Perché io... non mi sento... pronta.” “Eddai Hermione! Lasciati andare per una volta.” Così dicendo ricominciò a leccarla e a farle scendere una spallina del reggiseno. “RON! Ti ho detto di smetterla!” Gli tirò uno schiaffo, mentre le lacrime cominciavano a premere. Come poteva farle questo? Come poteva obbligarla? “Esci immediatamente da questa stanza o GIURO che chiamo tuo padre.” Ron allora si alzò e la spinse sul letto, per poi uscire infuriato, sbattendosi la porta alle spalle.

Quando Ginny entrò nella sua stanza che condivideva con l'amica, la trovò stesa sul letto a singhiozzare. “Santo cielo, Hermione! Cosa ti è successo?” chiese preoccupata, sedendosi accanto a lei e accarezzandole una spalla. “Quel cretino di tuo fratello! Ecco che cosa è successo!” “Quale dei tanti?” scherzò Ginny, provando a risollevarle il morale. “Quello più cretino di tutti!!!” “...Ron?” tentò la rossa. Per tutta risposta, Hermione iniziò a singhiozzare più forte. “Che ti ha fatto di così grave? Se vuoi posso lanciargli una fattura orcovolante...” le chiese, sempre cercando di tirarle fuori un sorriso. Tra un singhiozzo e l'altro, la riccia le raccontò quello che era successo poco prima e quando ebbe finito, riuscì a calmarsi un po'. Soprattutto per l'espressione che aveva assunto l'amica quando aveva capito tutto. “...Ginny?Va... ecco... va tutto bene?”le chiese timorosa. Hermione notò che aveva stretto le mani a pugno e le nocche erano così bianche che sembrava che da un momento all'altro sarebbero saltate fuori. Per di più, le traballava un po' l'occhio, come se stese cercando di trattenersi.

Purtroppo non ci riuscì.

“RONALD WEASLEY!!! Ti conviene uscire da questa casa ADESSO!!!” gridò. Come aveva osato, quel verme a mettere le mani addosso alla sua migliore amica. Stava pensando a decine di modi brillanti per mettere fine alla vita di suo fratello, quando Hermione l'abbracciò, come se fosse preoccupata che potesse fiondarsi in cucina per metterne in pratica uno. “Gin! Ti prego, calmati! È una cosa che devo risolvere io. Gli parlerò stasera, quando sarò in grado di farlo senza lanciargli una fattura.” concluse con un sorrisino, cercando di far placare l'ira dell'amica. Ginny, dopo alcuni respiri profondi, sembrò calmarsi un pochino...”Oddio, Herm... come ha potuto fare una cosa del genere...” “Non lo so, lo ritenevo più maturo, quando ci siamo messi insieme. Ma ora mi sembra cambiato.” ammise la riccia.

A pranzo, Hermione evitò lo sguardo di Ron, che si era seduto accanto a lei e fissava il piatto con aria triste, senza però rinunciare ad ingozzarsi. Quindi riassumendo, Ron si stava abbuffando con aria triste. Lei, per evitarlo il più possibile, stava seduta appiccicata a Ginny, la quale stava appiccicata a Harry, a cui la cosa non dispiaceva affatto. Non lo diceva, ma si vedeva che era ancora cotto della rossa che aveva accanto, e sembrava che lei ricambiasse. Mentre i due flirtavano, lasciando Hermione in un certo senso sola, questa tentò a malincuore di intraprendere una conversazione con i gemelli. Quando però si accorse che loro erano impegnati a discutere di un nuovo affare, rinunciò all'impresa di fare conversazione e iniziò a fissare tristemente il suo piatto. Lanciò un'occhiata a Ron, che aveva abbandonato l'aria triste e ora si abbuffava soltanto. “Si è almeno reso conto di quanto mi ha fatto soffrire?”. Arrabbiata, tornò a fissare il suo piatto, senza però riuscire a mangiare. Si sentì toccare il piede. Alzò lo sguardo, per incontrare quello di Fred. “Tutto bene?” chiese piano, per non farsi sentire da nessun altro oltre lei. Annuì, poco convinta. Non voleva tirare dentro anche Fred. E poi, a lui cosa importava? Non gli erano mai interessati i suoi problemi. Fred non sembrò crederle, per questo, dopo pranzo, fermò la sorella prima che entrasse in camera. “Cos'ha Hermione?”. Ginny assunse un'aria triste e raccontò al fratello cosa era successo quella mattina. “è un idiota” affermò furente. “Hermione non si merita tutto questo, ma Ron pensa sempre e solo a se stesso. Non capisce che per Hermione è un momento delicato?” si sfogò con la sorella, cercando di non alzare troppo la voce per evitare di farsi sentire da qualcun altro. “Già. Poverina, non credo che rivedrà i suoi genitori molto presto. Per non parlare delle perdite della Guerra. Non sembra, ma ci soffre molto...” “Dovremmo parlare con Ron, ti pare? Dobbiamo dirgli che gran pezzo di merda è stato e che è un...” “Lo so. Quando l'ho trovata era a pezzi. Mi ha detto quello che Ron le aveva fatto in lacrime e giuro che stavo per ucciderlo a mani nude. Ma Herm mi ha detto che preferiva parlarci prima lei.” “Okay, mi limiterò a lanciargli occhiate sprezzanti, allora.” concluse Fred con un sorriso, che la sorella ricambiò, ma che nascondeva la rabbia di entrambi. Ovvia per lei, un po' meno per lui.

 

Fred entrò nella sua stanza e sbatté la porta. Cosa cazzo era successo al suo fratello pasticcione, tenero, dolce e innocente che una volta era Ron?!! “Un secondo.... ho appena pensato che Ron fosse tenero e dolce?? Cosa diavolo c'era in quel succo di zucca??!!” Non ce la faceva ad aspettare che la Granger parlasse con Ron... voleva andare da lui e mollargli un cazzotto.

 

Da quando era finita la cena, era quasi un'ora che si stava preparando un discorso mentale. “Spero che tu ti renda conto di quello che mi hai fatto. Hai ferito i miei sentimenti nel profondo...” Così sembrava troppo debole. “Credo che tu mi debba delle scuse per quello che mi hai fatto stamattina.” Uffa! Questa è anche peggio! Alla fine lasciò perdere, prese coraggio e bussò alla porta del fidanzato. Ad aprirle fu Harry, così Hermione gli disse che doveva parlare con Ron di una cosa importante. “Ah! Okay, è steso sul letto, ma è in mutande. Magari gli dico di rivestirsi prima...” Hermione sorrise debolmente. Dopo dieci minuti buoni, Ron uscì dalla stanza e guardò Hermione, come per dirle che l'ascoltava. Prese un bel respiro e cominciò, ma non nel modo in cui aveva previsto di farlo. “Perché lo hai fatto, Ronald?” chiese con voce lieve e distaccata. “Perché mi hai fatto questo?” le lacrime minacciavano di uscire, ma Hermione le respinse dentro con tutta la forza che aveva: non poteva permettersi di mostrarsi debole. Doveva sembrare decisa e arrabbiata, non distrutta e disperata. “Perché??” la fissò incredulo lui “Perché??? Oh, non lo so! Forse perché abbiamo quasi diciotto anni e siamo ancora vergini? Hermione non puoi non sentirti pronta a quest'età! E poi l'ho fatto perché volevo farlo!!!” Sbottò lui. Lei lo guardò allibita, poi la sua mano scattò prima che se ne rendesse conto e lo schiaffo che tirò a Ron fu talmente forte che le rimbombò nelle orecchie lasciando un'impronta rossa sulla sua faccia. “AH È COSÌ?? VOLEVI ferire i miei sentimenti??!! VOLEVI costringermi a fare qualcosa che non volevo fare??!! VOLEVI strattonarmi sul letto come fossi spazzatura??!! BENE! Allora lasciami fare una cosa che voglio fare IO: è finita, Ron!” detto questo schizzò verso le scale mentre Ron mugugnava un “Hermione, aspetta...” “E visto che non hai più me, non te la darà mai nessuno!!” Hermione non seppe resistere e vedendo la tristezza di Ron tramutare in rabbia, schizzò su per le scale e si rifugiò nella sua camera. Ginny era già lì e dallo sguardo che la riccia le rivolse, capì senza doverlo chiedere che le cose erano andate male. In più aveva sentito gridare dal piano di sotto.

“L'ho mollato...” disse quasi in un sussurro. Poi, senza che nessuno l'avesse voluto, lacrime bollenti iniziarono a rigarle le guance. Ginny non disse niente, sapeva che l'amica aveva bisogno di tempo per pensare prima di poterle raccontare quello che si erano detti. Così l'accompagnò in bagno e le disse di lavarsi la faccia. Poi la guardò mentre si metteva il pigiama e una volta a letto, si infilò sotto le coperte con lei. Hermione chiuse gli occhi e le raccontò piano quello che Ron le aveva risposto. “Hai fatto bene a lasciarlo” disse Ginny e anche se parlava sussurrando, la rabbia nella sua voce era palpabile. “Non l'ho lasciato solo per quello che mi ha fatto, Ginny. Ma è da qualche giorno che ho capito di non provare più niente per lui...” “Ah..” “Sì... Credo di aver provato per tutto questo tempo solo amore fraterno. Avevamo un bel rapporto e, con la Guerra, l'ho voluto forzare per farlo diventare una relazione di coppia. Ho sbagliato tutto, Gin, e ora sto male per lui.”continuò, sentendo di nuovo le lacrime scenderle sulle guance e sul naso per poi bagnare il cuscino. “Su Herm. Non pensarci troppo. Comunque adesso è lui quello dalla parte del torto e che deve chiederti scusa. Te hai solo fatto la cosa giusta, lasciandolo”. La riccia annuì piano e le due amiche si addormentarono esauste e abbracciate.

 

La mattina seguente, Ginny si svegliò nel letto dell'amica, ma vedendola dormire così tranquilla, decise di non svegliarla per fare collazione.

Quando scese trovò i gemelli intenti a mangiare. “Cos'è quell'aria triste?” chiese George, spalmando del burro su una fetta di pane. “È per Ron ed Hermione?” aggiunse Fred. La ragazza annuì, sconsolata “Ieri si sono lasciati. O meglio, lei ha lasciato lui...” “Sì, lo sappiamo. Abbiamo....” “...sentito tutto dalla nostra camera. E dov'è che hanno litigato?” “Davanti alla nostra camera!” conclusero insieme. Anche a Ginny scappò un sorriso. “Le tengo qualche cosa da parte. Dormiva così bene che non l'ho voluta svegliare.” “Se vuoi gliela porto io in camera, tanto ho finito.” disse Fred. “Okay” detto questo, la rossa si dette da fare. Prese un vassoio e lo riempì con una fetta di crostata alla marmellata di more, un paio di cialde con il burro, una brioche vuota e un bicchiere di succo d'arancia.

“Vedi di non mangiarti tutto sulle scale.” l'ammonì la sorella. “Tranquilla, cara sorellina. Che c'è, non ti fidi più del gemello più bello?” “Veramente di me si fida!” ribatté George sghignazzando. Fred gli lanciò un'occhiata truce, ma lasciò perdere. Prese il vassoio e si diresse verso la camera di Hermione. Entrò piano, per non svegliarla, e le posò il vassoio sul comodino. Fece per andarsene, ma una voce impastata di sonno lo fermò.

“...Fred?” biascicò la riccia. “Buongiorno, Herm.” disse lui andando a sedersi ai piedi del letto. Notò che la ragazza aveva gli occhi gonfi di pianto e due belle occhiaie scure sotto gli occhi color nocciola. “Che significa?” chiese indicando il vassoio stracolmo di cibo. “Secondo te?” ribattè scherzando Fred. “Mmm... Sono malata gravemente?” “Non proprio. Significa che qualcuno ti vuole bene e ti ritiene speciale.”

Okay. E tutti questi complimenti da dove li tira fuori? É Fred Weasley, per la miseria!” “Mi sa che sei tu il malato terminale” gli fece notare Hermione, mentre lo squadrava da capo a piedi. Lui rispose semplicemente con un sorriso, così lei si alzò e si mise il vassoio sulle gambe. “Vuoi favorire?” chiese guardandolo e indicando la sua colazione. Fred si rese conto per la prima volta della ragazza che aveva di fronte. Indossava dei pantaloncini neri corti e una canottiera arancione attillata. Dov'era finita la ragazzina di undici anni dai capelli crespi e i dentoni? Quella seduta davanti a lui era ormai una donna, con morbidi capelli ricci, un sorriso perfetto e tutte le curve al punto giusto. “Weasley hai finito di spogliarmi con lo sguardo?”. Fred rimase di sasso per qualche secondo, ma si riprese subito. “Per tua informazione non ti stavo affatto spogliando con lo sguardo, Granger.” Poi le si avvicinò e le sussurrò all'orecchio “... ma non dico che non ci tengo.” Hermione, appena recepì le sue parole, arrossì di botto, ma riuscì comunque a lanciargli uno sguardo omicida. Fred scoppiò a ridere. Era sempre più divertente mettere in imbarazzo quella ragazza, senza contare che quando era rossa come un peperone era ancora più carina. Si alzò dal letto e la baciò su una guancia con dolcezza. “Buon appetito, Mione.” disse, facendo avvicinare il colorito della sua pelle ad una sfumatura violacea. Detto questo lasciò la stanza, con un sorriso sulle labbra.

 

Hermione rimase per cinque minuti buoni a fissare il burro che si scioglieva sulle sue cialde, mentre pensava a quello che era appena successo. “Fred... colazione... spogliarsi... Fred... dolce... bacio... Mione... Fred...”. Quando finalmente si riscosse dai suoi pensieri, si avventò sulla colazione, spolverando tutto in qualche minuto e le tornavano in mente gli eventi della sera precedente e la tristezza la invase di nuovo.

Quando uscì dalla sua camera, si trovò davanti Ron. Lui le lanciò uno sguardo glaciale, mentre quello di Hermione era infuocato e continuò a fissarlo anche dopo che lui si girò, sperando che prendesse fuoco di colpo. Aspetto qualche secondo, poi scese anche lei in cucina.

“Ehy Gin. Che ti va di fare oggi?” le chiese, con un sorriso tirato sulla faccia. Avrebbe dimostrato a Ron, ma soprattutto a se stessa, che era felice anche senza di lui. “Mah, non lo so...” rispose sconsolata l'amica. Tra tutte e due erano a corto di idee. Ad un tratto, gli occhi della rossa si illuminarono e con un sorriso a 32 denti disse “Perché non andiamo a fare shopping?!!” quasi supplicava. Vedendo la sua faccia, Hermione scoppiò a ridere. “Okay! Però dobbiamo chiedere il permesso a tua madre.” “Già, speriamo ci mandi.”

 

“Assolutamente no!” rispose la signora Weasley infuriata. “Sapete tutte e due che moltissimi Mangiamorte non sono stati ancora catturati ed è pericolosissimo andare a giro per i negozi di Hogsmade!!” “Ma mamma! Io ed Hermione ci annoiamo qui alla tana. Ci basterebbero anche pochissime ore di libertà. Per favoree!!” Ginny era sul punto di inginocchiarsi e pregare la madre, quando i gemelli accorsero in loro aiuto. “Dai mamma. Le accompagnamo noi le ragazze.” “Non se ne parla George. Non posso esporle ad un rischio simile.” “Stai tranquilla, mammina cara. Ti promettiamo che per una volta saremo responsabili. E poi dobbiamo fare un salto al Negozio.”

La signora Weasley parve rifletterci su. Alla fine cedette “E va bene, ma vi voglio a casa prima di pranzo.” Entusiasti, andarono tutti ad abbracciarla. Avrebbero passato una mattinata fantastica, “E tutto grazie a Fred e George...” Pensò grata Hermione.



Angolo autrice

Salve lettori!
Prima di tutto, grazie per aver letto questo capitolo. è la mia prima fan fiction e spero che sia cominciata bene.
Per favore, lasciatemi delle recensioni e ditemi su quali punti devo migliorare. Cosa ve ne pare come inizio?
Per me è davvero importante la vostra opinione, quindi non trattenetevi e ditemi sinceramente cosa ne pensate. Per esempio, è abbastanza lungo il capitolo?
Grazie ancora, aggiornerò al più presto!
Maggie
 

   
 
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