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Autore: _Mhysa_    01/09/2014    2 recensioni
Ordino un altro bicchiere di barbon, stavolta gli chiedo di aggiungere un po' di ghiaccio.
“ Servo la ragazza e te lo porto” mi dice John. Io lo aspetto.
Intanto rivolgo una veloce occhiata alla sua cliente; una ragazza bruna, non deve avere più di diciannove anni. Ha l'aria malinconica, gli zigomi alti e tondi e due occhioni castani, da cerbiatta impaurita. E' decisamente il mio genere.
Senza che lei se ne accorga mi avvicino e inizio a osservarla; il mio amico le ha appena servito un martini liscio. Con la sua esile mano, la sconosciuta prende il bicchiere, lo porta alla bocca e lo manda giù in un sorso.
In questo preciso istante ho deciso. Lei... sarà lei la mia preda, stanotte.
Genere: Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Bastardo

( Dialogo tratto dalla 5x10)
“ E’ strano, anche da bambina c’era qualcosa in quel seminterrato che mi metteva i brividi”

“ Sei sicura di voler avere degli incubi leggendo quella cosa?”

“ Ricordo che mio padre mi parlò di una bambina, penso che si riferisse alla mia compagna di stanza, Megan! Guarda, Gennaio 1999, ho visto Megan King oggi, Megan ha 7 anni e soffre di un difetto cardiaco congenito. Ha un’aspettativa di vita di due mesi, una singola iniezione di sangue di vampiro sembra bastare per salvarle la vita. Ecco perché Megan aveva una foto di mio padre sul cellulare…lui le ha salvato la vita.”

“ Ci sono un centinaio di pagine di orribili torture e tu trovi l’unico passaggio felice”

“ Mio padre usava la sua ricerca per salvare la gente Damon! Bambini, famiglie…”

“ Già. E per farlo dissezionava vampiri! Notizia flash Elena: tu sei un vampiro. Voglio dire, pensi davvero che se lui fosse qui ora ti vedrebbe come qualcosa di più?”

“ Non lo so. Ma lui è mio padre, non posso non difenderlo”

“ No, so che non puoi… perché è quello che fai sempre con me”

“ Non ti sto difendendo, non sto difendendo la tua decisione di uccidere tutta la famiglia di Aron, di andare fuori città per uccidere la zia mentre stavamo insieme”

“ Allora perché sei ancora qui? Sono cattivo, Elena! Non vado bene per te. Allora perché non sei scappata da me e non te ne sei andata il più lontano possibile”

“ Perché ti amo Damon. Perché ti ho scelto e resto a fianco a colui che ho scelto”

“ Ora sono io a scegliere… e scelgo di lasciarti andare”

“ Co…cosa? No, Damon”

“ Ho scelto di non dover pensare a come tu ti possa sentire ogni volta che un fantasma del mio passato tornerà nelle nostre vite. Scelgo di darti sollievo. Non mi dovrai difendere per ogni cosa orribile che ho fatto”

“ Smettila di comportarti come se io fossi perfetta! Damon anche io ho fatto delle cose terribili! Tu pensi che io sia qui a giudicarti dopo aver scoperto che sei stato torturato per 5 anni?”

“ SMETTILA DI DIFENDERMI! Io non cambierò chi sono…non posso… ma mi rifiuto di cambiare te.”

Piange. Come al solito. Cerca di fermarmi. Urla il mio nome.

A grandi falcate esco dalla stanza. Sto attraversando la porta.

Rabbia, provo una fottutissima rabbia. E dolore, e tristezza , e dolore. Dolore, dolore, dolore e ancora dolore. Vorrei spegnere la mia umanità, ma so che nel momento esatto in cui premerò l'interruttore, seppellirò l'amore che provo per lei, e io non voglio. Non voglio, dannazione! Elena... la buona, dolce, umana Elena. E io chi sono? Ma certo, io sono il cattivo. Sono il mostro senza cuore. Sono Damon, lo spietato, il vendicativo, il sadico Damon.

E non cambierò mai. Questo lo so benissimo.

Eppure tutto mi spinge a ritornare. Vorrei rientrare in quella stanza, fregarmene di quello che accadrà e ...baciarla. E gettarla a letto, e fare l'amore per poi rifarlo ancora, e ancora e ancora.

Invece sono già nel giardino. Non ho idea di dove andare, non ho idea di cosa fare.

Vado... e basta.

Lontano dalla tentazione di tornare indietro.

Lontano dal luogo in cui ho rinunciato a me stesso.

Lontano da lei.

Lontano dalla vita.

Lontano. Lontano...

 

 

 

Mahnattan, New York, ore 23:00

 

Entro nel locale, è piuttosto affollato. Mi infilo tra le persone facendo attenzione a non sfiorarle; una certa sete mi pizzica la gola. Sto facendo così abuso di sangue fresco che starne senza per un paio d'ore è diventato insopportabile.

Ormai è la quinta sera di seguito che vengo in questo posto; mi piace, poi sono riuscito a farmi amico John, un barista grassoccio e dall'aria simpatica. Mi offre sempre un bicchiere di barbon quando arrivo, e senza che io l'abbia compulso, sia chiaro.

Cerco tra la folla la preda con cui divertirmi stasera; c'è un sacco di gente interessante, colli in bella mostra che aspettano solo di essere morsi. Am blim blom... chi sceglierò?

Sono indeciso. Magari questa ragazzina – troppo giovane per stare qui dentro- dai capelli rossi che mi sta passando davanti. Mi sorride ammiccante. No, la ignoro. Non mi attira. Mi sentirei un pedofilo.

Oppure quella donna sulla quarantina seduta al tavolo lì in fondo, potrei scoparmela e poi squarciarle il collo con avidità. Magari. Ma no, neanche lei mi convince.

Decido di dirigermi verso il bancone; John mi vede e subito prepara il bicchiere di barbon. Lo afferro mentre il barista grassoccio mi fa l'occhiolino.

Lo sorseggio, osservando la luce riflettersi sull'orlo del bicchiere.

“ Ancora niente stasera, amico?” mi chiede. Amico... mi chiama sempre così.

“ Niente, John”

E' abituato a vedermi ogni sera con almeno due o tre ragazze diverse. Un paio di notti fa me ne andai dal locale con una biondona alta un metro e ottanta, tette grosse, occhi azzurri e denti che sembravano di porcellana. Serena... mi pare si chiamasse così. Non ci è voluto molto per convincerla a venire a letto con me. In realtà l'ho scopata per poco tempo, il suo collo era troppo invitante.

Ordino un altro bicchiere di barbon, stavolta gli chiedo di aggiungere un po' di ghiaccio.

“ Servo la ragazza e te lo porto” mi dice John. Io lo aspetto.

Intanto rivolgo una veloce occhiata alla sua cliente; una ragazza bruna, non deve avere più di diciannove anni. Ha l'aria malinconica, gli zigomi alti e tondi e due occhioni castani, da cerbiatta impaurita. E' decisamente il mio genere.

Senza che lei se ne accorga mi avvicino e inizio a osservarla; il mio amico le ha appena servito un martini liscio. Con la sua esile mano, la sconosciuta prende il bicchiere, lo porta alla bocca e lo manda giù in un sorso.

In questo preciso istante ho deciso. Lei... sarà lei la mia preda, stanotte.

“ Dammene un altro” ordina, in modo alquanto scortese. Ha una voce che mi snerva.

John la serve senza perder tempo, come se lei fosse un generale severo a cui ubbidire.

“ Come mai una ragazza così bella beve tutta sola?” le chiedo, sfoderando il tono più seducente che conosco.

La ragazzina si gira e mi rivolge un'occhiataccia, una di quelle che se potessero ti fulminerebbero immediatamente.

Trovo che i suoi occhi siano davvero belli. Ho sempre avuto una passione per le more con occhi penetranti.

“ Sparisci” dice, sempre come se fosse un ordine improrogabile.

La fisso, tentando di capire perché sia così scortese. Mi rendo conto che in effetti, spesso, anche io lo sono.

“ Siamo simpatiche” mormoro, con sarcasmo. Lei lo coglie subito.

“ Non t'immagini quanto” sibila. Si poggia una mano sulla tempia, il gomito è sul bancone.

Un rossetto rosso risalta le sue labbra rotonde e piene. E' davvero carina; una carina banale, certo. Ma a volte la banalità mi intriga parecchio. Chissà perché.

“ John, altri due martini, grazie” chiedo.

Di nuovo la sconosciuta mi trafigge il volto con quello sguardo assassino.

“ Non voglio che tu mi offra da bere” sbotta, alzando la voce.

“ Non è giusto che una bella donna beva da sola, e poi sono un gentiluomo”

“ Per favore! Potrai ingannare tutte, ma non Blair Waldorf! Riconosco un bastardo quando lo vedo … e no, i tuoi occhioni mozzafiato non mi hanno per niente conquistata. Sei tutto tranne che un bravo ragazzo!Quindi … vaporizzati!”

Questa moretta è molto più perspicace di quanto mi aspettassi. Inoltre, ho appena imparato che quando inizia a parlare non la smette più.

“ Sei sveglia, a qunto pare...” sussurro.

John ci mette davanti i martini, con tanto di ciliegia.

“ Non lo voglio” ribadisce Blair, allontanandolo.

“ Andiamo, è solo un drink” le dico.

“ Credi che non lo sappia che offrire un drink a una sconosciuta corrisponde a “voglio scoparti” ? Ci vuole poco a passare da un bicchiere ai sediolini di una macchina... o peggio... di una limousine, anche se francamente non credo che tu ne possegga una. Comunque, non accetterò nulla da te, a meno che tu non sia un principe tedesco o un nobile inglese... o qualcosa del genere!”

Già, parla davvero tanto.

“ Non sono un nobile, ma ho abbastanza soldi per farti passare una notte indimenticabile”

“ Mi hai presa per una prostituta?”

Alzo gli occhi al cielo. Questa è un osso duro. Me la sono scelta bene.

“ Sei molto presuntuosa, Blair Waldorf: chi ti dice che verrei a letto con te?”

Adesso è lei ad alzare gli occhi al cielo. Un sorrisetto beffardo e insopportabile le compare in volto.

“ L'ho detto che sei bastardo”

In un batter d'occhio prende il bicchiere e ne trangugia il contenuto. Io la seguo a ruota.

“ Comunque... non ti ho presa per una prostituta! Penso solo che tu abbia bisogno di distrarti... e per distrarti c'è bisogno di alcool. Una gran quantità di alcool.”

“ E chi te lo dice?”

“ Te lo si legge in faccia. Lui ti ha tradita con un'altra, una stronzetta. Tu l'hai lasciato, lui vuole tornare, ma tu adesso lo odi”

E' sbigottita; ho ragione su tutto. Bingo.

Di colpo il suo sguardo si incupisce; sposta gli occhi dal mio viso e inizia a fissare il bicchiere vuoto.

“ Due vodka liscia, per favore!” dico.

“ Uno con ghiaccio” aggiunge lei.

Mi siedo su uno sgabello di legno accanto a Blair; apsettiamo in silenzio che John ci serva.

Arrivano i drink e la bruna beve con avidità. Un'espressione schifata le storce il volto dopo il primo lungo sorso.

“ Vacci piano, tesoro” le suggerisco. “ Ah...comunque, io sono Damon”

“ Non te l'ho chiesto”

Sorride di nuovo, stavolta però è un sorriso amaro, uno di quelli che precedono un racconto spiacevole.

“ Hai sbagliato su una cosa. Non vuole tornare. Non so dove sia, se n'è andato, è andato via e non so dove sia. Né voglio saperlo” spiega, piano.

Beve un altro sorso del liquido trasparente. Sembra che non lo gradisca molto. Eppure, beve.

“ Chi è la stronzetta?” chiedo. Come se m'importasse.

“ Jenny Humphrey. Una sciacquetta bionda...”

Si interrompe. La sua espressione è davvero struggente. Mi sembra di essere in una soap opera americana, una di quelle strappalacrime.

“ Era la sua prima volta” biascica, come se lo stesse dicendo a se stessa, più che a me.

“ Uuuu... l'ha fatta grossa, questo bastardo” commento.

“ Già... Chuck l'ha fatta proprio grossa.”

Non vedo tracce di lacrime nei suoi occhi, la voce è ferma; Blair Waldorf è quasi … rassegnata. Di una rassegnazione stoica, incrollabile. O forse è quello che vuole dare a vedere.

“ Ma sono sicura che non hai nessunissima voglia di ascoltare queste idiozie da liceali... sei molto oltre, ormai” mi dice.

E' vero, non me ne frega un cazzo di quello che mi ha detto o vorrebbe dirmi, dei problemi di bulimia del liceo o dei ricchi fidanzatini che ha avuto. Anche lei è ricca, altroché se lo è. Lo si capisce chiaramente: indossa un paio di Louboutin e una pochette Prada.

“ No, raccontami pure. Anche io ho bisogno di distrarmi”

Queste parole le sento uscire dalla mia bocca, anche se non avrei mai voluto pronunciarle. Che cazzo stai dicendo, Damon? Ora ti toccherà ascoltare le stronzate di questa diciannovenne piena di problemi. Perché è piena di problemi, altroché se lo è.

Blair parte a ruota libera, mi racconta del liceo, di come lei ne fosse la regina, stimata e temuta da tutti. Mi parla della bulimia (come volevasi dimostrare) e di suo padre che è scappato con un modello che lavorava per sua madre.

Mi racconta di Serena Van Der Woodsen, la sua amica-nemica, che dalla descrizione sembra essere proprio quella bionda che mi sono portato a letto qualche sera fa.

Poi mi parla del suo ex Nate, dello sfigato Dan Humphrey, di una certa Georgina Sparks e di tutta una serie di complotti e situazioni assurdi, che inizialmente mi annoiano, ma poi cominciano a divertirmi. E intanto beviamo, beviamo da far schifo. John continua a servirci bicchieroni d'alcool, al punto che nemmeno riesco a distringuere cosa sto bevendo.

Blair è praticamente sbronza. Decido che è il momento di andare; pago John e prendo Blair per il braccio, trascinandola fuori dal locale. A stento riesce a reggersi in piedi.

Barcolliamo, barcolliamo come due idioti per le strade di Mahnattan. Un paio di volte rischiamo pure di cadere. Blair ride come una matta.

“ Shhh! Zitta ragazzina, o ci getteranno un secchio d'acqua in testa!” la rimprovero.

Mentre dico queste parole ci passa a fianco una limousine nera.

“ Arthur” borbotta Blair. Il suo sguardo si incupisce per la seconda volta. Si ferma, io avanzo di qualche passo, per poi girarmi e guardarla.

“ Cosa c'è?” le chiedo. “ Blair”

Due grosse lacrime le rigano il volto.

No. Tutto ma non il pianto. Merda.

Mi gira la testa, la gola mi brucia da morire. Sono stanco di queste puttanate, voglio farla finita. E' arrivato il momento di nutrirmi, farle dimenticare tutto e lasciarla lì terra col collo sanguinante.

Mi avvicino e le blocco le braccia con le mie mani. Sto per sfoderare i canini.

“ Mi ha tradita... mi ha tradita, capisci? Con lei... con Jenny Humphrey! Mi ha uccisa, Damon... mi ha uccisa...”

Piange, piange come una disperata.

“ Sono sola, sono sola Damon! Sola come un cane... mi ha lasciata sola! L'ha fatto con lei... dopo avermi scambiato per un hotel! Ti rendi conto, io, Blair Waldorf... per un hotel!”

Deve essere peggio di me, questo Chuck. Provo in vano a calmarla.

“ Non ti merita! E' solo un bastardo senza cuore, piccola Blair! Che se ne andasse al diavolo, ovunque sia”

Perché sto facendo questo? Non c'è nessuno in giro, potrei tranquillamente squartarle il collo. Lo sapevo, avrei dovuto spegnere la mia umanità.

“ Non lo so dov'è adesso, nessuno lo sa, nemmeno Gossip Girl! E se...e se avesse bisogno di me?” piagnucola.

Incredibile. Ha deflorato un'altra, l'ha scambiata per un hotel e lei pensa che potrebbe aver bisogno di lei! Assurdo.

Provo una fitta al cuore. Non so spiegarmi il perché. Ma certo... mi ricorda lei. Sono completamente diverse, Blair ha fatto cose che lei non farebbe mai...Blair è manipolatrice, dittatrice e per niente umile... eppure in qauesto momento me la ricorda.

Senza rendermene conto ho allentato la presa.

“ Cosa c'è?” mi chiede.

Lentamente indietreggio.

“ Devo andare” mormoro.

“ E vuoi lasciarmi qui? Sono ubriaca e in lacrime!” sbotta.

La fisso. Ha il trucco sciolto, il rossetto è quasi scomparso.

La dovrei lasicare sola in mezzo alla strada... perché non me ne frega un cazzo di lei, di Chuck e di tutto il resto. Non so chi sia, mi sta solo facendo perdere tempo.

Dovrei semplicemente fregarmene.

“ Damon!” urla.

Mi si è avvicinata. Mi sta gettando le braccia al collo. Non la smette di piangere. I suoi occhi scuri mi sembrano più grandi.

Succede tutto in una frazione di secondo. Si allunga leggermente, non è molto alta. Mi fissa le labbra, poi mi guarda negli occhi, poi chiude i suoi...e mi bacia. La sua bocca è premuta sulla mia. Sento la sua lingua infilarsi dentro e cercare la mia.

Ci baciamo. Tutto questo non ha alcun senso.

Sento il sangue pulsarle nelle vene. Il suo collo è così vicino.

Mi stacco.

“ Andiamo... ti riporto a casa” sentenzio.

Fa i capricci, non vuole tornare. Mi faccio spiegare dove abita; non è lontano da dove siamo; impieghiamo dieci minuti per arrivarci.

Entriamo in ascensore; la porto in braccio, barcolla troppo. La sua casa è molto lussuosa; salgo le scale in un secondo. Una volta in camera la spoglio e le metto la camicia da notte. Noto che indossa un completino di pizzo nero; mi confessa che indossa sempre biancheria intima di questo tipo.

La metto a letto; la gola continua a pizzicare in modo insopportabile.

Guardo il suo collo esile e bianco.

“ Sembra che tu voglia mordermi” mi dice, sorridendo.

“ In effeti vorrei farlo” confesso.

“ Fallo allora”

Sono indeciso... temporeggio. Mi guardo intorno, non so che fare. Poi la fisso negli occhi, intensamente.

“ Non urlare, non dire una parola” le ordino.

Caccio i canini e li ficco nel suo collo. Bevo il suo sangue, bevo con avidità. Ho una sete terribile.

Quando finalmente mi sento sazio, mi stacco. Non le ho nemmeno sporcato la camicia da notte. Sono proprio un professionista.

“ Non muoveti” le dico.

Cerco un cerotto, le pulisco la ferita e glielo metto.

La fisso ancora una volta negli occhi.

“ Se te lo chiedono, ti sei fatta male mentre ti piastravi i capelli. Porta il cerotto per almeno una settimana. E … dimentica il nostro incontro. Addio Blair”

Il tempo di sbattere le palpebre e già ho lasciato la stanza.

Blair Waldorf... l'ultima persona che mi sarei aspettato di incontrare.

Un tuffo in una vita in cui non esistono vampiri, né viaggiatori, né ancore, né streghe. Una vita ordinaria, con problemi ordinari.

Una vita come tante.

Mentre torno al mio appartamento penso a un posto in cui andare, non posso più restare a New York.

Chiudo gli occhi e inalo una boccata d'aria fresca.

L'ho spenta. D'ora in poi non sentirò più niente.

Addio sentimentale Damnon. Bentornato...bastardo.







Gossip Girl


Avvistata! Blair Waldorf in compagnia di un affascinante sconosciuto! A quanto pare la nostra ex Queen Bee si sta dando da fare per dimenticare un certo Bass...stardo! Ma cosa bolle in pentola? Beh, lo scopriremo solo... spiando!
Xo, xo...Gossip Girl!







Note D'autore
Ma che diavolo combini Scarlett?
Okay, sono pronta a ripararmi dai pomodori XD
Non so da dove mi sia uscita. Era da un po' che mi frullava in testa l'idea di scirvere una FF sui miei due personaggi preferiti delle due serie che più amo ...e così ecco il pasticcio! Blair ( come si è potuto capire) ha rotto con Chuck dopo che lui ha delforato Jenny ( quindi siamo alla fine della terza serie) mentre Damon ha lasciato Elena, quindi siamo nella quinta.
Bene... spero che abbiate gradito!
Baci, baci... S.W.

 
  
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