Sam Uley cercava con tutte le sue forze di calmare
il tremore che prendeva sempre di più il sopravvento.
“ Sam, aspetta…” sentiva i continui richiami che lo
inseguivano ma lui camminava sempre più veloce. Non si rese neanche conto di
essersi inoltrato nella foresta di La Push.
“ Sam, ti prego…” La voce si fece più vicina
accompagnata dal rumore di passi leggeri.
“ Vattene, Emily.” Disse con voce brusca senza
nemmeno voltarsi. Non voleva voltarsi, non voleva incrociare quegli occhi.
Voleva solo stare da solo. Ma la ragazza che lo seguiva così ostinatamente non
se andò. Ansi si avvicinò fino a sfiorargli il braccio. Quel contatto fece
aumentare il tremore di Sam che, senza volerlo, scansò molto bruscamente la
mano della ragazza voltandosi verso di lei.
“ Lo capisci che sono pericoloso?” Urlò incrociando
finalmente i suoi grandi occhi a mandorla in cui, per la prima volta, c’era una
scintilla di paura.
“ No, non lo sei…” Disse la ragazza con convinzione.
In quel momento ogni traccia di paura nel suo sguardo svanì e questo non fece
che inquietare ancora di più Sam. Le scosse di tremore erano sempre più forti.
Emily doveva andarsene.
“ Si invece, io sono un mostro, Emily!” Disse
abbassando lo sguardo. Non riusciva più a sopportare il suo sguardo. Così
innocente, così rassicurante. Lui non si meritava quello sguardo. Lui meritava
uno sguardo di disprezzo perché lui era un mostro.
“ Non dire sciocchezze, Sam…” La voce di Emily fu
appena un sussurro che però colpirono forte il ragazzo che non riuscì a
trattenersi.
“ Così queste secondo te sono sciocchezze? Tu non
hai idea! Tu non sai niente!” tuonò Sam e questa volta fu Emily a distogliere
gli occhi da lui.
“ Allora spiegami…”Disse lei e subito dopo il suo
bel volto fu rigato da una piccola lacrima.
“ Spiegarti? Non voglio spiegarti niente! Voglio
solo che ti allontani da qui prima che sia troppo tardi!”
“No, non me ne vado finché una volta per tutte non
mi spieghi cosa ti succede!” disse Emily urlando anche lei.
“ Adesso basta, Emily! Te ne devi andare!”
“ No!”
“ Vattene!” Ruggì Sam sentendo che ormai stava
perdendo il controllo.
“ Sam, calmati…” Disse lei e questa volta nel suo
sguardo c’era tanta paura. Sam non resistette più. Sbatté forte la ragazza
contro un albero bloccandola con il peso del suo corpo.
“ Non ti faccio paura adesso? Lo vedi cosa sono?”
“ Sam, smettila!” urlò la ragazza cercando
inutilmente di staccarsi dalla ferrea e bollente presa del ragazzo.
“Adesso mi credi? Guardami! Guardami!” Disse
alzandole il mento con una mano obbligandola a guardarlo negli occhi.
“ Sam, ti prego…” Disse Emily con le guance rigate
dalle lacrime.
“ Sono un mostro, Emily! Dillo!”
“ No!”
“Dillo!” Disse lui stringendo di più la presa.
“ Sam, sei un mostro!” urlò la ragazza.
Fu un attimo. Un attimo che segnò per sempre le vite
di Sam Uley e Emily Young. L’attimo in cui l’animale prevalse sull’uomo.
L’attimo in cui l’istinto prevalse sulla ragione. L’attimo in cui Sam commise
l’errore che lo angosciò a vita. L’unico attimo in cui Emily ebbe veramente
paura di Sam. L’unica volta che Sam toccò Emily non per esprimerle il suo
amore. Fu quella volta che il volto di Emily venne cicatrizzato a vita. Quello
fu per entrambi l’attimo più doloroso di tutta la loro vita.
La corsa in ospedale, il dottore che gli annunciava
delle cicatrici, tutte le domande dei parenti di Emily su come fosse successo.
Sam visse tutto questo come in un sogno. A malapena si accorgeva dei suoi gesti
e delle sue parole. Aveva raccontato la verità solo a Billy Black che l’aveva
obbligato a raccontare che a ferire la sua Emily era stato un orso. Non dire la
verità non fece che aumentare il suo dolore ma anche lui sapeva che non avrebbe
potuto fare altrimenti. Aveva pianto come un bambino tutta la notte vicino al
letto di Emily. Adesso i primi raggi cominciavano a filtrare dalla finestra
dell’ospedale. Secondo i dottori la ragazza si sarebbe dovuta svegliare tra
breve. Già la immaginava aprire piano gli occhi come le tante volte che si
erano svegliati nello stesso letto. Si lasciò trasportare dai bei ricordi. Era
tutto immerso nei suoi pensieri quando sentì il bip sul monitor dell’ospedale
accelerare. Alzò lo sguardo ed ecco che il suo angelo si era svegliato. Per un
attimo si sentì sollevato ma poi guardandola il dolore si impossessò del suo
cuore. Lei non era più come prima. Sul suo volto diverse cicatrici deformavano
la parte destra del suo volto. L’occhio destro era incurvato all’ingiù così
come l’angolo della sua bocca, dandole un’aria imbronciata. Una bocca destinata
per sempre ad essere triste e tutto per colpa sua. Sam si lasciò cadere in
ginocchio. Prese la mano della ragazza e
ricominciò a piangere forte.
“ Sam…” La voce flebile di Emily era appena udibile.
“ Emily…” Sussurrò lui scosso dai singhiozzi. Non
sapeva cosa dire. Quello che aveva fatto era semplicemente imperdonabile, non
c’era alcuna ragione al mondo per giustificarsi.
Lei cercò la mano di lui e una volta trovata la
strinse debolmente. Poi gli alzò piano il volto cercando i suoi occhi. Quando i
loro sguardi si incontrarono non ci fu bisogno di parole. L’intesa tra di loro
era così potente che senza dire una parola si comunicarono tutto. Lui il suo
dolore, il suo dispiacere, il suo odio per se stesso. Lei la sua comprensione,
il suo perdono. Ma entrambi si trasmisero qualcosa di immensamente potente.
Così potente da cancellare tutto quello che era successo: il loro amore.
“ Sam… ti amo.”
“ Anche io ti amo, Emily… Tu non puoi neanche
immaginare quanto.