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Autore: Chaotic Alaska    01/09/2014    1 recensioni
"Beh, in ogni caso, è arrivato il momento di condividere con voi la mia unica ragione di vita, il mio più grande amore: quello nei confronti di cinque splendidi ragazzi, che con le loro voci e la loro passione hanno conquistato il mio cuore, che mi hanno aiutata a superare tanti momenti difficili grazie alla loro musica."
Genere: Avventura, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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An hope(ful) li(f)e




E meno male che mi sono svegliata prima proprio per questo motivo!
Mi ritrovai a pensare questo mentre, braccia puntate sui fianchi, battevo con impazienza il piede sulle tavole di legno del pavimento.
Ero piantata davanti al mio gigantesco armadio da qualcosa tipo due ore e mezza, ma non vedevo vie d’uscite da quella terribile situazione.
Era il mio primo giorno alla London High School, uno degli istituti più chic di tutta l’Inghilterra, e doveva essere tutto assolutamente perfetto: mi ero appena trasferita a Londra e sapevo che sarei stata al centro dell’attenzione, con l’anno scolastico iniziato già da due mesi.

La London High School era un istituto terribilmente selettivo: accettava solamente studenti brillanti o ricchi abbastanza da potersi permettere di comprare l’iscrizione, ed era richiesto un abbigliamento fashion ed alla moda, come del resto in tutte le scuole.
Neanche a dirlo, mio padre aveva dovuto sborsare una bella cifra per permettermi di frequentare la London High School, data la mia assoluta mancanza di cervello: so a stento riconoscere le lettere dell’alfabeto, tanto che sto facendo scrivere questa storia a Cheryl, l’unica ragazza della nostra classe in grado di leggere e scrivere, che per questo viene emarginata e derisa.

Tornando a quel fatidico giorno, ero ancora immobile davanti al mio armadio, disperata: erano le cinque del mattino, mi erano rimaste appena tre ore per prepararmi, dovevo indossare una mise assolutamente strabiliante..
In quel momento, un’illuminazione.
“Hope, tesoro, mi spieghi che stai facendo sveglia a quest’ora?” cinguettò mia madre, entrando in camera mia con gli occhi gonfi dal sonno ed accendendo la luce.

Per la cronaca, Hope è il mio nome. Ovviamente, essendo nata in un paesino sperduto tra le montagne del Molise, non è il mio vero nome. Il mio vero nome è Zara Chastity Miracle Destiny Rain Selena Holly Lin, abbreviato in Hope. E’ stata mia madre a scegliere i miei nomi e devo ammettere che, per i suoi standard, sono tutti abbastanza sobri e discreti. Basti vedere com’era conciata quella mattina, con la sottoveste leopardata, le ciabattine da notte tacco 10 e due centimetri di fondotinta arancione in faccia.

“Oh, mammina! La mia vita è un inferno, non ho idea di cosa indossare domani a scuola” piagnucolai.
“Luce dei miei occhi, giusto ieri ti ho dato la mia carta di credito per andare a fare shopping, non hai trovato nulla che ti piacesse?”
“Oh, sì, ma il problema non è quello.. Mi sono di nuovo dimenticata come si apre l’armadio!”
“Povera cucciola, posso capirti! A quest’ora della notte, è difficile pensare con lucidia.. lucicid.. Lucidazione? Vabbé, insomma, è difficile pensare. Torno a dormire, tu pensa a prepararti”
Dopo essere finalmente riuscita ad aprire l’armadio, afferrai il discreto abitino di paillettes con maxi scollatura e lo indossai: forse era un po’ troppo corto, se mi chinavo anche solo leggermente mi si vedevano persino le tonsille, perfetto per il primo giorno di scuola.
Dopo essermi truccata come un’aspirante prostituta, passai al pettinare i miei lunghi capelli biondo ramato, la parte di me che più mi piaceva. Erano lunghi quasi fino alle ginocchia, tanto che, quando andavo in bagno, non avevo nemmeno bisogno della carta igienica: usavo direttamente i capelli.

“Hope, sei pronta?” 
Mia madre, appoggiata allo stipite della porta, mi guardava commossa.
“Tesoro mio, sembri proprio una squallida battona: sono così fiera di te” commentò, piangendo di gioia.
“Grazie, mammina! Adesso devo proprio andare, Galaxy mi starà già aspettando”
Mi fiondai giù per le diciotto rampe di scale (sì, viviamo in un grattacielo, e sì, abbiamo un ascensore, ma usare le scale fa bene alla linea), fermandomi solo per salutare Pinkie Princess, la mia gattina (ha un piano tutto per sé): Galaxy era già sotto casa mia, espressione scocciata e consuete galassie stampate ovunque, dal mini abito alle unghie dei piedi.
Se posso dirlo, Galaxy è proprio una bimbaminkia: ha questa passione assolutamente mainstream e poco originale per le galassie. In realtà si chiama Samantha, ma all’età di quindici anni, da Starbucks, ha legalmente cambiato il suo nome.
Io e lei eravamo migliori amiche da cinque giorni e, nonostante i tanti litigi che avevamo avuto, il nostro era un rapporto bellissimo e speciale.

“Allora Hope, sei pronta per il tuo primo giorno di scuola?” mi chiese, mentre attraversavamo a piedi la strada ed entravamo nel grande cortile della London High School.
“Sto morendo di paura. Sarò al centro dell’attenzione, tutti mi guarderanno e mi giudicheranno! Ho anche messo le mie mutande portafortuna, quindi speriamo che non me la faccia addosso”
Galaxy alzò gli occhi al cielo e accelerò il passo, per risparmiarsi altri dettagli.
Vi state chiedendo quali siano le mie mutande portafortuna, immagino. No? Beh, in ogni caso, è arrivato il momento di condividere con voi la mia unica ragione di vita, il mio più grande amore:quello nei confronti di cinque splendidi ragazzi, che con le loro voci e la loro passione hanno conquistato il mio cuore, che mi hanno aiutata a superare tanti momenti difficili grazie alla loro musica.
Sto parlando, ovviamente, dei Two Derection.
“Sì, ma si può sapere chi cazzo sono?” sbottò per l’ennesima volta Galaxy, mentre attaccavo a cantare una delle loro cinque canzoni.
“Non li conosci, sono una boy band della mia zona”

In quel momento, un coro di urla assordanti ruppe il silenzio: mi voltai, incuriosita, e mi trovai ad osservare un gruppo di ragazzi, appoggiati con aria spavalda al cancello dell’istituto.
Restai completamente senza fiato: erano bellissimi, non riuscivo a distogliere lo sguardo da quei volti sensazionali, dai fisici perfetti che si potevano immaginare sotto gli abiti scuri ed eleganti, dalla loro aria annoiata e arrogante.
Uno di loro, profondi occhi color nocciola ed un ciuffo ribelle di capelli castano scuro, fumava pigramente una sigaretta, mentre ascoltava il racconto del ricciolino dagli occhi verdi che gli stava accanto.
Gli altri tre ragazzi, cellulare alla mano, si stavano scattando un selfie.

Le ragazze che stavano urlando finalmente si zittirono (a quanto pare, una di loro era svenuta, battendo la testa ed entrando in coma, ma chissenefrega); mi girai verso Galaxy, che stava aggiornando il suo stato su Facebook.
“Ehi, Gal, chi è quel ragazzo che sta fumando, quello vicino al cancello?”
“Cristo santo, Hope, com’è possibile che non sai chi sia? Quello è Zayn Malik, persino mia nonna sa chi sia. Li vedi quei quattro coglioni intorno a lui? Ecco, insieme sono i One Direction. E insieme arrivano anche a metà cervello di un essere umano normale”
“Credo di essermi innamorata” sussurrai, fissando incantata i bei tratti del ragazzo moro.
“Vabbé, come dici tu” commentò Galaxy, sistemandosi i capelli e mettendosi in posa per un selfie.
Ripescai il mio cellulare dalla borsa e cercai “One Direction” su Wikipedia: sullo schermo, comparvero i volti dei cinque ragazzi che ora si stavano avviando verso l’entrata dell’edificio scolastico.
Il ricciolino che stava parlando con Zayn era Harry Styles, mentre gli altri tre si chiamavano Liam Payne, Niall Horan e Louis Tomlinson: erano di una bellezza straordinaria, ma nessuno di loro poteva competere con il mio Zayn.

Galaxy, dopo aver pubblicato una decina di selfie su Instagram, mi afferrò per un braccio e mi trascinò dentro la scuola, raccontandomi ciò che sapeva riguardo i One Direction.
“Beh, insomma, sono abbastanza famosi, ma qui dentro ci abbiamo fatto l’abitudine. Diciamo che sono un po’ più che abbastanza famosi, del tipo che se mettono piede fuori dal cortile, un esercito di ragazzine urlanti li travolge all’istante. Cioè, non mi fa impazzire la loro musica, penso che siano cinque idioti, ma il biondino non è male, quello irlandese, non che mi piaccia, ma…”
Dieci minuti dopo, stava ancora blaterando su questo Niall Horan, interrompendosi ogni tanto per assicurarmi che non le piaceva affatto.
“Visto che tu sei nuova” concluse “potresti provare a fingerti una loro fan –Cristo non pretendo che tu lo diventi davvero, fanno schifo– e provare ad attaccare bottone con Zayn”

In quel momento, la porta si spalancò di colpo e tutti ammutolirono: una canzone si diffuse a tutto volume dagli altoparlanti alle pareti (Maybe it's the way she walked, straight into my heart and stole it”), un ragazzo corse ad accendere un ventilatore e lo puntò verso l’ingresso, dal quale stavano entrando, a ritmo di musica, i One Direction.

“Ehmm..  e voi non eravate quelli abituati a loro..?” domandai a Galaxy, che stava controllando il suo blog su Tumblr.
“Mica mi followi su Tumblr? Ah, dimenticavo che sto parlando con una ritardata che non conosce nemmeno i One Direction. Dicevi?”
I cinque ragazzi si andarono a sedere in ultima fila, cominciando tranquillamente a rifarsi il trucco e a sistemarsi le acconciature, nonostante la lezione fosse già iniziata: erano dei veri ribelli, e la cosa mi attirava parecchio, dato che ero sempre stata la classica “brava ragazza”.
Era arrivato il momento di dimostrare che non era così.

   
 
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