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Autore: Croce del sud    01/09/2014    1 recensioni
Questa storia è ambientata otto anni dopo la fine del film. Come sarà la nuova vita dell'investigatrice tornata all'ovile?
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso in anticipo, ma purtroppo ho deciso che continuerò la stesura di questa storia solo dopo l'uscita del secondo libro ufficiale di Veronica Mars. La motivazione é semplice. Ho deciso di scrivere questa storia rispettando tutte le caratteristiche dei personaggi e le vicende successe anche nel film e nel primo libro ufficiale. Dal momento che la mia intenzione é stata di ambientarla in un futuro che potrebbe abbracciare davvero le vite dei personaggi, non posso continuare la stesura se il secondo libro non é ancora uscito. Mi scuso ancora, ma aspetto le vostre recensioni!!!



Il suono squillante della sveglia risuonò per l'ampia camera da letto e prima ancora che una mano furtiva riuscisse a spegnere quell'avviso la porta di legno della stanza si aprì velocemente e una vocina trepidante e sveglia sovrastò il rumore.
"Sveglia!! È il primo giorno di scuola!"
A quelle parole i due ancora assonnati emisero un suono di protesta, ma scostarono il lenzuolo e si misero seduti sul letto.
"Logan, sicuramente nostro figlio non ha preso da te in quanto voglia di andare a scuola!" Detto questo Veronica iniziò a ridere sotto gli occhi furbi di suo figlio, che svelto come un gatto era saltato sul letto per abbracciare i genitori e dare loro il buon giorno.
"Prevedo che questo entusiasmo durerà poco... È un po' come scartare un grande pacco regalo e trovarci all'interno dei vestiti e non dei giocattoli! Ma sicuramente sarai intelligente come me!"
Confidò Logan al figlio con un ghigno soddisfatto, il quale lo guardò con un'espressione non troppo convinta che fece ridere di gusto Veronica.
"Non ti dovrai preoccupare Jason! Non ascoltare tuo padre. Appena sveglio è solito dire cose senza senso..."
Lo sguardo di Veronica era veramente divertito e detto quello strinse la mano di suo marito e gli sorrise.
"Diventerai un bad boy viziato com'era tuo padre!"
"Ehi! Io non ero viziato! Ero uno 09 che sapeva spassarsela!" Le fece l'occhiolino Logan e preso il figlio in braccio iniziò a farlo volare per tutta la stanza, simulando il volo di un aereo.
Jason rideva a crepapelle e stendeva le braccia, entrando alla perfezione nella parte.
"Comunque la mamma ha ragione! Vedrai che sarà un giorno bellissimo e conoscerai nuovi amici. Poi vedrai anche le tue maestre e quelle carine le presenterai a me!"
Logan ridendo strizzò l'occhio al figlio il quale guardò sua mamma con uno sguardo complice.
"Vi metto in punizione entrambi!" Ribatté giocosamente sotto gli sguardi fintamente preoccupati dei due.
"Su su! Vado a preparare la colazione.Tesoro, vai a svegliare tuo fratello!" Sentenziò Veronica baciando prima il marito e poi il figlio per poi uscire dalla stanza ancora addormentata.
 
La cucina era inebriata da un profumo di pancake e uova e la tavola, apparecchiata con delle tovagliette da colazione multicolore, dava alla stanza un aspetto intimo e famigliare.
Le pareti grigie sfumate, quasi come le pareti dei capannoni industriali e illuminate da faretti che percorrevano il soffitto delle pareti perimetrali, davano alla stanza un aspetto moderno e ricercato. A seguire questo stile moderno erano anche i mobili della cucina, composta da un corpo longitudinale staccato dalla parete e posto al centro dell’ampia stanza e da una penisola rettangolare fornita di piano cottura e lavelli che usciva perpendicolarmente a circa ¾ del corpo centrale. Sulla parete di destra invece c’era il forno incorniciato da mobili in vetro bianco retro laccato.
Dello stesso materiale erano fatti anche i mobili del corpo longitudinale e della penisola e oltre al bianco era stato usato anche il nero, per rendere il design più geometrico.
Il piano della cucina era invece in ceramica iron-grey e la credenza in rovere naturale tranché. Ad illuminare e a riscaldare la stanza erano i raggi del sole che filtravano dall’ampia portafinestra retrostante alla cucina.
Mentre il tavolo in vetro e alluminio con le sedie in pelle era posizionato tra la cucina e la luminosa portafinestra che dava sull'ambio giardino della casa.
"Perchè non posso andare anch'io insieme a Jason a scuola?! Faccio il bravo e non disturbo!" Lo sguardo dolce del figlio intenerì Logan e abbassatosi per guardarlo negli occhi gli disse: "La scuola è un posto per grandi e tu non hai ancora l'età giusta per frequentarla, ma quando avrai 6 anni andrai anche te con tuo fratello. Però, tesoro mio, oggi lo accompagniamo insieme, così potrai vedere la scuola!"
Il piccolo Ethan annuì soddisfatto all'affermazione del padre e dopo averlo abbracciato e aver ricevuto un bacio caloroso si mise seduto al tavolo di fianco al fratello maggiore che non aveva perso tempo e stava già mangiando il suo pancake.
Aveva solo quattro anni, due in meno rispetto a suo fratello, ma era un bambino sveglio e particolarmente curioso con due occhi marroni da cerbiatto vispi e allegri come il padre e una chioma bionda come la madre, che in quel momento era spettinata. Una fossetta sul lato destro gli dava un'aria dolce ogni volta che sorrideva.
"State attenti al piatto che scotta, mi raccomando!" Comunicò premurosamente Veronica appoggiando in centro al tavolo un piatto fumante di uova strapazzate e bacon: essendo il primo giorno di scuola desiderava che i suoi figli facessero una ricca colazione per caricare le forze e avere l'energia necessaria per intraprendere le nuove scoperte.
Dopo aver riempito i piatti dei bambini, passò a quello di Logan sotto gli occhi vigili della figlia Allison che in quel momento era in braccio al padre. La piccola stringeva un orsetto di peluche con un braccio e nella mano opposta teneva un biscotto che stava mordicchiando distrattamente, essendo persa nei cartoni alla tv.
"Allora, prima portiamo a scuola Jason e poi Ethan! Va bene?!"
"Sìììì! E poi andiamo insieme a riprenderlo mamma?"
"Certo! Tutti i giorni; con me o con papà."
I bambini esultarono di gioia e i loro genitori non poterono non sorridere davanti a quell'improvvisa felicità. Anche la piccola Allison iniziò a battere le manine, ma si fermò subito al suono del campanello.
Quando la porta si aprì, fece capolino nella stanza Keith con una macchina fotografica in mano, pronto ad immortalare ogni momento.
"Dove sono i miei nipotini preferiti?! Eccoli qui! Fermi, fermi! Una foto! Una foto!
"Ma nonno, siamo in pigiama!"
"E pure spettinati!"
"Non lamentatevi come fa vostra madre tesori, altrimenti diventerete antipatici come lei!" Disse coprendosi la bocca con la mano dalla parte di Veronica per fingere di non farle sentire.
I due bambini lo guardarono e scoppiarono a ridere mettendosi in posa. Poi corsero ad abbracciarlo e a riempirlo di baci.
"Bellissima foto! Si vede proprio la felicità nei vostri occhi miei piccoli Echolls!"
"Ciao papà, dormito bene? Bambini andiamo su a vestirci, altrimenti faremo tardi e non si può fare tardi proprio il primo giorno di scuola!”
Jason a quella constatazione prese subito la mano del fratello e corse in camera un po' allarmato dall'idea di fare tardi proprio in quel giorno tanto atteso.
Keith li guardò divertito: "Ha proprio voglia di andare a scuola! Chissà perché! Probabilmente vuole conquistare la fama di bullo, ricco e viziato!"
"Ma è una cospirazione dei Mars contro di me?!"
"Affatto, però se non ci fossero persone cattive non ci sarebbero buoni avvocati a soccorrerle!" Detto questo Keith guardò sua figlia e suo genero che si stavano scambiando uno sguardo pieno d'amore avendo afferrato il concetto.
"Comunque sono andato a letto tardi, ma ho dormito benone!" Pronunciò le ultime parole più forte per farle sentire alla figlia che era già uscita dalla stanza.
"Allison, su! Andiamo a prepararci anche noi."
"No!" Sentenziò la bambina con un'espressione furba e divertita dalla faccia buffa del padre, agitando una mano verso il suo viso.
"Che cosa hai detto teppistella?! Che cosa?!"
Logan iniziò a farle il solletico e le sue risatine andarono a coprire il volume della tv.
"Bbbasta! Bbbasta!" Protestava Alison cercando di fermare le mani agitate del padre, il quale si fermò e le diede un bacio su una guancia.
Era la sua principessa e come tutte le bambine anche lei era lo scricciolino di suo padre, non che l'unica figlia.
"Allison vieni in braccio dal nonno, così il papà può andare a lustrarsi per bene. E poi verrà a riprenderti."
Logan passò la bambina nelle braccia del suocero e le diede un bacio delicato sulla fronte morbida.
Ancora stanca la bambina si accoccolò tra le braccia dell'amato nonno e si addormentò.
Keith ogni volta che la guardava dormire beatamente si soffermava a pensare agli avvenimenti successi in quegli otto anni passati e alle numerose cose cambiate dal ritorno di sua figlia a Neptune. Quel cambiamento era merito anche di Logan e lui non poteva che essere fiero di quell'uomo che un tempo era un ragazzo viziato e prepotente e che adesso era un marito e un padre diligente, con un buon lavoro e solidi ideali.
Ma guardando la sua nipotina pensava anche alla somiglianza evidente con Veronica e con sua nonna: gli stessi occhi azzurro cielo, in cui si era perso molte volte, i capelli biondi e gli zigomi pronunciati, tinti di un rosa più intenso rispetto alla pelle del viso.
Iniziò così a cullarla, girando canale alla televisione, in attesa del resto della famiglia.
 
 
Il cortile della scuola elementare di Neptuna era invaso da bambini che correvano e dai loro genitori intenti a parlare tra di loro.
Quella giornata di fine estate era calda e soleggiata e le finestre della scuola erano aperte per far arieggiare le aule.
In quella folla c'erano anche Logan e Veronica intenti a cercare Wallace. Finalmente avvistarono la chioma riccioluta e incolta e iniziarono ad agitare le braccia per farsi notare.
"Ciao zio Wallace!"
"Ciao zia Brittany!"
I due bambini li corsero in contro abbracciandoli.
"Ciao piccoli teppisti!"
"Dove sono Tyler e Ryan?" Chiese Jason guardandosi in torno.
"Adesso arrivano, questa notte hanno dormito dalla nonna."
Gli rispose Wallace per poi voltarsi da Veronica e Logan.
Gli otto anni passati non avevano portato grandi cambiamenti solo per Veronica, ma anche per Wallace.
Sei anni prima era arrivata nella scuola superiore di Neptun, in un caldo giorno d’inizio settembre, la nuova insegnante di letteratura Brittany Montgomery.
La trentenne mulatta non rimase nell’ombra per molto tempo, poiché il giovane Fennel la iniziò a corteggiare fin da subito.
Il suo carisma e i suoi lineamenti delicati conquistarono immediatamente il professore e sei anni più tardi erano diventati una famiglia, con due figli gemelli vivaci e instancabili.
"Ehi! Si rincomincia un altro anno!"
"Sono pronto! I miei muscoli sono scattanti e i miei nervi tranquilli, perciò terrò a bada quei giovani pirati con gli ormoni a mille!"
"Almeno te li puoi fare sfogare! La damigella in pericolo sono io! Si addormenteranno subito alla prima lezione e come tutti gli anni mi dovrò assorbire gli sguardi focosi dei ragazzi quando una ragazza, con dei pantaloni decisamente troppo stretti, uscirà alla lavagna! Sul serio, ma eravate così lupi famelici anche voi?!"
Chiese tra lo sconcerto e la rassegnazione Brittany.
"Penso anche peggio!" Rispose Logan dando una pacca sulla spalla all'amico che annui sorridendo.
"Sfortunatamente nessuno appiccica più sulla porta del bagno il cartello "guasto", altrimenti avrei potuto smascherare qualche piccola ragazzetta..."
Rise Wallace facendo l'occhiolino a Veronica la quale iniziò a ridere.
"Le idee migliori vengono sempre alla sottoscritta!"
Dichiarò punzecchiando Wallace.
"Va bene, lo ammetto, la fuga romantica di questo weekend è stata la ciliegina sulla torta."
Veronica sorrise soddisfatta vedendo lo sguardo d’intesa che si scambiarono Wallace e sua moglie.
Ma la soddisfazione di Veronica fu fermata da suo figlio.
"Mamma, ma perché appendevi un cartello fuori dal bagno?"
"Eh beh... la campanella! Andiamo, andiamo!"
Veronica iniziò a trascinare il figlio verso l'entrata dell'edificio, mentre il resto della comitiva aveva iniziato a ridere.
“Ma mamma, non ha suonato nessuna campanella!"
“Come no?! E va be’! Adesso suonerà sicuramente!”
Jason aveva sciolto la presa e si era immobilizzato con le braccia conserte e uno sguardo da rimprovero.
“Ricordati che un bravo detective nota tutti i particolari e il bidello ha appena inserito la chiave che aziona la campanella. 1…2…e 3.”
La campanella risuonò per tutto il cortile e tutti i bambini iniziarono ad avvicinarsi alla porta d’entrata.
Sul viso del bambino era spuntata un’espressione di sorpresa seguita da una vecchia felicità.
“Jason, con tua madre non si scherza. Se pensi di nasconderle qualcosa è meglio che cambi idea.Per questo avrai una vita difficile caro mio!” Per tutta risposta Logan ricevette una piccola gomitata di rimprovero nel fianco dalla moglie. Prima che potesse pronunciare qualche parola, però, la girò e le cinse il bacino con le mani. “La più bella e incasinata che un uomo possa desiderare, ovviamente!”  Le sorrise Logan.
Veronica iniziò a ridere: “Scemo!”
I due si scambiarono un bacio furtivo e iniziarono a camminare verso l’entrata abbracciati, con i figli irrequieti ed emozionati davanti e la piccola Allison in spalletta del padre.
“Buona scuola tesoro!”
“Fai il bravo e ascolta la tua maestra!”
Logan e Veronica abbracciarono e baciarono il figlio.
“Ciao mamma, ciao papà! Ci vediamo all’uscita!” E dopo quelle parole pronunciate con tutto l’entusiasmo che nutriva, sparì su per le scale con tutti i suoi coetanei, veloce come un piccolo monello alla vista del paese dei balocchi.
Una lacrima di gioia rigò il viso di Veronica. Era contenta di vedere suo figlio così felice e spensierato ed era soddisfatta della famiglia che aveva creato.
“Lo sai che ti amo, vero?” le sussurrò Logan dolcemente stringendola a sé.
La sua risposta fu un bacio veloce, ma intenso.
I due amanti si guardarono negli occhi e si sorrisero. Terra e cielo in uno sguardo.
“Mamma, papà, sono arrivati Tyler e Ryan!Posso andare a salutarli?”
Senza dire una parola Logan sollevò il suo secondogenito da terra e lo prese in braccio per incamminarsi con la moglie e la figlia verso i nuovi arrivati.
 
 
   
 
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