Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: 365feelings    01/09/2014    5 recensioni
5. Prima di lasciare il Campo le ha proposto di seguirlo.
Clarisse era rimasta alla finestra ad osservare la sua schiena svanire nella notte e aveva avuto l'impressione che se ne stesse andando in un luogo in cui non avrebbe potuto raggiungerlo.
Chris/Clarisse | headcanons | Partecipante al contest Bitch, please: Percy Jackson is the way indetto da King_Peter
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Rodriguez, Clarisse La Rue
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Cinque cose che nessuno sa su Chris e Clarisse (e due che tutti conoscono)
Coppia: Chris/Clarisse
Rating: verde
Genere: commedia, generale, sentimentale
Avvertimenti: missing moments, het, one shot
Categoria scelta: missing moments - love story
Note: nel mio headcanon Clarisse arriva al Campo un anno prima di Chris, ma è più piccola del ragazzo. Sempre nel mio headcanon (per saperne di più basta leggere l'altra mia storia, Dieci cose che nessuno sa su Clarisse La Rue) all'inizio la semidea ha un rapporto burrascoso con i fratelli; ho sempre visto laCabina di Ares come maschilista, almeno fino a quando Clarisse non ne è
diventata la rappresentante. Chris è talmente secondario come personaggioche è quasi un originale; ho cercato di renderlo il più plausibile possibile. Non è come i fratelli Stoll (loro sono due e immagino che essere fratelli in una situazione come la loro aiuti) e nemmeno come Luke (background diverso), però è un figlio di Ermes ed è dimenticato. Il suo stesso padre non lo riconosce e sebbene tenda a mettersi nei guai (figlio del dio dei ladri, ricordiamolo) è anche uno che sta sulle sue, ai margini. E poi diciamocelo, deve avere per forza un forte desiderio di morte: Clarisse? Crono?
In ogni caso trovo che questa coppia sia adorabile <3
Commenti, critiche, suggerimenti sono sempre ben voluti :3
La ff partecipa al contest Bitch please: Percsy Jackson is the way indetto da King_Peter. Già che ci sono vi lascio link alla challenge su PJO: Dei, miti ed eroi (vero che volete partecipare e scrivere tante belle storie?).






 
Cinque cose che nessuno sa su Chris e Clarisse
(e due che tutti conoscono)



1. Non è mai riuscita a dargli il benvenuto.
Clarisse aveva nove anni quando era arrivato Chris Rodriguez, in una mattina di febbraio limpida e tiepida come potevano esserlo solo le giornate al Campo. Il ragazzo ne aveva undici ed era più alto di lei, ma questo non le aveva impedito di andarlo a cercare per dargli il benvenuto. Lo aveva intercettato mentre i figli di Ermes gli stavano spiegando che avrebbe alloggiato nella loro Cabina finché il suo genitore divino non lo avrebbe riconosciuto, cosa che sarebbe potuta capitare di lì a qualche giorno oppure mai. Sfigato, aveva pensato. Un altro semidio non reclamato, come se non ce ne fossero già abbastanza. A volte si chiedeva se gli dei fossero consapevoli di quello che facevano quando seducevano i poveri mortali e la risposta era chiaramente no. Almeno suo padre aveva avuto la decenza di riconoscerla; la Cabina 5 non era esattamente la personificazione della gentilezza e dell'affettuosità e i suoi fratelli non l'avevano ancora accettata, ma non l'avrebbe scambiata per nulla al mondo. Era una figlia di Ares e non avrebbe potuto essere nient'altro.
Vedendola arrivare, sul volto un ghigno che portava guai, nessuno dei presenti aveva avuto il coraggio di affrontarla. In un anno Clarisse aveva reso chiaro che mettersi contro di lei equivaleva ad un biglietto di sola andata per l'infermeria e gli unici con i quali non poteva ancora fare la bulla erano i suoi stessi fratelli; non perché non ci avesse provato, ma perché erano più grandi, più grossi e più cattivi. Qualche minuto dopo, quindi, il nuovo arrivato era a tanto così dal fare la conoscenza dei bagni del Campo.
A Chris l'esperienza non era nuova, nella sua vecchia scuola gli era già capitato una o due volte di finire con la testa nel gabinetto per colpa della sua lingua lunga. Per questo aveva trovato quasi ironico il fatto che fosse finito nei guai senza aver detto nulla.
La sua inaspettata salvezza era stata un tremante figlio di Demetra che aveva fatto capolino nei bagni riferendo che i fratelli di Clarisse la stavano cercando per l'addestramento e dandosela a gambe il secondo dopo.
«Che facciamo?» si era ritrovato a dirle con il volto a pochi centimetri dalla tazza del gabinetto «Finisci tu il lavoro o continuo da solo?» si era azzardato a chiedere ostentando un sorriso spavaldo, quindi aveva proposto «Oppure me ne posso tornare nella Cabina?»
Se uno sguardo avesse potuto uccidere, quello di Clarisse lo avrebbe già incenerito da un pezzo.
«Sei un ragazzo fortunato» aveva ringhiato, premendogli il capo verso il basso e allentando la presa il secondo dopo, lasciandolo andare e avviandosi all'uscita «Ma se ti azzardi a dire una sola parola su quello che è successo qui dentro ti spezzo le gambe».
 

2. È stata la prima ad averlo mai difeso.
Era riuscito a tenersi fuori dei guai per quasi un mese, se non si teneva conto di alcuni incidenti e alcune discussioni con Clarisse, ma per i suoi standard era un gran risultato; nella sua vecchia scuola tendeva a passare più ore in punizione che in classe e non c'era giorno in cui non ci fossero problemi con gli altri ragazzi. Quindi Chris non si era particolarmente stupito quando si era ritrovato nell'arena circondato da tre figli di Ares intenzionati a fargli lo scalpo e farlo passare per un allenamento, era una cosa che prima o poi gli sarebbe dovuta capitare — tutti al Campo erano dovuti passare per le amorevoli attenzioni della Cabina 5 — e aver nascosto qualche giorno prima le loro lance non era servito ad altro che anticipare quel momento.
Era veloce e le settimane precedenti aveva bazzicato nei pressi del campo di addestramento quanto bastava per avere una vaga idea di come impugnare una spada e affrontare un nemico: per questo nemmeno quando i tre semidei avevano iniziato ad attaccarlo aveva perso il suo sorriso indolente, limitandosi a schivarli come se non si trovasse nei guai. Poteva sentire alcuni figli di Ermes e di Apollo scommettere su quanto avrebbe resistito, lo davano per spacciato e normalmente anche lui non avrebbe puntato nemmeno una dracma su se stesso. Tuttavia gli era venuta l'insana voglia di dare un po' di spettacolo, di movimentare la giornata — di essere ricordato per qualcosa. Magari dopo suo padre si sarebbe deciso a reclamarlo. O forse no, forse sarebbe restato nella Cabina 11 ancora per un po'. In ogni caso non aveva nulla da perdere e un po' di dolore poteva sopportarlo.
«Che sta succedendo qui?!» aveva berciato Clarisse, comparendo improvvisamente nell'arena; Chris aveva iniziato a pensare che i figli di Ares avessero un fiuto eccezionale per la violenza. Ovunque ci fosse un duello, una rissa, un litigio, se non erano stati loro stessi a causarli, apparivano magicamente a dare man forte.
«Allora?!»
«Togliti dai piedi, sorellina» aveva risposto uno dei semidei «Non ti riguarda».
Quello che era successo dopo, com'era prevedibile, li aveva condotti dritti in infermeria. Sebbene fossero fratelli, infatti, Clarisse non aveva esitato ad alzare la spada e a loro volta i tre ragazzi non si erano fatti attendere, calando le loro armi come se stessero affrontando dei mostri e non due semidei.
Anche a posteriori, Chris non era riuscito a comprendere il motivo che aveva spinto Clarisse a mettersi in mezzo. Supponeva fosse un insieme di cose: il fatto che non avesse un buon rapporto con i fratelli e stesse ancora cercando di dimostrare loro che era la degna figlia di loro padre e anche il fatto che nella sua distorta e violenta visione del mondo lo vedesse come una sorta di sua proprietà, come se lei fosse l'unica a poterlo prendere a pugni e spedirlo in infermeria. A posteriori Chris aveva anche dovuto ammettere che senza l'intervento di Clarisse per lui sarebbe finita molto peggio; forse provocare i figli di Ares non era stata la sua idea migliore, ma aveva questo brutto vizio, di agire prima di pensare e di fare cose di cui poi si sarebbe pentito.
«Suppongo di doverti ringraziare» le aveva detto una volta in infermeria. Ad essere presa peggio era proprio la semidea. I suoi fratelli non ci erano andati leggeri e aveva un occhio nero, il labbro spaccato, diversi tagli sulle gambe e una costola incrinata. Ma non sembrava davvero curarsene, sembrava aver sopportato di peggio.
«Non l'ho fatto per te» aveva berciato lei in risposta, fulminandolo con lo sguardo «Sei solo un ragazzo fortunato».
 

3. Hanno scommesso su qualsiasi cosa, compreso il loro primo bacio.
Era stato Chris a dare il via al loro continuo sfidarsi e scommettere. Un pomeriggio l'aveva trovata nel bosco intenta ad allenarsi con la lancia come se di lì a poco avesse dovuto affrontare un esercito di mostri. Per un po’ aveva osservato quella ragazzina più piccola di lui di due anni eseguire movimenti precisi e letali che probabilmente nemmeno i suoi fratelli più anziani erano in grado di riprodurre con tale maestria e aveva deciso che sarebbe stato divertente importunarla; pericoloso, certo, ma anche terribilmente divertente. Una persona come Clarisse gli avrebbe dato infinita soddisfazione, ne era certo. Così le aveva detto «Scommetto che non ce la fai a colpire quell'albero usando la mano sinistra» e lei, che sentiva il bisogno di vincere qualsiasi cosa stesse facendo, gli aveva dimostrato il contrario, ghignando soddisfatta quando la lancia si era conficcata nella corteccia del pino indicato. La ninfa del suddetto albero si era poi arrabbiata e loro erano scappati in modo davvero poco eroico; Clarisse era furiosa e aveva giurato che non gli avrebbe mai più dato retta.
Qualche giorno dopo, però, si era ritrovata a fare cento giri dell'arena di corsa, un'altra volta invece a fare cinquanta flessioni con una mano o a nuotare nel lago di notte. Con il tempo le loro scommesse erano diventate sempre più assurde: Chris si divertiva a vederla compiere imprese al limite del ridicolo e lei si impegnava come se ne andasse della sua stessa vita. Una volta Clarisse aveva fatto indigestione di tacos pur di non dargli la soddisfazione di averla battuta. E ancora, il loro primo bacio la ragazza glielo aveva dato per vincere una sfida; era stata una cosa innocente e un po’ brusca, un bacio che non era né sulla bocca né sulla guancia, ma una via di mezzo — un po’ come loro.
 

4. Sono entrambi sprezzanti del pericolo.
Faceva parte della natura dei figli di Ares il non temere il pericolo, bensì cercarlo e sfidarlo, vincerlo. Erano coraggiosi al limite della sconsideratezza e molto spesso erano loro stessi un pericolo per gli altri e Clarisse non era da meno. Violenta, scontrosa, sempre in cerca di un'occasione per mettere in mostra le sue doti guerriere; neanche i fratelli Stoll le giravano troppo intorno e scommettevano che non avrebbe mai trovato il fidanzato. Chi avrebbe mai voluto baciare una come Clarisse, che nel tempo libero si cimentava nella lotta libera ed era in grado di ruttare l'intero alfabeto? Quella non era una ragazza, era una macchina da guerra, un pericolo ambulante — meglio restarne alla larga.
Chris, d'altra parte, di chiunque fosse figlio (ed era opinione comune che si trattasse di Ermes sebbene il dio non lo avesse ancora reclamato), avrebbe dovuto essere più assennato, tenere alla propria pelle e girare alla larga dalla Cabina 5 invece di importunarne i membri, uno in particolare e con masochistica insistenza. Annabeth una volta aveva riflettuto che vedere Chris interagire con Clarisse era come assistere in slow motion ad un inevitabile, catastrofico incidente stradale a cui il semidio non sarebbe sopravvissuto.
Ma per quanto tutti si aspettassero di assistere all'impatto fatale da un giorno all'altro, facessero pronostici e scommettessero a riguardo, lui continuava a importunare lei e lei a spedirlo in infermeria premurandosi di non fargli davvero male (qualche costola incrinata, un braccio rotto, innumerevoli ematomi e mai amputazioni) tanto che, con il tempo, assistere alle loro turbolente interazioni era divenuta abitudine.
 

5. Prima di lasciare il Campo le ha proposto di seguirlo.
Chris aveva la brutta abitudine di introdursi nelle cabine altrui di soppiatto e Clarisse quella di dormire con la propria lancia accanto al letto: memore di un episodio in cui aveva provato a svegliarla scuotendola e aveva rischiato di ritrovarsi infilzato, quella sera si era tenuto a debita distanza e aveva molto più ragionevolmente bussato alla finestra. La ragazza era balzata in piedi e nonostante si fosse appena addormentata aveva lo sguardo vigile di chi era alla ricerca di una minaccia, ma poi aveva visto il volto di Chris dietro al vetro e sbuffando aveva rilassato i muscoli.
«Che vuoi Rodriguez?» gli aveva chiesto bruscamente una volta aperta la finestra. Lui aveva scrollato le spalle, rispondendo che aveva solo voglia di fare due chiacchiere.
«E non potevi aspettare domani mattina? Non avevi qualche figlio di Ermes da tormentare?».
«Con te è più divertente, c'è sempre il brivido di non sapere se una volta finito avrò ancora tutte le ossa al loro posto».
Clarisse aveva alzato gli occhi al cielo trattenendo un sorriso, ma poi aveva posato nuovamente lo sguardo sul semidio e si era fatta seria: «Qual è il vero motivo per cui sei qui?»
«Non posso aver voglia di rivedere una vecchia amica?» le aveva chiesto temporeggiando, ma guardandola dritta negli occhi. Con Chris non si era mai sicuri di quanto facesse sul serio, di quanta verità e quanta menzogna si mescolassero nelle sue parole e nel suo sguardo. Ma non era cattiveria, quello era solamente il suo modo di essere; un po' malandrino, un po' scanzonato e, in fondo, anche un po' triste.
«Non ho mai detto che siamo amici» aveva ribattuto burbera. In quasi quattro anni non avevano mai definito il loro rapporto, ma ripensandoci doveva essere così, dovevano essere amici, cos'altro potevano essere?
«Come vuoi» le aveva risposto lui, che di iniziare a battibeccare non aveva per nulla voglia, e poi era rimasto in silenzio.
«Allora?! Sì può sapere per quale motivo mi hai svegliata? Me ne torno a letto se non ti sbrighi».
Chris aveva sospirato, le labbra increspate in un sorriso stanco e lo sguardo basso, e Clarisse si era allarmata. Il suo istinto le diceva che c'era qualcosa che non andava e il suo istinto non falliva mai, ma questa volta sperava che si stesse sbagliando.
«Stavo pensando» aveva iniziato il semidio con cautela, come se le sue parole fosse granate e potessero esplodere da un secondo all'altro «E se ce ne andassimo? Dal Campo intendo. Solo io e te».
Aveva risollevato lo sguardo con timore, ma la ragazza non aveva ancora detto nulla né attentato alla sua vita, si stava limitando a fissarlo imperscrutabile.
«Torna a letto Chris» gli aveva risposto dopo qualche secondo di silenzio con voce grave e lui aveva obbedito ad un suo comando per la prima volta senza fiatare, allontanandosi fino ad essere inghiottito dal buio.
Clarisse era rimasta alla finestra ad osservare la sua schiena svanire nella notte e aveva avuto l'impressione che se ne stesse andando in un luogo in cui non avrebbe potuto raggiungerlo.
 

6. Senza Silena non ci sarebbe stata alcuna coppia.
«Percepisco un sacco di UST» aveva commentato Silena, interrompendo uno dei loro litigi e ostentando un entusiasmo fuori luogo; Clarisse infatti teneva il semidio per il collo della maglia e gli stava ringhiando qualcosa a pochi centimetri dal volto con tutta l’aria di volerlo sbranare. Da quando Mr. D aveva guarito Chris, i due ragazzi dapprima erano sembrati tornare amici, poi avevano ridotto al minimo le interazioni, quindi avevano iniziato a scontrarsi su qualsiasi cosa, come in quel momento.
«Non so di cosa tu stia parlando» aveva berciato Clarisse «E ora vattene se non vuoi essere la prossima».
La ragazza aveva fatto un cenno con la mano come a dire che non era vero, che non le avrebbe fatto nulla e si era seduta su un tronco lì accanto, accavallando con grazia le lunghe gambe scoperte.
«Non pensi che dovresti lasciarlo andare?» aveva ribattuto con tono colloquiale «Voglio dire, non si è ancora ristabilito del tutto. A meno che tu non voglia baciarlo ovviamente».
Clarisse aveva assunto un'interessante sfumatura di rosso che nessuno dei presenti le aveva mai visto prima e aveva immediatamente sciolto la presa come se si fosse scottata.
«Che vuoi?» le aveva chiesto burbera, fissandola con sospetto. Negli ultimi tempi si era ritrovata ad avere tra i piedi la figlia di Afrodite più di quanto le fosse mai capitato da quando era arrivata al Campo e non le piaceva per niente; spuntava dal nulla nei momenti meno opportuni, blaterava frasi senza senso e la cosa peggiore era che Chris sembrava ascoltarla — non che fosse gelosa.
«Ho udito la tua voce soave» aveva ammesso con noncuranza «E sono venuta a controllare. Sei certa di non volerlo baciare?»
«Perché mai dovrei volerlo baciare?!» aveva gridato la figlia di Ares, rifiutandosi di guardare il ragazzo che nel frattempo aveva iniziato a sogghignare.
«Come se fossero affari tuoi, poi» aveva aggiunto frettolosamente, con voce astiosa.
«Vuoi baciarmi, Clarisse?» l'aveva motteggiata lui, sbattendo le ciglia e sporgendo le labbra, quindi se l'era data a gambe — un buon soldato sapeva sempre quando era il momento di battere in ritirata — e la semidea era immediatamente scattata al suo inseguimento minacciandolo di morte.
Silena era rimasta seduta sul tronco guardandoli sparire nel bosco e aveva sospirato: riusciva a vedere le possibilità, ma erano due bambini. Sarebbe stato un lavoro lungo e faticoso.
 

7. Chris bacia bene, ma Clarisse impara velocemente.
Era tutto molto strano, nuovo e inaspettato. Clarisse si era addestrata per diventare una perfetta macchina da guerra e sebbene non avesse mai rinunciato alla possibilità di avere un ragazzo, non ci aveva nemmeno mai pensato seriamente. C'erano sempre state cose più importanti da fare e gli altri semidei le stavano tutti antipatici e gli umani non erano neppure da prendere in considerazione; Chris era stata l'unica persona amica che avesse mai avuto ma prima che lui la baciasse non era stata sicura di ciò che provava nei suoi confronti. E anche avendo fatto chiarezza, Clarisse non sapeva che farsene dei suoi sentimenti, come gestirli, come manifestarli: non era preparata e lei odiava non essere pronta.
Era tutto molto confuso e Chris aveva l'innata capacità di irritarla, metterla alle strette e farla sentire a suo agio tutto nello stesso momento. Inoltre sembrava muoversi meglio in quel territorio a lei sconosciuto, le posava il braccio attorno le spalle o la prendeva per mano con molta naturalezza, come se non avesse fatto altro per tutta la vita. Per non parlare dei baci; i baci erano la cosa peggiore (o forse migliore). Perché era bravo Chris, doveva per forza essere bravo se ogni volta che la baciava provava una piacevole sensazione alla bocca dello stomaco, ma allo stesso tempo la indisponeva il fatto che lui la superasse. Aveva più esperienza di lei e la cosa la irritava.
Dopo il primo bacio, comunque, era migliorata: non se ne restava più immobile come se avesse guardato negli occhi Medusa, né si avventava sul semidio come se volesse sbranarlo. Ma ancora si sentiva a disagio, era tutto così dannatamente strano e non era una situazione che poteva risolvere come faceva di solito, cioè con un pugno ben assestato. Odiava trovarsi in quello stato, la distraeva dalla guerra.
«Scommetto che non riesci a rilassarti e a baciarmi» le aveva detto Chris in tono canzonatorio, ma guardandola dritta negli occhi. Effettivamente il ragazzo aveva più esperienza, qualche anno prima aveva avuto modo di frequentare qualche semidea e aveva perfino flirtato con delle umane, ma poi c'era stata la faccenda di Crono, il Labirinto e la parentesi della pazzia, che avevano lasciato ben poco spazio a qualsiasi altra cosa. Quindi in realtà aveva meno esperienza di quanta Clarisse credesse, ma gli piaceva che lei pensasse il contrario.
Erano sul retro della Cabina 5 e tutti i figli di Ares si stavano allenando, nei paraggi oltre a loro due non c'era nessuno. Consapevole che Chris l'avesse sfidata solo per provare a farla sentire a suo agio, la semidea lo aveva baciato, sporgendosi verso di lui in modo quasi femminile.
«Finalmente un bacio che non assomigli ad un attentato alla mia perfetta dentatura» aveva commentato lui con un sogghigno soddisfatto e subito l'aveva sentita agitarsi, ma con una mano sul suo collo e l'altra sul suo fianco l'aveva baciata nuovamente e questa volta Clarisse aveva finalmente smesso di opporre resistenza.

 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: 365feelings