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Autore: RaluRalu    01/09/2014    2 recensioni
Dal testo: "Dopo essermi sistemata aprii con cautela il libro. Anche la prima pagina era pulita. Sfogliai ancora, ma nulla: le pagine erano tutte bianche. Lo richiusi quasi con rabbia. Perchè Jonathan -ero certa che fosse stato lui- avrebbe preso e rimesso a posto un libro vuoto? Poi mi venne in mente un'idea. E se fosse un diario?"
Storia che fa parte della serie "Sorellina mia".
[SPOILER CoLS]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sorellina mia'
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Attraversai silenziosamente il corridoio ed entrai in biblioteca chiudendo lentamente la porta. Per un attimo cigolò e mi paralizzai per ascoltare. Alcune rune si attivarono e mi permisero di tirare un piccolo sospiro di sollievo dopo aver capito che nessuno mi aveva sentito. Presi la stregaluce dalla tasca, che rischiarò lo spazio attorno a me. La alzai sopra la testa, illuminando di più la stanza. Mi avvicinai alla grande libreria e iniziai a leggere i titoli sulle copertine. Mi sorpresi a trovare libri di narrativa, tipo Racconto di due Città o Piccole Donne. Mi allontanai e passai alla seconda libreria. Lì i titoli erano quasi illeggibili. Erano lingue demoniache, ed io sapevo si e no quattro parole in Ctonio. Sospirai piano, poi notai un libro che spuntava fuori leggermente, come se qualcuno lo avesse preso e rimesso con poca attenzione. Lo presi lentamente, senza far rumore. Non aveva titolo né decorazioni sulla copertina. Andai a sedermi al tavolo e presi una seconda stregaluce, per illuminare meglio. Dopo essermi sistemata aprii con cautela il libro. Anche la prima pagina era pulita. Sfogliai ancora, ma nulla: le pagine erano tutte bianche. Lo richiusi quasi con rabbia. Perchè Jonathan -ero certa che fosse stato lui- avrebbe preso e rimesso a posto un libro vuoto? Poi mi venne in mente un'idea. E se fosse un diario? Con rinnovata speranza presi lo stilo e tracciai una runa -non sapevo se esistente o creata da me- per rivelare se ci fosse qualcosa di nascosto. Non passò molto che sulle pagine apparirono scritte ordinate, in corsivo e, soprattutto, in lingue a me comprensibili. Provai un motto d'invidia verso mio fratello che aveva quella scrittura elegante mentre la mia era orribile.
Iniziai dalla prima pagina. Non erano datate, le pagine, ma era un diario. Un diario segreto. Mi sentii traditrice: era una cosa privata, e la stavo violando. Ero, però, sicura che mio fratello non si sarebbe fatto scrupoli nel leggere qualcosa di mio.

 

Caro diario,
Jace ha convinto Clarissa a venire. Ora è qui,in questa casa, e penso sia peggio di prima.
Saperla vicino a me mi consola, ma sono al tempo stesso tormentato dal fatto che non è abbastanza vicina a me. Penso di essere geloso di Jace: lui può averla quando vuole. Mi infastidisce sapere che lei è insieme a lui in questo momento. Io lo sento, sento le sensazioni di Jace. Sento le piccole mani da artista di mia sorella su di lui, come se fossero su di me. Sento i suoi baci come se stesse baciando me. Sento il suo caldo fiato sul collo come se fosse affianco a me.
Ho voglia di andare lì e fermarli: se non posso averla, allora nemmeno Jace deve toccarla. Dopotutto, è pur sempre mia sorella.

 

Girai pagina. Continuava così per molto, e non volevo sapere nulla di quel che mio fratello pensava su di me. Lessi velocemente, sorvolando le parti che non mi interessavano. Feci scorrere le pagine fino a quando una data mi saltò agli occhi. Non sapevo cosa sarebbe successo, ma quella data era vicina.
Troppo.
Richiusi il diario e impressi un altro Marchio, che sarebbe sparito, per far scomparire le parole e la runa precedente. Presi le stregaluci e le rimisi a posto, poi mi alzai spostando lentamente la sedia. Lanciai uno sguardo attorno per controllare che nulla mostrasse che ero stata lì. Rimisi anche il diario nello scaffale così come lo avevo trovato poi uscii. Tornai in camera facendo attenzione a non fare rumore, poi chiusi la porta silenziosamente. Poggiai tutto sulla scrivania. E me ne resi conto. Lo stilo. Avevo usato lo stilo. Potevo scappare, ora. Feci per uscire, per chiamare Jace, ma mi bloccai. Si fidava di me, mio fratello si fidava di me. Sapeva che avrei potuto benissimo scappare. E sapeva anche che avrei curiosato in biblioteca, per quello ha lasciato così il diario. Voleva che io sapessi. Mi resi conto, con un leggero stupore, di non essere più incazzata con lui per lo schiaffo. Probabilmente me l'ero meritata.
Posai lo stilo nel cassetto e mi sedetti sul letto. Non feci nemmeno in tempo ad allungarmi che mi addormentai. 



Angolo Autrice
Salve! 
È tanto che non pubblico, lo so, ma sono stata in Romania dove la connessione andava e veniva, quindi non avrei potuto scrivere nulla. Però ora sono tornata, e un sacco di idee nella testa. Intato ditemi, che ne pensate? Non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni! 
Beh, vi saluto. Alla prossima! Baci :*

  
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